Suicidi annunciati su Facebook: dopo il caso di Sinéad O’Connor

La cantante irlandese ha annunciato su Facebook di volersi suicidare. Ed è stata salvata. Una richiesta d'aiuto, la sua, che "sfrutta" Internet per raggiungere più persone possibile. Perché così ha più probabilità d'essere soccorsa? Il problema è che in questo modo aumenta anche il rischio emulazione
Un grido d'aiuto lanciato su Facebook, con un lungo post. Così la cantante irlandese Sinéad O'Connor è stata salvata da un tentativo di suicidio, il 29 novembre. La polizia è riuscita in tempo a capire dove si trovava; l'artista è stata quindi portata in ospedale e ora "è sana e salva", hanno fatto sapere le autorità. Poco prima aveva scritto sul proprio profilo: "Le ultime due notti mi hanno distrutto. Mi sono fatta un'overdose. Non c'è altro modo per ottenere rispetto. Non sono a casa, sono in un hotel da qualche parte in Irlanda, sotto un altro nome. Finalmente vi siete sbarazzati di me".
La cantante, che nei primi anni Novanta, scalò le classifiche con "Nothing compares to you", pezzo di Prince che la rese celebre, non sta passando un periodo felice. In ottobre aveva annunciato di doversi sottoporre all'asportazione dell'utero, per un “problema ginecologico cronico”. La scorsa estate disse di voler chiudere con la musica e di sospendere ogni esibizione pubblica, perché uno dei 4 figli sarebbe gravemente malato.
Una sofferenza psicologica che si ripresenta "a ondate": nel 2007 la cantante aveva confessato nel salotto televisivo di Oprah Winfrey di soffrire di disturbo bipolare della personalità. Le cronache registrano anche un tentato suicidio nel giorno del suo 33esimo compleanno, l'8 dicembre 1999. E nel 2012, di nuovo, via Twitter, un'altra richiesta di aiuto a un gesto estremo: "Sono in grave pericolo". Si era appena separata dal marito, a 18 giorni dalle nozze. Ma perché tutto questo avviene sui social network?
“In passato, chi tentava il suicidio lasciava lettere, biglietti, note, fogli che talvolta si trovavano sempre dopo. Oggi che tutto è diventato virtuale si assiste sempre più frequentemente al fenomeno dei post lasciati sui social” spiega Maurizio Pompili, che dirige il Servizio Prevenzione Suicidio presso l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma. “Un cambio di prospettiva: il proprio scheletro viene lanciato nell'armadio di molti, piuttosto che di pochi, come succedeva in passato. Lo fanno perché hanno bisogno di aiuto. Sono richieste, anche se spesso generiche e poco chiare, anche se diffuse in tempo reale a molti. Nella speranza che qualcuno riesca a raccogliere il malessere, ma non è detto”.
“Le notizie sui social sono date in pasto ad amici virtuali, che certe volte non si conoscono neppure. Parlare del suicidio è qualcosa di molto intimo e spesso non si rivela neppure ai familiari più stretti: in questo caso, è diventata una tendenza dirlo al mondo intero, con un post”. Uno schermo del pc infonde più coraggio che dirlo apertamente. Dietro un monitor ci si maschera, ci si nasconde. “Colpisce che anche nelle situazioni più critiche, la persona mantenga la capacità di comunicazione: nonostante soffra, nonostante sia in un tunnel e non veda nessuna opzione se non il suicidio, mantiene la capacità di chiedere aiuto, di far conoscere la propria sofferenza” dice il dottor Pompili.
Sono circa 4mila gli italiani che ogni anno si tolgono la vita, secondo le stime del centro specialistico del Sant'Andrea di Roma. E il ricorso ai social network per lanciare i propri segnali di disagio “è un fenomeno ancora in via di accertamento, per questo non ci sono statistiche ufficiali” dice Pompili. Attenzione, però. Anche qui si annida il rischio emulazione, proprio come il suicidio in sé. Se lo fa la rockstar, lo posso fare anche io. “I social sono un canale talmente fruibile alla maggioranza di noi, che possono essere facilmente abusati: si lasciano post che si rilevano allarmi falsi, che però fanno scattare quelli veri. E quindi non si riesce a capire quando la situazione è di emergenza”. La prossima sfida della prevenzione ai suicidi sta nella nuova tecnologia: “Si tratta di creare software che entrino nella semantica dei post di chi frequenta i social network e decodifichino automaticamente il rischio di suicidio. Strumenti informatici che dovrebbero far giocare d'anticipo e far scattare l'allarme quando certe parole vengono usate” chiarisce l'esperto.
http://www.donnamoderna.com/attualita/suicidi-annunciati-su-facebook-sinead-oconnor

La svolta elettro pop dei Coldplay

Esce il 4/12 A Head full of Dreams, tra gli ospiti Beyoncè e Obama
(ANSA) - ROMA, 30 NOV - La svolta elettro pop dei Coldplay. Potrebbe essere il sottotitolo di A Head Full of Dreams, il nuovo album di Chris Martin e compagni che uscirà il 4/12 e che sembra l'opposto del precedente Ghost Stories. Prodotto da Stargate, il disco vanta una lunga lista di ospiti, tra cui l'ex moglie di Martin, Gwyneth Paltrow, Beyoncé, e persino Obama, di cui si ascolta un frammento di Amazing Grace cantata ai funerali del reverendo PincKney. I ColdPlay saranno ospiti il 10/12 della finale di XFactor.

Björk: "Non ho ancora scritto la mia canzone migliore"

Björk compie 50 anni e continua a creare e incidere musica nuova: "Ho idee nuove tutto il tempo".
Il 21 novembre scorso, Björk ha compiuto 50 anni. La cantante islandese conta, nella sua carriera, nove album, l'ultimo è Vulnicura uscito a gennaio 2015, e ne seguiranno ancora parecchi altri, secondo i suoi piani. Ha ammesso di avere ancora molte idee che le piacerebbe perseguire e mettere in pratica:
"Ci sono così tante canzoni e tanti album che potrei ancora fare. Ho idee per tutto il tempo e sento come se non avessi ancora scritto la mio migliore canzone e il tempo si sta esaurendo. Vorrei che ci fossero cinque diverse me stesse così potrei fare tutte le cose"
Il lavoro e il relativo creare nuovi brani è ciò che la rende totalmente orgogliosa e Björk non si sente affatto pentita di aver scelto un basso profilo rispetto ad altri colleghi.
"Sto solo lavorando all'uncinetto il mio cammino quindi non riguarda il fatto che io abbia 35 o 65 anni. E' uno dei vantaggi di non farne parte. Sono arrivata a Londra nel 1993 e, per alcune scelte fortunate, sono diventata questa celebrità di serie A per un paio di anni, fino a quando ho detto: 'Grazie mille' e me ne sono andata. Alcune persone possono continuare a scrivere musica sotto i riflettori, cosa che sapevo di non poter fare. O posso essere una celebrità a tempo pieno o faccio musica. Quindi forse ho fatto lì la scelta. Compiere 50 anni non è poi così diverso"
http://www.soundsblog.it/post/419995/bjork-news-progetti-musicali-album-singoli

Sinead O'Connor tenta il suicidio per l'ennesima volta...

