Promesse d'Islanda

Ásgeir
In the silence
Provate a immaginare un incontro vocale tra Tim Buckley e suo figlio Jeff, John Grant, Bon Iver e Antony Hegarty e vi troverete di fronte all'incredibile mood ricreato da questa promessa della musica d'autore internazionale quale è Ásgeir.
Dalle prime note di questo suo disco d'esordio si entra in uno stato di trance e di abbandono nordico fatto di neve e di un silenzio quasi incredibile trattandosi di musica. La chitarra elettrica si dilata su un tappeto sonoro elettronico denso di misticismo su cui si incastona la voce di Ásgeir, (il nome completo è Ásgeir Trausti Einarsson), giovanissimo chitarrista (ha anche un gruppo rock che risponde al nome di The lovely lion) e cantante islandese e nuova promessa della musica proveniente dalla terra di Bjork e dei Sigur Ros. A dire il vero questo lavoro era uscito oltre un anno fa nel suo paese, ma il titolo "Dýrð í dauðaþögn" non lasciava ben sperare per una diffusione internazionale e solo adesso esce sul mercato estero grazie all'apporto di John Grant, che oggi vive in Islanda, voce degli Czars nonché autore di "Queen of Denmark" e molto amico del fratello maggiore di Ásgeir (che suona in un gruppo reggae in Islanda), che ha tradotto tutte le canzoni in inglese.
Figlio di musicisti (sua madre è insegnante di pianoforte e suo padre lo ha aiutato anche in alcune composizioni) il nostro ha iniziato a suonare all'età di sette anni e cita tra i suoi idoli musicali Bon Iver pur essendo un grande fan dei Nirvana. Diviso tra una carriera sportiva (la sua possente stazza gli ha consentito di praticare nell'adolescenza il lancio del giavellotto) e una artistica egli ha optato per quest'ultima pur restando nell'ombra dello stardom grazie alla sua umiltà e al suo carattere introverso. Un ascolto ripetuto di queste canzoni dà immediatamente il senso di un artista di spessore le cui composizioni mature e molto ispirate non tarderanno ad imporsi. Un giro su You Tube vi darà immediatamente il senso di tutto ciò. Tra i colori vocali si percepiscono davvero Bon Iver e Simon and Garfunkel (c'è in giro anche una perfetta esecuzione di "The sound of silence") anche se la necessità di una registrazione discografica fa eccedere, a volte, di ridondanza il tessuto di base che è essenzialmente acustico da vero e proprio folk singer. Brani come "Higher", "Head in the snow", "On that day", "In the silence", "Was there nothing", "Going home" non tradiscono le attese di un artista con le credenziali migliori per un futuro davvero roseo e di grande successo.
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