Heaven Can Wait. Visioni dal 21° secolo, la Rete fa giustizia

"Qualcuno sta utilizzando le mie idee": annuncia, con tanto di dimostrazioni, il fotografo William Hundley dal suo flickr. La voce si sparge in rete provocando reazioni indignate, pare con un lieto fine: Keith Schofield, regista del video di Charlotte Gainsbourg e Beck, Heaven Can Wait, contatta Hundley, riconosce il debito - molte delle immagini del video sono effettivamente ricalcate alla perfezione sulle immagini del fotografo, meno conosciuto di Schofield, che è già autore di videoclip per Lenny Kravitz e Supergrass - e inserisce il suo nome nei credits. La Rete a quanto pare ha una sua giustizia che funziona perfettamente, in barba a un concetto di copyright che probabilmente ha fatto il suo tempo.

A parte il giusto dibattito su quanto sia rielaborazione, ispirazione o plagio, assolutamente attuale in epoca dicreative commons, e da sempre questione squisitamente artistica, cinematografica e letteraria, il video, realizzato per il primo singolo estratto da IRM (ascolta l'album), è ipnotico e stranamente affascinante. Charlotte Gainsbourg riesce a esprimere dolcezza, distanza e malinconia con un'occhiata, aggirandosi come in un sogno straniante nelle nature morte weirdo e nelle scene di domestica follia di un ventunesimo secolo in disarmo. Beck viene inquadrato in ritratti familiari a chi ama il mondo di Harmony Korine(anche per l'uso del rallentatore, inHeaven Can Wait sembra di essere in uno dei bellissimi video diretti da Korine per Cat Power o Bonnie Prince Billy).

D'altronde queste immagini (alcune foto dal backstage, sul sito della production designer Megan Fenton) originali o meno, non sono troppo dissimili da quelle che emergono in parole dagli acuti reportage di David Foster Wallace o dalle invenzioni vulcaniche di Mark Leyner, che possono essere considerati a ragione, anche se in modi diversi, due eccellenti cronisti dei nostri tempi. Come sostiene un internauta nei commenti di youtube, Heaven Can Waitsembra suggerire l'assurdità della vita contemporanea, rappresentandola come una sorta di limbo tra paradiso e inferno.