(ANSA) - NEW YORK, 29 NOV - Paura per Sinead O'Connor: sul suo profilo Facebook la rockstar ha postato quello che è sembrato un messaggio di suicidio, annunciando di aver assunto un'overdose di stupefacenti. Ma le autorità irlandesi, dopo un'ora di giallo, hanno rassicurato che l'artista è "sana e salva" e sta ricevendo cure mediche. "Le ultime due notti mi hanno distrutto. Ho preso un'overdose. Non c'è altro modo per ottenere rispetto. Finalmente vi siete sbarazzati di me", ha scritto in un messaggio poi rimosso.

Madonna: foto, interviste e contenuti esclusivi nello speciale di Rolling Stone

Madonna ha passato quattro decenni a dimostrare di non essere solo bella, sensuale e provocante, possiamo tranquillamente dire che ha anche altro da offrire. È riuscita a mettere insieme in modo brillante musica, ballo, moda, sesso, arte visiva, attivismo, culto della celebrità e gusto della provocazione, reinventando il concetto stesso di popstar. Nessun altro artista dei tempi recenti ha ispirato più imitatori ed eredi, da Britney Spears a Lady Gaga fino a Nicki Minaj. Tutte hanno partecipato alla festa che lei ha iniziato, ma allo stesso tempo può esistere una sola Madonna.
Rolling Stone è sempre stato con lei, perché tentare di esplorare i molti misteri che circondano questa intelligente provocatrice è uno dei piaceri del giornalismo musicale dei nostri tempi. In questo speciale sono raccolte sette cover story a lei dedicate, a cominciare da un’intervista ormai classica del 1984 in cui Christopher Connelly la segue mentre torna nelle strade dell’East Village di New York in cui era arrivata dal Michigan qualche anno prima «affamata di attenzione, ma del giusto tipo».
Dal 26 novembre uscirà in tutte le edicole italiane il primo degli speciali monografici che fanno parte della grande tradizione americana del nostro periodico. Sarà Madonna la protagonista di questo numero da collezione (100 pagine, stampato su carta preziosa destinata a durare nel tempo, al prezzo di 8 euro) che ripercorre tutta la storia del rapporto di Lady Ciccone con Rolling Stone. Interviste uniche e 200 foto esclusive che raccontano l’appassionante ascesa della regina del pop, per la gioia di tutti i fan italiani.
Questo è il primo degli speciali da collezione di Rolling Stone in Italia, nel prossimo anno ne verranno pubblicati altri a cadenza quadrimestrale, sempre dedicati alle icone del pop/rock internazionale: tra i primi The Beatles e The Rolling Stones. Già disponibile un’offerta speciale per gli abbonati.
http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/madonna-200-foto-interviste-speciale-numero-collezione/2015-11-26/

Cop21: artisti uniti per portare la propria voce a Parigi

Più di trecento artisti hanno firmato una lettera aperta in vista della Cop21 di Parigi. Tra gli altri Björk, David Bowie, Damon Albarn e Coldplay al completo.
A pochissimi giorni dall’inizio della Cop21, la conferenza sul clima che si svolge a Parigi dal 30 novembre, più di trecento fra artisti e figure di primo piano dell’industria creativa internazionale hanno firmato una lettera indirizzata al ministro degli Esteri francese nonché presidente della Cop21, e a Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’UNFCCC (United Nation Framework Convention on Climate Change).
Alla base della redazione del testo c’è la convinzione da parte del settore creativo e artistico di poter ricoprire un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico: Alison Tickell, coordinatirce del progetto e fondatrice di Julie’s Bicicle, ente no profit che si occupa di colmare il divario tra sostenibilità ambientale e industria creativa, ha affermato:
Cop21 non ha un’importanza esclusivamente politica. Il cambiamento climatico non riguarda solo la politica, l’economia e la scienza, ma anche la cultura. Le arti si possono muovere in direzioni diverse rispetto alla scienza o alla politica. Spesso artisti e personaggi della cultura hanno avuto un impatto estremamente importante sulla società, riuscendo a parlare più facilmente con il pubblico.
Fra i firmatari della lettera, capi di istituzioni artistiche internazionali come la Royal Opera House e la Royal Albert Hall di Londra o il Bafta (British academy of film and television arts), personalità a capo di aziende creative come John Reid, presidente di Live Nation, ma anche artisti e musicisti fra i quali Damon Albarn, David Bowie, Jack Johnson, Björk, Ian Anderson dei Jethro Tull, Jim James dei My Morning Jacket, i Coldplay al completo, David Gilmour, Bobby Gillespie dei Primal Scream e molti altri, fino ad arrivare a più di trecento firme.
Nella lettera si legge :
Siamo molto preoccupati: i sistemi economici e industriali globali attuali stanno accelerando il tasso di desertificazione, di impoverimento del suolo, il degrado degli ecosistemi, l’estinzione delle specie animali (…) Parigi offre un’opportunità storica. Perciò intendiamo insieme intensificare i nostri sforzi. Ma è necessario che ci venga data fiducia e venga riconosciuta la nostra capacità di rafforzare gli interventi previsti a livello politico.
In occasione della Cop21, inoltre, si svolgerà il Pathway to Paris, concerto che si terrà il 4 dicembre nella capitale francese e a cui interveranno anche Naomi Klein, l’ambientalista statunitense Bill McKibben e Vandana Shiva. Fra gli ospiti musicali: Patti Smith, Flea e Thom Yorke.
A questo proposito, qualche giorno fa, Thom Yorke ha rilasciato un’intervista alla rivista francese Télérama in cui ha parlato di cambiamento climatico e del ruolo che può avere l’arte nel cambiare le coscienze: Yorke si è personalmente interessato alle tematiche ambientaliste a partire dagli anni Novanta, decidendo anche di eliminare la carne dalla sua dieta, e con i Radiohead ha collaborato attivamente a svariati progetti per Greenpeace, Friends of The Earth e art.350.org.
http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/cop21-trecento-artisti-uniti

I Coldplay diventano scimmie nel nuovo video “Adventure Of A Lifetime”

I Coldplay hanno pubblicato su Facebook il video di "Adventure Of A Lifetime", il primo singolo estratto dal nuovo album in uscita "A Head Full Of Dreams" (di cui Chris Martin e soci hanno fornito una ghiotta anticipazione).
Per l'occasione la band si è trasformata in un gruppo di scimmie musiciste. Manda in play e guarda tu stesso:

Here it is! The full video for Adventure Of A Lifetime, the first single from the new album, A Head Full Of Dreams (out December 4).
http://news.mtv.it/musica/i-coldplay-diventano-scimmie-nel-video-adventure-of-lifetime/

