Paolo Di Canio| 'A letto con Madonna'

Evan Rachel Wood e Jamie Bell si sono sposati

Los Angeles (California, Usa), 31 ott. (LaPresse) - Evan Rachel Wood e Jamie Bell a quanto pare si sono sposati questa settimana. La coppia di attori, che si è fidanzata lo scorso anno ma non ha mai voluto confermare ufficialmente la notizia, è stata vista ieri indossare anelli corrispondenti agli anulari sinistri mentre tornavano a Los Angeles passando dall'aeroporto internazionale della città, due settimane dopo aver ottenuto la licenza di matrimonio.
Solo lunedì 29 una fonte ha riferito al sito web di gossip RadarOnline.com che la 25enne che ha recitato nella serie tv 'True Blood' e in film come 'Le idi di marzo' e 'The Wrestler' e il 26enne che lo scorso anno è stato protagonista di 'Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno' erano in procinto di sposarsi.
La coppia era stata avvistata il 16 ottobre all'ufficio licenze matrimoniali di Beverly Hills da un testimone oculare, che aveva ruivelato "Ho dovuto guardare due volte perché in un primo momento non li avevo riconosciuti. Sembravano come qualsiasi altra giovane coppia innamorata. Stavano in fila come le persone normali, tenendosi per mano e ad un certo punto Jamie si è chinato e ha baciato Evan. Certamente sembravano eccitati e felici".
L'attrice di 'Mildred Pierce' ha iniziato a uscire nel 2005 con l'attore chje ha raggiunto il successo con 'Billy Elliot', dopo essersi conosciuti sul set del video musicale dei Green Day per 'Wake Me Up When September Ends' e si erano anche fatti tatuaggi corrispondenti, ma si erano lasciati l'anno successivo. Hanno ripreso la loro storia d'amore nel 2010, dopo che Evan ha concluso la sua relazione di sette mesi con il rocker Marilyn Manson. Secondo i tabloid, lei e Jamie si sono impegnati ufficialmente lo scorso gennaio, due mesi dopo lei portava al dito l'anello di fidanzamento.

Populaire: trailer con sottotitoli in italiano, foto e poster del film di Régis Roinsard

Tra i film fuori concorso del primo Festival di Roma di Marco Müller, c’è anche questo curiosoPopulaire. Si tratta di un’opera prima francese, diretta da Régis Roinsard. Nel cast troviamo tre attori a loro modo già acclamati e famosi: Romain Duris non ha certo bisogno di presentazioni (per chi si stia domandando chi è, provate a ricordare L’appartamento spagnolo, Tutti i battiti del mio cuore, Il Truffacuori…); Déborah François, ovvero la Sonia diL’enfant dei Dardenne; e Bérénice Bejo, rivelazione di The Artist.


La storia è decisamente particolare e curiosa, e lascia sperare in una commedia grintosa. Il programma del festival romano la definisce “una commedia romantica che tiene gli spettatori con il fiato sospeso per gli sprint di gara e per i sobbalzi del cuore”. Ecco la sinossi ufficiale:
"Primavera 1958. Rose Pamphyle ha 21 anni e vive con suo padre, un burbero vedovo titolare dell’emporio di un piccolo villaggio in Normandia. Rose è promessa in sposa al figlio del proprietario dell’autofficina e l’attende un destino di casalinga docile e devota.
Ma Rose non vuole saperne di una vita del genere. Così decide di partire per Lisieux, dove il trentaseienne Louis Echard, carismatico titolare di un’agenzia di assicurazioni, sta cercando una segretaria. Il colloquio per l’assunzione è un fiasco totale. Ma Rose ha un dono: batte i tasti della macchina per scrivere a una velocità vertiginosa e così riesce suo malgrado a risvegliare l’ambizioso sportivo che sonnecchia in Louis… Se vuole ottenere il posto, Rose dovrà partecipare a delle gare di velocità dattilografica. Ignorando i sacrifici che la giovane dovrà compiere per raggiungere l’obiettivo, Louis si improvvisa allenatore e decreta che farà di Rose la dattilografa più veloce di Francia, e perfino del mondo! E l’amore per la competizione sportiva non va necessariamente d’accordo con l’amore puro e semplice…"

Il cast è formato anche da Shaun Benson, Mélanie Bernier, Nicolas Bedos, Miou-Miou e Eddy Mitchell. Populaire uscirà prossimamente al cinema in Italia, distribuito da Bim. In attesa delle prime recensioni dal Festival di Roma - dove si vedrà l’11 novembre - e in attesa di sapere quando lo vedremo in sala, ecco per voi il trailer sottotitolato in italiano.

Coldplay live al cinema per una sera


(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Coldplay Live 2012, il primo film-concerto live della band da 9 anni a questa parte che celebra il tour mondiale Mylo Xyloto, che dal giugno 2011 e' stato visto da oltre 3 milioni di persone, verra' proiettato nei cinema di tutto il mondo per una sola sera, il 13 novembre, prima di essere pubblicato su cd+ dvd/Blu-ray e in digitale il 20 novembre. In Italia il film verra' programmato nelle sale del circuito The Space.

Winona auguri!!!

Oggi Winona Ryder spegne 41 candeline, se ne potrebbero togliere tranqillamente 10... Auguri!!!

Chi è Madonna?

Madonna Louise Veronica Ciccone (Bay City, 16 agosto 1958) è un cantante, cantautrice, produttrice, attrice, regista, scrittrice, stilista, ballerina, e imprenditrice statunitense. Ha venduto più di 300 milioni di dischi in tutto il mondo ed è riconosciuta come l'artista femminile che ha venduto più dischi nella storia, certificato dal Guinness Dei Primati. Inoltre è l'artista ad aver piazzato più DVD musicali alla numero uno, con nove titoli fino allo Sticky & Sweet Tour del 2010, che è il tour di maggior successo di un'artista femminile, nonché quello di maggior successo nel rapporto introiti/date, con un incasso di oltre 400 milioni di dollari con sole 85 tappe. E' considerata una delle "25 donne più potenti del secolo" secondo il Time, per la sua influenza nella musica contemporanea, ed è nota per il suo reinventarsi continuamente, sia per quanto concerne la musica che per la sua immagine, famosa, temuta e stimata per aver mantenuto, in modo impareggiabile, il suo status di superstar nel difficile mondo dell'industria discografica . I critici hanno lodato le sue produzioni musicali, che coprono diversi generi del pop, molte sue produzioni sono note per aver suscitato accese polemiche.
Spesso ritenuto solo un nome d'arte provocatorio, "Madonna" è in realtà il suo vero nome di battesimo ed anche il nome di sua madre, Madonna Fortin. Diva capace di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica con i suoi comportamenti trasgressivi e i suoi videoclip iconici, Madonna si è guadagnata il soprannome di "Regina del Pop".
Alla carriera di cantante, Madonna ha affiancato quella del teatro e del cinema, prendendo parte a diversi film sia come attrice che come regista. Durante la carriera ha vinto due Golden Globe come miglior attrice protagonista, per il ruolo di Eva Peron nel film Evita di Alan Parker (1996), e come miglior canzone originale con Masterpiece per il film W.E., del quale è anche regista e che ha inoltre ricevuto una nomination agli Oscar del 2012.
Sin dai primi due album "Madonna"1983 e "Like A Virgin"1984 raggiunge un enorme successo, spingendo i confini del contenuto lirico nella tradizionale musica mainstream, e le immagini nei suoi video musicali. Nell'arco della cariera, molte delle sue canzoni hanno conquistato il numero uno nelle classifiche discografiche, tra cui "Like a Virgin", "Papa Don't Preach", "Into the Groove", "Like a Prayer", "Vogue", "Frozen" , "Music", "Hung Up", e "4 Minutes".
Nel 1992 Madonna ha fondato l'etichetta discografica Maverick Records con cui ha prodotto i suoi lavori e quelli di artisti quali Alanis Morissette, Michelle Branch, i Deftones e i Prodigy, e la casa di produzione cinematografica Maverick Films.
Nel 2004 la nota rivista musicale Rolling Stone ha inserito Madonna nella lista dei migliori 100 artisti musicali di tutti i tempi, il secondo piazzamento più alto per un'artista femminile (la più alta è Aretha Franklin, al nono posto). Secondo la classifica ufficiale inglese, è la quarta artista con le più alte vendite di singoli di sempre in Gran Bretagna, prima tra le donne, con oltre 17,6 milioni di singoli venduti.

