Ok Computer, il capolavoro dei Radiohead.

Oltre quindici anni sono passati dalla pubblicazione di Ok Computer, l’album di maggior successo, sia di critica che di pubblico, della rock band inglese dei Radiohead.
Un’album uscito nel periodo di declino del britpop, che ha avuto il merito di reintrodurre uno stile di scrittura e composizione non convenzionale e ha influenzato gruppi quali Coldplay, Muse e Bloc Party.
Il disco nacque dalla voglia del gruppo di fare qualcosa di diverso da The Bends, il loro precedente album che li aveva finalmente fatti conoscere al grande pubblico,
dopo il flop del primo album “Pablo Honey”. La differenza tra The Bends e Ok Computer si nota già dai testi, ora più astratti e meno personali, oltre che dall’impiego di
nuovi strumenti quali il piano elettrico, il mellotron e il glockenspiel. Le dodici tracce, pur condividendo alcuni temi, sono fondamentalmente slegate tra loro e prive di una storia condivisa.
L’ordine in cui sono state disposte le canzoni è stato però scelto con cura ed ha il suo perchè: nelle intenzioni della band il disco è da ascoltare per intero, essendoci
comunque una precisa continuità di fondo. Tra le canzoni spicca sicuramente Paranoid Android, la più lunga mai scritta dai Radiohead con i suoi sei minuti e ventitrè di lunghezza:
in essa sono confluite parti di tre diverse tracce, ognuna scritta da un diverso membro della band, le quali rappresentano tre stati d’animo differenti. I testi dell’opera esplorano un’ampia gamma di temi come la violenza,
la follia, la tecnologia, la morte, l’opposizione al capitalismo e un’opprimente ansia nei confronti del futuro, paventando l’avvento di un mondo distopico sulla falsariga di quello dipinto da Orwell in 1984.
Ok Computer si erse come una denuncia dello stato di incatenamento e alienazione dell’uomo nella società moderna e nonostante il passare degli anni risulta ancora drammaticamente attuale.