Madonna for Dolce & Gabbana – New Picture

Biennale di Venezia: ecco il programma d’apertura

Mercoledì 1 settembre si apre la Biennale di Venezia. Di seguito ecco il programma per intero delle proiezioni previste per la giornata. L’elenco non segue l’ordine di orario ma elenca le proiezioni sala per sala.

VENEZIA 67 – FILM D’APERTURA
BLACK SWAN di Darren Aronofsky (Usa, 103′, v.o. inglese s/t italiano) con Natalie Portman, Mila Kunis, Vincent Cassel, Barbara Hershey, Winona Ryder

22:00 SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
JINGWU FENGYUN – CHEN ZHEN (LEGEND OF THE FIST: THE RETURN OF CHEN ZHEN) di Andrew Lau (Cina–Hong Kong, 106′, v.o. mandarino s/t italiano/inglese) con Donnie Yen, Shu Qi, Anthony Wong, Huang Bo

00:00 SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
MACHETE di Robert Rodriguez, Ethan Maniquis (Usa, 105′, v.o. inglese s/t italiano) con Danny Trejo, Jessica Alba, Michelle Rodriguez, Robert De Niro, Steven Seagal, Don Johnson

20:30 PALABIENNALE
VENEZIA 67
BLACK SWAN di Darren Aronofsky (Usa, 103′, v.o. inglese s/t italiano) con Natalie Portman, Mila Kunis, Vincent Cassel, Barbara Hershey, Winona Ryder

A SEGUIRE
FUORI CONCORSO
JINGWU FENGYUN – CHEN ZHEN (LEGEND OF THE FIST: THE RETURN OF CHEN ZHEN) di Andrew Lau (Cina–Hong Kong, 106′, v.o. mandarino s/t italiano/inglese) con Donnie Yen, Shu Qi, Anthony Wong, Huang Bo

15:30 SALA DARSENA
GIORNATE DEGLI AUTORI
THE ACCORDION di Jafar Panahi (Iran, 9’, v.o. farsi s/t inglese/italiano)

A SEGUIRE
GIORNATE DEGLI AUTORI
LE BRUIT DES GLAÇONS (THE CLINK OF ICE) di Bertrand Blier (Francia, 87’, v.o. francese s/t italiano/inglese) con Jean Dujardin, Albert Dupontel, Anne Alvaro, Myriam Boyer, Audrey Dana, Christa Théret, Emile Berling, Geneviève Mnich

18:15 SALA DARSENA
GIORNATE DEGLI AUTORI
THE HAPPY POET di Paul Gordon (Usa, 85′, v.o. inglese s/t italiano) con Paul Gordon, Jonny Mars, Chris Doubek, Liz Fisher

22:30 SALA DARSENA
FUORI CONCORSO
VITTORIO RACCONTA GASSMAN – UNA VITA DA MATTATORE di Giancarlo Scarchilli (Italia,88′, v.o. italiano s/t inglese)

16:15 SALA PERLA
RETROSPETTIVA
COMPAGNI DI SCUOLA (1988) di Carlo Verdone (Italia,120′, v.o. italiano s/t inglese) con Carlo Verdone, Eleonora Giorgi, Christian De Sica, Alessandro Benvenuti, Natasha Hovey, Nancy Brilli, Athina Cenci, Maurizio Ferrini, Massimo Ghini, Piero Natoli, Angelo Bernabucci