R.E.M. Videos



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Singoli UK, classifica al femminile: i più venduti di sempre sono quelli Madonna

La classifica stilata dalla Official Charts Company, organizzazione britannica che si occupa di rilevare le vendite discografiche nel Regno Unito istituita nel 1997 (ma operante anche in anni precedenti sotto la sigla prima di Chart Information Network poi di Official UK Charts Company), rivela che la cantante che ha venduto più singoli nella storia della discografia battente la Union Jack è Madonna: la Queen Of Pop ha infatti spedito, dai tempi di "Holiday" del 1983, la bellezza di 17,8 milioni di brani singoli, tra copie "fisiche" e digitali. Dopo il primato della Regina del Pop troviamo Rihanna, che nonostante sia nata quattro anni dopo la pubblicazione di "Holiday" è già stata capace di smerciare sul mercato inglese oltre 11 milioni copie in soli sette anni di attività: se la popstar delle Barbados dovesse continuare su questa china (improbabile), il record raggiunto da Miss Ciccone potrebbe venire raggiunto.
La piazza d'onore è occupata da un'altra veterana del pop (nata, proprio come Madonna e Rihanna, fuori dai confini inglesi), Kylie Minogue, con poco più di dieci milioni di singoli smerciati, seguita da Whitney Houston (otto milioni e mezzo) e Lady Gaga (7 milioni e 300mila). Ecco, di seguito, la top ten:

1. Madonna (17.8 milioni)
2. Rihanna (11.4)
3. Kylie Minogue (10.2)
4. Whitney Houston (8.5)
5. Lady Gaga (7.329)
6. Britney Spears (7.324)
7. Beyoncé (6.9)
8. Celine Dion (6.7)
9. Mariah Carey (6.62)
10. Olivia Newton John (6.61)

Cuoriso notare come l'unica artista nata nel Regno Unito (ma non di nazionalità britannica) sia l'ultima classificata nelle prime dieci posizioni: Olivia Newton John, pur essendo nata a Cambridge il 26 settembre del 1948, sia da decenni cittadina australiana. 

Gigliola Cinquetti distrugge Believe di Cher...

James Franco: «Le ragazze di Bieber non le guardo nemmeno»

L'attore smentisce sul suo blog i flirt con Selena Gomez e Ashley Benson: «Ho sentito che Justin vuole farmi il culo!»
Uscire con una ventenne? Ma non scherziamo. James Franco smentisce sull'Huffington Post alcuni flirt che gli sono stati attribuiti nell'ultimo periodo, tra cui l'attrice Ashley Benson, 22 anni, sua coprotagonista nel film Spring Break. 
«Ho letto che sto frequentando Selena Gomez, Kristen Stewart e Ashley Benson, non sapevo di essere così fortunato!», scrive l'attore, 34, sul suo blog. «Non solo non ho parlato con la Stewart al Toronto Film Festival, ma non sono nemmeno andato alla Soho House la sera in cui le avrei chiesto di uscire». Per quanto riguarda la Gomez e la Benson, «quelle sono ragazze di Justin Bieber, e non vorrei mai farlo incazzare. Ho saputo che vuole farmi il culo».

“Amy”, la commedia sulla Winehouse in scena a Gennaio in Danimarca

Il prossimo anno, in Danimarca, verrà messa in scena una piece teatrale dedicata alla vita della defunta Amy Winehouse.
L’opera teatrale, che si intitola “Amy“, parlerà della carriera della Winehouse e della sua ascesa al successo, insieme alle sue relazioni burrascose con gli uomini, il bere e le droghe. La commedia dovrebbe essere messa in scena il 20 Gennaio del 2013.
Un comunicato da parte del “dietro le quinte” della compagnia teatrale che dichiara che lo show affronterà anche la pressione mediatica messa sulla Winehouse da un “pubblico sensazionalistico“.
Nel momento di annunciare il loro show, il Danish Royal Theatre ha emesso un comunicato sullo spettacolo:
“Amy” mostrerà l’enorme pressione che un pubblico sensazionalistico ha messo su una giovane superstar quando i suoi problemi sono cominciati."
La commedia è stata scritta da un consorzio di 11 persone che si sono date il nome di “Det roede rum” (letteralmente “la stanza rossa”) e la commedia ha preso corpo grazie ad un lavoro collettivo che ha utilizzato il materiale preso dai concerti, dalle interviste che diede la Winehouse, dagli articoli apparsi sui giornali e dalle apparizioni in televisione.
Il prossimo anno, in Danimarca, verrà messa in scena una piece teatrale dedicata alla vita della defunta Amy Winehouse.
Non aspetterà invece il prossimo anno il boxset “Amy Winehouse At The BBC“, il nuovo album postumo di Amy Winehouse che sarà pubblicato il 12 Novembre e che sarà composto da quattro dischi, tre contenenti performances live su DVD ed uno contenente una compilation di esibizioni live estratte dal “Live At Jools Holland” dal “T In The Park” e da altri festivals.
Amy Winehouse è morta il 23 Luglio del 2011 per una intossicazione da alcol e la sua lapide è stata da poco scoperta al pubblico nel cimitero di Edgware nel nord di Londra. La lapide nera è decorata dall’immagine di un usignolo e le scritte in rosa sono dedicate alla sua famiglia (con una dedica speciale a sua nonna Cynthia Levy) ed ad alcuni suoi collaboratori, compresi i produttori Mark Ronson e Salaam Remi, insieme alla scritta “Per sempre nel cuore della tua devota famiglia“.

Russia: rinviata causa contro Madonna

(ANSA) - MOSCA - E' stata rinviata al 7 novembre l'udienza della causa da 8,3 milioni di euro intentata a San Pietroburgo contro Madonna, accusata di aver violato durante un concerto la controversa legge locale che proibisce la 'propaganda gay'. Lo riferisce Interfax. I giudici hanno stabilito che la denuncia, presentata da una organizzazione conservatrice russa, deve essere riformulata, indicando come controparte non la star americana ma 'Planeta plus ', la societa' che ha organizzato il concerto.(ANSA).

Charlotte Gainsbourg e Yvan Attal in Son épouse

Michel Spinosa comincerà a dicembre in India le riprese del suo quarto lungometraggio, intitolato Son épouse. Cineuropa riporta che protagonisti del film saranno Charlotte Gainsbourg (reduce dal set di Nymphomaniac di Lars von Trier e attualmente su quello di Jacky au royaume des filles di Riad Sattouf) e Yvan Attal (nominato al César 2010 del miglior attore per Rapt).
Di recente, i due attori hanno recitato insieme solo nei film di Yvan Attal (Mia moglie è un'attrice nel 2001, Ils se marièrent et eurent beaucoup d'enfants nel 2004 e Do Not Disturb nel 2012), dopo Aux yeux du monde (1991) di Eric Rochant, Amoureuse (1992) di Jacques Doillon e Love, etc. (1996) di Marion Vernoux. Al loro fianco, nel cast di Son épouse, ci saranno attori indiani.
Scritta da Michel Spinosa e Agnès de Sacy, Son épouse è la storia di Gracie, giovane indiana che vive in un villaggio vicino Pondichéry ed è vittima di problemi comportamentali dal giorno delle sue nozze. Il ricordo della sua amica Catherine (Charlotte Gainsbourg), scomparsa un anno prima in circostanze misteriose, sembra ossessionare la ragazza. Joseph (Yvan Attal), vedovo inconsolabile di Catherine, decide di andare in India per incontrare Gracie e, forse, durante questo viaggio, riparare i suoi errori. Perché Joseph, da un anno, ha molto da farsi perdonare.