Coldplay, Ecco il Nuovo Album. Ascolta Tutti i Brani in Anteprima

I Coldplay stanno pubblicando sul loro profilo Instagram dei teaser di 15 secondi di ciascuna delle nuove canzoni che comporranno il disco. Su Instagram sono stati pubblicati in anteprima dei brevi estratti del nuovo album 'A Head Full Of Dreams'. Quanto manca al 4 dicembre?! Il gruppo guidato daChris Martin sarà ospite della finale di X Factor Italia, in onda giovedì 10 dicembre su Sky Uno HD dal MediolanumForum di Assago. Si tratta di una registrazione in cui il presidente canta durante il funerale a Charleston del reverendo (e senatore) Clementa C. Pinckney, ucciso da un suprematista bianco insieme ad altre otto persone nella chiesa metodista della città a giugno: "Abbiamo una piccola clip del presidente che canta "Amazing Grace" in questa chiesa", ha dichiarato Martin al tabloid inglese The Sun "e per noi si tratta di un gesto di grande valore, sia per quello che ha fatto, sia per il significato della canzone". In ogni post c'era l'hashtag #TenDaysUntilAHFOD. 
Le collaborazioni dei nuovo album
"Tutti coloro che hanno preso parte a quest'album hanno un ruolo importante nelle nostre vite". La band ha mostrato anche l'immagine di copertina dell'album, rivelando anche l'ordine delle tracce. Anche Rihanna, Lana Del Rey, Justin Bieber e i Muse hanno usato il social network per stuzzicare la curiosità dei follower.
http://rosarossaonline.org/2015/11/26/coldplay-ecco-il-nuovo-album-ascolta-tutti-i-brani-in_43382

Eagles of Death Metal,tornare a Bataclan

(ANSA) - BRUXELLES, 26 NOV - Gli Eagles of Death Metal, il gruppo rock-metal che suonava al Bataclan la sera degli attacchi, vogliono tornare a suonare nel locale non appena riaprirà. "Voglio essere il primo a tornare al Bataclan appena riaprirà", ha detto il leader della band americana, Jesse Hughes, in un'intervista a Vice News. "I nostri amici sono venuti per ascoltare rock e sono morti, voglio tornare laggiù a vivere", ha aggiunto.

Madonna, che donna!

Siamo stati a Torino con Asos al concerto della regina delle regine: il suo Rebel Heart Tour ci ha regalato energia (ed emozioni) allo stato puro
Di Alessandra Pellegrino
E va bene, lo confesso: ho copiato spudoratamente i suoi look ai tempi di Material Girl e di Who’s That Girl . Me ne andavo in giro con minigonne in pelle, guantini di pizzo, mille croci al collo, e nel walkman (sì, era l’epoca delle musicassette) ascoltavo in loop Like a Virgin. Ma dopo quella fase (con grande gioia del parentado disperato), non sono mai stata una grande “madonnara” ovvero una fan di Madonna che la segue da sempre – ovunque e comunque – , di quelle che fanno sul serio per intenderci .
Però Miss Ciccone è un mito indiscusso, un fenomeno di costume, una donna “con gli attributi” che ha passato indenne decenni, tweet e grandi amori.
Così, quando Asos mi ha invitata alla tappa italiana del suo Rebel Heart Tour di Torino, era ovvio che ci andassi, e di corsa. Anche con un look (di Asos, naturalmente) non proprio sobrissimo: un tailleur giacca+pantaloni dorato e un’ecopelliccia. Un po’ Bowie, un po’ space age, ho assecondato la mia voglia di bling bling.
Poi arrivi al Palazzetto e lo trovi gremito. Fan di tutte le età (giovanissimi e anzianotti) sfegatati, innamorati, platinati, bardati (dai cappellini con scritta “Rebel” a T-shirt con madame stampata).
Un classico da osservare. Tanto abbiamo tempo, la Regina si farà attendere. D’altronde, dopo le minacce di attentato di questi giorni, i controlli all’ingresso dei cancelli sono belli lunghi. Una soffiata ci aveva avvisati che avrebbero sequestrato accendini e rossetti, ho fumato mille sigarette prima di entrare e mi sono rifatta il make up a strati effetto Leigh Bowery. Tutto ok.
Eccola che arriva: esce fuori da una gabbia dorata circondata dai suoi ballerini e inizia Lo show. Sì, perché questa donna a 57 anni balla, si arrampica sinuosa anche sui pali di pole dance, e canta contemporaneamente (e la voce ce l’ha, ve lo assicuro!) senza perdere un colpo (e senza nessun colpo della strega). Sono basita. Da tutto. Dai costumi, tanto per cominciare: quelli disegnati da stilisti assoldati dalla sua costumista Arianne Phillips, e che ha scelto Jeremy Scott per Moschino, Alessandro Michele per Gucci, Fausto Puglisi , Miuccia Prada e Alexander Wang.
Tanti sono italiani, d’altronde Madonna sottolinea che “Italians do it Better”, e che lei l’Italia ce l’ha nel sangue. Scalda la platea, con quel suo “si si, grazie, e a un certo punto le scappa un “che cazzo!”.
Gioca con il pubblico, regala un bouquet al ragazzetto sotto il palco che non parla una parola di inglese e continua a sudare e farfugliare qualcosa attonito. E io sempre più basita. Per quel corpo tonico e sgambettante che mi fa pensare solo al Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Un patto con il diavolo lei, Madonna, deve averlo fatto. Di sicuro dall’iconografia religiosa ha attinto a piene mani. E, a puntino, ecco che arriva una scenografia che replica l’ultima cena in chiave pop (e hard), ci sono le suore (un classicone), ma c’è anche l’Oriente, il mondo dei gangster anni ’20, un siparietto supersexy che solo una vera “Material girl” poteva mettere in scena, e anche momenti più intimi.
Come quando intona la cover di La vie en Rose di Edith Piaf, un omaggio a Parigi che non poteva mancare, o True Blue “questa è la canzone dell’amore, e la dedico a tutti gli innamorati”, sottolinea. Lei che mescola amore, sesso, potere, religione, ha sempre voglia di stupire e di provocare. E passa con nonchalance da un pezzo superromantico a un “quasi”spogliarello “Mi sento molto più a mio agio quando sono nuda”, dice prima di sfilarsi la gonna.
E poi, dopo più di due ore di concerto ininterrotto (!!), quasi fosse stata un’apparizione, Madonna vola via (merito dei grandissimi effetti speciali). Pouff, così. Sono ancora basita. Esco dal palazzetto e penso che critiche o non critiche, questa sì che è una donna con la D maiuscola. Sarà merito del “cuore ribelle”, del team di personal trainer e di beauty expert che la segue senza dubbio 24 h su 24, insomma qualunque cosa sia, ma non paragonatela alle sgallettate di oggi. No competition.
http://www.glamour.it/magazine/eventi-magazine/2015/11/23/madonna-che-donna/

