Quando la star prende in giro se stessa è boom planetario per "Funny or die"

Il sito di produzione di video comici creato da Will Ferrell nel 2007 è un successo globale da decine di milioni di utenti. Anche perché i divi - da Jean Dujardin a Natalie Portman, da Emma Stone a James Franco - fanno a gara per apparire...
QUANDO star del calibro di Emma Stone, Helen Mirren, Hilary Swank, Jon Hamm, Natalie Portman fanno a gara per lavorare con te, vuol dire che la vetta dello showbiz planetario è raggiunta. Quando i video che produci diventano subito virali, acquistando milioni e milioni di utenti anche via Youtube o sui social network, è segno che il web è ormai espugnato. Al centro di questo doppio miracolo, un sito di produzione autonoma di filmati brillanti di argomento più o meno cinematografico (ma non solo), chiamato Funny or die: fondato a inizio 2007 dall'attore comico Will Ferrell, volto notissimo dello spettacolo a stelle e strisce, si è imposto nella selva di analoghi marchi online grazie al divertimento, e alla raffinatezza, delle sue prese in giro. E alle guest star hollywoodiane che, a ritmo sempre crescente, accettano di comparirvi.


Una partenza col botto già dagli esordi, quella di Funny or die: il primo, scorrettissimo video, Landlord - interpretato dallo stesso Ferrell, impegnato in un dialogo con una una padrona di casa di appena due anni, che beve birra e dice parolacce a ripetizione - raggiunge subito i 70 milioni di utenti. E infatti, pochi mesi dopo, la società riceve finanziamenti dalla Sequoia Capital, e l'anno successivo annuncia una partnership con la Hbo, rete tv via cavo che trasmette anche un format tutto dedicato alle produzioni del sito.
Ma quali sono i segreti di un successo così clamoroso, che si ripete, puntuale, a ogni video pubblicato? In primo luogo, l'essere un luogo di elaborazione autonoma di contenuti, e non solo un contenitore su cui rimbalzano materiali multimediali già visti dappertutto: sorgente e non semplice strumento di diffusione. Secondo: la comicità graffiante, spesso demenziale ma con intelligenza, delle sue parodie, figlie di quello stile tipico di un David Letterman o del Saturday night live. Terzo: il sistema di votazione degli utenti a cui vengono sottoposte le creazioni, con la possibilità di scegliere - appunto - tra "funny" o "die". Ma il quarto motivo è forse il più importante: la presenza divistica massiccia. I tanti attori della "A" list pronti a mostrare il loro lato più goliardico e irriverente. Ottenendo un doppio risultato: sembrare sciolti, informali e alla mano, e nello stesso tempo avere un surplus di pubblicità planetaria (il che, anche quando sei già al top della fama, non guasta mai).
E l'elenco delle guest star di Funny or die è davvero lungo: comprende, tra gli altri, James Franco, Daniel Radcliffe, Selena Gomez, Mike Tyson, Steve Carell, Lindsay Lohan. E nel mare di parodie, gag e sketch vari, vale la pena di citare qualche "chicca". Il premio Oscar Jean Dujardin che fa un provino, per ottenere il classico ruolo da cattivo che i film hollywoodiani riservano agli attori francesi. Emma Stone che prende in giro il mondo Apple, mostrando una efficientissima app per assassini. Una scena di sesso (con sorpresa) di Rachel Bilson. Billy Crystal impegnato in un sequel "vampiresco" del cult Harry ti presento Sally. Charlie Scheen che si trasforma in stravagante gastronomo. Per non parlare del filmato in cui si sottolinea il lato "senza parole" di Ryan Gosling: esilarante, e perfetto, nel cogliere il punto debole del personaggio. In altre parole, da non perdere.
di CLAUDIA MORGOGLIONE