Madonna al The Ellen DeGeneres Show! Lunedì 29









Be That Man - Goran Bregovic feat Eugene Hutz

Muse speak after winning Best Act In The World Today at the 2012 Q Awards

Brian Eno e gli altri, fuga dall'album

Dopo Bjork, anche Brian Eno ha rilasciato il suo ultimo album “Scape” in versione app, permettendo agli utenti di manipolare le tracce e creare nuovi suoni. Secondo l'artista, l’album è solo un “contrattempo storico”, la musica è sempre stata di tutti
Si chiama Scape ed è una app per iPad. Anzi è un album, anzi è un progetto musicale completamente nuovo, che rivoluziona il concetto stesso di ascolto, fruizione, consumo e creazione di canzoni e note. E arriva da un uomo a cui il ruolo di pioniere si addice bene, già dagli anni Settanta. È Brian Eno, musicista, compositore, genio della nota, costola di molti grandi del pop e del rock (da Bowie a Gabriel, passando per gli U2) che senza di lui non avrebbero creato successi planetari, padre della musica ambient, ispiratore del new age.
Oltre l’album. Va a lui nel 2012 la palma del “più avanti” nel creare una nuova modalità di fruizione musicale. Nonostante l’età e gli anni di carriera – classe 1948 – che fanno pensare all’artista come a un genio da premiare semmai per il passato glorioso, il musicista di Woodbridge (Gran Bretagna) ha appena pubblicato il suo nuovo album per iPad. Dove l’album (Scape, paesaggi) non è neppure poi così fondamentale nell’esperienza di chi lo acquista: è anzi solo una parte marginale, giacché si tratta di una app da scaricare sulla tavoletta e con cui lavorare per generare a nostra volta nuova musica.
Una demo di Scape
La musica si genera da sé. Partendo dalle tracce e dai consigli guidati di Eno, che ha messo insieme i suoni con Peter Chilvers, suo storico compagno compositore-programmatore: un esempio di musica generativa, ovvero musica che va manipolata da chi ha scaricato l’app (spostando oggetti sullo schermo, aggiungendo elementi o togliendoli) e che solo così si auto-evolve, si trasforma, cambia, sorprende, senza nemmeno dar modo a chi ci ha lavorato sopra di capire davvero cosa ha fatto per arrivare al risultato. Proprio per questo viene definita musica che “pensa da sola”: a seconda degli oggetti scelti e spostati infatti, continua a creare un motivo, che può diventare il sottofondo del nostro lavoro sull’iPad, da continuare poi ad ascoltare mentre facciamo dell’altro.
Ritorno al futuro. Un’alchimia, il totale superamento del concetto di album, come racconta lo stesso Eno alla stampa, ma anche un ritorno alle origini: “Fino a 120 anni fa la musica era effimera, non potevi ascoltare la stessa cosa due volte. La registrazione ha cambiato tutto: potevi ascoltare lo stesso brano ancora e ancora, e così tutti noi siamo cresciuti. Scape sta a metà strada tra la musica del passato impossibile da fermare e quella che negli ultimi 100 anni, fissata su un supporto”.
Bjork sperimentale. Per il compositore britannico non è la prima volta nel mondo delle app: con Bloom nel 2011 aveva già proposto una app – questa volta per iPhone – che permetteva di giocare a inventare nuovi suoni.
Ecco come funziona Bloom
Mentre c’è una cantante, l’islandese Bjork, che sfida Eno negli esperimenti e con il suo ultimo lavoro, Biophilia (del 2011), è andata proprio verso la dematerializzazione del prodotto, a favore di una interazione totale con l’utente-fan. In Biophilia versione app ogni canzone diventa tridimensionale e permette a chi la ascolta di lavorarci sopra, cambiandone la forma, giocando con i suoi ritmi, lasciandosi travolgere da un tema (i virus, il Dna e così via) sociale proposto nel testo e nelle note del pezzo.
Se l’album diventa una app-cofanetto. In modo diverso rispetto agli esperimenti di Bjork e Brian Eno, molti grandi artisti solitamente votati al copyright e alla distribuzione tradizionale hanno giocato con versioni in app dei loro album. Questa volta però, si tratta più che altro di variazioni sul tema del contenuto aggiuntivo tipico del Dvd, tanto che si parla di documentari sotto forma di applicazioni, “appumentary”, dove insieme ai successi si trovano foto, mappe, video, aneddoti, interviste. Lo ha fatto Sting con i suoi successi di Sting25 a coronare 25 anni di carriera proprio nell’anno del suo sessantesimo compleanno, lo ha fatto anche David Bowie con la sua Golden Years: con questa app si possono remixare i pezzi più famosi dell’artista. Ma lo ha fatto anche Madonna, con una app che permette di ascoltare tutta la sua discografia, o Lady Gaga, che ha già promesso: il suo prossimo album, ArtPop, sarà disponibile formato app. Non solo musica, a meno della metà del prezzo del vecchio cd.

Festival Roma, James Franco a CinemaXXI

(ANSA) - ROMA - Al Festival di Roma arrivera' James Franco per ricevere il premio Cubovision e presentare in prima mondiale a CinemaXXI, la sezione piu' sperimentale, organizzata con il Maxxi, un corto di un minuto da regista, Dreams. L'attore e' anche nel cast di Tar, lungometraggio in concorso a CinemaXXI (in prima mondiale) di 12 registi esordienti che si sono ispirati alle poesie di C.K Williams. ''Non e' vero che al festival non ci sono divi, ci sono i divi che ci piacciono'', dice il direttore Muller.

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Madonna e la propaganda che non piace al Cremlino

Che il Cremlino di recente abbia problemi con la musica, lo avevamo già notato (e denunciato) a riguardo del gruppo punk (dissidente e propagandista) delle Pussy Riot. E adesso lo conferma con la denuncia contro, nientepopodimenoche, sua maestà del Pop Madonna Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, per "propaganda gay".
Propaganda gay (?) che si sarebbe svolta durante il concerto tenuta dalla cantante statunitense lo scorso 9 agosto, nel quale, oltretutto, prese le difese delle Pussy Riot (mostrando la schiena nuda decorata dalla scritta "Pussy Riot").
Madonna è stata denunciata da un gruppo di attivisti filo-cremliniani, il cosiddetto Sindacato dei cittadini russi, offesi dallo show al punto da far citare in giudizio l'artista per "danni morali per aver promosso l'omosessualità". Battaglia che Madonna combatte da sempre, quindi nessuno dovrebbe scandalizzarsi, non più di tanto almeno.
Peccato però che a San Pietroburgo, dove il concerto si era svolto, esista una legge contro la propaganda gay tra minori. Ma cosa ha mai fatto Madonna per meritarsi questa denuncia? Ha distribuito braccialetti rosa invitando il pubblico ad alzare le braccia, come segno di protesta e di sostegno alla comunità gay russa (che, superfluo dirlo, non se la passa proprio bene a queste parti) . Fin qui, diciamo nulla di non perdonabile anche da parte del Governo russo. Peccato però che Madonna non sia riuscita a trattenersi da una simulazione di violenza su una croce; e questo certamente non poteva finire nel dimenticatoio.
Anche perché è stato proprio il pubblico (beh si non proprio tutto il pubblico, solo nove spettatori!) a denunciarla e a volerla portare in tribunale. La prima udienza, svoltasi l'11 ottobre, è stata disertata dalla cantante e dai suoi legali, ora si attende la prossima fissata per il 25 ottobre, il cui avviso è stato recapitato all'indirizzo newyorkese. Forse però sarebbe stato meglio un avviso multiplo spedito in tutte le magioni della signora, per aver la certezza di ricezione. Pare comunque che le cose possano buttar male per Madonna, soprattutto perché in ballo ci sono molti soldi, quelli richiesti per risarcimento dei sopraddetti danni morali, e che ammontano a ben 10 milioni di euro. Una cifra che garantirebbe più di un milione di risarcimento a testa, non male come rimborso per uno e spettacolo poco gradito.
La popstar ha dalla sua due punti su cui basare la difesa e smontare (o comunque indebolire) le accuse. Innanzitutto il video del concerto, usato per muovere l'accusa di blasfemia, è stato girato di nascosto, contravvenendo al divieto esplicito di fare riprese durante lo spettacolo. E poi tra gli "offesi" ci sono anche dei minorenni,che non avrebbero dovuto essere al concerto: sul biglietto era specificato che solo i maggiorenni avrebbero dovuto partecipare, per via delle scene esplicite.
Vedremo se Madonna si presenterà questa volta all'appello...

