Londra racconta Amy Winehouse

Chi era Amy oltre a Amy Winehouse? Per parlare della persona, delle sue passioni, della sua intimità è stata allestita la mostra “Amy Winehouse: A Family Portrait”, in programma dal 3 luglio al 15 settembre al Museo Ebraico di Camden Town, quartiere a nord di Londra dove la cantante ha vissuto per tantissimo tempo.
Nell’esposizione, curata dal fratello Alex e dalla sorellastra Riva, si potranno ammirare, tra i vari oggetti, la sua prima chitarra, la sua collezione di dischi, i pass per i concerti, uno dei cinque Grammy Award vinti durante la breve carriera e molti degli abiti indossati durante i concerti, ma anche fotografie inedite e rarità.
La famiglia di Amy ha voluto cercare di ricordare il lato “oltre i riflettori” della cantante, tragicamente scomparsa tre anni fa e che il prossimo 14 settembre avrebbe compiuto 30 anni.
“Amy è sempre stata incredibilmente orgogliosa delle sue radici anglo-ebraiche – ha spiegato il fratello dell’artista, Alex Winehouse – Mentre le altre famiglie quando era bel tempo andavano al mare, noi scendevamo sempre nell’East End. Non eravamo religiosi, ma eravamo tradizionalisti. Spero che il mondo verrà a vedere quest’altro lato, che non appartiene solo ad Amy, ma alla nostra famiglia tipicamente ebrea”.
“La mostra non deve essere un santuario o un memoriale”, ha aggiunto Alex, che è anche il direttore creativo dell’Amy Winehouse Foundation -. Infatti ci saranno tanti oggetti della sua vita quotidiana, dalle foto di famiglia nel corso delle feste ebraiche, alla divisa scolastica, ai biglietti dei concerti che andava a vedere prima di diventare famosa. Si potrà vedere anche la chitarra che Amy amava di più. “La condividevamo – ricorda il fratello -; forse era il peggiore strumento musicale mai costruito ma per noi aveva un valore affettivo enorme. Per questo lei ci ha scritto molte canzoni e l’ha conservata anche quando si poteva permettere chitarre di gran lunga migliori”.
Il profilo pubblico della cantante si lega dunque a quello privato, nel tentativo di restituire in modo fedele l’immagine completa di una personalità dal fascino complesso e intrigante. Osannata in tutto il mondo, imitata e fonte di ispirazione per molti artisti, ha raggiunto il successo e la fama mondiale partendo dalla periferia della capitale inglese, per poi diventare protagonista della scena musicale mondiale. Un’ascesa folgorante, la sua, fino ai difficili giorni della lotta contro le dipendenze da droga e alcol, che la videro entrare e uscire diverse volte dai centri di disintossicazione.
Amatissima e controversa, sincera, irruenta e amante degli eccessi, oggetto di attenzioni morbose da parte della stampa, Amy mescolava le sue origini british con la grande tradizione di Aretha Franklyn e Dinah Washington. Ha pubblicato due soli album, “Frank” del 2003 e “Back to Black” del 2006 (il terzo, “Lioness: Hidden Treasures”, è uscito postumo nel 2011).
Per Abigail Morris, Ceo del Jewish Museum di Londra : “Amy Winehouse era un’artista dotata di un immenso talento, una vera e propria icona. E’ giusto che il museo ebraico nella sua amata Camden sia il luogo in cui raccontare la sua storia nell’anno in cui avrebbe festeggiato il suo trentesimo compleanno”.