Romain Duris è donna in Une nouvelle amie, curioso film gender di Ozon

È uscito in Francia il nuovo lavoro del regista francese su un vedovo travestito da donna.
Simone De Beauvoir diceva che "non si nasce donna: lo si diventa". Il celebre aforisma si adatta alla perfezione a "Une nouvelle amie", ultimo, curioso lavoro del prolifico François Ozon, uscito ieri nelle sale francesi (non ha ancora una distribuzione italiana). Si tratta di un bizzarro film gender piuttosto intrigante che innanzitutto è multigenere come stile cinematografico: oscilla infatti con una certa fluidità fra la commedia almodovariana, il thriller sentimentale e il melò ospedaliero.
È tratto da un racconto della maestra inglese del giallo introspettivo Ruth Rendell, risalente al 1985, da cui, ai tempi, lo stesso Ozon voleva trarne un cortometraggio, progetto poi abbandonato per mancanza di fondi. Riprende un tema caro al regista francese, quello dell'ambiguità sessuale vista come percorso di genere orientato alla scoperta della propria identità profonda. Dopo la morte dell'inseparabile migliore amica Laura (Isild Le Besco), la fragile Claire (una vibrante Anaïs Demoustier) scopre che il marito di Laura, David (Romain Duris), rimasto solo ad allevare la figlia neonata, ha l'hobby di travestirsi in privato da donna. 
Inizialmente scioccata ma poi attratta da questa 'nuova amica' in cui un pericoloso transfert psicologico le fa rivedere la sua amata Laura, convince Virginia/David a uscire sempre più spesso di casa in abiti femminili, scatenando la gelosia del pacato consorte Gilles (Raphaël Personnaz). Il soggetto sembra uscito dritto dritto dall'immaginario almodovariano - l'iniziale titolo di lavorazione era "Je suis femme" cioè "Sono donna" - di cui si respirano echi di "Tacchi a spillo", "Parla con lei" e "La pelle che abito" ma senza l'afflato passionale del grande Pedro (ricordiamo che non a caso Almodóvar ha tratto dalla stessa autrice il sanguigno "Carne tremula"). La parte più debole del film è infatti quella centrale, un po' leziosa, in cui le 'nuove amiche' si trastullano tra belletti e shopping, per riacquistare interesse quando il gioco seduttivo sembra coinvolgere anche il marito Gilles (ci sono anche due belle scene di sesso, una accennata e l'altra dettagliata, piuttosto ardita).
Anche se Romain Duris travestito da donna sembra voler prima convincere se stesso che il pubblico - la sua mascolinità non viene affatto celata da trucco e parrucco femminile con effetto un po' straniante -, il messaggio del film è una vera e propria apologia della fluidità gender e dell'imprevedibilità sessuale (David/Virginia resta attratto dalle donne).
L'apoteosi queer, in cui si percepisce un senso di militanza per altro piuttosto raro in Ozon, è la scena in cui Claire e Virginia si recano in una discoteca popolata da una vivace fauna lgbt e una drag ispirata (Bruno Pepard) canta in lip-synch una trascinante hit degli anni '70, la splendida "Une femme avec toi". A tratti emerge tutto il fascino davvero mistery del travestimento inteso non come provocazione carnevalesca ma come esteriorizzazione anche sofferta di una profonda ricerca interiore - "Essere donna è un lavoro" dice a un certo punto Claire - ancora spiazzante a livello sociale (Virginia viene derisa o ridotta a mero oggetto del desiderio da parte di uno spettatore in un cinema: il regista stesso in un insolito cameo).
Senza raggiungere la compiutezza dei grandi film di Ozon quali "Sotto la sabbia" e "Il tempo che resta", quest'ultimo lavoro rappresenta un ulteriore, significativo tassello di una filmografia quanto mai attenta all'evoluzione del concetto d'identità sessuale in contesti resi molto più borghesi di quello che sembrano nell'epoca evoluta - almeno in Francia - del matrimonio per tutti.
E speriamo che i distributori italiani si accorgano di "Une nouvelle amie" e lo acquistino quanto prima, sennò Claire e Virginia hanno davvero il tempo di diventare inossidabili, vecchie amiche.


http://www.gay.it/news/Romain-Duris-e-donna-in-Une-nouvelle-amie--curioso-film-gender-di-Ozon