Winona Ryder produttrice per Natalie Portman

(ASCA) - Roma, 23 ott - L'attrice americana Winona Ryder, che festeggera' il 29 ottobre 41 anni, dopo l'esperienza del film ''Ragazze interrotte'' come produttrice esecutiva sta sviluppando nuovi progetti attraverso la sua societa', la Handsomecharlie films, che ha un accordo con la Participant Media. Insieme alla produttrice Annette Savitch, e' alla continua ricerca di film di diverso genere, cosi' come commedie che abbiano protagoniste donne. Nel 2014 la Handsomecharlie films produrra' il film ''Jane Got a Gu'' con Michael Fassbender e Natalie Portman, diretto dalla regista di ''...E ora parliamo di Kevin'' Lynne Ramsay.

Fred Perry presents: The Don Letts Subculture Films

Subculture Films is a unique project, documenting the evolution of street style, music and counter culture over the last 60 years. From the original Mods and Teds, the immense influence of Black heritage, UK punk and the worldwide impact the late 20th century's cultural revolution.











20anni fa uscivano Erotica e Sex di Madonna...

Era l'ottobre del 1992, quando Madonna "invase" il mondo con l'album Erotica (epocale), ed'il libro fotografico Sex (leggendario), Jonathan Ross la intervistava per la TV inglese...






Muse: vincono il “Best Act In The World Today”

I Muse vincono il “Best Act In The World Today”, lasciando The Stone Roses, Lady Gaga e i Coldplay a bocca asciutta. I Q Awards 2012 rappresentano uno degli eventi più attesi del calendario musicale quindi ottimo risultato per il gruppo. Ma tra gli altri vincitori vanno menzionati anche i BLUR, la rock band britannica considerata tra i maggiori esponenti del Britpop, che ha vinto il “Best Live Act”. L’evento si è svolto presso l’Hotel Grosvenor di Londra regalando ai Muse un altro successo.
Il trio britannico, che è primo in classifica con il nuovo album “The 2nd Law” e si può pensare che vi resti ancora per un bel po’, a breve sarà in Italia con il nuovo tour per il quale i fan sono già in trepidazione.
La scenografia di cui si è tanto parlato in quest’ultimo periodo suscita molta curiosità per l’imponenza che avrà sul palco e per l’effetto di luci che ne deriverà.
Sarà facile perdersi dietro ai colori e alla magnificenza del palco, oltre che sulle note dei Muse il cui sound è inconfondibile.

Madonna: 8 volte Vogue!

1990 The videoclip


Live 1990 Blond Ambition World Tour


Live 1990 MTV Music Awards


1993 Live Girlie Show World Tour


2004 Live Re-Invention World Tour


2008/2009 Live Sticky & Sweet World Tour


2012 Live Super Bowl - Half Time Show (excerpt)


2012 Live At L'Olympia - From MDNA World Tour

Madonna, MDNA primo tour di sempre per incassi

Madonna ha battuto ogni record di incassi mai registrato per un tour con il suo MDNA. Contrariamente a quanto si potesse pensare (l’andamento lento nelle vendite dell’omonimo album e le corrispondenti valutazioni negative ricevute dalla critica), la regina del pop si riconferma a primati altissimi. Ad oggi, l' MDNA TOUR si prevede  spodestarà il record stabilito dal 360° Tour degli U2, che aveva fatto registrare la bellezza di 736,421,586 dollari di incassi.
Madonna non è certamente nuova a colpacci come questo: già in passato, l’ex Material Girl aveva detenuto la quarta posizione nella classifica dei migliori incassi di sempre (a quota 407,713,266 dollari) per il suo ‘Sticky and Sweet Tour’, che aveva promosso l’album ‘Hard Candy’, Ed'occupa le prime tre posizioni del 'record d'incassi con una tournee per un artista solista' con i suoi ultimi tre tour. L’MDNA TOUR, però, sembra concorrere per ben altro titolo: soltanto nei primi tre spettacoli, la tournèe aveva fatto registrare 50 milioni di incassi (in totale i live sono 70).
I dati si fanno ancor più certi, tenendo presente che le stime non sono state calcolate sulla base dei concerti in programma per Los Angeles, città in cui risiedono molti dei suoi fan più irriducibili.

Cornershop con Sinead O'Connor, ascolta qui 'Posing as an angel'

I Cornershop, il cui ultimo album in studio, "Urban turban", è stato pubblicato nello scorso maggio, hanno reso disponibile in Rete un nuovo singolo intitolato "Posing as an angel": il brano, caratterizzato da un arrangiamento fortemente connotato da una sezione fiati molto presente e da un beat decisamente raffinato, è stato realizzato con la collaborazione di Sinead O'Connor e di Chris Constantinou, già bassista di Adam Ant, capostipite della corrente new romantic britannica, e frontman dei Wolfmen.
"Ho conosciuto Chris grazie alla Damaged Good Records", ha dichiarato all'edizione statunitense di Rolling Stone il frontman dell'ensemble inglese, Tjinder Singh: "Quando mi ha spedito le parti vocali registrate da Sinead, mi è subito venuta in mente un'atmosfera decisamente invernale, con un certo profumo di whisky. Io mi sono limitato ad aggiungere dei fiati dal sapore northern soul e un po' di enfasi, tutto qui. Sono solito passare ore e ore nei pub irlandesi della zona nord di Londra e mi sono immaginato l'atmosfera amichevole e rilassata di quei locali all'ora di chiusura, mentre fuori cade la neve".

Amy Winehouse, il mito che non muore mai: il 12 novembre esce la raccolta speciale di successi e live

LONDRA. Ha lasciato un segno indelebile tra le giovani leve entrate di diritto nell’immaginario della musica mondiale. Amy Winehouse morta a 27 anni rivive nel ricordo e nei tributi dei suoi colleghi, dai Green Day a Patti Smith fino al nuovo video di NAS. La notizia oggi la riguarda direttamente: il 12 Novembre sarà distribuito nel mercato discografico la raccolta “Amy Winehouse at the BBC” che comprenderà ben 3 DVD ed un CD che catturano i momenti più intensi dell’esibizione dell’artista londinese alla BBC Arena durante la manifestazione East End Film Festival tenutasi nel mese di Luglio 2011 pochi giorni prima il ritrovamento del corpo senza vita di Amy Winehouse nella sua casa a Camden Square.
La raccolta sarà pubblicata il prossimo 12 Novembre 2012 e conterrà ben 3 DVD contenenti numerosi estratti delle esibizioni live, videoclip ufficiali, comparse televisive e retroscena ed 1 CD contenente il concerto completo alla BBC Arena di uno dei talenti maggiormente apprezzati nel panorama musicale mondiale dell’ultimo decennio. L’intento è quello di catturare l’espressività ed il talento dell’artista londinese in tutta la sua essenza e stravaganza, immortalarla in una “pellicola” che non ha precedenti, in linea con quella che fu la volontà del padre di Amy Winehouse: cioè, rendere omaggio alla figlia scomparsa prematuramente senza cadere nel ridicolo bensì mantenendo un ricordo vivo tra i fan. Sarà disponibile oltremodo uno Special Edition Box Set che conterrà un booklet arricchito con fotografie rare, retroscena, fotografie scattate dagli amici intimi nonchè alcuni degli ultimi scatti prima dell’esibizione alla BBC Arena che vede Amy Winehouse alle prese con il produttore della BBC – Mark Cooper. Nel dettagli il DVD conterrà una selezione di registrazioni ad opera del cantante e musicista Jools Holland, il CD n°1 conterrà una selezione di ben 14 canzoni incise tra il 2004 ed il 2009 mentre il CD n°2 conterrà la memorabile esibizione alla Porchester Hall. Infine, il CD n°3 conterrà l’esibizione di Winehouse intitolata “Amy Winehouse – The Day She Came to Dingle” un mini-film con annessa intervista all’artista.