19:30 SALA VOLPI
RETROSPETTIVA
LA SITUAZIONE COMICA – I MUTI
LA NUOVA INSEGNA DELL’ALBERGO DEL GLOBO (1910) (Italia, 5’, senza didascalie)
UNA VITTIMA DELLA CONCORRENZA (1911) (Italia, 6’, didascalie portoghesi s/t italiano)
TONTOLINI È TRISTE (1911) di Ferdinand Guillaume (Italia, 6’, didascalie italiane)
POLIDOR E L’ELEFANTE (1913) di Ferdinand Guillaume (Italia, 4’, didascalie francesi s/t italiano)
GIGETTA È PEDINATA (1916) di Eleuterio Rodolfi (Italia, 6’, didascalie tedesche s/t italiano)
LEA E IL GOMITOLO (1913) (Italia, 5’, didascalie tedesche s/t italiano)
IL MOSCONE (1911) (Italia, 3’, senza didascalie)
LA NUOVA CAMERIERA È TROPPO BELLA (1912) (Italia, 6’, didascalie francesi s/t italiano)
TOTÒ DIMAGRISCE (1911) di Emilio Verdannes (Italia, 8’, didascalie inglesi s/t italiano)
KRI KRI FUMA L’OPPIO (1913) di Raymond Dandy (Italia, 6’, didascalie olandesi s/t italiano)
FRICOT BEVE LA MEDICINA (1910) (Italia, 16’, senza didascalie)
ROBINET PESCATORE PER AMORE (1914) di Marcel Fabre (Italia, 9’, didascalie italiane)
LA PAURA DEGLI AEROMOBILI NEMICI (1915) di André Deed (Italia, 16’, didascalie italiane)

21:30 SALA VOLPI
RETROSPETTIVA
IMPUTATO, ALZATEVI (1939) di Mario Mattoli (Italia, 81′, v.o. italiano s/t inglese) con Erminio Macario, Leila Guarni, Ernesto Almirante, Greta Gonda, Enzo Biliotti, Carlo Rizzo

http://www.idranet.it/2010/08/30/biennale-di-venezia-ecco-il-programma-dapertura/

Per Sakineh le ore più difficili L'Italia si unisca a noi francesi

Bernard-Henry Levy

È la domanda che si sono fatti, già da una quindicina di giorni, i firmatari dell'appello «Fermiamo la lapidazione di Sakineh». È la domanda che si pongono le decine di migliaia di donne e di uomini che da quel momento in poi ogni giorno, a ogni ora - e certi giorni al ritmo di una firma ogni due o tre secondi - si sono uniti al primo appello. Ma, ovviamente, nessuno può rispondere a questa domanda spaventosa. E nulla ci assicura che, nei giorni a venire, forse domani stesso, o la notte seguente, quell'atroce sentenza non venga eseguita, riducendo il bel viso di Sakineh Mohammadi Ashtiani alla stessa poltiglia sanguinolenta di quello dei due amanti, lapidati a morte senza pietà il mattino del 16 agosto scorso, nei pressi di Kunduz, una regione dell'Afghanistan sotto il controllo dei talebani.

Dentro di me, non riesco a crederci. Credo, anzi voglio credere, che la campagna di mobilitazione avviata dal quotidiano francese Libération, dal periodico femminile Elle e dalla rivista letteraria online La Règle du Jeu finirà per spuntarla.
E questo, a mio parere, per tre motivi. Innanzitutto perché, come ha detto una persona che tra le prime ha risposto al nostro invito a spedire, ogni giorno, una «Lettera a Sakineh» (l'attrice francese Charlotte Gainsbourg), noi abbiamo la fortuna di vivere in democrazia, ovvero in paesi dove l'ultima parola spetta - talvolta nel male, ma in questo caso speriamo nel bene - a quel padrone assoluto che si chiama Opinione Pubblica. Quando 40.000 uomini e donne (il numero complessivo di coloro che fino a questo momento hanno già firmato) pensano che la lapidazione sia un crimine infame, quando ci mostriamo unanimi (al di là degli schieramenti di parte, delle convinzioni o meno di ciascuno) nel rispondere con le lettere dei nostri nomi alle pietre dell'oscurantismo e dell'oppressione, costringendo i governi a mettersi al nostro passo e a seguirci, allora non è certo un caso che il primo paese ad appoggiare con fermezza, nelle parole di Nicolas Sarkozy, la causa della giovane donna sia stato appunto quello che ha lanciato la petizione.