Coldplay tra gorilla e coriandoli agli AMA 2015 in Adventure of a Lifetime

Ecco la brillante performance dei Coldplay agli American Music Awards a Los Angeles, sulle note del nuovo singolo Adventure of a Lifetime
Erano attesissimi agli AMA 2015 e non hanno deluso le aspettative: tra tanto pop, i Coldplay hanno portato il loro inconfondibile stile sul palco degli American Music Awards 2015 presentando dal vivo il nuovo singolo Adventure of a Lifetime.
Si tratta del primo estratto dal loro prossimo album di inediti, il settimo in studio, dal titolo A Head Full of Dreams, che arriva poco più di un anno dopo il successo sbalorditivo e inatteso di Ghost Stories.
Dopo aver ufficializzato la release il 4 dicembre, Chris Martin e i suoi hanno preso a girare le radio e le tv per promuovere il neonato album in uscita.
Introdotta dai Fall Out Boy, la band ha preso possesso del palco regalando un’ottima performance live che, complici le atmosfere dance del brano, ha fatto ballare la platea ricca di star.
Il cantante è stato raggiunto sul palco da quattro ballerini in costume, travestiti di gorilla, per richiamare l’attenzione sul nuovo video in arrivo. Ecco un trailer apparso sui canali social della band, che si è travestita da scimmie per la clip di Adventure of a Lifetime.
Preview the #AOALVideo in the #NewBeatsPill spot from Beats by Dre. Full video premieres Nov 27.
Posted by Coldplay on Domenica 22 novembre 2015
Chris Martin è apparso in grande forma e prontissimo per il tour internazionale di cui sono già state annunciate le prime date nella primavera 2016. Date che purtroppo non comprendono l’Italia, almeno nella tranche di concerti annunciata dal sito ufficiale dei Coldplay pochi giorni fa: la speranza è che si tratti solo di un primo gruppo di appuntamenti live, ai quali potranno aggiungersene altri nei prossimi mesi. I fan italiani stanno già provando a farsi sentire in rete a suon di hashtag per chiedere che la band includa anche l’Italia nel nuovo tour. Ecco la performance dei Coldplay a Los Angeles per gli American Music Awards 2015, indubbiamente il momento clou dell’intero gala. Ovviamente non poteva mancare l’ormai tradizionale pioggia di coriandoli colorati, accompagnati stavolta da palloncini giganti.
http://www.optimaitalia.com/blog/2015/11/23/coldplay-tra-gorilla-e-coriandoli-agli-ama-2015-in-adventure-of-a-lifetime-foto-e-video/233230

Torino è presa, è arrivata Madonna e l'esercito dei Cuori Ribelli!

Madonna è a Torino da ieri e vi rimarrà fino a domenica. Domani 19, sabato 21 e domenica 22 i tre show della tappa italiana del Rebel Hearth Tour. Ecco tutto quello che dovete sapere se ci sarete...
Madonna è sbarcata a Torino nel primo pomeriggio di ieri, dopo un volo dalla Danimarca dirottato all’aeroporto di Nizza per la nebbia che avvolgeva la città. Ieri una giornata di riposo in vista dei concerti, tre da domani a domenica, che si annunciano blindati. Per le serate al PalaAlpitour la prefettura ha disposto misure eccezionali. E i 33 mila fan che hanno già comprato i biglietti dovranno prepararsi all’idea di dover superare una serie di controlli, tradizionalmente dedicati a un importante incontro calcistico piuttosto che a uno spettacolo. Anzi, l’ingresso al palazzetto sarà simile all’imbarco per un volo intercontinentale. La prima regola? Proprio come per salire su un aereo, è meglio evitare bagagli ingombranti e presentarsi agli ingressi con largo anticipo. Perché questa volta, i ritardatari, rischiano davvero di restare fuori dai cancelli. 

I BIGLIETTI
I concerti inizieranno alle 21 e i varchi apriranno due ore e mezza prima. Ma il consiglio, soprattutto per la data di giovedì, è di raggiungere il palazzetto non più tardi delle 17,30. Nel frattempo, ed è questa l’attività che non ha precedenti in Italia, è iniziato il controllo di tutti e 33 mila i biglietti venduti. E l’attenzione delle agenzie e della Questura si è subito concentrata sui 1200 spettatori in arrivo dall’estero e che hanno comprato i voucher fuori dal tradizionale circuito TicketOne. Oltre ai fan in arrivo da Francia e Belgio, sono stati confermati acquisti anche dal Sudafrica, da Tonga. dall’Arabia Saudita e dall’Afghanistan. Nome per nome, vengono analizzati tutti i profili per scongiurare la presenza di possibili infiltrati. 

GLI ANELLI CONCENTRICI
Poliziotti e carabinieri in borghese saranno mescolati tra i fan, attorno al palco, durante tutte le fasi di ogni evento. Ma è fuori dal palazzetto che si concentrerà l’attività preventiva. Dopo gli attentati di Parigi, i dispositivi antiterrorismo, disposti anche a Torino dopo la convocazione, lunedì, del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, hanno di fatto stabilito di replicare le stesse precauzioni già adottate la scorsa primavera per l’Ostensione della Sindone. Gli effetti pratici? Attorno al PalaAlpitour, in un raggio di poco più di cento metri, le forze dell’ordine e gli steward filtreranno gli spettatori attraverso tre fasce di controllo.

COSA EVITARE
Ogni anello servirà a controllare i biglietti, gli zaini e le borse: la polizia raccomanda di evitare quelli più grossi, pena il sequestro preventivo. Come in un qualsiasi aeroporto, sarà proibito portare con sé oggetti affilati, anche le classiche forbici, e ogni sorta di bottiglia. Saranno presenti i cani antiesplosivo e pattuglie a cavallo nei giardini che circondano l’area alle spalle dello stadio Olimpico. Quindi saranno possibili perquisizioni prima di poter raggiungere gli spalti. La serata più critica sarà la prima: per l’esordio dei nuovi sistemi di controllo e per le ultime prove di Madonna, a ridosso del concerto.

Madonna al “Principi di Piemonte”, i primi fans davanti al PalaAlpitour

Irraggiungibile, causa nebbia, l’aeroporto di Caselle, Madonna è atterrata martedì notte, alle 2,30, allo scalo di Nizza-Costa Azzurra. Il suo jet privato è poi decollato alla volta di Torino-Caselle all’ora di pranzo. Intanto, davanti al Principi di Piemonte, si stanno radunando i fans. È questo l’hotel scelto dalla pop star per le sue notti torinesi, in vista del primo dei tre concerti al PalaAlpitour, in programma giovedì, sabato e domenica. Madonna, nel più assoluto riserbo, ha già raggiunto la propria suite. Fuori, all’ingresso di via Gobetti, sono già comparsi alcuni uomini dello staff e una delle guardie del corpo.