On The Road

Cogan - Killing Them Softly

Festival di Roma, guida ai film

Cinque titoli da non perdere.
Come sempre in ogni Festival, ci sono titoli che non hanno bisogno di grandi presentazioni. Quest'anno, a Roma ci saranno importanti prodotti di cassetta come Le 5 leggende o l'ultimo capitolo di Twilight, che sicuramente lasceranno la loro impronta sul botteghino. Ma tanti sono i prodotti meno noti, che magari potrebbero portare grandi risultati, di critica e/o di pubblico. Scopriamone meglio cinque...
Main dans la main di Valérie Donzelli
Ha ottenuto enormi consensi (forse anche troppi, a dire il vero) per La guerra è dichiarata, storia di come una giovane coppia affronta la grave malattia del proprio bambino. Il fatto di aver narrato una vicenda così pesante con sguardo comunque lieve e senza facili sentimentalismi, era sicuramente uno dei meriti maggiori della pellicola, che è arrivata a diventare il candidato francese agli Oscar (corsa in cui non ha avuto fortuna). La trama di questo Main dans la main sembra quella di tante pellicole danzerecce in voga in questo periodo, con la storia d'amore tra una prestigiosa insegnante dell'Opera e un allievo. Ma non aspettatevi una storia banale, né il 3D...
The Motel Life di Gabriel e Alan Polsky
Già prima della presentazione del Festival, questo era uno dei titoli segnalati con maggiore evidenza del programma di Roma. Non c'è dubbio che i selezionatori lo considerino uno dei loro prodotti migliori, vedremo ovviamente se avranno avuto ragione o meno. Si tratta del film d'esordio dei fratelli Gabe e Alan Polsky, fino a ora conosciuti per essere stati i produttori di titoli come Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans. La storia parla di due fratelli in fuga dalla loro stanza d'albergo dopo un grave incidente. L'impressione è che possa essere un esempio di cinema indipendente americano che non cerca di piacere a tutti e, a vedere l'importante cast che hanno messo su (Dakota Fanning, Emile Hirsch, Stephen Dorff e Kris Kristofferson tra i protagonisti), evidentemente i Polsky non hanno convinto soltanto i responsabili del Festival di Roma...
Spose celestiali dei mari di pianura di Aleksei Fedorchenko
Nel 2010, al Festival di Venezia diretto ancora da Müller, un film in concorso aveva messo d'accordo tutti, critica più rigorosa e appassionati amanti di pellicole di genere. Si trattava di Silent Souls, che impressionava per le sue straordinarie immagini, riuscendo anche a dar vita a una storia ipnotica e non noiosa (merito di una durata sotto gli 80 minuti). In realtà, impressionava tutti tranne la giuria presieduta da Quentin Tarantino, che gli riservava un misero contributo tecnico per la fotografia (meritatissimo, comunque), preferendo consacrare il vuoto (in tutti i sensi) di Somewhere di Sofia Coppola. Ora, il regista Alexey Fedorchenko torna con il suo nuovo lavoro, che già dal titolo promette tanta altra poesia e visioni impressionanti. Speriamo mantenendo il livello di Silent Souls...
Populaire di Regis Roinsard
Durante la conferenza stampa di presentazione, in risposta a una domanda sulla (presunta) mancanza di film per il grande pubblico al Festival di Roma, Marco Müller ha risposto citando questo titolo e sostenendo che potrebbe diventare il Quasi amici del 2012. Un'esagerazione? Ovviamente, sarà impossibile fare 20 milioni di spettatori in patria come quel film, ma l'impressione è che Populaire possa comunque ottenere grandi consensi di pubblico (e forse, a leggere le prime recensioni disponibili in Rete, un po' meno consensi da parte della critica, che comunque conferma il suo status di "feel good movie" in grado di superare i confini francesi). È la storia di una ragazza che, negli anni cinquanta, rifiuta una normale vita da casalinga per cambiare città e lavorare come segretaria. Ne verrà fuori un mix di commedia e amore che sembra destinato a conquistare tanti cuori...
Il Leone d'Orvieto Giancarlo Parretti e la scalata alla MGM di Aureliano Amadei
Una storia tipicamente italiana di genio e sregolatezza. D'altronde, come dimostrano tante vicende italiane, i nostri imprenditori sono bravissimi a investire con i soldi degli altri (di solito, quelli pubblici, o quelli di banche amiche), un po' meno a investire il proprio capitale. Giancarlo Parretti, in realtà, di cose ne aveva fatte prima di acquistare la MGM grazie a un sontuoso prestito da parte Crédit Lyonnais nel 1990, decisamente una storia più impegnativa la sua di quella di tanti furbetti moderni. Ma dopo quel momento di gloria mondiale, seguirà una gestione discutibile della storica azienda, che porterà a un quasi fallimento della banca e a una condanna per Parretti. Speriamo che il documentario di Amadei (apprezzato per il suo esordio 20 sigarette) sia avvincente e surreale come la storia che racconta...

Alanis Morissette alla svolta… hip-hop!

La cantautrice scrive i testi per il prossimo album del marito Souleye: almeno cinque gli episodi collaborativi
"Era tanto che volevo collaborare con un artista rap, ma come è facile immaginare tutto questo chiamare le donne "hos" o "bitches" (serve la traduzione?!, ndR)… Beh, diciamo che non riuscivo a trovarne uno che andasse bene".
Alanis Morissette introduce così l'ultima svolta della sua carriera, quella che l'ha portata a scrivere testi ("Non che sia io a rapparli! Sono proprio negata", aggiunge) per il prossimo album del marito Mario Treadway, in arte Souleye e di professione rapper. La conferma arriva via Billboard, che specifica che non c'è ancora data di uscita per il CD, che però ha già un titolo: Iron Horse Running.
Sono almeno cinque le canzoni scritte dalla rocker per il compagno, e tre di queste, Ego, Brother Where e Whatever Nice Is, sono già state presentate dal vivo.
Vi incuriosisce questo passaggio di Alanis a un genere completamente diverso?

Muse: ieri sera a Montpellier la prima del tour. La scaletta del live

17 ott 2012 - E' partito ieri dalla Park&Suites Arena di Montpellier, in Francia, la branca europea del tour in supporto a "The 2nd law", che porterà i Muse ad esibirsi in Italia per due date - già sold out - all'Unipol Arena di Bologna, il 16 novembre, e all'Adriatic Arena di Pesaro, il 17: come riferisce l'edizione online del New Musical Express, il trio capitanato da Matt Bellamy ha riservato una buona parte della setlist ai nuovi brani, aprendo lo show con il tributo alla dubstep "Unsustainable", alla quale sono seguite, nel corso dello spettacolo, le altrettanto recenti "Supremacy", "Panic station" e "Animals". Non sono mancati, ovviamente, capitoli più datati, a cominciare da "Supermassive black hole", per poi proseguire con - tra le altre - "Time is running out" e "Plug in babe", fino ad arrivare a "Falling down", estratta direttamente dall'album di debutto del gruppo, "Showbiz", del 2000.
Dal punto di vista scenografico, a dominare la scena è stata la piramide rovesciata installata sopra le teste dei tre: "E' un gesto simbolico", hanno spiegato loro, "Perché un sacco di gente pensa che la piramide simboleggi il concetto di gerarchia in ogni aspetto della vita. La piramide rappresenta le strutture di potere del mondo, e capovolgerla è esattamente quello che vogliamo fare".