Secondo, per quanto implacabili siano le dittature, e per quanto prive di scrupoli, anima e virtù siano i loro governanti, esse non sono mai sorde al punto da ignorare i segnali che provengono dal mondo delle democrazie, pur nel braccio di ferro perennemente ingaggiato con loro, diventato ormai un modo di essere e quasi una seconda natura. Che un paese come la Francia abbia preso posizione con tanta risolutezza, al punto da dichiarare attraverso la bocca del suo presidente che la giovane donna minacciata di lapidazione è «sotto la sua responsabilità», che ne abbia fatto una questione di principio, d'onore e addirittura di interesse nazionale - di questo il regime di Teheran non può non tener conto, in un modo o nell'altro. Alla Règle du Jeu, grazie alla rete dei blogger e dei siti iraniani a noi collegata, abbiamo ricevuto notizia di un crescente movimento di opinione, all'interno degli ingranaggi giudiziari e politici iraniani, il quale stima che il prezzo da pagare per la condanna a morte, in piena agorà del villaggio planetario, di una donna il cui unico crimine è stato quello, forse, di essersi innamorata, risulterebbe per il regime troppo esorbitante e rischioso.

E infine perché su un palcoscenico ad alta tensione come quello iraniano in questo momento, in un teatro d'ombre su cui si affrontano gli amici della democrazia e i partigiani di una «mullahrchia» presto nuclearizzata, avanza oggi un terzo e ultimo attore il quale, benché troppo spesso dimenticato, svolge e svolgerà un ruolo sempre più cruciale: questo attore è la società civile iraniana in lotta, anch'essa, contro il suo Stato, per la difesa della cultura e dei valori della grande civiltà persiana. Non dimentichiamo inoltre che la nostra petizione, questo appello a favore di una donna ancora ieri sconosciuta ai più e che oggi il mondo intero chiama per nome, questo gesto di riconoscimento di un viso che è diventato, nel giro di poche settimane, una vera icona planetaria, ecco, sono questi i primi segnali di solidarietà concreta che siano stati rivolti a quella società civile da quando, poco più di un anno fa, essa si è vista derubare del voto. Un altro motivo per cui Ahmadinejad e i suoi non possono restare sordi all'appello che gli viene rivolto.

Ma nulla ci garantisce, e lo ripeto, che non ci sveglieremo domattina per apprendere dai giornali la tremenda notizia dell'esecuzione di Sakineh. Le ultime informazioni che ci giungono dall'Iran in questo senso non sono tutte incoraggianti. Se il potere, davanti all'ondata di indignazione globale, ha deciso ufficialmente di sospendere l'esecuzione della condanna a morte, ricordiamo che 1) il caso di Sakineh, già chiuso in precedenza, è stato riaperto dai giudici questo fine settimana (potrebbe, tuttavia, non essere un segnale positivo); 2) il figlio di 22 anni, Sajad, non ha più avuto contatti con lei (e questo è, senza alcun dubbio, molto inquietante); 3) sabato sera, 28 agosto, un responsabile della prigione di Tabriz ha annunciato alla prigioniera di tenersi pronta, invitandola a esprimere le ultime volontà (e di colpo ci sentiamo gelare il sangue).
E invece, a maggior ragione, è proprio questo il momento di continuare a implorare la clemenza dei giudici; di continuare a sollecitare la mobilitazione delle coscienze, davanti a un comportamento che potrebbe non essere altro che un atto intimidatorio, da parte delle autorità, allo scopo di incutere terrore. Se altri paesi si uniranno senza indugio alla Francia (perché no, da oggi stesso, anche l'Italia?), se altre voci rilanceranno a loro volta il nostro appello (che cosa aspettano gli intellettuali musulmani europei e del mondo arabo?), se riusciremo a essere ogni giorno più numerosi a firmare l'appello contro il fanatismo e per la concessione della grazia, solo allora, ne sono convinto, avremo una vera possibilità di salvare Sakineh.
(Traduzione di Rita Baldassarre)

http://www.corriere.it/esteri/10_agosto_30/henry-levy_4a4cfd02-b424-11df-913c-00144f02aabe.shtml

