Into The Woods: Meryl Streep canta She’ll Be Back nella scena tagliata dal film

In attesa di poterlo vedere in Italia, negli Stati Uniti è già pronta l’uscita dell’home video di Into The Woods, il musical ambientato nell’incantevole mondo delle fiabe Disney. Possiamo mostrarvi uno dei contenuti eliminati dal film, che saranno presenti appunto nell’home video. Meryl Streep, che interpreta la strega cattiva, canta She’ll Be Back.
Into the Woods è diretto da Rob Marshall con Meryl Streep, Anna Kendrick, Chris Pine, Emily Blunt, Johnny Depp, James Corden e Daniel Huttlestone.
La storia del musical, così come quella del film, è incentrata sul desiderio da parte di un fornaio (Cordan) e di sua moglie (Blunt) di avere un bambino. Ad aiutare la coppia contro una terribile strega (Streep), ci saranno alcuni dei personaggi più amati delle favole dei Fratelli Grimm, come Cenerentola (Kendrick) e il Principe Azzurro (Pine); Johnny Depp, invece, vestirà i panni del Lupo Cattivo. Il film è stato rilasciato nei cinema americani il 25 dicembre 2014 mentre giungerà a febbraio in Italia.
http://www.cinefilos.it/cinema-news/2015b/into-the-woods-meryl-streep-canta-shell-be-back-nella-scena-tagliata-dal-film-199565

Madonna: «Se mi giudicate per l’età siete degli stronzi razzisti» | Annunciata una data italiana

