Che fine ha fatto la generazione Erasmus?

Lo racconta "Casse-tête chinois" del francese Cédric Klapisch

Le saghe cinematografiche non sono solo blockbuster fantasy ma (qualche volta) anche commedie. Ne è un esempio l'ideale trilogia del francese Cédric Klapisch, composta da L'appartamento spagnolo (2002), il meno fortunato Bambole russe (2005) e ora questo Rompicapo a New York (in originale Casse-tête chinois). Klapisch, soggettista, sceneggiatore e regista, nei tre film ha sempre impiegato gli stessi attori principali, filmandoli nel passare del tempo. Romain Duris come l'Antoine Doinel di Jean-Pierre Léaud (che sarà premiato a Locarno) per Truffaut. Con accanto Audrey Tautou (Amélie e il suo favoloso mondo sono ormai archiviati), Kelly Reilly e Cécile de France. Sono diventati quattro quarantenni incasinati a livello famigliare e sentimentale. L'intento del regista è di continuare a monitorare una generazione obbligata a tenere il passo con il mondo che cambia. È la generazione Erasmus ritratta nel primo film, oggi alle prese con tutti i problemi delle famiglie allargate e in trasferta in una New York che guarda alla Cina. Duris è uno scrittore. Ha sposato la Reilly ma ha divorziato e quando lei si trasferisce a New York la segue per stare vicino ai due figli; nel frattempo ha donato lo sperma per permettere all'amica lesbica Cécile de France di avere un bambino e a New York approda anche l'ex fidanzata Tautou, diventata manager in affari con gli asiatici. Solo per ottenere la green card, Duris sposa un'americana di origine cinese, abita a Chinatown e deve tenere a bada il funzionario dell'immigrazione che subodora un matrimonio di facciata. Tra mogli, amanti, figli, parenti e altri estranei, l'eterno Peter Pan finirà il suo romanzo. La vita è molto complicata racconta il regista con leggerezza e a volte disinvolta superficialità. Nei momenti migliori c'è uno sguardo acuto sulle assurdità della multietnica società statunitense, mentre il perplesso Duris dialoga interiormente con Schopenhauer ed Hegel che vanno a fargli visita ricordandogli massime di vita già valide ai loro tempi.
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