Muse, questo tour sarà il nostro The Wall

Matt Bellamy afferma: nello show del prossimo tour mondiale la band verrà fagocitata da una piramide gigante e capovolta.
Matt Bellamy ha affermato che il prossimo tour dei suoi Muse sarà il loro equivalente di 'The Wall', lo storico spettacolo che nel 1980 vedeva i Pink Floyd murati dietro ad un muro costruito live sul palco.
Nel parlare dell'evento, Bellamy afferma: "Penso sia il nostro spettacolo migliore. Sarà come portare sul palco la nostra versione di 'The Wall'" Poi aggiunge: "Abbiamo costruito quest'enorme piramide capovolta piena di schermi che man mano si abbassa e divora la band. Il tutto ovviamente in modo simbolico" .
La band inizierà il tour il prossimo 16 Ottobre in Francia mentre il loro album, 'The 2nd Law', svetta in cima alle classifiche a pochi giorni dal lancio.



 Muse sono attesi in Italia il 16 Novembre a Casalecchio di Reno (BO) presso l'Unipol Arena e il 17 Novembre a Pesaro, nella cornice dell'Adriatic Arena. 
A due anni dalla storica data di San Siro, il trio rock britannico torna in Italia con un nuovo album fissato per l'1 Ottobre e ben due date dedicate ai fan italiani. 

I Coldplay si disfano di 'Mylo Xyloto'

Il murale 'collaborativo' dei quattro componenti dei Coldplay e dell'artista Paris, diventato la copertina di Mylo Xyloto, sarà esposto al pubblico per la prima volta il prossimo mese a Londra, ospitato dalle Proud Galleries a partire dal 29 novembre.
La formazione guidata da Chris Martin chiude così il capitolo MX della propria carriera, quasi a filo con l'uscita di Coldplay Live 2012 (in programma per il 20 dello stesso mese): ma non esclusivamente per "autoincensarsi" quanto per fare un gesto benefico di peso.
Infatti la mostra e tutti i lavori esposti saranno disponibili alla vendita, con il ricavato che andrà al 100% in beneficenza all'organizzazione Kids Company, no profit che sostiene bambini in situazioni di vulnerabilità: la collaborazione fra associazione e Coldplay non è la prima ad andare in porto, perché Martin & Co. sostengono Kids Company già dal 2008.
Ad andare in mostra saranno dunque il murale che misura circa 8 metri per 3 insieme a quadri dipinti dai componenti dei Coldplay e stampe ad alta qualità dell'artwork usato per il disco più recente del quartetto. Molti dei lavori sono già visibili a questo indirizzo.

Camminare Sott’acqua: intervista a Sinead O’Connor – La Rockstar e lo Psichiatra

Stateofmind.it
Nella playlist della mia adolescenza anni Novanta trova spazio una Canzone (sì la c è maiuscola in questo caso) che merita una posizione d’onore sia per l’ottima fattura della ballad (non per niente l’autore è un certo genio di Minneapolis, noto come Prince), ma soprattutto per l’interpretazione che arriva diritta al cuore dell’ascoltatore, si infilza come una freccia nel ventricolo sinistro e fa sanguinare per cinque minuti e dieci secondi di emozioni allo stato puro.
La canzone è Nothing compares 2 U e a cantarla è una ragazzaccia irlandese con i capelli rasati a zero di nome Sinead O’Connor. Il brano, uscito nel 1990, ha avuto un successo planetario, favorito anche da un videoclip estremamente essenziale che mette al centro il viso angelico dell’interprete che arriva a commuoversi nel finale (Sinead cantando questo brano pensava alla madre, morta in un incidente stradale cinque anni prima).
Gli anni successivi sono stati caratterizzati sempre da ottime produzioni musicali alternate a clamorose provocazioni (la più celebre quando strappò in diretta al Saturday night live la foto del Papa) che le hanno fatto guadagnare la fama di eretica e contestatrice, una specie di Giovanna d’Arco del rock.
Nel 2005 ha stupito molti facendo uscire l’ottimo album reggae Trow Down Your Arms, seguito daTheology (2007) in cui emerge il suo rapporto appassionato con la spiritualità.
Gli inizi di quest’anno vedono l’uscita dell’ultimo disco How About I Be Me (and You Be You)?, che avrebbe dovuto essere seguito da un tour, annullato per una seria ricaduta in una fase depressiva del disturbo bipolare di cui soffre da 8 anni (verosimilmente si tratta di un disturbo bipolare II, secondo la classificazione del DSM-IV n.d.r.). La grave crisi depressiva è stata anche caratterizzata da un tentativo autolesivo per ingestione di psicofarmaci, preceduto da una disperata richiesta d’aiuto ai propri fans attraverso il social network Twitter.
Dall’aver appreso queste notizie attraverso i media è nata l’idea di realizzare questa intervista via Skype, ognuno dalla propria casa, io a Modena e lei vicino a Dublino. Sinead mi ha concesso un po’ del suo tempo, tra gli impegni di mamma di quattro figli. Nonostante la freddezza della chat sento di aver trovato dall’altra parte dello schermo una persona autentica, che non si vergogna a raccontare le proprie fragilità ed estremamente precisa nel descrivere il proprio percorso di cure.