La popstar è a Milano per Che Tempo Che fa e anche sulla copertina di Rolling Stone America con l’intervista più bollente e introspettiva degli ultimi anni...
Madonna in questi giorni è a Milano per la settimana della moda e per registrare domenica la puntata di Che tempo che fa con Fabio Fazio. I fan assatanati manco fossimo negli anni ’80, si chiedono ansimanti a quale sfilata si farà vedere, intanto noi di Rolling Stone ce l’abbiamo in copertina – in America – con l’intervista più bollente e introspettiva degli ultimi anni che pubblicheremo in versione integrale sul numero di aprile di Rolling Stone Italia.
La popstar ha raccontato a Brian Hiatt del suo reale rapporto con Lady Gaga, del matrimonio con Guy Ritchie, del suo giudizio su Kanye West, della sua relazione con l’ebraismo, del suo amore per Whiplash e molto molto altro ancora.
Madonna, che pubblicherà il suo album Rebel Heart martedì 10 marzo, si accende soprattutto sul tema dell’età, nel pop e nella società. «È ancora l’unico campo dove puoi essere veramente discriminato da qualcuno», ha spiegato, «e ciò riguarda solo le donne, mai gli uomini. Questo perché viviamo in una società ancora estremamente sessista».
«Nessuno oserebbe fare un commento degradante su un nero o sull’essere gay su Instagram», continua Madonna, «ma chiunque e ovunque può dire qualcosa di offensivo sulla mia età. E continuo a pensare tra me e me: perché viene accettata una cosa del genere? Qual è la differenza tra questo tipo di razzismo e gli altri? Tutti mi giudicano dall’età. Non capisco. Sto cercando di non pensarci. Le donne, generalmente, quando raggiungono una certa età, accettano di non poter più comportarsi in un certo modo. Ma io non seguo le regole. Non l’ho mai fatto e non inizierò a farlo ora».
E se vi state chiedendo se ci fosse un messaggio dietro il far vedere il sedere al red carpet dei Grammy: «Questo è come appare il culo di una 56enne, stronzi!», ha commentato lei.
Sul fatto che il suo fisico stupefacente non corrisponda esattamente alla sua età, risponde: «Sapete cosa vi dico? Potrebbe corrispondere all’età che ha in alcuni giorni! Questo è il punto».
«Quando ho realizzato il mio libro Sex, non era il momento giusto. Quando ho cantato Like a Virgin agli MTV Awards e il mio vestito si è alzato, si è visto il sedere ed è stato uno scandalo pazzesco. Non era mai il momento, ma ora lo è! Quando ho realizzato il documentario A letto con Madonna non era nemmeno quello il momento. Così se devo essere la persona che apre la strada alle donne che credono e sostengono l’idea che si possa essere belle e sensuali a cinquanta-sessanta così come a vent’anni, allora ben venga!»
«Non penso che voglia la mia corona», ha detto poi Madonna a proposito di Lady Gaga.
«Viviamo in un mondo in cui la gente impazzisce all’idea di porre una donna contro l’altra. E questo è il motivo per cui adoro l’idea di sostenere altre donne che fanno proprio quello che faccio io. L’unica volta che ho criticato Lady Gaga è stata quando mi sono accorta che aveva apertamente copiato uno dei miei pezzi. Non c’entra niente col dire che mi sta prendendo la corona o mi sta rubando la scena! Lei ha la sua. E sono anche convinta che sia una cantante e cantautrice di vero talento. Trovo tutte queste chiacchiere veramente noiose. E sapete una cosa? Adesso me ne frego. Verrà il giorno in cui nessuno parlerà più di queste cose».
Madonna racconta poi di soffrire d’insonnia fin dagli anni ’80: «Tutto è iniziato quando è morta mia madre. Da quel giorno dormire non è mai stato facile. Se riesco a dormire sei ore è tanto. Voglio continuare a lavorare ma anche essere una madre attenta. Faccio avanti e indietro tra lo studio e i miei figli, non finisco mai prima delle due del mattino e alle sette devo essere in piedi. Insomma, dormo molto poco e dormire poco può farti impazzire. Ma non capisco quelli che dormono 12 ore al giorno. Troppo autoindulgenti. Se hai un obiettivo non puoi dormire. Ed è una cosa che ho capito fin da quando ho incontrato il mio maestro di danza alla high-school. Era brutale, senza scrupoli. Girava con una bacchetta che usava per colpirti se qualcosa non andava. Non tollerava la pigrizia, il lamento».
Nella lunghissima intervista Madonna racconta gli anni della sua formazione, della prima volta che è andata in un club gay, «mi ha aperto gli occhi sul mondo» e di quando ha capito di essere stata spesso un’idiota: «Ci sono un state un sacco di idiozie negli anni scorsi e ce ne sono oggi. Ammettiamolo, ognuno di noi è stato un idiota!»
Eppure Madonna è riuscita a trovare un equilibrio tra il suo essere ribelle e il suo ruolo di madre: «Se vuoi diventare un ribelle devi essere colto. Quindi studiate. Se volete diventare come Michael Jackson o Bob Marley dovete studiare. Glielo dico ogni giorno».
Il suo disco accosta, al solito, il sacro e il profano – su questo Madonna non cambierà mai: «Chi ha detto che non si possa essere profondamente spirituali e al tempo stesso molto interessati al sesso? Se hai la giusta consapevolezza il sesso può essere come una preghiera, può diventare una esperienza divina».
E se lo dice Madonna, Rolling Stone non può che essere d’accordo. Domani è domenica, potete cominciare coi preliminari.
Poche ore fa, la divina ha annunciato le date di un nuovo tour mondiale che porterà in 35 città le hit del nuovo album Rebel Heart.
La tournée promozionale partirà a fine agosto da Miami, per poi approdare in Europa nei primi giorni di novembre, passando per il Pala Alpitour di Torino il 21 dello stesso mese. I biglietti saranno disponibili da lunedì 9 marzo. In aggiunta, per chiunque compri il ticket online c’è in regalo una copia digitale della versione Super Deluxe di Rebel Heart, vittima di un tremendo leak lo scorso dicembre.
Per maggiori informazioni, visitate il sito ufficiale della cantante.
http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/madonna-se-mi-giudicate-per-leta-siete-degli-stronzi-razzisti/2015-02-28/#sthash.xge3I3uB.dpuf

Madonna performs 'Living For Love' | BRIT Awards 2015

Madonna contro la Francia: "Intollerante come la Germania nazista”

La pop star attacca l'Europa: "È lospecchio dell'intolleranza continentale"
LMadonna denuncia l’antisemitismo e l’avanzata dei partiti di estrema destra in Francia e in Europa. Intervistata da radio Europe 1, la popstar americana - nota per il suo gusto della provocazione - traccia un parallelo anche con la «Germania nazista». «La Francia - afferma nell’intervista - fu il Paese che per primo accettò le persone di colore, accogliendo artisti come Jose’phine Baker, Charlie Parker, ma anche scrittori, pittori...In passato ho già ricordato che la Francia era terra d’asilo per tutta questa gente (...) e che purtroppo, oggi, questo spirito è completamente scomparso», denuncia la star americana, aggiungendo: «Ho detto tutto questo già due anni fa, ma è valido anche per oggi, per questa epoca folle che attraversiamo e che mi fa pensare alla Germania nazista». E ancora: «Questo livello di intolleranza è terrificante e non riguarda solo la Francia, è vero per l’Europa intera, ma in particolare in Francia (...) tutto ciò mi terrorizza». La cantante aveva già affrontato questi temi nella sua controversa tourne’e del 2012, quando nei suoi concerti fece sfilare le immagini della leader del Front National, Marine Le Pen con una svastica sulla fronte, scatenando un mare di polemiche.
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/madonna-contro-l-europa-intollerante-germania-nazista-1099658.html

