Addio al documentarista Albert Maysles, firmò "Gimme Shelter" sugli Stones

Il regista e produttore americano Albert Maysle, uno dei pionieri del documentario, è morto a New York a 88 anni.
Diventato famoso negli anni Settanta grazie al film Gimme Shelter sui Rolling Stones. Lavorava con suo fratello David, scomparso nel 1987, e si è fatto conoscere anche grazie al primo film sugli ospedali psichiatrici nell'ex Unione Sovietica nel 1955.
Psicologo di formazione, Maysles, a cui in luglio il presidente Barack Obama aveva consegnato la Medaglia Nazionale per le Arti, era una grande sostenitore del cinema verità. In un'intervista nel 2007 aveva dichiarato: "Quello che un documentario può fare magnificamente è di insegnarci che cosa è il mondo vero. Se non c'è la verità non c'è vera conoscenza". Gimme Shelter, sulla tournée nord-américaine dei Rolling Stones del 1969, lo aveva reso celebre. Nella sua filmografia anche Grey Gardens (1975), ritratto delle cugine di Jacqueline Kennedy Onassis. Uno dei suoi ultimi  lavori Iris del 2014 è dedicato all'icona della moda ed esperta in design Iris Apfel. Mentre il suo prossimo film, In Transit, uscirà il mese prossimo al Tribeca Film Festival.
A chi gli chiedeva perchè la gente che appariva nei suoi film accettasse di farsi riprendere, Maysles rispondeva con una citazione di Nietzsche: "Ogni nocciola, anche la più piccola, vuole essere aperta". Autore di una trentina di documentari tra cui Salesman sui venditori di Bibbie porta a porta nel Sud, Primary sulla campagna di JFK nel 1960, What's Happening! The Beatles in the USA, Mayles era nato a Boston nel 1926.
"Fare un film non è trovare la risposta a una domanda. E' cercare di catturare la vita com'e", aveva spiegato nel 1994 in una intervista al New York Times la sua tecnica di non intervistare i soggetti dei suoi documentari. Questa immediatezza era la caratteristica dei film dei fratelli Maysles a cui nel 1970 Gimme Shelter sul tour americano dei Rolling Stones diede fama planetaria. Quel documentario includeva fotogrammi di un fan accoltellato a un concerto della band in California e l'ammirazione per i critici fu in parte bilanciata da accuse di aver strumentalizzato un atto di violenza. Preoccupazioni di altro tipo di strumentalizzazione erano emerse cinque anni dopo con Grey Gardens, il doppio ritratto delle cugine di Jackie Kennedy, Edith Bouvier e la figlia Edith Bouvier Beale, che vivevano nello squallore - e in stato di confusione mentale - in una villa decrepita degli Hamptons. Quel film catturò l'attenzione del pubblico per decenni: nel 2009 ne hanno fatto un remake Jessica Lange e Drew Barrymore per HBO che ha vinto sei Emmy tra cui uno per il miglior film per la televisione.