IL RE DI SVEZIA PREMIA MORRICONE E BJORK CON 'NOBEL PER LA MUSICA'

(ASCA) - Stoccolma, 30 ago - Tutto esaurito ieri sera al Teatro Skandia, nella centralissima via Drottninggatan a Stoccolma, per l'intervista di Ennio Morricone concessa alla giornalista Camilla Lundberg con la quale il compositore italiano si e' voluto concedere per un'ora al pubblico che ha applaudito piu' volte sia le sue risposte, sia l'ironia usata nel parlare di se'. Poi, in omaggio all'ospite, in chiusura di serata, e' stato proiettato il film ''Gli intoccabili'' di Brian De Palma, colonna sonora di Morricone candidata all'Oscar nel 1988.
Occasione del viaggio svedese del compositore italiano e' l'assegnazione di un nuovo premio per l'attivita' di musicista e direttore di orchestra. Nel pomeriggio di oggi Morricone ricevera' infatti dal re Carlo XVI Gustavo di Svezia, presso la prestigiosa sede di Konserthuset (il Palazzo dei concerti della capitale svedese, dove dal 1926 ogni 10 dicembre si assegnano i tradizionali Premi Nobel), il Polar Music Prize, ribattezzato popolarmente il ''Nobel per la Musica''. Insieme a Morricone, verra' premiata la cantautrice islandese Bjork che in un decennio ha venduto quindici milioni di dischi in tutto il mondo.
''Mi considero un compositore per il cinema, la mia attivita' di direttore d'orchestra e' qualcosa in piu'. Tutto e' iniziato tanti anni fa con il mio rincontro con Sergio Leone, eravamo stati compagni di scuola in terza media. Fino ad allora facevo l'arrangiatore di brani musicali. Con 'Per un pugno di dollari' del 1964 tutto e' cambiato, anche se io e Leone consideravamo quel film il meno riuscito della nostra produzione'', ha tenuto a chiarire Morricone nell'intervista al Teatro Skandia.
Il maestro italiano ha poi spiegato la sua ricetta di lavoro: ''Il compositore per il cinema non e' un mestiere facile. Si ha a disposizione una orchestra che non esiste: la devi costruire ogni volta cercando il meglio. Di solito cerco di ripristinare l'idea di una melodia contaminandola con altri parametri e suoni. La musica, nel mio caso, deve essere al servizio del regista e non deve distrarre lo spettatore.
Qualche volta, quando un film e' meno impegnativo, mi piace sperimentare con la certezza che cio' vado provando mi verra' utile in altre produzioni''.
La motivazione del riconoscimento, si legge nel comunicato ufficiale degli organizzatori del Polar Music Prize che per la prima volta hanno premiato un musicista italiano, e' che ''Ennio Morricone ha ideato la musica da film influenzando lo stile di molti altri artisti, ha costruito cioe' un nuovo tipo di musica che ha accompagnato per mezzo secolo la musica dei piu' bei film ispirando tanti altri musicisti''. Le vie di Stoccolma si sono cosi' riempite in questi giorni di fine estate di manifesti in onore di Morricone, definito ''il compositore e il direttore per antonomasia'', dando appuntamento anche a una rassegna di film da lui musicati che saranno proiettati presso l'Istituto italiano di cultura presente nella capitale svedese.
Dal 1960, il compositore e direttore d'orchestra - nato nel 1928 a Roma - ha musicato oltre 400 film, lavorando con i piu' prestigiosi registi italiani e stranieri. Nel palmares di Morricone compaiono innumerevoli Nastri D'argento, 5 Bafta, 5 Nomination all'Oscar, 7 David Di Donatello, 3 Golden Globe, 1 Grammy Award, 1 European Film Award, oltre al Leone D'Oro e all'Oscar alla carriera (quest'ultimo assegnatogli nel 2007). Nel 2009 il Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy ha firmato il decreto che nomina Morricone Cavaliere nell'Ordine della Legione d'Onore.
Il Polar Music Prize, ideato nel 1989 da Stig Anderson, manager del gruppo musicale svedese Abba che negli Settanta si impose ai vertici della musica pop internazionale, e' la massima onorificenza svedese in campo musicale. ''Artisti coraggiosi e senza compromessi'', sono stati definiti Morricone e Bjork dal presidente della commissione giudicante Alfons Karabuda. Al maestro italiano si riconosce in particolare ''una fondamentale influenza non solo nella composizione delle colonne sonore dell'ultimo mezzo secolo ma anche nell'approccio compositivo di innumerevoli artisti appartenenti agli ambiti piu' diversi, dal rock al pop fino alla musica colta contemporanea''.
Lo scorso anno il premio fu assegnato al musicista britannico Peter Gabriel e al compositore venezuelano Jose Antonio Abreu. Tra i premiati delle passate edizioni: Paul McCartney, Dizzy Gillespie, Bob Dylan, Ray Charles, Gilberto Gil, Keith Jarret, Bruce Springsteen, Mstislav Rostropovich.