Rai Way, cosa c'è dentro le società delle torri

Ei Towers, con unione Mediaset peserà 41% ricavi, Rai per 39%
Ei Towers, la società controllata al 40% da Mediaset, opera nelle torri di trasmissione per gli operatori radio-televisivi, della telefonia mobile e delle telecomunicazioni. E' 'nata' dalla fusione tra Elettronica Italiana, l'unità delle torri di Mediaset, e Dmt, il gruppo indipendente fondato dall'ex manager del Biscione Alessandro Falciai e quotato in Borsa nel 2004. Al momento di quelle nozze l'Antitrust chiese garanzie sull'accesso a tutti ai servizi della società, con vincoli ulteriori su investimenti e prezzi.
Attualmente Ei Towers ha un parco di 3.200 infrastrutture, 2.300 delle quali di proprietà o disponibilità. Per la maggior parte si tratta di locali tecnologici, pali o tralicci, sul territorio italiano, per gli impianti di trasmissione e le antenne di diffusione del segnale. Nel 2013, l'ultimo bilancio approvato, ha registrato ricavi per 233 milioni, con utili per 33 milioni.
Oltre alla quota del 40% che via Mediaset fa capo alla famiglia Berlusconi, ha tra i soci anche il fondo Blackrock con il 10,2%.
Ha attualmente una capitalizzazione di mercato di 1,35 miliardi.
Rai Way gestisce le reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva per la Rai con 23 sedi territoriali oltre a quella centrale di Roma e oltre 2.300 siti dislocati sul territorio italiano. Nel 2013 ha registrato 118 milioni di ricavi, con 8,4 milioni di utili. Controllata per il 65% dalla Rai, ha fatto il suo debutto in Borsa a novembre, con un'offerta pubblica di vendita delle azioni in mano a Viale Mazzini dopo il decreto di privatizzazione del ministero delle finanze varato a settembre. Dopo l'esordio in Borsa a fine anno era apparso tra i soci rilevanti anche Blackrock, azionista con oltre il 5%, ma il fondo americano è poi tornato sotto traccia. Rai Way con il balzo di oggi capitalizza 1,1 miliardi in Borsa.
Secondo quanto afferma Ei Towers nell'annuncio di offerta su Rai Way, l'attesa è che dall'operazione nasca un operatore più efficiente, che apra in prospettiva sempre più la propria infrastruttura agli operatori di rete, e con vantaggi anche ambientali, visto che andrà a ridurre le duplicazioni di infrastruttura in alcune zone periferiche del paese, a beneficio dell'impatto paesagistico. L'incidenza di Mediaset sui ricavi nel gruppo sarà al 41%, rispetto al 77% di oggi, mentre la Rai peserà per il 39%.
Il comparto delle torri è apparso in grande fermento negli ultimi mesi e sia Rai Way e sia Ei Towers sono state ritenute in gara per l'acquisizione delle torri di trasmissione della Wind, finite poi agli spagnoli di Abertis con un'esclusiva assegnata dalla controllata dei russi di Vimpelcom appena tre settimane fa (la sfida da ultimo si era giocata tra Ei Towers e F2i-Providence).
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/02/25/rai-way-cosa-ce-dentro-le-societa-delle-torri_1a9a9d5f-c54d-454e-afc3-e68997375920.html

Vincent Cassel "Partisan" - Official Teaser


Nei cinema nel 2015

Running Time: 98 mins
Directed by: Ariel Kleiman
Starring: Vincent Cassel

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BRIT Awards 2015, Madonna cade dal palco... E si rialza subito

