Anniversari Leggendari: Cher arriva a 50 anni di carriera

A 50 anni dall’inizio della sua carriera, abbiamo deciso di celebrarla con un mega-post biografico! La più longeva leggenda del Pop decennio per decennio
Non è da tutti continuare a far parlare di sé ed a proporre materiale che interessi per molti decenni. E’ difficilissimo riuscire a sfidare le mode mentre esse mutano, adattarsi alle epoche, capire come colpire un pubblico diverso da quello che ti supportava agli inizi, ed è per questo che molti artisti soccombono travolti dal ricambio generazionale, sparendo così completamente dalla scena.
Dunque, coloro che riescono a restare in auge per moltissimo tempo ed a superare ostacoli di questo tipo vengono spesso considerati delle leggende, degli artisti a cui guardare come modello, da cui prendere spunto, da imitare per poter ottenere una carriera che sia anche solo lontanamente paragonabile alla loro.
Non è però da tutti raggiungere certi livelli, e così le leggende restano pochissime in ambito musicale. Una di esse è senza alcun dubbio la superstar americana Cher.
Donna eclettica e camaleontica, ma anche dotata di un talento immenso, quest’oggi Cher festeggia il cinquantesimo anniversario dal suo debutto musicale. Per l’occasione noi di R&B Junk abbiamo deciso di ripercorrere la sua grande carriera, fatta di alti e bassi ma che ha sempre saputo reinventarsi. Incominciando dai suoi primissimi passi…
Nata dall’unione tra i profugo armeno John Sarkisian e dalla cantante, modella e attrice americana (non famosa) Jakie Jean Crouch, Cherilyn Sarkisian sogna fin da bambina di avviare una carriera nel mondo dello spettacolo, nella speranza di poter avverare i desideri che sua madre non è mai riuscita a trasformare in realtà.
Le difficoltà economiche della famiglia ed il divorzio dei genitori non le impediscono di prendere lezioni di recitazione e di iniziare a frequentare il mondo dello spettacolo: per un caso fortuito, la futura diva stringe amicizia  con un certo Salvatore Bono, uomo italoamericano che lavorava in un importante studio di registrazione di Hollywood.
L’assenza di una corista spinse Bono a sostituire la donna con colei che è ormai diventata la sua compagna. La sua voce colpì molto i proprietari dello studio, e Cher divenne dunque una corista stipendiata, dando inizio alla sua carriera canora…
Forte di uno strumento vocale particolarissimo e di una grande bellezza, Cher inizia così a farsi strada nel musicbiz, ma continuando a ricoprire un ruolo assolutamente marginale: l’artista cerca di diventare famosa con lo pseudonimo di Bonnie Jo Mason, ma la sensualità della sua musica (siamo tra gli anni 50 e 60) fa sì che i suoi brani siano completamente snobbati dalle radio.
L’artista però non si arrende e decide di dare inizio alla sua carriera insieme allo stesso Salvatore. I due scelgono prima lo pseudonimo di Caesar & Cleo, ma dopo i primi flop optano per il più fortunato Sonny and Cher. E così, il 9 luglio 1965 viene pubblicato il loro singolo di debutto “I Got You Baby”, il quale riesce a diventare una grande hit internazionale.
A questo successo ne seguiranno molti altri, e così l’album “Look at Us” riuscirà a diventare un vero e proprio best seller, regalando alla coppia la fama internazionale.
Qualche mese dopo, Cher debutta anche come solista con l’album “All I Really Want to Do”, ottenendo un buon successo e la sua prima top 20 hit da solista nella Billboard Hot 100. Il disco ottiene critiche ottime e dona a Cher una grande popolarità, avverando così i sogni della ragazza.
La vera affermazione arriva, tuttavia, qualche anno più tardi, con il grandissimo successo mondiale di “Bang Bang”, singolo estratto dal suo secondo album “The Sonny Side of Cher”. In realtà, il successo di quest’album è inferiore a quello del precedente, ma il singolo da noi citato è rimasto nell’immaginario collettivo come un simbolo di quegli anni, permettendo così a Cher di lasciare il suo primo segno indelebile nella storia della musica.

