CRUEL di Gianni D’Angelo

Un bianco e nero oppressivo avvolge il ritorno a casa notturno di una giovane donna. I suoi passi procedono sicuri, fin quando a questi non si aggiungono quelli di altri due piedi. Un’ombra, l’ombra di un uomo che sembra essere molto intenzionato a seguirla.

Non c’è una vera storia in questo cortometraggio del regista Gianni D’Angelo. Una drammaturgia appena accennata, un’unica e semplice azione che non può costituire un vero e proprio soggetto, tantomeno una sceneggiatura e che potrà deludere coloro che si avvicineranno a Cruel pensando di trovarsi di fronte ad un racconto filmico tradizionale.

Nessuna storia, sì, ma qualcosa di magnetico che morbosamente attira lo sguardo dello spettatore, ingabbiandone la vista in una molto lavorata alternanza di mezzi piani e dettagli; di piedi in corsa e di sguardi persi. Il rumore dei passi, prima solo andante, poi sempre più rapido e isterico, che si mescola al respiro ansimante dell’ombra inseguitrice.

Il silenzio di morte che si alterna al sordo sbattere dei pugni della donna contro il portone di casa. Gianni D’Angelo, per sua stessa dichiarazione, gira Cruel per onorare alcuni fra i suoi generi preferiti, il noir e il thriller, e per rendere omaggio al maestro Alfred Hitchcock. Forse travisando le intenzioni del suo autore, il cortometraggio riesce a trascinare lo spettatore in un’atmosfera decisamente gotica, pur mancando di una forte trama [decisamente importante nel sottogenere portato in auge, in Italia, dall’immenso Mario Bava].

Il gotico in Cruel, si ritrova nel sapiente uso delle fonti luminose, in una fotografia costruita con dei tagli di luce più feroci di quanto non sia l’arma dell’omicida. Ancora goticismo si ritrova nel volto enormemente espressivo dell’attriceMaura Socciarelli, che esagera I toni concitati del film esplodendo in espressioni facciali degne del cinema muto.

Lo stesso regista veste i panni dell’ombra omicida, che acquista un volto quasi riconoscibile solo a delitto compiuto, con uno sguardo in macchina decontestualizzante, quasi a voler rompere l’illusione filmica creata sino a quel punto. Stessa funzione riesce ad avere il cambio fotografico che, sempre in chiusura, abbandona i toni cupissimi, per fare strada ad un nuovo colore: facile indovinare quale.

Buona prova. Sarebbe molto interessante vedere cosa potrebbe venire fuori accostando Cruel ad una storia più elaborata e ad una durata più lunga. Il cortometraggio [in coda] è girato in pellicola super 8.

Scritto, prodotto e diretto da: Gianni D’Angelo
Cast: Maura Socciarelli, Gianni D’Angelo
Fotografia e montaggio: Gianni D’Angelo
Tecnico montaggio digitale: Giuseppe Summa
Suono: Gianni D’Angelo, Giuseppe Summa
Fotografo di scena: Giuseppe Moscatello
Aiuto regia: Desirée Sabatini
Durata: 7’17” (pellicola super8 b/n)
Anno: 2002