Vincent Cassel, papà sulla cresta dell'onda

Vacanza in famiglia per l'attore francese, marito di Monica Bellucci, che si gode la vacanza a Sabaudia, in provincia di Latina, con la primogenita Deva, 6 anni il 12 settembre. L'attore, dopo aver girato due film, A Dangerous Method e The Monk, si diverte in acqua con un kayak, dove trasporta anche la sua bambina. Probabilmente la mamma, un'habitué di questa spiaggia, è con la figlia più piccola, Léonie, avuta il 20 maggio scorso

Amy Winehouse Gives Lollipops To The Paparazzi

We spotted Amy Winehouse in a black and white gingham jumpsuit during a late night out with her boyfriend in London on Wednesday.
The singer left The Hawley Arms pub at 3 a.m. with a glass of lollipops and candy fried eggs (a strange British delicacy). Her bodyguard carried a wicker basket full of flowers for her.
Amy and and boyfriend Reg Traviss later stopped to pose for the paparazzi, and then she handed her sweets to a photographer before heading off into the night with her new beau.

SUCK - Trailer

Happy Few - Bande annonce

Broken (I’m Sorry) LQ clip leaked

Con una qualità pessima, un brano inedito di Madonna (prodotto da Paul Oakenfold) è apparso oggi su Youtube:

Al Lido sobrieta' con feste

(ANSA) - ROMA, 28 AGO - Si apre nel segno della 'sobrieta'', la 67/a Mostra del cinema di Venezia, ma non mancheranno comunque party esclusivi e cene. Si parte con il film di Darren Aronofsky 'Black Swan' che portera' al Lido Natalie Portman, Wynona Ryder, Mila Kunis, Barbara Hershey e Vincent Cassel che saranno festeggiati con un cocktail nella Sala Stucchi dell'Hotel Excelsior. E a movimentare la serata ci saranno anche Jessica Alba e Michelle Rodriguez, la coppia sexy di Machete, fuori concorso.