Se volete apprezzarla in una versione più moderna…
Proprio in questo periodo, la star prova ad emergere anche in quello che allora era ancora uno dei mercati musicali più influenti sulla scena internazionale. Sto parlando dell’Italia, sede di una manifestazione allora molto più importante di quanto lo sia oggi: Il Festival della Canzone Italiana o Festival di Sanremo.
Nel 1967 Cher, stimolata dal grande successo che “Bang Bang” ottenne anche da noi, partecipa alla manifestazione sia con Nico Fidenco che in coppia con lo stesso Sonny. I brani sono rispettivamente “Ma Piano (per non svegliarmi)” e “Cammino di ogni Speranza”, ma non vengono apprezzati dalla giuria che li estromette dalla gara.
Pur sapendo che difficilmente compiacerà i vostri gusti, vi postiamo uno dei due brani…

Dopo il grande successo ottenuto in pochissimo tempo, Cher & Sonny (ma anche Cher da solista) persero rapidamente terreno non riuscendo ad evolvere il loro stile ed a confrontarsi col mutare del gusto del pubblico. Questo a causa principalmente dei loro ideali, molto diversi da quelli che hanno animato il mondo verso la fine degli anni 60.
Ogni altro prodotto targato Cher rilasciato verso la fine negli anni 60 è dunque un flop colossale, compresi il suo debutto da attrice in “Chastity” ed il meraviglioso album “3614 Jackson Highway” (che a dispetto della performance commerciale inesistente fu letteralmente idolatrato dalla critica).
Proprio quando la loro carriera sembrava finita, Sonny and Cher ebbero però un’idea grandiosa: quella di darsi alla televisione. Mixando la musica alla recitazione comica, i due ottengono il favore della critica e del pubblico, al punto che il loro programma più fortunato “The Sonny & Cher Comedy Hour” sarà una delle 10 trasmissioni televesive più seguite d’America fino al 1974.

Il successo ritrovato dal duo permette a Cher di avviare una carriera fortunatissima da solista. L’album “Gypsy, Tramp e Thieves” ottiene un grandissimo successo in tutto il mondo, così come i singoli da essi estratti, in particolare la title track (una up tempo country) e “The Way Of Love”, splendida ballad in cui Cher emoziona con un uso fantastico del suo strumento vocale.



Da ciò Cher ricava una popolarità mai vista fino a quel momento: la sua fama diviene forte in tutto il mondo trasformandola in una vera icona di stile. Cher distrugge il mito della ragazza americana biondissima ed angelica, si pone come artista anticonformista e diversa dal resto, in primis grazie ad un modo di vestire decisamente provocante per l’epoca…
Con Jeans e top che lasciano spesso scoperto l’ombelico (un po’ come farà anche Raffaella Carrà qui in Italia), Cher scandalizza la società perbenista dell’epoca, diventando una delle prime popstar ad opporsi al conformismo. Immaginate se i borghesucci di allora avessero visto Miley Cyrus e simili… oggi sembra davvero assurdo scandalizzarsi per questo….
Il suo successo era tale che fu creato anche un modello di Barbie in suo onore…
Ad ogni modo, dopo che anche gli album successivi “Half-Breed” e “Dark Lady” riescono ad ottenere un successo immenso, Cher inizia ad essere insofferente a Sonny, diventato possessivo ed intenzionato a controllare la vita e la carriera dell’ormai molto più famosa moglie.
E così, mentre il successo di Cher aumenta sempre più, quello di Sonny and Cher svanisce. La coppia presto divorzia, ed a poco servirà continuare a lavorare insieme senza essere più uniti nella vita privata. Il ritorno in tv verso la fine degli anni 70 sarà un fiasco, il tutto mentre l’album di Cher “Star” diventa uno dei più grandi successi di pubblico.
Ormai la carriera di Cher va a gonfie vele, mentre quella del duo non ha più alcun senso, soprattutto dopo il successo del primo show da solista di Cher, “The Cher Show”. In futuro, Sonny si dedicherà principalmente alla politica, mentre Cher continuerà sulla sua strada. A parte qualche sporadica reunion, il duo conclude qua la sua vita, ma in futuro avrà comunque altre onorificenze…
Dopo l’enorme successo musicale ottenuto nella prima metà anni ’70, la Cher cantante ricomincia negli anni successivi. In quel periodo l’artista rilascia moltissimi dischi che tuttavia passano completamente inosservati, dando vita ad uno dei periodi più bassi della sua carriera.
I “Black Rose”, band hard rock da lei formata col suo nuovo compagno, non riescono mai a decollare (ricordiamo che la presenza di Cher nel gruppo non fu resa nota), ed anche l’album successivo “Paralyze” si rivela un flop sia di pubblico che (per la prima volta) di critica.
Allora l’artista decide di coltivare la sua seconda passione: quella per il cinema. Film “Good Times” non ottengono successo, e la critica ritiene Cher inadatta per questo ruolo.
In questo periodo, tuttavia, una nuova provocazione permette all’artista di far parlare di sé: durante un’ospitata nel celebre salotto televisivo “The David Letterman Show”, l’artista dà dello stronzo al conduttore in diretta televisiva… ok che gli ’80 furono il decennio del cambiamento dei costumi, ma parliamo comunque di 30 anni fa, dunque potete immaginare tutto quello che ne derivò.

