Piazze addio, anche col caldo i live rock si fanno al chiuso

Skunk Anansie all'Obihall a metà luglio. Antony and the Johnsons e Battiato al Mandela Forum il 31 di agosto. Organizzare concerti all'aperto implica costi troppo alti. Logistica complicata. Polemiche E così Prg e altri promoter fanno con quel che c’è.
Il concerto di Antony and the Johnsons il 31 agosto al Mandela Forum, insieme a Franco Battiato e all’Orchestra Toscanini (45 elementi, ogni artista proporrà canzoni del proprio repertorio ma non mancherà il duetto Del suo veloce volo, presente in Fleurs 2 del cantautore siciliano), è un evento importante per due motivi. Il primo: celebra l’arrivo a Firenze di Antony Hegarty, uno dei più sensibili, innovativi, elegiaci musicisti degli ultimi anni, genio umile e lungimirante che ha conquistato il cuore di tantissimi artisti, da Lou Reed - suo anfitrione - a Marina Abramovic, che l’ha voluto nello spettacolo sulla sua storia firmato da Bob Wilson. Il secondo: rilancia il Mandela Forum come spazio per eventi estivi in un momento di tale crisi che gli imprenditori della musica non se la sentono di organizzare concerti all’aperto, in luoghi non deputati come le piazze. «Abbiamo pensato che con la recessione avremmo dovuto ridimensionare il nostro lavoro - spiega Claudio Bertini della Prg, il promoter che porterà a Firenze la sera Antony-Battiato - non è più tempo di spendere energie e denaro per organizzare concerti in spazi che devono essere trasformati in teatri. Certo, Santa Croce è uno scenario suggestivo, ma il concerto di George Michael due anni fa ci costò 8 giorni di lavoro quasi ininterrotto e 90 mila euro sonanti. Antony and the Johnson con Battiato era un evento a nostro giudizio imperdibile, al quale valeva la pena offrire uno spazio indoor, sì, ma che ha la stessa capienza di Santa Croce, ovvero 7 mila persone, senza spendere soldi in infrastrutture. Questo significa che non siamo solo noi a risparmiare, ma anche il pubblico: il range del costo del biglietto andrà dai 27 ai 70 euro. Se avessimo organizzato quel concerto in Santa Croce i biglietti sarebbero costati in media 15 euro in più, in ogni settore».
Se chi organizza eventi dal vivo nelle piazze è esentato dalla tassa sul suolo pubblico, tantissime sono le uscite da mettere in conto. Previste e impreviste. Senza contare i problemi logistici, dai permessi per far entrare in centro i furgoni per lo scarico e il carico di materiale, al noeggio dei gruppi elettrogeni che costa svariati milioni, ai bagni chimici. All’estero, del resto, i concerti indoor d’estate sono una prassi: «Certo - prosegue Bertini - non consideriamo questa la soluzione definitiva, non si deve rinunciare al fascino dei concerti nelle piazze o nei parchi. In un momento di crisi pesantissima come quello che stiamo vivendo non ci possiamo permettere di affittare luoghi come la cavea del Teatro del Maggio che va dotata di tutto - palco, impianto luci - con spese onerosissime e rischi d’impresa troppo onerosi. Da tre anni il Mandela Forum può concedersi il lusso di ospitare eventi anche in piena estate: nel 2010, infatti, è stato dotato dal Comune di un impianto di aria condizionata in occasione dei mondiali di volley, aprendo di colpo una serie di possibilità. L’anno scorso, per esempio, fu affittato dai Testimoni di Geova in occasione di un loro raduno per tre fine settimana: intervennero 5 mila persone, senza nessun problema ». E che dire del prato delle Cornacchie alle Cascine, il cui allestimento richiede mesi di progetti e di lavoro che solo grandissimi artisti come i Radiohead possono giustificare.
Il concerto indoor nei mesi supercaldi è una soluzione provvisoria ma efficace che si è estesa anche ad altri spazi: dal Viper, che ospiterà l’unica data italiana dei Mudhoney il 31 maggio e il metal dei Saxon il 14 giugno, all’Obihall, dove il 18 giugno suoneranno gli Slayer e il 16 luglio gli Skunk Anansie. Fino al Teatro Verdi, dove l’11 settembre saranno dal vivo David Byrne insieme a Saint Vincent. Molti sono organizzati dalle Nozze di Figaro: Alessandro Bellucci giorni fa annunciò al nostro giornale di non rinunciare ai concerti dal vivo en plen air puntando sull’anfiteatro delle Cascine e sul dirimpettaio ippodromo delle Mulina. Oggi conferma, quel progetto sta per andare in porto e per trovare l’imprimatur del Comune: una manciata di live di buona qualità da giugno a settembre, e c’è già un primo nome ufficiale che si esibirà all’anfiteatro. I Lambchop. «Non dobbiamo dimenticarci che i grandi concerti estivi all’aperto non hanno solo un ritorno sociale, ma anche economico, di cui l’intera città gode - dice Bellucci -Noi stiamo cercando sponsor privati in modo da presentare il “numero zero” di un’iniziativa che, poi, potrà essere avviata nel 2014».