Sakineh, si estende la protesta Appello di Veronesi al mondo della scienza

Teheran sospende l'esecuzione della donna condannata alla lapidazione in attesa di un riesame della magistratura. Per salvarla, mobilitazione in tutto il mondo. Oggi manifestazione a Parigi. In Italia corteo il 2 settembre. L'appello di Umberto Veronesi al mondo della scienza: "Per la tutela dei diritti umani, la lotta all'integralismo e alla violenza, l'impegno per il progresso della civiltà". All'appello sul nostro sito hanno risposto oltre 65 mila persone
ROMA - La pena è sospesa. Nulla ancora di deciso e definitivo 1 per quanto riguarda l'esecuzione della sentenza emessa contro Sakineh Mohammad Ashtiani, la donna di 43 anni condannata alla lapidazione in Iran per adulterio e omicidio. E in difesa della quale si sta animando una mobilitazione internazionale alla quale, sul sito di Repubblica, hanno risposto finora oltre 65 mila persone. "L'applicazione della sentenza è stata bloccata - ha spiegato un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran - ed è in corso un riesame da parte della magistratura".
E se la Francia, con il filosofo Daniel Salvatore Schiffer, ha promosso l'iniziativa di solidarietà (rilanciata daLe Monde, Le Soir, La Libre Belgique, Tageblatt), con l'appello pubblicato nella versione integrale sull'edizione online del Nouvelle Observateur, e ieri il ministro degli Esteri Bernard Kouchner ha inviato un messaggio all'Alto rappresentante dell'Unione europea, Catherine Ashton chiedendo l'invio, all'Iran, di un messaggio comune dei 27 paesi Ue, in Italia si prepara una manifestazione prevista per il 2 settembre a Roma, davanti all'ambasciata dell'Iran in via Nomentana. E sempre dall'Italia arriva l'appello di Umberto Veronesi. Che chiama alla mobilitazione il mondo della scienza per salvare la donna condannata a morte.
L'appello di Veronesi. "La mia firma - scrive Veronesi - non è solo un'adesione personale, ma è un impegno a mobilitare il mondo della scienza per salvare Sakineh e tutto ciò che questa donna perseguitata rappresenta: la tutela dei diritti umani, la lotta all'integralismo e la violenza in ogni sua forma, l'impegno per il progresso della civiltà. Sono anche i fini ultimi della scienza e, per questo, conto che i venti premi Nobel che hanno aderito a Scienze for Peace, oltre a tanti scienziati e ricercatori nel mondo, si attiveranno accanto a me per Sakineh.
Oltre 65 mila firme. Hanno superato quota 65 mila le firme raccolte su Repubblica.it. Fra le adesioni più recenti, anche la cantante e artista Charlotte Gainsbourg e il segretario del Partito socialista, Martine Aubry. In Belgio, ai firmatari si è aggiunto anche il sindaco di Bruxelles, Freddy Thielemans. E per la salvezza di Sakineh, in Francia è stata aperta un'altra sottoscrizione, promossa dal filosofo Bernard-Henri Levy alla quale hanno risposto fra gli altri gli ex presidenti Jacques Chirac e Valery Giscard d'Estaing.
Oggi manifestazione a Parigi. Circa mille persone si sono radunate oggi nei giardini del Trocadero a Parigi, proprio di fronte alla Tour Eiffel, per una manifestazione di sostegno alla donna condannata (GUARDA LE FOTO 3). Erano presenti, fra gli altri, due rappresentanti del Comune di Parigi, l'assessore ai Diritti umani Yamina Benguigui e quello allo Sviluppo sostenibile Denis Baupin oltre a Daniel Salvatore Schiffer, promotore della petizione che "ha raccolto ormai - spiega - più di 100.000 adesioni". Numerosi i rappresentanti di associazioni femministe o per la difesa dei diritti umani, dalla Lega del diritto internazionale delle donne al Movimento per la pace e contro il terrorismo.

Musicisti al cinema, dalla parte della regia

Partiamo da Bjork, che ha annunciato il suo interesse nel realizzare un film con il regista frencese Micheal Gondry, regista francese autore, tra gli altri, di video come "Human Behaviour". Il progetto, definito dal regista come "molto ambizioso", nasce come sorta di musical scientifico, e verrà realizzato con tecnologia Imax in 3D.

Sul fronte autobiografico, invece, sembra sempre più imminente l'uscita del film "I Am Ozzy", film sulla vita del musicista di Birmingam, che ha espressamente dichiarato di voler Jonny Depp nella parte di se stesso.