In ogni caso, dopo i primi fallimenti da attrice, di colpo Cher riesce a conquistare pubblico e critica con alcune interpretazioni molto fortunate. Qualcosa inizia a muoversi già nel 1982, anno in cui con “Come Back to the Five”, film che ottiene finalmente successo di pubblico e di critica e fa vincere all’artista il suo primo Golden Globe.
La vera affermazione, tuttavia, arriva nel 1985 con “Silkwood”, film in cui Cher recita al fianco di Meryl Streep e grande inno all’amore lesbo. Il lungometraggio, che ha fatto sì che Cher iniziasse ad affermarsi come una delle più grandi icone gay della storia, le fa ottenere la sua prima candidatura all’Oscar.
Un altro grande successo sarà ottenuto con “Dietro la Maschera”, che regalerà a Cher un premio a Cannes. Ormai il suo talento di attrice è riconosciuto universalmente.
Il 1987 si rivelerà un anno davvero importante per la sua carriera di attrice. Cher recita infatti in ben 3 pellicole, tutte di grande successo. I film in questione sono: “Le streghe di Eastwick” (commedia nera), “Suspect – Presunto Colpevole” (thriller) e “Stregata Dalla Luna” (commedia).
Quest’ultimo lungometraggio, in particolare, permette a Cher di vincere uno dei premi più importanti della sua carriera: l’Oscar per la miglior attrice protagonista. Si tratta del riconoscimento massimo per un’attrice, e Cher può finalmente vedersi riconosciuta come un’artista immensamente talentuosa anche in questo campo.
La vittoria di questo riconoscimento sarà molto importante per lei, ma ciononostante (forse proprio per via della sua rinnovata popolarità) Cher decide di tornare al suo primo amore: la musica.
Dopo averci lavorato per un bel po’, Cher ritorna ad essere attiva nel musicbiz nel 1989 con “Heart of Stone”, un album molto rock con cui l’artista trasforma la sua immagine avvicinandosi moltissimo allo status di rocker. Ciò avviene in primis con la controversa copertina, in cui l’interprete simula un teschio…
Ma anche a livello musicale. Questa direzione sarà molto ben vista sia dal pubblico che dalla critica, tant’è che l’album diventerà il più venduto da Cher fino a quel momento. Il grandissimo successo del disco sarà supportato anche da quello dei singolo, in particolar modo di “If I Could Turn Back Time”, il quale diventa di diritto uno dei singoli più conosciuti della sua intera carriera.
Con un ritmo potente ed infettivo, questa canzone pop rock riesce ad imprimersi facilmente nella memoria dell’ascoltatore, A far discutere molto sarà anche il videoclip ufficiale del brano, frangente in cui una Cher ancora bellissima indossa un abito semitrasparente al fine di mostrare il tatuaggio che si era fatta su una delle natiche.