L’ESERCITO DEI FANS
Intanto davanti al PalaAlpitour sono arrivati i primi fans di Madonna, che trascorreranno due notti in tenda e sacco a pelo in attesa della prima tappa del concerto. Antonio Rotunno, 20 anni, di Milano, ha il timbro sulla mano numero «1»: «Sono arrivato con cinque amici, non ci muoveremo di un centimetro per non perdere la posizione straordinaria». Roberto Lipizzi di Avellino è atterrato a Caselle; nello zaino ha i biglietti per tutte e tre le date al Pala Alpitour della popstar. Ma tra i primi fans della cantante davanti all’ingresso c’è anche chi del «Rebel Heart Tour» ha già visto la data di Colonia, Praga, Berlino e Stoccolma.
https://www.lastampa.it/2015/11/18/esteri/c-madonna-a-torino-controlli-sui-biglietti-comprati-allestero-0oiiVhqkFyxThsZ1glBTGM/pagina.html

Jane Birkin: Amici fiorentini, con amore state vicini ai ragazzi di Francia

E io penso alle madri, ai padri, ai fidanzati, alle fidanzate, ai fratelli e alle sorelle di quei ragazzi in quella notte di candele e di fiori, quella notte in cui uomini e donne coraggiosi hanno detto: "Io non ho paura"
A Firenze ho passato molti momenti importanti della mia vita. Con Serge, per una specie di viaggio di nozze, nel 1969 e poi di nuovo con Serge e le bambine, nel 1975. Serge Gainsbourg amava molto Firenze, diceva che è la storia che ha deciso di vivere, e non di guardarsi morire come fa invece Venezia. Ci sono stata quando mi ha invitata Aldo Tassone al festival France Cinéma. E poi ancora nel 2003, quando ho portato per la prima volta in Italia Arabesque , lo spettacolo che mi ha ridato la vita, al Teatro Romano di Fiesole, insieme a mia sorella Linda e ai due figli di Charlotte. E ancora nel 2009, nel Giardino di Boboli, per cantare le canzoni di Serge. A Firenze ho dei carissimi amici, e mille ricordi.
Per questo ai fiorentini vorrei dire di stare vicini a Parigi e alla Francia, adesso. Perché a Parigi, al Bataclan, un luogo pieno di gioia e di musica, dei ragazzi sono morti, e in pochi istanti quel luogo di allegria è diventato un inferno. E io penso alle madri, ai padri, ai fidanzati, alle fidanzate, ai fratelli e alle sorelle di quei ragazzi in quella notte di candele e di fiori, quella notte in cui uomini e donne coraggiosi hanno detto IO NON HO PAURA e hanno fatto anche quattro ore di coda nel buio e poi nell'alba per donare il loro sangue. Chiedo ai fiorentini di essere con questi uomini e queste donne, con questi ragazzi, di far sentire che la giovinezza e la libertà non possono morire sotto i mitra di un odio cieco che porta altri ragazzi a sparare contro un caffè, contro un ristorante, contro il pubblico di uno stadio, contro dei giovani riuniti per ascoltare musica. L'amore. Soltanto l'amore che dobbiamo avere gli uni verso gli altri, tutti gli altri, può salvare il mondo da un inferno senza ritorno. Firenze è una città di bellezza, di amore, di sole e di pietre luminose. State vicini a questi ragazzi, state vicini ai ragazzi di Parigi, state vicini ai ragazzi di Francia. Anche voi potete fare tanto.
Testo tradotto da Tommaso Gurrieri, per gentile concessione della casa editrice Clichy
Jane Birkin. Londra, 1946. Attrice e cantante, musa di Serge Gainsbourg. Tre figli: Kate Barry (1967-2013) avuto dal compositore più volte Premio Oscar John Barry; Charlotte Gainsbourg (1971), figlia di Serge; Lou Doillon (1985), figlia del regista Jacques Doillon.
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/11/15/news/titolo_non_esportato_da_hermes_-_id_articolo_1788631-127430139/

Attentati a Parigi: gli artisti in lutto annullano i concerti, tranne Madonna...

Madonna è stata una delle molte celebrità che subito hanno espresso il proprio pensiero dopo i tragici fatti di Parigi del 13 novembre. Su Instagram, infatti, la star ha postato un'immagine con didascalia che recita: "Siamo tutti immigranti!!! Il nostro sangue è dello stesso colore... Siamo uniti. Preghiamo per la pace! A Parigi e in tutto il mondo".
Poi, in occasione del concerto che non ha voluto annullare e che ha tenuto ieri sera a Stoccolma, Madonna è tornata sull'argomento, tenendo un discorso sul palco proprio prima di proporre il suo grande successo "Like a prayer". Ha detto: "Questo show è una celebrazione della vita, del difendere i propri diritti e del lottare per ciò in cui si crede. E' stato difficilissimo per me arrivare a questo punto dello spettacolo senza pensare a ciò che è accaduto ieri notte. Devo prendermi un momento per parlare di quella tragedia. Le orribili uccisioni, gli assassinii e le inutili fini di tante vite preziose a Parigi l'altra notte".
Ha poi spiegato: "Mi sento straziata. Tipo, perché sono qui sul palco, a ballare e divertirmi, mentre ci sono persone che piangono la morte dei loro cari?" Poi Madonna ha detto di aver deciso di esibirsi ugualmente nonostante l'accaduto proprio per non darla vinta ai terroristi, persone che "non vogliono vedere gente felice che si diverte". Ha poi parlato della forza della solidarietà e ha chiesto un minuto di silenzio ai 50.000 presenti - per poi lanciarsi appunto in una memorabile "Like a prayer".
http://www.rockol.it/news-649101/parigi-13-novembre---madonna-sulla-strage-e-minuto-di-silenzio?refresh_ce

DOPO I FATTI DI PARIGI DIFFICILE PENSARE ALLA MUSICA, ANNULLATI I CONCERTI DI U2, COLDPLAY E SIMPLE PLAN

Di fronte ai terribili fatti di Parigi riesce difficile il pensare di poter offrire svago e divertimento con la propria musica. E se pensiamo che i terroristi hanno colpito una sala da concerti dove si era appena concluso il concerto degli Eagles of Death Metal, suonare è ancora più difficile.
Per questo motivo i Coldplay hanno annullato un live stream su Tidal previsto per questa sera al Belasco Theatre di Los Angeles: “Il nostro live è rimandato nel rispetto dei terribili eventi di Parigi”, ha comunicato la band.
Annullati anche i concerti previsto per questa sera e per domani sera alla AccorHotels Arena, proprio a Parigi, degli U2. “Non annullato ma solo posticipato in tempi più adeguati” ha comunicato la band di Bono e The Edge.
Jeff Stinco dei canadesi Simple Plan fa sapere che la band si sarebbe dovuta esibire a Parigi lunedì sera ma, come ovvio dopo gli ultimi tragici eventi, il concerto è stato annullato. Considerando anche il fatto che i confini francesi al momento sono chiusi.
http://www.rockol.it/news-649070/parigi-attacco-terrorismo-isis-coldplay-u2-concerto-annullato-batclan