Durante la 38esima edizione dei BRIT Awards, i premi della musica inglese, Lady Ciccone cade nel bel mezzo della sua performance di Living for Love. Stoica e coraggiosa, la Regina del Pop si rialza e porta a termine l'esibizione, svelando l'arcano su Instagram
Il trionfo di Ed Sheeran, di Sam Smith e dei giovanissimi Royal Blood alla 38esima edizione dei BRIT Awards passa in secondo piano se confrontato a quanto è successo durante la performance live di Madonna. La Regina del Pop, infatti, è stata colta in fallo proprio dall'elemento ornamentale che aveva scelto per rendere quest'esibizione memorabile: un lungo e scintillante mantello nero di Armani. Come il cane fedele che si ribella al padrone, anche il mantello ha dato filo da torcere alla sua modella, facendola precipitare dal palco mentre intonava la sua nuova hit Living for Love.
Letteralmente scivolata via dal palcoscenico della O2 Arena di Londra, Madonna resta a terra per pochi secondi, con i ballerini perfettamente immobili e in attesa di una sua mossa. E se la rete ha iniziato subito a malignare sul destino del povero ragazzo che ha causato l'incidente, è proprio allora che Madonna si rialza e riprende lì dove si era interrotta: cantando e ballando come se niente fosse accaduto. Professionista fino all'ultimo, stoica e anche un po' dolorante, Madge porta a casa l'esibizione con un'eleganza e un savoir faire davvero invidiabili. Erano vent'anni che non si esibiva ai BRIT e siamo certi che, dopo quest'incidente, potrebbero passarne altrettanti prima di rivederla lì, sul palco di quella città dove ha vissuto per otto anni. Stupisce però che lei, professionista fino al midollo, abbia scelto immediatamente di parlare dell'accaduto sul suo profilo instagram. «Armani mi ha colto in fallo. Il mio bel mantello è stato legato troppo stretto. Ma nulla può fermare me e l'amore che mi hanno dato la forza di rialzarmi. Grazie per gli auguri, sto bene».













Una donna grintosa che riesce anche a sdrammatizzare una caduta sul palco. Chissà se, quando sarà ospite a Che Tempo che Fa, Fabio Fazio non le chieda di ripercorrere quei momenti di stupore che hanno fatto impazzire il web.
http://www.vanityfair.it/show/musica/15/02/26/brit-awards-2015-caduta-madonna-mantello-foto

Rock in Roma 2015, dai Muse ai Linkin Park: il cartellone

I Linkin Park tornano in Italia per un'unica data a Roma: la band alternative rock americana sarà il 6 settembre al Rock in Roma. L'estate scorsa la band di Chester Bennington e Mike Shinoda ha richiamato oltre 40 mila persone all'Ippodromo del Galoppo di Milano. Quest'anno arrivano nella capitale, per il loro primo show da headliner a Roma, forti dei loro classici e dei successi più recenti, quelli del sesto album. "The Hunting Party". In occasione del concerto a Milano, fan e band si sono uniti per uno dei flash mob più grandi del mondo. Durante "Until It's Gone", tutti i presenti hanno usato i propri smartphone per filmare il pezzo. Il risultato è un video che mostra il punto di vista di ogni spettatore. Ecco il cartellone del Rock in Roma 2015 annunciato finora: Muse (18 luglio, data unica italiana), Lenny Kravitz (27 luglio), The Chemical Brothers (2 luglio), Slash featuring Myles Kennedy & The Conspirators (23 giugno), Damian "Jr. Gong" Marley+special guest (1 luglio), Slipknot+At The Gates+King 810 (16 giugno), Alt-J (14 giugno), Stromae+Years&Years special guest (8 luglio), Linkin Park (6 settembre). In questa fotogalleria, i concerti di Rock in Roma 2015 già confermati.
http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/02/25/foto/rock_in_roma_ci_sono_anche_i_linkin_park-108172262