State of Mind: Bene Sinead, prima di tutto vorrei ringraziarti per la cortesia e la disponibilità nel concedere quest’ intervista. Devo ammettere che sono rimasto molto stupito che tu abbia accettato. Non so quanto tu abbia voglia di parlare di te stessa in particolare, ma mi piacerebbe che questa nostra chiacchierata potesse essere di qualche aiuto alle persone che hanno a che fare tutti i giorni con i problemi dell’umore, la depressione in particolare.
Sinead O’Connor: Ovviamente mi interessa quest’ argomento… e il motivo per il quale ho delle cose da dire deriva dalla mia esperienza personale.
SoM: Ho letto sui media alcune tue dichiarazioni in merito a una diagnosi di disturbo bipolare, ce lo confermi?
S: Esatto, lo diagnosticarono otto anni e mezzo fa, ma ci sono voluti 12 anni per avere la diagnosi corretta.
SoM: Il tuo problema è iniziato con uno stato maniacale o depressivo?
S: Non ho esperienza degli stati euforici o maniacali, ma di quelli depressivi. Quando ero più giovane però, avevo un caratteraccio, quello è un po’ il mio lato maniacale; non in modo spensierato, era più tipo… andatevene tutti affanculo!
SoM: Una giovane ribelle…
S: La mia vita professionale come artista ha sempre funzionato bene, I problemi sono stati quasi esclusivamente nella mia vita privata, in momenti di vera rabbia coi miei fidanzati e cose così… Probabilmente avevo ottime ragioni per essere arrabbiata, ma il “volume” era troppo alto. Avevo reazioni spropositate rispetto alle offese ricevute.
SoM: Quindi non hai mai avuto un episodio maniacale?
S: Circa due anni fa ho avuto un periodo di shopping compulsivo, che è insolito per me perchè detesto fare shopping. Quello è stato il massimo della mia maniacalità. Ho comprato un sacco di vestiti.
SoM: Pensi che la tua esperienza di depressione sia mai stata in qualche modo fonte di ispirazione per il tuo processo creativo?
S: Credo tutto il contrario. Non condivido questa fantasia romantica secondo la quale la gente che soffre di depressione sia più portata all’arte. Di fatto mi accorgo di essere molto più creativa quando sono felice.
Credo che la musica sia stata un grande aiuto per me e questo è stato confermato da ogni psichiatra che ho consultato. Se non fosse per la musica sarei probabilmente morta. Gli specialisti mettono in relazione le mie esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza con la depressione di oggi. Mi è stata anche fatta una diagnosi di disturbo post-traumatico da stress. Non sarei sopravvissuta se non fosse per la musica. Perciò credo che per me la musica sia sempre stata qualcosa di confortante e anche il luogo dove potevo esprimere tutto quello che non potevo dire altrove.
Nell’Irlanda degli anni settanta in cui sono cresciuta non esisteva la psicoterapia. Pensa che non abbiamo avuto il cappuccino fino al 1998! Quindi per me la musica era la terapia, era anche il posto dove si poteva parlare di se stessi, dove si era autorizzati a parlare delle proprie esperienze traumatiche. Sono cresciuta in un ambiente di estremo malessere, ma non c’era modo di parlarne, così la musica è diventata, se vogliamo, una specie di fuga.
SoM: In che modo la musica ti ha aiutato? Più nel processo creativo del song-writing o più nell’esperienza catartica della performance?
S: Credo tutte e due. In primo luogo sentire la musica dentro di se è molto confortante, molto rassicurante. Per me è sempre stato, se vogliamo, un legame spirituale tra me e la musica. Quello che mi piace dell’essere musicista è anche il portare l’effetto confortante alle altre persone.
Credo inoltre che le persone che hanno alle spalle una storia di abusi o di sofferenza mentale, almeno alcuni di essi, abbiano grandi problemi di autostima. Per quanto riguarda me, ho sempre trovato nell’essere musicista, un luogo e un lavoro da cui traggo molta autostima. Sento di dare il mio contributo alla società e che non saprei darlo in altro modo.
Credo che quando si hanno dei problemi di salute mentale ci si possa sentire molto male e sbagliati, si possano combinare casini in continuazione nella vita e fare musica forse aiuta a capire che non si è delle persone terribili e che si è in grado di fare qualcosa di buono… perchè c’è una gravissima mancanza di autostima che accompagna la sofferenza mentale, specialmente se vivi in un paese come l’Irlanda, dove soffrire di disturbi mentali porta con se un grave stigma.
Per quanto riguarda la questione del live, credo sia molto catartico portare uno show alle masse e poter creare una magia che non è possibile nella vita normale, e suppongo che la spinta di autostima che si riceve in questo caso sia veramente potente.
SoM: Credo che il problema dello stigma legato alla malattia mentale sia importante quanto la malattia in sè. Puoi dirmi qualcosa di più riguardo allo stigma in Irlanda?
S: Beh credo che in tutto il mondo la parola “pazzo” sia un termine discriminatorio e credo che questa abitudine debba finire. In Irlanda “pazzo” è un insulto, e la gente è terrorizzata da qualunque cosa che concepisce come “pazza”. Le persone ritenute pazze non sono trattate in maniera compassionevole, vengono trattate in modo orribile e la “pazzia” viene usata come motivo per rigettare ogni cosa che uno possa pensare, fare, dire o sentire, così si precipita verso una trappola dell’autostima.
Ho ricevuto una lettera da un uomo a gennaio scorso, un vecchio di 73 anni che vive a Goolen (Ireland), pensavo a lui proprio questa mattina, ha preso antidepressivi per più di 30 anni senza mai dirlo a sua moglie o ai suoi figli ormai adulti per via dello stigma.
Vedi, questa è l’Irlanda. Siamo molto ignoranti circa la natura della sofferenza mentale. Per esempio, la gente nel mondo è convinta che se sei schizofrenico significa che hai molte personalità, come un “disturbo da personalità multiple”, ma non è così. E’ completamente differente.
Quando hai un problema psicologico, non hai un gesso o una stampella, che permetta a tutti di sapere che hai un problema, quindi la gente si aspetta che tu ti comporti in maniera simile agli altri e quando sei diverso te lo fanno pesare e pensano che sei una persona difficile o che sei una rottura di palle e sono orribili nei tuoi confronti.
In Irlanda passi la tua vita cercando di nascondere il fatto che hai un problema mentale. Io chiedo continuamente conferme ai miei amici: “Sembro pazza?”, “Mi sto comportando come una pazza?”, e non dovrei aver bisogno di verificare, se mi sto comportando da pazza dovrei essere lasciata nella mia cazzo di folle pace!
Devi nascondere chi sei veramente ed è veramente stressante e nocivo per la tua autostima. Perchè non è ovvio per le altre persone che tu sei malato, ti trattano come una rottura di palle e finisci per biasimarti e svalutarti, quando vedi bene che lo stai già facendo per via del tuo disturbo.
Voglio dire, capisco che siamo persone veramente complicate, ma siamo anche tremendamente semplici, ma vedi, è un mondo difficile quello dove c’è un confine tra le persone teoricamente sane e quelle teoricamente malate. I sani non hanno familiarità dei “non sani”, il che è già di per se sbagliato. Anche se le vere “sbarre” non esistono più, siamo incastrati dietro a queste, come dire, sbarre metaforiche.
SoM: So che hai sempre avuto una relazione difficile con la chiesa cattolica. Cosa ne pensi della posizione della chiesa nei confronti della sofferenza mentale? Trovi che ci sia accettazione e compassione per la malattia mentale?
S: (ride) Se ci fosse accettazione della malattia mentale nella chiesa cattolica, l’intera Curia si dimetterebbe! Vi serve il miglior psichiatra d’Italia che spenda un po’ di tempo là dentro! Gli uomini al comando sono malati. Sono più malati che la maggior parte di noi messi assieme. Se prendessero davvero in considerazione la malattia mentale, dovrebbero iniziare col ricoverarsi in ospedale. Chiunque dichiari che la pedofilia e l’ordinamento delle donne sono sullo stesso piano ha un problema mentale.
Quando uno critica la Chiesa, quello che noi di solito intendiamo specialmente in Irlanda, sono gli uomini al comando. Sappiamo tutti che il 99,9% dei preti e delle suore sono persone incredibili, che fanno molto per aiutare le persone, di tutti i tipi. Ma il normale prete della strada non ha le qualifiche per andare in giro per il paese sconfessando la dottrina ufficiale, tutto quello che possono fare questi poveri preti è raccogliere i cocci di questo casino, che di solito è una missione suicida, perchè lo stigma porta al suicidio. A causa dello stigma, le persone non rimangono in terapia e non ricevono l’aiuto di cui hanno bisogno, perchè sanno che saranno trattati di merda.
SoM: Ancora lo stigma…
