James Franco, il libro di poesie

“Sono una creatura notturna, /E io sono qui per ingannare il tempo. /Potete vedere il tempo e la stanchezza/ Facendo attenzione alla mia faccia/ Tra 50 anni/ Il mio sonno sarà la morte/ Vado come il resto/ Ma io ho interpretato/ Tutti i giochi e tutti i ruoli”. Scrive (la traduzione è nostra, ce ne prediamo tutti i demeriti del caso) il più intellettuale dei sex symbol di Hollywood nel suo primo libro di poesie. Che James Franco (una strepitosa carriera da attore che abbraccia anche la regia) avesse il pallino della scrittura era noto, non fosse altro per la dozzina di sceneggiature che conta il suo curriculum (l’ultima delle quali quella di Child of God, film di cui è anche regista presentato a Venezia l’anno scorso) e anche della raccolta poetica si sapeva. Quello che non si poteva prevedere era l’esito alquanto favorevole da parte della critica. Anne Waldman, ad esempio, paragona l’eclettico attore ad un uomo del Rinascimanto.  David Orr, invece, nella lunga recensione sul New York Times pur sostenendo che il libro non è “completamente buono” (e lo paragona ad un buon saggio studentesco), dice anche che non è completamente cattivo, insomma, c’è del buono. A cominciare dall’editore, Graywolf, uno dei migliori editori di poesia americana, abituato a pubblicare “poeti veri” come Tony Hoagland o Frank Bidart  e dice: “Questo libro è pensato per i lettori di poesia reali, così come i seguaci su Twitter di Franco, tutti i 2,2 milioni”.
Directing Herbert White è una raccolta divisa in sette sezioni, le poesie sono scritte in versi liberi con strofe realizzate come paragrafi allungati. Lunga la lista delle persone famose che s’ incontrano e icone talvolta dolenti: James Dean, Monica Vitti, Catherine Deneuve, Sal Mineo, Heath Ledger, Lindsay Lohan. Ma l’autore sembra riflettere soprattutto su sé, sulla propria fama e i ruoli che ha abitato, da Hart Crane ad Allen Ginsberg all’amante di Harvey Milk. E così ecco che Franco realizza un’autorevole riflessione sl mondo del cinema. Ed ha le carte per farlo. Le migliori poesie, per il critico del NYT sono i sei sonetti dedicati ad altrettanti film, “in cui è possibile percepire l’intelligenza cauta che emerge nella sua recitazione”. Ecco l’inizio del sonetto  dedicato a 8 e 1/2 di Federico Fellini:

Marcello is fatigued. A passive-aggressive genius,
A man wrapped in himself: art, mistress, and wife.
He goes to the spa, why? At the spa, people in white
Walk about the plaza, there is a fountain, everyone is rich.

La poesia conclude:

Fellini’s getting old, inspiration dries up, but here,
This despair is nice because it is the sorrow of an artist.
An important artist has important despair, and everything
He does can go on the screen: sex, religion, fear.
A confession of pain and proclivities..

Magari torneremo a parlarne se e quando il libro sarà tradotto anche in Italia, a conclusione ci sentiamo di condividere il pensiero di Orr quando dice che “la poesia è la sorella debole delle sue arti di pari livello, alternativamente ignorata o fasciata come l’invalida del 19 ° secolo, e che cambierà soltanto per mezzo di un lungo, noioso e forse inutile sforzo di persuasione. Forse è una benedizione avere un James Franco in questa lotta”.
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