Cos’è l’ageismo, la discriminazione che non piace a Hollywood

L’ageismo, la tendenza alla discriminazione degli anziani, non è certo una novità nel mondo dei mass media, ma nell’ultimo periodo numerose star e una delle icone pop per antonomasia sono state oggetto di più o meno celati attacchi dovuti alla loro età. Il termine ageismo è stato coniato nel 1969 dal gerontologo statunitense Robert N. Butler per indicare comportamenti discriminatori verso gli anziani. 
Di questa “patologia” Hollywood ha sempre sofferto. Molte dive del passato, pensiamo a Greta Garbo o a Gene Tierney, decidevano di abbandonare precocemente i set per ritirarsi a vita privata, per fare in modo che la loro bellezza rimanesse immortalata nelle pellicole da loro interpretate. Greta Garbo, nata nel 1905, girò l’ultimo film nel 1941 e per mezzo secolo, fino alla morte avvenuta nel 1990, divenne praticamente invisibile. Ora questa tendenza è stata invertita e a Hollywood vengono scritti ruoli importanti anche per le ultraquarantenni. Gli Oscar consegnati due giorni fa ne sono la conferma: Patricia Arquette ha conquistato la statuetta di migliore attrice non protagonista a 46 anni, per la sua interpretazione in Boyhood, la bravissima Julianne Moore, dopo ben quattro nomination andate a vuoto, ha centrato la vittoria con Still Alice, un film che parlo proprio dell’invecchiamento e del morbo di Alzheimer. 
Nonostante questi riconoscimenti, il mondo dei media continua a praticare l’ageismo sia con la discriminazione, sia confezionando film e commedie pensati appositamente per un pubblico over 60. Si tratta di una nicchia, perché il grosso del mercato è – anche nell’era del download illegale – rappresentato dai ragazzi di età compresa fra i 12 e 24 anni che rappresentano il 39% dei frequent moviegoers, secondo i dati 2012 della MPAA, la Motion Picture Association of America, ultracentenaria associazione che pilota il cinema, la seconda industria degli Stati Uniti. Se l’ageismo prolifica è perché l’industria dell’intrattenimento guarda ai dati dei box office: se i giovani sono il core business si creerà un mercato orientato verso i giovani, quindi con interpreti giovani. 
Si tratta di un discorso che non riguarda solamente il cinema. Anche nel mondo discografico le regole sono le stesse, anzi, forse ancora più esasperate. Star come Rihanna o Miley Cyrus sono state lanciate in età giovanissima per alimentare un mercato nel quale a essere venduta non è la qualità del prodotto, quanto un’idea di giovinezza e di bellezza. Si tratta di un flusso ciclico estremamente esasperato per cui a trent’anni si è fuori mercato come dimostrano i casi emblematici di Britney Spears e Christina Aguilera. A differenza del mondo del cinema che continua ad avere nel box office la principale fonte di guadagno, il mondo discografico ha trovato nuove forme di guadagno, fra cui la raccolta pubblicitaria su Youtube che ha stimolato una nuova forma di fruizione dove l’immagine conta quanto e più della musica.
Negli scorsi giorni ha suscitato numerose polemiche la discriminazione di BBC Radio 1 nei confronti di Living for Love, il singolo con il quale Madonna sta preparando il lancio del suo nuovop Lp Rebel Heart. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, la cantante cinquantaseienne sarebbe troppo anziana per il pubblico dell’emittente. In difesa della cantante, oltre ad alcuni ascoltatori indispettiti dalla mancata trasmissione del brano, sono accorsi molti colleghi, da Boy George a Shirley Manson dei Garbage, la quale ha sottolineato come Madonna venga sistematicamente criticata per la sua età e messa alla berlina dai tabloid che mostrano l’invecchiamento delle sue mani, mentre “nessuno fa questo con George Clooney pubblicando le immagini delle sue mani”. 
Anche Yoko Ono ha dovuto far fronte a numerose critiche quando lo scorso 18 febbraio, data del suo 82esimo compleanno, ha pubblicato due nuovi brani. In passato era stata criticata per avere indossato degli shorts in un video musicale girato dopo aver spento le ottanta candeline. Nella polemica sull’ageismo è intervenuta anche l’attrice Tea Leoni che in un’intervista ha ricordato uno spiacevole episodio di una quindicina d’anni prima, quando il regista Brett Ratner andava ripetendo sul set del film The Family Man che l’attrice, all’epoca 34enne, era ancora “fattibile”. 
Al di là dell’idiozia del singolo, va sottolineato il contesto che consente tacitamente l’iterazione di simili distorsioni e il fatto che l’ageismo sia soprattutto sessismo. Perché degli inimitabili Rolling Stones viene sottolineata la longevità e l’incredibile verve sui palcoscenici delle loro tournée, mentre di Madonna si cercano il dettaglio della mano o le rughe che si disegnano sul volto?
https://it.notizie.yahoo.com/cos-e-l-ageismo-la-discriminazione-che-non-piace-a-hollywood-122616770.html

CHRISTINA AGUILERA IMITA BRITNEY SPEARS (E ANCHE SHAKIRA E CHER)!