Un Momento di Follia: dal 19 novembre al cinema

Arriverà in tutte le sale cinematografiche del nostro paese, il prossimo giovedì 19 novembre, Un Momento di Follia, il nuovo film di Jean-François Richet, con protagonisti Vincent Cassel, François Cluzet, Lola Le Lann e Alice Isaaz
Arriverà in tutte le sale cinematografiche del nostro paese, il prossimo giovedì 19 novembre, distribuito dalla Medusa Film, Un Momento di Follia (titolo originale Un moment d’égarement), il nuovo film di Jean-François Richet, remake dell’omonima pellicola del 1977 firmata Claude Berri, con protagonisti Vincent Cassel, François Cluzet, Lola Le Lann e Alice Isaaz.
Il film ci racconta le vicende di due amici di vecchia data, separati dalle rispettive mogli e oramai prossimi alla cinquantina, Laurent (interpretato da Vincent Cassel) e Antoine (interpretato da François Cluzet), che decidono di trascorrere le loro vacanze insieme in Corsica, portando con loro le rispettive figlie, Marie di 18 anni (interpretata da Alice Isaaz) e Louna di 17 (interpretata dall’esordiente Lola Le Lann). Fino a qui tutto bene, a parte il fatto che una sera come tante, sulla spiaggia, la più giovane delle due, Louna, la figlia di Antoine, viene sedotta dal migliore amico di suo padre.
I due, com’è ovvio, diventano amanti ma, mentre per Laurent si tratta solo un momento di follia, che non può e non deve avere nessun seguito e che, soprattutto deve essere tenuto nascosto al suo amico Antoine, Louna è, o almeno crede di essere, innamorata di lui e, senza rivelare il nome del suo nuovo amante al padre, si confida con lui per avere dei consigli in proposito, spingendo quest’ultimo a voler scoprire a tutti i costi di chi si tratta. Per quanto tempo i due riusciranno a tenere il segreto?
In Francia, ancora prima della sua uscita nelle sale cinematografiche, Un Momento di Follia ha fatto molto parlare di sé, soprattutto a causa della scena di passione tra Laurent e Louna, in cui la giovane attrice Lola Le Lann appare completamente senza veli.
Proprio quest’ultima, durante l’intervista rilasciata a melty.it, alla domanda su come avesse vissuto lo scalpore provocato dalla suddetta scena, ha risposto: “Non pensavo che facesse il buzz su Internet, ma essendo una scena sexy è normale che se ne parlasse così tanto, anche se sui social network, soprattutto su Instagram, mi sono arrivati tantissimi commenti sessisti, del tipo “Lola Le Lann è capace di tutto” eccetera… insomma, questa scena ha risvegliato un sentimento reazionario in una parte del pubblico. Ma non ci ho prestato troppa attenzione”.
http://news.fidelityhouse.eu/cinema-tv/un-momento-di-follia-dal-19-novembre-al-cinema-170559.html

Thom Yorke ti insegna a diventare grande. Sparendo

Al Club to Club di Torino io c’ero. Lui c’era. Eppure non lo ricordo per niente. Dunque, finalmente, ce l’ha fatta.
I Radiohead quando salgono sul palco quasi neanche te ne accorgi. Non sono come certi rapper che per farsi notare si coprono di catenazze d’oro, acchiappano la culona più svestita di tutte, sparano e sgommano in limo gigantesche. O come quei metallari che nei loro concerti sparano razzi e si dimenano in mezzo alle colonne di fuoco. No, niente di tutto questo. I Radiohead semplicemente appaiono, neanche te ne accorgi, poi sono lì e stanno suonando. Sembra un dettaglio eppure ti fa capire tutto di loro. E forse ti spiega anche perché Thom Yorke, che dei Radiohead è il cantante, l’uomo carismatico, il frontman, il leader, etc etc, questo novembre quando si è esibito sul palco del Club to Club di Torino è letteralmente scomparso.
How to disappear completely è una traccia di Kid A, il disco con cui i Radiohead nell’anno 2000 sono scomparsi dal successo che avevano avuto con Ok Computer, incassandone uno forse più grande, di certo più duraturo. Ma quella è un’altra storia: la traccia, non la più bella del disco, è forse la più importante per capire il gruppo.
Il titolo riprende quello di un un libro di strategia della sparizione, che ti spiega come cominciare da zero con una nuova vita, una nuova identità. Come qualcuno ancora si immagina abbia fatto Richey Edwards, cantante e chitarrista dei Manic Street Preachers, che un giorno del 1995 semplicemente scomparve, a cui la canzone in qualche modo è dedicata. Michael Stipe dei R.E.M., tra i primi a credere nei Radiohead tanto da portarseli dietro come gruppo d’apertura proprio nel ’95, quando avevano appena pubblicato il loro secondo disco The Bends, qualche anno più tardi spiegò a Thom Yorke come sopravvivvere all’incredibile stress che il successo di Ok Computer (1997) gli stava provocando, chiudendo gli occhi e ripetendo una frase che è diventato il mantra di How to disappear completely: “I’m not here, this is not happening”.
Sparire, proprio come i Radiohead hanno fatto sparire Creep, la canzone con cui ci hanno spaccato il cuore negli anni Novanta, uno di quei brani che negli articoli e nei libri di musica vengono usualmente etichettati come “inno generazionale”. Sparita. Thom è diventato grande facendo sparire il suo pezzo più famoso. E sparendo a sua volta. Quasi un controcanto di quello che era successo ai Nirvana, il più grande gruppo scaturito dall’underground prima dei Radiohead. It’s better to burn than to fade away, scrisse Kurt Cobain, nella sua lettera d’addio, citando Neil Young. Ma Thom Yorke non è mai voluto essere Kurt Cobain. Al massimo, puoi immaginare, qualunque fine abbia fatto Richey Edwards dei Manic Street Preachers, forse Thom in fondo voleva essere lui. How to disappear completely and never be found.
Della notte al Lingotto non ricordo Thom Yorke. Ricordo i Battles, che hanno pestato come dannati, schitarrando sui loop dolci e ripetitivi, picchiando duro su Atlas davanti a un pubblico che forse non capiva, come mai, in un evento che ha la parola “Club” per due volte dentro al nome, ci fossero questi che ti fanno venire voglia di pogare. Mi ricordo Four Tet, uguale a se stesso, piegato sui suoi marchingegni. Mi ricordo Jamie Xx, che ha fatto un dischetto bello bello, che ti entra dentro ma senza rigirare la lama, e se il giorno dopo chiedevi a chiunque cosa ne pensasse, del suo live, ti rispondeva con la stessa identica cosa, “emozionante”, “emozionante”, “emozionante”, come un passaparola che si trasforma in epiteto. L’emozionante live di Jamie Xx, praticamente un titolo. Ricordo tutto, ma non ricordo Thom Yorke, avvolto dal fumo, sovrastato dal muro delle videoproiezioni, ovattato nel pubblico acclamante sudante danzante. So che c’era, che c’ero io, che eravamo geograficamente vicini, quasi attigui. Che ha fatto pezzi vecchi e pezzi nuovi, che (per fortuna) non ha fatto niente dei Radiohead, che (per sfortuna) ha fatto qualcosa degli Atoms for Peace, ma non ricordo altro.
Thom ce l’ha fatta. Ha vinto lui.
È sparito. Completely.
E così è diventato grande.
PS ringrazio Absolut Vodka per l’invito al C2C e per l’ospitalità nell’Absolut Symposium, un festival dentro al festival che vive in un hotel a due passi dal Lingotto dove si sta benissimo, si beve benissimo, si fa colazione dalle 4 alle 10 del mattino e dove la musica non finisce mai, neanche e soprattutto nelle ore che di solito si dedicano al sonno. Io, che per farmi abbracciare da Morfeo solitamente sparo a palla Down on the upside dei Soundgarden, non dormivo così bene da quando mi accampai, per errore, a due passi dal palco drum ‘n’ bass dello Sziget di Budapest, dove la musica attaccava il primo giorno del Festival e, per quanto ne so io, non ha mai smesso di suonare.
http://www.gqitalia.it/show/musica/2015/11/13/thom-yorke-ti-insegna-diventare-grande-sparendo/