Per la promozione del disco, Cher affronta anche il suo primo tour da solista. Davvero curioso come un’esperienza che di solito si affronta al primo anno di carriera nel suo caso sia arrivato molto tardi, ma abbiamo già visto come Cher abbia costruito la sua grandiosità non su risultati incredibili ottenuti in singole circostanze, ma su una costanza ed una versatilità davvero invidiabili…

Gli anni 90 iniziano così così per la Cher attrice, ma molto bene per la Cher cantante. Cher recita infatti in “Sirene”, un film apprezzatissimo dalla critica ma un po’ maltrattato al botteghino. Dalla sua colonna sonora viene tuttavia estrapolata una delle canzoni più fortunate della sua intera carriera: la frizzantissima “The Shoop Shoop Song”.
Il brano non fa granché in USA, ma in compenso diventa la sua più grande hit (fino a quel momento) in Europa, continente che in passato l’aveva si apprezzata ma molto di meno rispetto alla patria. Le vendite del singolo arrivano a quota 6 milioni di copie, niente male per l’epoca (in cui gli album vendevano molto ed i singoli relativamente poco), soprattutto se consideriamo l’assenza di supporto degli States.
Tuttora il pezzo viene trasmesso abbastanza spesso dalle radio italiane…

La situazione di Cher continua ad andare su questa stessa scia anche con l’album “Love Hurts”. L’album non ottiene riscontri positivi in USA, ma si trasforma in un grandissimo successo in Europa, grazie anche ad un’immagine d’impatto creata attraverso l’utilizzo di parrucche di un rosso acceso…
Ovviamente, in questa situazione l’interprete decide di concentrarsi prevalentemente sull’Europa, proponendo dunque per la prima volta una serie di concerti proprio sul Vecchio Continente.

In quegli anni non mancano, tuttavia, attività che non c’entrano nulla con la musica. Ecco la nostra Cher in versione istruttrice di fitness!

A questo punto, concluso il contratto con la label, Cher rilascia il suo primo GH “1965-1992″, un progetto che tuttavia non potrà seguire bene a causa della diagnosi di una malattia virale che le causerà un affaticamento eccessivo. Per questo motivo, Cher si terrà per un po’ lontana dalle scene, limitandosi a qualche sporadica apparizione in qualche film.
Nel 1995 la carriera musicale di Cher ha tuttavia una linfa nuova: firmato un contratto con la Warner Bross, l’artista rilascia l’album di cover “It’s a Man World”.

L’album non ottiene un grande successo, ma come avvenuto in passato Cher si rifà con il lavoro di attrice in “Tre Vite nello Specchio”, un vero capolavoro incentrato sul tema dell’aborto in cui l’artista debutta anche come regista. Il successo e l’impatto emotivo della produzione sono molto forti, e fanno scoprire un nuovo lato di Cher, a quanto pare capacissima di interpretare anche ruoli non tanto comici…

In seguito alla morte di Bono, quasi come un segno del destino Cher riesce ad arrivare all’apice della sua carriera musicale. Siamo nel 1998 e Cher decide di reinventarsi per l’ennesima volta buttandosi su un genere che non aveva mai sperimentato, ma con il quale a partire da questo momento sarà sempre identificata: la dance.
Il 19 ottobre 1998 Cher rilascia “Believe”, una canzone incentrata su un amore finito che l’interprete affronta con filosofia, rinfacciando a tale ex come sia ormai lui a non poter più vivere senza l’amore. Il brano è un vero capolavoro nel suo genere, ed è anche molto innovativo in quanto introduce l’autotune nel mondo della musica, dando inizio ad una moda che, che sapete, avrà un largo seguito.
Il successo di questo pezzo fu mastodontico. No.1 in 21 paesi diversi, singolo più venduto del 1999 nel mondo, singolo più venduto dell’anno anche negli States (che ultimamente la stavano un po’ snobbando) critiche positive come se piovessero. A 34 anni dal suo debutto, Cher arrivava davvero al momento migliore della sua carriera.

Quando un immenso capolavoro come questo ottiene un simile successo, è inevitabile che l’interprete sia investita da una vera pioggia di premi. E così, dopo tutti questi anni, Cher riceve finalmente il riconoscimento massimo per un cantante: la vittoria di un Grammy Award. La categoria è “best dance recording”.
Forte di tutto ciò, la diva fu anche chiamata per interpretare l’inno americano al Super Bowl del 1999, dando vita ad una performance a dir poco meravigliosa che emozionò i giocatori ed il pubblico. Cher torna finalmente ad essere considerata una numero 1 anche in America.