Jimmy Fallon colpisce ancora! Lo showman americano – famoso anche per le divertentissime interviste alle star – ha invitato Christina Aguilera al suo “The Tonight Show“… e le ha combinato un bello scherzetto! Il conduttore, infatti, ha sfidato Xtina al gioco “Random Music Impressions”. In pratica, una “macchina” decide una combinazione casuale di un cantante e di un brano, e chi gioca deve imitare lo stile dell’interprete prescelto.
E niente, le risate sono assicurate! Soprattutto se si gioca con una come Christina, che ha imitato alla perfezione Britney Spears, Shakira e Cher!
Quando ha sentito il nome della sua ex “rivale”, Xtina ha gridato “Britney“! Jimmy le ha chiesto “la conosci?” e lei ha risposto “un pochino!“.
Poi è scattata l’imitazione EPICA. Ascoltare per credere:

UOMINI E TOPI - National Theatre Live - al cinema il 3 marzo


Il vincitore del Golden Globe e candidato all’Oscar James Franco (127 Ore, Milk) e il candidato per il Tony Award Chris O’Dowd (Bridesmaids, Girls) portano in palcoscenico Uomini e topi, l’opera tratta dal romanzo del premio Nobel per la letteratura John Steinbeck. Info e sale su: http://www.nexodigital.it/1/id_392/NT

Ricki and the Flash, con protagonista Meryl Strip, nei cinema italiani dal 10 settembre

In Ricki and the Flash, in uscita nel nostro Paese il prossimo 10 settembre per Warner Bros., Meryl Streep è Ricki, una rockstar che dopo aver dato tutto per realizzare il sogno di diventare una celebrità del rock&roll, decide di ritornare a casa per recuperare il rapporto con la sua famiglia.
Ad interpretare la figlia della popolare chitarrista sarà Mamie Gummer, figlia di Meryl Streep anche nella realtà. Nel cast anche Rick Springfield, nei panni del fidanzato di Ricki, e Kevin Kline, nel ruolo del suo ex marito. Scritto da Diablo Cody e diretto da Jonathan Demme, Ricki and the Flash arriverà nei cinema statunitensi quest'estate e poi arriverà nelle sale nostrane dal 10 settembre, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
http://www.everyeye.it/cinema/notizia/ricki-and-the-flash-con-protagonista-meryl-strip-nei-cinema-italiani-dal-10-settembre_218928

Björk tour 2015, un concerto a Roma il 29 luglio

Dopo sette anni, Björk tornerà in concerto in Italia quest’estate per un unico appuntamento il 29 luglio 2015 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, proprio nella stessa location che l’artista islandese aveva incantato nel 2008 con il primo dei due live nostrani inseriti all’interno del suo “Volta tour”, che comprendeva anche una tappa all’Arena di Verona.
La tappa italiana di Björk si inserisce all’interno del tour di presentazione del suo ultimo album “Vulnicura“, pubblicato a gennaio 2015 dopo essere finito in pasto alla rete con tre mesi di anticipo rispetto alla sua data di release iniziale, prevista a marzo.

Björk tour 2015
29 luglio 2015 – ROMA, Auditorium Parco della Musica
Ulteriori dettagli a breve
Biglietti a breve in vendita sul circuito TicketOne.
http://www.outune.net/attualita/news/bjork-tour-2015-concerto-roma-luglio/111435

Il film con Vincent Cassel girato a Ragusa al Festival di Cannes

Ragusa - “Il racconto dei racconti”, il film di Matteo Garrone, girato in parte negli iblei, con Vincent Cassel e Salma Hayek, sarà presentato al Festival di Cannes, il più internazionale e forse prestigioso appuntamento cinematografico mondiale. 
Il lungometraggio, prodotto dalla Archimede Srl e da Rai Cinema, la società di Garrone, è stato in parte girato al castello di Donnafugata. 
Il film, nel cui cast figurano l'attrice americana Salma Hayek e Vincent Cassel, è liberamente tratto da “Lo cunto de li cunti” di Gianbattista Basile, autore napoletano del XVII secolo. 
Il regista, firma tra le massime del cinema d'autore contemporaneo (tra i suoi successi, "L'imbalsamatore", vincitore del David di Donatello, "Primo amore", "Gomorra", ispirato al best seller di Saviano e vincitore del Grand Prix di Cannes, poi la superba invenzione di "Reality", ancora trionfante a Cannes), ha ambientato in provincia una parte delle riprese del suo nuovo film, "Tale of tales". 
Il contributo di Basile risiede nella matrice letteraria del film, il celebre "Pentamerone", declamato da Benedetto Croce come "il più bel libro italiano barocco", conosciuto pure col titolo di "Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de' peccerille". Cinquanta fiabe, narrate da dieci anziane donne, in cinque giorni, in dialogo libero col Decameron boccaccesco. 
Garrone lo ‘continua', profumando il Castello di Donnafugata di nebbie felliniane.
http://www.ragusanews.com/2015/02/24/attualita/il-film-con-salma-hayek-girato-a-ragusa-al-festival-di-cannes/51237

