Brian Eno e gli altri, fuga dall'album

Dopo Bjork, anche Brian Eno ha rilasciato il suo ultimo album “Scape” in versione app, permettendo agli utenti di manipolare le tracce e creare nuovi suoni. Secondo l'artista, l’album è solo un “contrattempo storico”, la musica è sempre stata di tutti
Si chiama Scape ed è una app per iPad. Anzi è un album, anzi è un progetto musicale completamente nuovo, che rivoluziona il concetto stesso di ascolto, fruizione, consumo e creazione di canzoni e note. E arriva da un uomo a cui il ruolo di pioniere si addice bene, già dagli anni Settanta. È Brian Eno, musicista, compositore, genio della nota, costola di molti grandi del pop e del rock (da Bowie a Gabriel, passando per gli U2) che senza di lui non avrebbero creato successi planetari, padre della musica ambient, ispiratore del new age.
Oltre l’album. Va a lui nel 2012 la palma del “più avanti” nel creare una nuova modalità di fruizione musicale. Nonostante l’età e gli anni di carriera – classe 1948 – che fanno pensare all’artista come a un genio da premiare semmai per il passato glorioso, il musicista di Woodbridge (Gran Bretagna) ha appena pubblicato il suo nuovo album per iPad. Dove l’album (Scape, paesaggi) non è neppure poi così fondamentale nell’esperienza di chi lo acquista: è anzi solo una parte marginale, giacché si tratta di una app da scaricare sulla tavoletta e con cui lavorare per generare a nostra volta nuova musica.
Una demo di Scape
La musica si genera da sé. Partendo dalle tracce e dai consigli guidati di Eno, che ha messo insieme i suoni con Peter Chilvers, suo storico compagno compositore-programmatore: un esempio di musica generativa, ovvero musica che va manipolata da chi ha scaricato l’app (spostando oggetti sullo schermo, aggiungendo elementi o togliendoli) e che solo così si auto-evolve, si trasforma, cambia, sorprende, senza nemmeno dar modo a chi ci ha lavorato sopra di capire davvero cosa ha fatto per arrivare al risultato. Proprio per questo viene definita musica che “pensa da sola”: a seconda degli oggetti scelti e spostati infatti, continua a creare un motivo, che può diventare il sottofondo del nostro lavoro sull’iPad, da continuare poi ad ascoltare mentre facciamo dell’altro.
Ritorno al futuro. Un’alchimia, il totale superamento del concetto di album, come racconta lo stesso Eno alla stampa, ma anche un ritorno alle origini: “Fino a 120 anni fa la musica era effimera, non potevi ascoltare la stessa cosa due volte. La registrazione ha cambiato tutto: potevi ascoltare lo stesso brano ancora e ancora, e così tutti noi siamo cresciuti. Scape sta a metà strada tra la musica del passato impossibile da fermare e quella che negli ultimi 100 anni, fissata su un supporto”.
Bjork sperimentale. Per il compositore britannico non è la prima volta nel mondo delle app: con Bloom nel 2011 aveva già proposto una app – questa volta per iPhone – che permetteva di giocare a inventare nuovi suoni.
Ecco come funziona Bloom
Mentre c’è una cantante, l’islandese Bjork, che sfida Eno negli esperimenti e con il suo ultimo lavoro, Biophilia (del 2011), è andata proprio verso la dematerializzazione del prodotto, a favore di una interazione totale con l’utente-fan. In Biophilia versione app ogni canzone diventa tridimensionale e permette a chi la ascolta di lavorarci sopra, cambiandone la forma, giocando con i suoi ritmi, lasciandosi travolgere da un tema (i virus, il Dna e così via) sociale proposto nel testo e nelle note del pezzo.
Se l’album diventa una app-cofanetto. In modo diverso rispetto agli esperimenti di Bjork e Brian Eno, molti grandi artisti solitamente votati al copyright e alla distribuzione tradizionale hanno giocato con versioni in app dei loro album. Questa volta però, si tratta più che altro di variazioni sul tema del contenuto aggiuntivo tipico del Dvd, tanto che si parla di documentari sotto forma di applicazioni, “appumentary”, dove insieme ai successi si trovano foto, mappe, video, aneddoti, interviste. Lo ha fatto Sting con i suoi successi di Sting25 a coronare 25 anni di carriera proprio nell’anno del suo sessantesimo compleanno, lo ha fatto anche David Bowie con la sua Golden Years: con questa app si possono remixare i pezzi più famosi dell’artista. Ma lo ha fatto anche Madonna, con una app che permette di ascoltare tutta la sua discografia, o Lady Gaga, che ha già promesso: il suo prossimo album, ArtPop, sarà disponibile formato app. Non solo musica, a meno della metà del prezzo del vecchio cd.