Ovviamente, dopo un singolo così venduto, il resto dell’Era non poteva non andare alla grandissima, e così anche l’album “Believe” fu un grandissimo successo, diventando il progetto più venduto della sua intera carriera.
Fa davvero strano pensare a come un’artista possa ottenere sia l’album che il singolo di maggior successo a 34 anni di carriera: del resto la maggior parte delle popstar esplodono subito dopo il loro debutto per poi vedere i loro numeri calare nel corso del tempo, ma ormai ci siamo resi conto di come questa donna sia assolutamente atipica da quasi tutti i punti di vista.
Oltre all’album, anche tutti i singoli successivi ottennero un grandissimo successo, nonostante la concorrenza molto accesa (ricordiamo che in quel periodo in cui venivano fuori newbie come Britney Spears e Christina Aguilera). Tra di essi ricordiamo soprattutto le meravigliose “Dov’è L’amore” e “Strong Enough”… altri due indimenticabili capolavori.



Questo meraviglioso periodo viene concluso da Cher con il suo debutto da scrittrice. La poliedrica artista rilascia infatti “The First Time”, autobiografia che otterrà un successo enorme nelle librerie. Molto ampio sarà anche il successo del film “Un té con Mussolini”, che la vedrà di nuovo al fianco di grandi nomi del cinema come Maggie Smith.
Infine, dopo aver pubblicato altri due GH (uno per l’America, uno per l’estero) Cher torna in tour, dando vita (indovinate un po’) al suo tour di maggior successo in assoluto.

Con l’inizio del nuovo millennio, Cher ritorna temporaneamente al rock alternativo con un album totalmente svincolato dalle regole del mercato: “not.com.mercial”. Il disco fu venduto soltanto su internet, un metodo davvero innovativo per l’epoca, che oggi viene preso in esame da chiunque abbia paura di non vendere abbastanza copie con una release nei negozi.

Nonostante la release di un progetto anticonformista come questo, Cher non rinuncia certo a conservare un’immagine da popstar, anzi lascia che venga messa in commercio una nuova versione della Barbie Cher.
A questo periodo risale, inoltre, anche una delle pochissime collaborazioni della carriera di Cher. La diva sceglie di duettare con una delle popstar italiane più famose di sempre, uno dei pochi cantanti nostrani che nella sua carriera è riuscito a portarsi in studio moltissime superstar planetarie: Eros Ramazzotti.
Il brano in questione è “Più che Puoi”, una delle tante canzoni “itanglish” del cantante. Non si tratta di uno dei suoi duetti più fortunati, ma il successo internazionale dell’album “Stilelibero” la aiutò a farsi apprezzare dal pubblico italiano.

Visto l’enorme popolarità di “Believe”, Cher decide di continuare a puntare sulla dance anche con il suo follow up. “Living Proof” viene pubblicato 19 novembre 2001 e, sebbene in proporzioni immensamente inferiori rispetto al predecessore, si rivela un altro progetto di grande successo internazionale nonché il suo debutto migliore nella Billboard 200 (fino a quel momento).
La stessa interprete si rivelerà davvero soddisfatta di questo progetto, tant’è che in un’intervista affermerà:
“Penso di aver cantato meglio in questo album che in tutti quelli precedenti”
Il primo singolo “The Music’s No Good Without You” riesce ad essere una hit ma non sfiora minimamente il successo dei singoli provenienti dal precedente album, pur trattandosi di una traccia potente e particolare, in cui Cher rende ancora più interessante il suo particolare utilizzo di autotune
Un caso davvero particolare il suo, in cui questo programma di certo non serviva a coprire determinati difetti vocali (ed i suoi live lo testimoniano).