Antony Hegarty (Antony and the Johnsons): in arrivo il nuovo album elettronico 'Hopelessness'

Antony Hegarty, titolare unico del progetto Antony and the Johnsons, pubblicherà prossimamente, sotto la sigla ANOHNI, un nuovo album dalle atmosfere spiccatamente elettroniche intitolato "Hopelessness": la nuova prova in studio, attualmente in fase di mixaggio, è stata co-prodotta, oltre che dallo stesso artista, da Hudson Mohawke e da Oneohtrix Point Never.
"E' un disco elettronico con qualche dente affilato", ha spiegato l'artista nel post apparso sulla pagina personale degli Antony and the Johnsons dove è stata ufficializzata la pubblicazione.
L'ultimo album di inediti in studio dell'artista di Chichester, Sussex, Regno Unito, risale al 2010: dopo "Swanlights" Hegarty ha saputo comunque occupare il panorama discografico con due dischi dal vivo - "Cut the world" del 2012 e "Del suo veloce volo", quest'ultimo insieme a Franco Battiato, nel 2013, una colonna sonora ("Turning", nel 2014) e l'EP "Fistful of love", nel 2013.
http://www.rockol.it/news-642190/antony-hegarty-nuovo-album-elettronica-hopelessness-come-anohni#article

Academy Awards 2015: «And the Oscar goes to…»

LOS ANGELES — Se non siete rimasti svegli a guardare l’ottantasettesima edizione degli Academy Awards, tranquilli, c’è qualcuno che l’ha fatto per voi. Data l’impossibilità di incastrare in un articolo ogni singolo momento, cerchiamo di buttare lo sguardo su quelli più significativi di questa cerimonia.
Noi italiani ci dobbiamo orgogliosamente accontentare della vittoria dell’italiana Milena Canonero per i migliori costumi del film Grand Budapest Hotel di Wes Canonero (terza collaborazione tra i due, frutto di un rapporto dove il regista texano è definito dalla Canonero «direttore d’orchestra», e una grande ispirazione, senza il quale «questo film non l’avrei mai potuto fare in questo modo») e del riconoscimento tributato a Virna Lisi, da poco scomparsa, ricordata nella rubrica «In Memoriam» presentata da Meryl Streep, riservata ai vincitori e vincitrici di Oscar che sono venuti a mancare durante l’anno.
 Iniziamo dalla fine di questa lunga notte degli Oscar che ha visto trionfare, poco dopo le 6:00, Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) di Alejandro Gonzales con la proclamazione di miglior film ad aggiungersi alle altre tre statuette conquistate per la miglior regia, la miglior sceneggiatura e la miglior fotografia; nove le nomination ottenute. Un film girato interamente a New York, le cui riprese sono durate trenta giorni e il cui montaggio è stato completato in due settimane dal termine delle stesse; un film costato 16,5 milioni di dollari e che sinora ha incassato 76,5 milioni di dollari; la cui storia ricalca la vita del suo protagonista, Michael Keaton, raccontando di un attore ormai in declino, divenuto famoso per il suo ruolo da supereroe, che cerca riscatto attraverso un nuovo spettacolo a Broadway, la cui messa in scena gli fa attraversare imprevisti e avversità.
È Sean Penn ad annunciare il vincitore di questa categoria, scherzando sulle origini messicane del regista prima di chiamare sul palco lui, i produttori e l’intero cast: «Chi ha dato a questi figli di … la green card?»; lo stesso Gonzales ringrazia con un discorso che punta l’attenzione sull’immigrazione: «Vogliono che sia io a parlare che sono quello che parla l’inglese peggiore di tutti. Magari l’anno prossimo il Governo cambierà le regole dell’immigrazione per i messicani come me che non potranno più entrare all’Academy», ma «che hanno creato questa fantastica nazione di immigrati».
 Sono tanti gli altri momenti significativi che vale la pena ricordare in un percorso a ritroso, e vanno dalla standing ovation per Martin Luther King fatta al termine della canzone Glory dal film Selma, premiata come canzone originale, al discorso di ringraziamento di Patricia Arquette per la statuetta vinta come miglior attrice non protagonista in Boyhood di Richard Linklater che ha entusiasmato la platea del Dolby Theatre di Los Angeles– in primis una scatenata Meryl Streep che dalla prima fila grida «Yes! Yes!» – con queste parole: «tutte le donne che hanno partorito, tutte le cittadine di questa nazione, abbiamo combattuto per i diritti di tutti gli altri, è ora di ottenere la parità di retribuzione una volta per tutte, e la parità di diritti per tutte le donne negli Stati Uniti ». 
Commozione per JK Simmons, premiato come miglioer attore non protagonista per Whiplash, che ringrazia compagna e famiglia e si rivolge al pubblico in sala e a casa per chiedere di chiamare «vostra madre e vostro padre; se siete così fortunati da avere ancora uno o entrambi i genitori vivi, non mandate loro messaggi né email, ma chiamateli al telefono. Dite loro che li amate, e ringraziateli, e ascoltateli per tutto il tempo che avranno qualcosa da dirvi».
È uno show quello degli Oscar, un gran spettacolo pensato e studiato in ogni dettaglio, comprese le mutande di Neil Patrick Harris, instancabile per quasi quattro ore, che si è presentato sul palco quasi nudo rifacendo una famosa scena di Birdman.
Eppure è la spontaneità di alcuni gesti a colpire, come quello di Graham Moore che confessa, mentre accetta l’Oscar per il miglior adattamento in The imitation Game, un suo tentativo di suicidio a sedici anni perché si sentiva diverso: #stayweird, rimani differente.
