Whoopi Goldberg, la star di “Ghost” e “Sister Act” compie 60 anni

Il grande pubblico la ricorda, soprattutto, per i ruoli di Oda Mae Brown in “Ghost” e di Suor Maria Claretta in “Sister Act”, ma Whoopi Goldberg ha vinto, praticamente, tutti i premi più importanti in campo cinematografico, musicale e televisivo ed è stata la prima presentatrice donna degli Oscar. Con un curriculum da brivido, un Academy Award in bacheca e 53 pellicole all’attivo, la diva non ha minimamente intenzione di fermarsi.
E’ la star afroamericana che ha vinto più premi in assoluto. Indimenticabili, oltre che amatissimi ancora oggi, sono alcune sue pellicole cult come “Il colore viola”, “Ghost – Fantasma” e “Sister Act” e, proprio grazie al ruolo della sgangherata sensitiva Oda Mae Brown, è riuscita a portare a casa un meritatissimo Oscar come Migliore attrice non protagonista. Attrice, doppiatrice, cantante, regista, e presentatrice, la sua stella ha raggiunto il massimo splendore durante gli anni ’90, per poi affievolirsi durante i Duemila, ma non è mai sparita dal grande schermo (dove ha girato, finora, ben 53 film) e dalla televisione (ha preso parte a più di 39 tra serie e film tv), recitando anche a teatro in 25 spettacoli, dal 1970 al 2010.
Il teatro e i problemi di droga
Nata a New York, il 13 novembre 1955, la Goldberg (il cui vero nome è Caryn Elaine Johnson), debutta proprio a teatro, a soli 8 anni. La sua passione è fortissima e innata e, infatti, decide di lasciare la scuola per dedicarsi anima e corpo al suo sogno: partecipare ai musical di Broadway. Purtroppo, all’inizio degli anni ’70, ha dovuto fare i conti con la dipendenza da droghe, superata, però, dopo pochi anni, grazie soprattutto all’aiuto di Alvin Martin, l’assistente sociale che si prese cura di lei in quel difficile periodo, e che diventerà suo marito e padre di sua figlia Alex. Il matrimonio naufraga nel 1979 e l’attrice si sposta a San Diego, con la figlia, facendo qualsiasi tipo di lavoro. Il teatro resta la sua prima passione e dopo gli spettacoli “Tantrums”(1981), “Reverence for the Dead”(1982) e “Moms”(1983), viene notata dal regista Mike Nichols in “Spook Show”, che la porta a Broadway.
“Il colore viola” e i film degli anni ‘80
Nel 1985 arriva l’occasione della sua vita. Steven Spielberg la vuole per “Il colore viola”, straordinario dramma tratto dal romanzo di Alice Walker, che racconta di abusi sessuali e razzismo vissuti da un gruppo di donne coraggiose, capitanate proprio da Whoopi Goldberg, nei panni di Celie Harris. Il film ottiene 11 nomination agli Oscar mentre l’attrice riesce a portare a casa il Golden Globe come Miglior attrice in un film drammatico. Seguiranno altre pellicole di genere eterogeneo come: “Jumpin’ Jack Flash”(1986) di Penny Marshall, “Affittasi ladra”(1987) di Hugh Wilson e “Il grande cuore di Clara”(1988) diretto da Robert Mulligan. Nel 1986 sposa il direttore della fotografia David Claessen, ma i due divorziano nel 1989.
L’Oscar per “Ghost”, il blockbuster “Sister Act” e i favolosi anni ‘90
Nel 1990, Jerry Zucker la vuole a tutti i costi per il ruolo della sensitiva Oda Mae Brown nel cult “Ghost – Fantasma”, accanto a Patrick Swayze e Demi Moore. Il successo è fulminante. La simpatica e coraggiosa veggente colpisce al cuore il grande pubblico e, infatti, la Goldberg fa suo l’Oscar come Migliore attrice non protagonista. La scalata al successo non conosce ostacoli. Dal 1990 al 2000, l’attrice lavora in circa di 28 film, tra cui “Bolle di sapone”(1991) di Michael Hoffman, “I protagonisti”(1992) per la regia di Robert Altman, fino all’ennesimo clamoroso successo di “Sister Act – Una svitata in abito da suora”(1992), diretto da Emile Ardolino. La parte di Deloris Van Cartier/Suor Maria Claretta le vale una nomination ai Golden Globe come Migliore attrice in un film commedia o musicale. Nel 1993, arriva nelle sale il sequel “Sister Act 2 – Più svitata che mai”, per la regia di Bill Duke, che ha un ottimo successo al botteghino, anche se non riesce a bissare i fasti del primo capitolo. Nel 1994 sposa l’attore Lyle Trachtenberg, ma il matrimonio dura solo un anno. Sempre nel ’94, è la prima donna a presentare la cerimonia degli Oscar, esperienza che ripeterà anche nel 1996, 1999 e 2002. Altri film di rilievo di quegli anni sono: “Una moglie per papà”(1994) di Jessie Nelson, “Moonlight & Valentino”(1995) di David Anspaugh, “Eddie – Un’allenatrice fuori di testa”(1996) per la regia di Steve Rash, “Bogus – L’amico immaginario”(1996) diretto da Norman Jewison, “Funny Money – Come fare i soldi senza lavorare”(1996) di Donald Petrie e il crudo e commovente “Ragazze interrotte”(1999) di James Mangold, con Angelina Jolie e Winona Ryder. Dal 1995 al 2000 è stata legata sentimentalmente all’attore Frank Langella.
Il declino degli anni Duemila e i progetti futuri
Gli anni Duemila, purtroppo, non sono fortunatissimi per la Goldberg. Anche se gira 17 pellicole, le uniche di rilievo sono “Rat Race”(2001) di Jerry Zucker, “Star Trek: La nemesi”(2002) di Stuart Baird, “Il mio angolo di Paradiso”(2011) di Nicole Kassell e, nel 2014, l’abbiamo vista nei panni di Bernadette Thompson in “Tartarughe Ninja”, di Jonathan Liebesman. In compenso, ha preso parte a decine di serie e film tv, tra cui: “Absolutely Fabolous”(2002), “Law & Order”(2006), “Tutti odiano Chris”(2006), “Entourage”(2006), “Glee”(2012-2014) e “666 Park Avenue”(2012). Nel 2013 ha diretto il documentario “Moms Mabley: I Got Somethin’ To Tell You”, mentre nel 2016 sarà protagonista di due pellicole: “Black Dog, Red Dog”, thriller diretto da registi vari e “Actors Anonymous”, adattamento per il grande schermo del romanzo di James Franco, che racconta la vita dei giovani attori di Hollywood.
http://cinema.fanpage.it/whoopi-goldberg-la-star-di-ghost-e-sister-act-compie-60-anni/