La “Living Proof Era” non solo fu un altro grande successo (vendite dei singoli successivi a parte) per Cher, ma fu anche lunghissima: pensate che il tour messo in atto per la sua promozione, il “Living Proof: The Tour”, durò la bellezza di 4 anni (2002-2005)!
In realtà, all’inizio la tournée doveva comprendere solo 30 date, ma il successo degli spettacoli portò l’artista ed il suo team ad aggiungerne sempre di più fino a dare il via al tour più lungo della sua intera carriera, da solista e non. Un altro grandissimo successo veniva dunque archiviato da questa intramontabile donna.

Oltre che per queste ragioni, la “Living Proof” Era va ricordata anche per un altro motivo. Sto ovviamente parlato della meravigliosa “Song for the Lonely”, una power ballad dance che Cher dedicò all’attentato dell’11 settembre 2001.
Cher cercò di confortare la sua nazione con un bellissimo inno motivazionale, per il cui video rinunciò allo status di diva per mettersi alla pari delle persone comuni, ergendosi a paladina che guida lo Stato nella ricostruzione dopo la tragedia. Una novella “La Libertà che Guida Il Popolo” di Delacroix, insomma.

Conclusa questa Era ed il lunghissimo tour, Cher è quasi quota 40 anni di carriera. Per questo motivo rilascia il suo “Best Of” e decide di prendersi un periodo di pausa dallo showbiz, il quale la terrà lontana soprattutto dal mondo della musica.
Noi amanti di questa parte della sua artisticità la vedremo soltanto in alcune premiazioni musicali: nel 2002 Billboard le assegna infatti il “Lifetime Achievement Award” per i suoi 40 anni di carriera e il “Dance Club Play Artist of the Year” per i successi ottenuti nella “Hot Dance Club Play”, classifica in cui tuttora Cher è considerata una delle migliori hitmaker.
Ha dunque inizio una lunga pausa per la nostra diva, che la vedrà lontana dalle scene fino al 2008. In questa annata, per il lauto compenso di 60 milioni di dollari, Cher ritorna ad esibirsi con una recidency di ben 3 anni al “The Colosseum at Caesars Palace” di Las Vegas, una grande occasione per i fan che non la vedevano esibirsi da tempo ed il modo migliore per concludere il decennio!
Il nuovo decennio inizia alla grande per Cher! Nel 2010 le viene assegnato il Glamour’s Woman of the Year Lifetime Achievement award. L’anno successivo, l’artista ritorna contemporaneamente al mondo del cinema che a quello della musica con “Burlesque”, musical che vede il debutto come attrice di un’altra grande popstar: Christina Aguilera.
Il film è incentrato sulla storia di un’aspirante cantante e ballerina (Xtina) che capita per caso in un locale di Burlesque gestito da Cher. Cavalcando l’onda della moda del burlesque scoppiata in quel periodo, il film si rivela un buon successo al botteghino e riesce a far parlare di sé in tutto il mondo.

Un altro grande successo è arrivato con la colonna sonora: con quasi un milione di copie vendute, critiche ottime e moltissimi premi e nomination, essa si è rivelata una delle sountrack più apprezzate di quel periodo, ridando linfa sia alla carriera di Cher (ormai assente da 8 anni dalle classifiche) e della Aguilera, reduce dal flop del suo album Bionic.
Sebbene la maggior parte dei brani siano cantati dalla Aguilera, nella colonna sonora troviamo anche due pezzi interpretati dalla nostra Cher: la uptempo “Welcome to Burlesque” e la ballad “You Haven’t See the Best of Me”.
Nominata ai Grammy come miglior colonna sonora, la soundtrack non è purtroppo riuscita ad accaparrarsi questo riconoscimento qualificandosi seconda nelle graduatorie finali.



Dopo questo ritorno in grane stile, Cher si sente finalmente motivata a riprendere appieno il suo lavoro di cantante. Così, a 66 anni, l’interprete inizia a lavorare su un progetto completamente inedito, cercando di creare un sound al passo coi tempi per riuscire ad integrarsi nel musicbiz del presente.
Come un fulmine a ciel sereno vengono annunciati un duetto con Lady Gaga intitolato “The Greatest Thing” e la scelta di puntare su una up tempo EDM per il primo singolo. Questo brano sarà intitolato “Woman’s World” e, nonostante un leak avvenuto nel 2012, nel 2013 esso diventerà effettivamente il primo singolo estratto dal 25° album di Cher.