S: Si… per esempio: Sono entrata in ospedale circa 2 anni fa perchè volevo essere assolutamente certa che la diagnosi fosse corretta. Mentre ero in ospedale (ci sono stata per 2 settimane), c’era una donna più o meno della mia età che era lì da 6 mesi. Non stava così male, e un giorno stavo parlando con lei del perchè fosse lì e mi ha mostrato le sue braccia, che erano tutte tagliate. Sua madre era morta di cancro e lei se ne era sempre presa cura. Non era mai successo nulla a questa donna prima, ma la notte che sua madre è morta, lei ha probabilmente perso la testa e si è affettata le braccia. La ragione per la quale stava in ospedale da così tanto tempo era che nel villaggio dal quale proveniva non la volevano indietro, non avrebbe potuto riavere il suo vecchio lavoro, nessuno dei suoi amici voleva più parlarle, era una paria nel villaggio perchè si era fatta quelle cose alle braccia, tutti pensavano che fosse matta. Perciò non poteva tornare al suo paese ed era fissa in ospedale.
SoM: Quante volte sei stata ricoverata in ospedale?
S: Mi sono ricoverata volontariamente due volte. La prima volta per avere una diagnosi chiara. La seconda volta l’anno scorso quando mi hanno interrotto la terapia farmacologica in modo molto stupido e sono peggiorata molto. Non riuscivo a mangiare o a dormire.
SoM: Come mai hai interrotto la terapia, a causa degli effetti collaterali?
S: Stavo ricevendo molta pressione da gente dello show business riguardo al mio essere sovrappeso per via della terapia. Prendevo 200 mg di amitriptilina. Quando l’ho detto al mio medico, per qualche ragione mi ha tolto di colpo la terapia e non ha svolto una corretta supervisione. Il Servizio di Salute Mentale qui è veramente pessimo. Dopo aver interrotto la terapia, ho incominciato a stare male, senza rendermene conto. Poi sono stata trascinata dal perdere peso e ho fatto finta di non stare male. Non è stata una mia scelta quella di interrompere i farmaci, ma lo psichiatra me li ha tolti e ho creduto che andasse bene così.
Sfortunatamente nel mio caso, per via di quello che faccio per vivere, qui in Irlanda è molto difficile per me trovare un dottore che mi tratti semplicemente come una persona, che riesca ad andare oltre a Sinead O’Connor. Sono dovuta andare in Inghilterra per trovare uno psichiatra che facesse al caso mio.
SoM: Per quando tempo sei stata senza farmaci?
S: Sono rimasta senza terapia da agosto dell’anno scorso fino ad aprile. Il dottore mi ha detto di smettere, quindi ci ho messo un bel po’ a capire che stavo male perchè quando smetti questo tipo di farmaci ci vuole tempo per ricominciare a stare male, e non sapevo che cazzo stesse succedendo.
SoM: Nove mesi senza farmaci è veramente un tempo lungo… non ti hanno avvertita riguardo ai rischi di una possibile ricaduta?
S: Per via di quello che faccio nella vita, in Irlanda tutto quello che gli psichiatri facevano era lamentarsi riguardo a quello che scrivevano i giornali invece di parlare della mia malattia. Gli stessi psichiatri erano molto coinvolti nelle battaglie pubbliche della Chiesa in Irlanda… dall’altro lato della barricata rispetto a me. Nello stesso periodo in cui smettevo i farmaci, quando andavo dalla psichiatra si lamentava con me dicendo che non apprezzava quello che dicevo riguardo alla Chiesa sui giornali, così abbiamo litigato e mi ha lasciata lì, arenata.
Poi in Irlanda il Sistema Sanitario fa così schifo che ci metti mesi per avere un appuntamento con un dottore per una terapia, così avrei aspettato per sentirmi dire le stesse cazzate da un altro dottore.
Un dottore mi ha mandata a casa con degli antistaminici dicendomi di prenderne 100 mg a notte. E io ho detto “Ok!”. In Irlanda la gente considera i dottori come degli dei, senza metterli mai in dubbio. Ma questo ha significato stare male per altri 3 fottuti mesi. E la cosa divertente è che era un medico privato, e l’unica alternativa era di andare al maledetto ospedale. Nessuno vuole ricoverarsi in ospedale, la peggior cosa che ti può capitare se stai male è di dover lasciare la tua famiglia e i tuoi figli, che sono l’unica cosa che ti fa sentire sicura.
SoM: E’ molto strano… in Italia puoi scegliere un medico privato e pagare di più, ma puoi vederlo più spesso.
S: Qui hai 6 settimane di agonia, e a meno che tu non voglia ricoverarti in ospedale, sei fottuto. Per di più la gente non ha soldi. Io ne ho, ma il ragazzo della porta a fianco non può pagare per uno psichiatra privato e non può aspettare fino a sei mesi per un consulto. Ti do un’idea di quanto il sistema sia pessimo: un mio amico lavora in un servizio di assistenza per adolescenti dai 12 ai 18 anni con problemi di droga, del Servizio Sanitario Nazionale, e hanno un frigo nel bagno! Questa è l’immagine della Sanità Pubblica in Irlanda.
SoM: Riesco a immaginare tu abbia avuto momenti veramente duri. E’ stato negli ultimi mesi quando non hai potuto finire il tour?
S: Si, sono quasi morta. Era giugno e stavo molto male, come mai prima. Mi hanno prescritto la carbamazepina ad aprile e ho avuto una reazione molto inusuale che ha peggiorato i sintomi. Ora sto meglio, prendendo 200 mg di lamotrigina e 100 mg di quetiapina. Prendo anche una dose molto alta di vitamina B12 prescritta dallo psichiatra. Hanno appena scoperto che aiuta nelle fasi depressive del disturbo bipolare.
SoM: Hai mai provato la psicoterapia?
S: Si e cazzo non finisce mai! La sto ancora facendo. Al momento ho una seduta a settimana. Da luglio ad agosto ho anche svolto un lavoro terapeutico per 12 settimane in un centro di prevenzione del suicidio a Dublino. Sono fantastici. Uno dei peggiori sintomi quando stavo molto male era il pensiero costante rivolto al suicidio e ho scoperto che la maggior parte dei terapisti non è formata in maniera specifica sul pensiero suicidario, quindi puoi andare avanti per anni senza risolverlo.
Dal momento che non stavo prendendo farmaci, i pensieri sul suicidio hanno continuato a peggiorare finchè non ci ho provato veramente a gennaio, e ci sono stati altri tre tentativi in seguito. I terapisti nel centro di prevenzione del suicidio lavorano in modo specifico sul pensiero suicidario. Non parlano semplicemente del suicidio, ti aiutano a ricostruire la tua vita, ti aiutano a capire cosa vuoi dalla tua vita. Li ho visti una volta a settimana per delle sedute individuali. Mentre fai quello non fai altre terapie.
SoM: Che cosa intendi con “ricostruire la tua vita”?
S: Mi hanno aiutato a identificare una serie di problemi, per esempio “staccare” era uno di questi, imparare a stare fermi e non fare un cazzo e stare semplicemente seduti e far uscire l’energia. A quel punto ti siedi e realizzi quanto eri stanco, quando hai pensieri depressivi o suicidari non ti rendi conto di quanto sei stanco.
Poi si sono concentrati sul fatto che io sono troppo incline a fare mie le opinioni negative degli altri riguardo a me. Se ci fossero dieci persone in una stanza e nove dicessero che sono fantastica e una soltanto dice che sono una stronza, quella sarebbe la persona di cui mi preoccupo e a cui credo, quella lì, deprimendomi perchè qualcuno mi dice che sono una stronza. Sono stati capaci di insegnarmi, cosa che non avevo imparato prima, come fottersene altamente di quelle persone.
E poi un’altra cosa importante è il divertimento, voglio dire “Cos’è che fai solo per divertirti?”, “C’è qualcosa che fai solo per divertirti?”. Mi hanno fatto compilare una lista (Ndt. Bucket list); quindi prima di tutto meriti di più, poi liberarsi di tutti quelli che ti fanno sentire di merda, poi riposare il proprio corpo, prenderti tempo per te stessa e mi hanno fatto mettere insieme una lista delle cose che vorrei fare nella vita, ed è stato fantastico!
In poco tempo ti distolgono dalla sofferenza e ti aiutano a costruire una vita divertente. E’ abbastanza stregonesco il modo in cui funziona la terapia, è qualcosa di inconsapevole, non sai come cazzo facciano, ma di colpo inizi a vivere in modo diverso e a pensare in modo diverso. Sono stata in grado di costruire la vita che voglio, capisci che intendo? Quando hai un disturbo mentale credo sia importante lavorare con i servizi di prevenzione se uno dei tuoi sintomi è il pensiero suicidario.
SoM: Hai lottato con problemi interpersonali che ti hanno portato a pensieri riguardo al suicidio?
S: In quel periodo non prendevo i farmaci e al tempo stesso stavano succedendo molte cose molto stressanti. Se fossi stata sotto terapia forse avrei reagito in maniera diversa. Nel mio caso è stata solo la malattia che mi ha fatto pensare al suicidio, ma era una compulsione. Sono arrivata al punto in cui capisco come i sintomi del disturbo bipolare mi hanno fatto sentire come se stessi camminando sott’acqua.
SoM: Camminare sott’acqua… rende bene l’idea di come dovessi sentirti… bene Sinead, credo che tu sia stata veramente coraggiosa ed esaustiva nel raccontare la tua difficile storia, e ti voglio ringraziare a nome di State of Mind e di tutti quelli che affrontano la sofferenza mentale ogni giorno.