Bravo, sexy e antidivo

Se il 2007 è stato l'anno del divo Scamarcio, questo 2008 segnerà la consacrazione annunciata dell'antidivo per eccellenza, Elio Germano. Una faccia da schiaffi dal fascino irresistibile. Ma soprattutto, secondo l'unanime giudizio di critica e pubblico, un talento fuori dal comune. Se ne sono accorti al Festival di Berlino a febbraio. Germano sarà infatti 'Shooting star' alla 58 Berlinale, unico italiano inserito nella rosa dei nove attori emergenti premiati perché rappresenteranno il futuro del cinema europeo. Un'ulteriore conferma del momento d'oro che sta attraversando il ventisettenne attore romano lanciato la scorsa primavera da 'Mio fratello è figlio unico' di Daniele Luchetti, film con cui si è aggiudicato un David di Donatello. Intanto Germano ha appena ultimato le riprese de 'Il passato è una terra straniera' di Daniele Vicari tratto dal bestseller di Gianrico Carofiglio, e a metà febbraio inizia 'Come Dio comanda', regia di Gabriele Salvatores, dal romanzo di Niccolò Ammaniti (premio Strega 2007). Presto lo vedremo sul grande schermo in una serie di ruoli importanti quanto diversi. A fine gennaio sbarcherà in sala con 'Nessuna qualità agli eroi', noir psicanalitico di Paolo Franchi (in concorso all'ultimo Festival di Venezia) dove dà anima e corpo al personaggio tormentato e dostoevskiano di un parricida; il 29 febbraio con 'Il mattino ha l'oro in bocca' di Francesco Patierno, altro film tratto da un libro, 'Il giocatore' di Marco Baldini (la spalla di Fiorello), nei panni di un dj di successo travolto dal vizio del gioco nell'Italia anni '70. Mentre il 14 marzo uscirà 'Tutta la vita davanti', regia di Paolo Virzì, commedia grottesca sull'universo del precariato (nel cast Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea), dove Germano interpreta Lucio, un venditore di elettrodomestici ostinatamente ottimista e pieno di sé. Insomma, i registi fanno a gara per contendersi questo ragazzo dal fascino insolente e la faccia sbarazzina. E infatti ogni giorno riceve pacchi di sceneggiature. Irene Bignardi, presidente di FilmItalia, e così anche Virzì, lo vedono addirittura come un potenziale giovane Robert De Niro: "Un attore dotato di capacità di trasformazione straordinarie e di una gamma sorprendente di registri interpretativi". Un altro al posto suo si sarebbe già montato la testa. Ma Germano, l'antidivo, sembra vaccinato. Lui odia essere riconosciuto e, caso raro, può permettersi di andare in giro per strada indisturbato. Nessuno, o quasi, lo riconosce. Odia farsi fotografare, finire sulle copertine. Carattere schivo, continua a vivere nel palazzone proletario di Corviale, periferia di Roma: "Mi trovo meglio lì che nei quartieri di 'finzione sociale'", dice con candore. Adora scrivere: "Scrivo di continuo, sempre a mano". Oddio, un altro attore con ambizioni di bestseller? No. Lui fedele al suo personaggo precisa: "Non scrivo per pubblicare, ma per mania". E coltiva con divertimento una predisposizione naturale nell'imitare i dialetti. Trasformista, a ogni film cambia faccia, sguardo, voce e accento. Ma quel che più conta, spiega Daniele Luchetti, "è che Elio al momento opportuno sa dimenticare la tecnica per ricercare la verità emotiva del personagggio. Per questo", prosegue il regista di 'Mio fratello è figlio unico', "considero Germano uno dei pochi attori della sua generazione capace di produrre emozioni anziché riprodurle". Daniele Vicari ha da poco ultimato le riprese di 'Il passato è una terra straniera', tratto dal thriller di Carofiglio (premio Bancarella 2005), di cui Germano è protagonista assieme a Michele Riondino. La storia ambientatata a Bari di Giorgio e Francesco, due amici apparentemente diversi, figlio della buona borghesia e studente modello il primo, abile giocatore di carte il secondo e della loro picaresa discesa agli inferi consumata tra partite di poker truccate, ville sontuose e bische clandestine. "Elio", sostiene Vicari "è l'unico attore italiano capace di mettersi costantemente in pericolo. Il magnetismo che esercita davanti alla macchina da presa deriva da questa sua continua sfida al limite".
Alberto Dentice