Passato inizialmente abbastanza inosservato, il brano riesce poi ad entrare in varie classifiche grazie all’intensa promozione messa in atto dalla cantante, ora più che mai intenzionata a far sentire il suo peso su un musicbiz che di certo non può non considerare una simile leggenda.
Per la promozione del disco, Cher ritorna addirittura in Italia (nazione che, come avrete potuto notare, lei nel corso della sua carriera ha tenuto in considerazione molto più di quanto facciano quasi tutte le popstar). L’occasione si presenta con l’invito da parte di Gianni Morandi a partecipare ad un suo concerto in qualità di ospite.
L’evento viene trasmesso in diretta televisiva e, oltre al nuovo singolo, Cher si esibisce anche con “Bang Bang” in duetto con lo stesso Gianni:
Ad ogni modo, l’album “Closer to the Truth” sarà pubblicato il 20 settembre 2010 e, a sorpresa, otterrà il miglior debutto di sempre per un album di Cher (in quanto a posizione, non a copie vendute!) nella Billboard 200.
Nella copertina Cher appare vestita con, un abito estremamente succinto. Si tratta di uno scatto coraggioso vista la sua età. Cher resta ancora capace di far parlare tutti grazie alla sua immagine, ed a quasi 70 anni questo non è per niente scontato!
Inaspettatamente, l’album si mantiene costante nelle classifiche, dimostrando come una grande leggenda come lei possa vendere molti album anche senza vendere singoli! Ovviamente i numeri non sono gli stessi degli anni 90, ma parliamo comunque di cifre che star più giovani, arrivate ai loro primi flop, già iniziano a sognarsi.
Come secondo singolo, la diva sceglie di puntare su “I Hope You Find It”, una cover di (udite udite!) Miley Cyrus! Si tratta di un altro chiaro tentativo di avvicinarsi ad un pubblico più giovane, così come era stato il duetto con Lady Gaga, il quale (tra l’altro) non era stato nemmeno incluso nel progetto.
Ma poteva un duetto tra Cher e Lady Gaga restare inedito? ASSOLUTAMENTE NO! Ed infatti ecco trapelarne una demo in rete… nonostante la produzione da rifinire, a noi sembra assolutamente una bella canzone, e davvero non capiamo perché non sia stata rilasciata ufficialmente.

Infine, per completare in toto la sua Era, Cher decide di compiere un passo molto importante ed annuncia il “Closer to the Truth Tour”, tournée definita fin dal primo momento come l’ultima della sua carriera. Tutti si chiedono “Sarà in grado Cher di mettere su un grande spettacolo ora che è quasi a quota 70 anni?”.
Ed in effetti i dubbi c’erano, eccome se c’erano, ma la star seppe stupirci tutti ancora una volta, dando vita ad uno spettacolo faraonico, un qualcosa che ti aspetteresti da qualcuno 30 anni più giovane, ma non certo da una donna della sua età.

Purtroppo, arrivata ad un certo punto, l’artista è costretta ad abbandonare il tour per problemi dovuti alla fatica. Il suo dispiacere sarà immenso, e col suo anche quello dei suoi fan, ma purtroppo non si può combattere contro il tempo. Da allora la diva si è fatta sentire attraverso twitter ma non è più apparsa in alcun evento pubblico.
Siamo arrivati alla fine di questo incredibile percorso. Cher è assolutamente una delle più grandi leggende viventi della musica, una grandissima star che è riuscita sempre a reinventare la sua musica e la sua artisticità, cambiando stile e immagine e riuscendo a perpetuare in eterno il suo successo.
Donna ironica e simpatica, ma anche sensibile ai problemi sociali, Cher è un esempio per tutte le giovani star di oggi. Non è quasi mai stata la numero 1 per un periodo, eppure mentre gente che in alcuni periodi l’ha asfaltata nelle charts soccombeva (musicalmente) lei riusciva sempre a risorgere dalle sue ceneri.
Quasi nessuno può vantare una carriera come la sua, e noi di R&B Junk non possiamo far altro che farle i nostri migliori auguri, sperando che la sua incredibile carriera abbia ancora qualche altro capitolo nel prossimo futuro.
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