Meno interessante, ma da segnalare, è l'ipotesi secondo la quale sarebbe Tom Hanks ad aver avuto la meglio per girare "American Idiot", film che come il musical omonimo (in scena da soli 7 giorni) prende spunto dall'omonimo album dei Green Day.

http://www.musicaoltranza.net/index.php?option=com_content&view=article&id=4923:bjork-ozzy-e-green-day-al-cinema-da-protagonisti&catid=155:news-popfolkrock&Itemid=453

Urlo, forte e disperato

Urlo di Rob Epstein e Jeffrey Friedman è un film coraggioso e ben fatto. Talentuosa è l’interpretazione di James Franco che dà il volto ad Allen Ginsberg.

Urlo, girato in soli 14 giorni, racconta del grande poeta, della beat generation e della prima recita del poema Howl, la quale ebbe l’effetto di un vero e proprio urlo quando, il 13 ottobre 1955, venne scaraventato su di un’America più attenta alla caccia ai comunisti, veri o presunti, che non all’ascolto di qualche poeta drogato e omosessuale. Un’America che avvertiva gli incubi della guerra fredda e si avviava speranzosa verso il Welfare State. La popolarità di Ginsberg crebbe a dismisura nel 1957, quando Lawrence Ferlinghetti, altro grande esponente di quel gruppo di poeti disperati, diede alle stampe il poema dell’amico, in poco più di 500 copie. Ferlinghetti venne arrestato, processato per oscenità e assolto. Alla fine del processo tutto il Paese era venuto a conoscenza di Ginsberg, e di Corso, Kerouac, Amram, Orlwoski, Burroughs e dello stesso Ferlinghetti, il quale, oltre ai meriti artistici, ebbe anche quello di aprire, a San Francisco, la prima libreria dedicata alla distribuzione di libri tascabili a basso costo, un’autentica rivoluzione per quei tempi.

Sono loro i veri protagonisti dell’Urlo, benché il poema sia stato dedicato in prima persona da Ginsberg a Carl Solomon. Loro, i beat, che vivevano così fortemente e intensamente, accompagnati dal ritmo del be-bop di Charlie Parker, andando ovunque, da una sponda all’altra del Paese, con la smania di raggiungere una meta non conosciuta e mai scoperta, se non sotto gli effetti devastanti dell’alcol e del pejote. Dei veri e propri randagi della poesia in un sistema raffigurato da Ginsberg stesso come il Moloch che richiede il sacrificio estremo, il dio dollaro nella sua manifestazione più spietata.

Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati. Dove andiamo? Non lo so ma dobbiamo andare, dice Kerouac nel suo romanzo On the Road. Tutti destinati a un viaggio dantesco secondo Gregory Corso, l’altro sublime dannato poeta del gruppo. Tutto questo e altro è in fondo al cuore dell’urlo di Ginsberg.

Il film, già presentato al Sundance e a Berlino, si sviluppa su tre piani, il processo del 57 (ricostruito fedelmente sulla base degli atti), il flashback della recita del 55, e un’intervista dove Ginsberg racconta teneramente e drammaticamente, della sua vita, della sua omossessualità. La parte più accattivante è forse quella della recita che si sviluppa e si stacca sulle forti animazioni di Eric Drooker affiancato da altri graphic novelist della west coast. Peccato che i due registi lascino ben poco spazio alle figure di Kerouac o allo stesso Ferlinghetti, forse più coinvolti dai temi dell’omosessualità che non dal movimento artistico nei suoi protagonisti.

La visione del film non è per tutti, la poesia non è per tutti, siamo troppo concentrati in altro e altrove. D’altra parte proprio Ferlinghetti ripete, ancora oggi, che la poesia è come un vaso di rose, non si deve e non si può spiegare.

Dario Arpaio

http://www.solocine.it/27082010/urlo-forte-e-disperato/