Vincent Cassel: «L’amore non si spiega»

Con Monica Bellucci si sono separati dopo 18 anni, qui, per la prima volta, lui spiega perché: «Come si fa a dire per sempre. La adoro ancora, ma la mia vita è più complessa di una promessa»
Mi dice che è contento delle foto per la copertina di Vanity Fair. E aggiunge, con uno sguardo un po’ ironico e un po’ vanesio: «Mi avete fatto mettere mezzo nudo, ma insomma…». Gli rispondo: e non va bene? Finché si può. Vincent Cassel scoppia a ridere, si schiaffeggia piano gli addominali a prova di critica e mi fa: «Ha ragione! Mi spoglio finché me lo posso permettere. Poi, la prossima copertina la faremo con addosso il cappotto».
Più passano gli anni (adesso ne ha 47, e da 25 fa l’attore), meno Cassel assomiglia all’immagine di ragazzo arrabbiato che lo ha reso famoso fin dai tempi di uno dei suoi primi film come L’odio, e sempre più assomiglia al padre, una leggenda del cinema francese, Jean-Pierre Crochon, noto con questo nome d’arte – Cassel – che il figlio ha voluto ereditare e che sta onorando con una bella e ricca carriera internazionale.
In questi giorni promuove La bella e la bestia di Christophe Gans, il regista del Patto dei lupi, che sarà fuori concorso al Festival di Berlino e uscirà in sala il 27 febbraio. Tra pochi mesi inizierà a girare, con Salma Hayek, Lo cunto de li cunti, il nuovo film di Matteo Garrone.
Benché il cinema spesso lo usi per rappresentare un modello di maschio spietato e un po’ cattivo (addirittura, la Bestia), di persona Vincent è un gentiluomo cosmopolita ed elegante, conversatore schietto e cortese. 
È appena arrivato da Rio de Janeiro e il colorito riflette un'aria di benessere. Gli occhi chiari, sempre rivolti al viso dell’interlocutore, sono sapientemente esaltati dal maglioncino di cashmere celeste e si capisce perché uno così piaccia tanto alle donne e perché, per diciotto anni, sia stato il compagno di un formidabile esemplare del genere femminile come Monica Bellucci, attrice italiana al cui nome i giornali anglosassoni spesso prepongono le parole «insanely beautiful».
C’è un’espressione in portoghese (lingua che Vincent parla alla perfezione, assieme all’inglese, al francese e all’italiano) che definisce le coppie come loro: casal vinte, ovvero «coppia 20», due che si meritano un 10 pieno a testa. Vincent e Monica ne erano il modello vivente. «Erano», perché – come è noto – dall’estate scorsa si sono separati, ma i loro rapporti sono rimasti più che amichevoli, un po’ perché hanno due figlie (Deva e Léonie, 9 e 3 anni) e un po’ perché, come ha detto la stessa Monica proprio a Vanity Fair, «l’amore non finisce, si trasforma».
La versione di Vincent? Leggete qui.

Ma cominciamo con i capelli. Sono completamente grigi! Non ha la tentazione di tingersi come fanno molti suoi coetanei, soprattutto se famosi?
«Lo faccio solo per i film. Una volta ho pensato di continuare a tingermeli anche dopo, ma poi mi sono chiesto: perché? È una schiavitù, e questa idea di investire tante energie nell’apparenza mi pare inutile, ti allontana dalle cose importanti. Poi, le dirò: così grigio non mi dispiaccio affatto».
La bella e la bestia è il remake di un grande classico del cinema francese, regia di Jean Cocteau, 1946: un film-gioiello, intoccabile.
«Io l’ho rivisto di recente e mi sono addormentato. Sì, è interessante vedere come a quei tempi fecero un film con effetti speciali poveri ma efficaci, ma la Bella era un po’ insignificante, e ormai, a parte qualche cinefilo, non credo che il pubblico abbia presente Cocteau. L’unica Bella e la bestia che si conosce è quella di Disney».
Immagino l’abbia visto anche lei.
«Ho due figlie quindi, a occhio, l’avrò visto almeno una ventina di volte».
La bella e la bestia è una favola, e tutte le favole finiscono con «Vissero sempre felici e contenti». Nella vita non è quasi mai così, come dimostra anche la fine del suo matrimonio con Monica. 
«Ogni coppia è diversa, ogni storia è diversa. Non entro nei dettagli, detesto questa cultura da portineria che sta imperversando in Francia, in questi giorni, con la vicenda Hollande. Davvero è interessante sapere con chi va a letto il presidente della Repubblica?».
Nel vostro caso non ci sono stati gossip, avete annunciato la separazione. Un modo per impedire agli altri di impicciarsene troppo?
«Forse. Tutto quello che posso dirle è che sono felice di avere condiviso diciotto anni di vita con una donna straordinaria come Monica. La adoro e sarò sempre al suo fianco». Non prova alcuna amarezza per la fine di questa storia?
«No, va tutto benissimo. Niente rimpianti né rimproveri. La vita è così, non si può controllare tutto. Con Monica continuiamo a vederci, a passare insieme molto tempo, a condividere tante cose nell’interesse delle bambine, e non solo. Alla fine, le dirò, non è cambiato niente. È solo che non siamo più sposati».
L'intervista completa sul numero di Vanity Fair in edicola dal 5 febbraio

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