«And the Oscar 2015 goes to»:

- Miglior film: «Birdman» di Alejandro González Iñárritu
– Miglior attrice protagonista: Julianne Moore per «Still Alice»
– Miglior attore protagonista: Eddie Redmayne per «The Theory of Everything»
– Miglior regia: Alejandro Gonzalez Inarritu per «Birdman»
– Miglior sceneggiatura non originale: Graham Moore per «The Imitation Game»
– Miglior sceneggiatura originale: Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. e Armando Bo per « Birdman»
– Miglior colonna sonora: Alexandre Desplat per il film «Grand Budapest Hotel»
– Miglior canzone: «Glory» di John Stephens e Lonnie Lynn nel film Selma
– Miglior documentario: «CitizenFour» di Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy e Dirk Wilutzky
– Miglior montaggio: Tom Cross per il film « Whiplash»
– Miglior fotografia: Emmanuel Lubezki per il film Birdman
– Miglior scenografia: Adam Stockhausen e Anna Pinnock per il film «Grand Budapest Hotel»
– Miglior film d’animazione: Don Hall e Chris Williams per il film «Big Hero 6»
– Miglior cortometraggio d’animazione: «Feast» di Patrick Osborne
– Migliori effetti speciali: Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher per il film «Interstellar»
– Miglior attrice non protagonista: Patricia Arquette per «Boyhood»
– Miglior sonoro: Alan Robert Murray e Bub Asman per «American Sniper»
– Miglior montaggio: Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per «Whiplash»
-Miglior corto documentario: «Crisis Hotline: Veterans Press 1» di Ellen Goosenberg Kent e Dana Perry
– Miglior corto: «The Phone Call» di Mat Kirkby e James Lucas
– Miglior film straniero: è il film polacco «Ida» diretta da Pawel Pawlikowski
– Miglior trucco: Frances Hannon e Mark Coulier per il «Gran Budapest Hotel»
– Migliori costumi: l’italiana Milena Canonero per il film «Grand Budapest Hotel»
– Miglior attore non protagonista: J.K. Simmons per «Whiplash».

Il discorso di Patricia Arquette (e Meryl Streep)

Agli Oscar 2015, nel discorso che ha pronunciato ritirando il premio per la Miglior attrice non protagonista per Boyhood, Patricia Arquette ha ringraziato «tutte le donne che hanno partorito, tutte le cittadine e le contribuenti di questa nazione: abbiamo combattuto per i diritti di tutti gli altri, adesso è ora di ottenere la parità di retribuzione una volta per tutte, e la parità di diritti per tutte le donne negli Stati Uniti».
Il discorso è stato molto apprezzato non solo sui social network ma anche dalla platea: la reazione entusiasta di Meryl Streep è particolarmente notevole.
Il discorso agli Oscar di Patricia Arquette:
http://www.2duerighe.com/attualita/49427-per-chi-si-fosse-perso-l85esima-edizione-degli-academy-awards-and-the-oscar-goes-to.html / http://www.ilpost.it/2015/02/23/meryl-streep-patricia-arquette/