Madonna: foto degli esordi in mostra a Bologna

La Galleria ONO Arte Contemporanea presenta la collettiva "The Rise of a Star": 60 scatti, anche inediti, della più grande diva del pianeta
Inaugura il 19 novembre, presso la Galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna, la collettiva MADONNA: The Rise of a Star: in esposizione circa 60 scatti, alcuni totalmente inediti, che ritraggono la grande icona pop nel primissimo periodo della sua carriera. 
A documentare le origini e i primi cambiamenti di stile della forse più longeva icona della storia musicale, le fotografie di George DuBose, Deborah Feingold e Peter Cunningham. Di quest'ultimo vengono presentate in anteprima mondiale anche alcune immagini esclusive, parte di un rullino che il fotografo pensava di aver smarrito.
Siamo nel 1982 quando Peter Cunningham, fotografo canadese con studio a New York, riceve una telefonata dall'amica Liz Rosenberg, all'epoca pubblicista per la Warner Bros, perché organizzi velocemente un servizio fotografico per una delle sue nuove clienti, di cui era particolarmente entusiasta: una certa Madonna, che a suo dire sarebbe diventata "la nuova Marilyn Monroe". A Cunningham il nome non dice nulla - all'epoca la cantante aveva a stento registrato un demo - e sorride all'affermazione della Rosenberg.
Il giorno fissato per lo shooting Madonna si presenta sola, e da sola si trucca e prepara gli abiti per il servizio, compresi di cintura borchiata che le penzolava fino a metà gamba. Dal momento in cui Cunningham impugna la macchina fotografica, tutti i suoi dubbi svaniscono. Davanti alla camera, infatti, Louise Veronica Ciccone inizia a scherzare e a giocare e a ogni suo cambio d'abito segue un "cambiamento della personalità", della "persona" messa in scena. 
Il servizio dura più di sei ore e non si conclude nello studio fotografico, ma prosegue per le strade di New York, a Soho, dove Madonna continua a "performare" davanti all'obiettivo: corre e salta coinvolgendo gli ignari passanti, gioca a nascondino nei vicoli tra le case, si abbassa la zip dei pantaloni sui gradini di una chiesa o finge di essere crocifissa sulla staccionata di un giardinetto. 
È ancora nel 1982 che Deborah Feingold immortala Madonna per la rivista Star Hits, fotografandola per quello che era: una giovane ragazza ambiziosa con un forte senso dello stile e una forte presenza scenica. Il giorno dello shooting, la giovane cantante arriva nel piccolo appartamento della Feingold a New York, utilizzato dalla fotografa anche come studio. A Deborah basta mezz’ora per prendere confidenza con il suo soggetto e realizzare un servizio in cui la futura diva gioca sul set con diversi elementi, dando vita a una serie di scatti consapevoli, sensuali e determinati.
Un anno prima, nell'autunno del 1981 Liz Rosenberg aveva contattato invece George DuBose, all'epoca uno dei fotografi che immortalavano la vita notturna newyorkese, chiedendogli di andare a fotografare una nuova band, in concerto all'Uncle Sam di Long Island e dicendogli di focalizzarsi soprattutto sulla cantante, Madonna. 
Anche in quell'occasione la futura regina del pop cambia numerosi abiti di scena, confermando un trasformismo che negli anni sarebbe diventato quasi un marchio di fabbrica. DuBose la reincontra la stessa sera in un altro locale di Manhattan, il Danceria, in cui Madonna si esibiva cantando e ballando sulle note registrate di una cassetta, accompagnata solamente dal fratello e da una ballerina. Da quella sera, in cui Madonna sarà notata da molti, inizieranno a chiamarla per esibizioni in tutto il nord degli Stati Uniti. 

MADONNA: The Rise of a Star
19 novembre 2015 – 10 gennaio 2016
Galleria ONO Arte Contemporanea 
Via Santa Margherita 10 Bologna 
http://www.panorama.it/foto/grandi-fotografi/madonna-esordi-mostra-foto-bologna/#gallery-0=slide-5

Mon Roi - Il mio Re, il trailer italiano del nuovo film con Vincent Cassel

Vincent Cassel e Emanuelle Bercot ci raccontano una storia d'amore sospesa fra passione e crisi, magistralmente diretti dalla regista Maïwenn Le Besco
Due grandi protagonisti per un'incredibile storia d'amore in cui momenti d'intesa e passione estrema si alternano a crisi profonde e talvolta pericolose. Emmanuelle Bercot e Vincent Cassel lasciano il segno in Mon roi - Il mio Re, l'ultimo film della regista Maïwenn Le Besco che esplora le dinamiche del rapporto di coppia, anche quelle più distruttive e si confronta con l'eterna domanda: è meglio un amore prevedibile ma senza rischi, o un amore intenso capace però di ferire profondamente?
Mon roi - Il mio Re uscirà nelle sale giovedì 3 Dicembre 2015 distribuito da Videa.
http://www.pianetadonna.it/video/dalla-rete/mon-roi-il-mio-re-trailer-esclusiva.html

Madonna una mostra a Torino

ICONIC
Portraits & Artwork inspired by The Queen of Pop

Un percorso iconografico attraverso l’arte creata dai fan di MADONNA
in occasione delle uniche date italiane del “Rebel Heart Tour”

Dal 19 al 24 novembre 2015
A cura di Gabriele Ferrarotti, in collaborazione con Ettore Ventura
In occasione delle uniche date italiane del “Rebel Heart Tour” di Madonna, che torna a Torino dopo 25 anni, GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE apre la mostra ICONIC – Portraits & Artwork inspired by “The Queen of Pop” nelle sale dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana (Via della Consolata 1 bis – Torino).
La mostra collettiva, che sarà visitabile dal 19 al 24 novembre, è un variopinto e stravagante insieme di opere di creativi e talentuosi fan di Madonna che si sono ispirati alla poliedrica immagine pubblica della “Regina del Pop” e hanno creato un interessante ed eccentrico parterre visivo di rappresentazioni iconiche dell’artista stessa. Le opere dei 20 fan-artisti di Madonna presenti in mostra utilizzano le più svariate tecniche di esecuzione per raccontare la loro personale interpretazione dell’icona Madonna: dagli acquerelli al collage, dall’arte digitale ai pastelli e altro ancora.
La maggior parte delle opere, che provengono da tutto il mondo, sono state scelte da Madonna stessa per entrare a far parte dello straordinario video che anima il palco del concerto durante la performance della traccia “Rebel Heart”, mentre altri sono stati più volte pubblicati sul profilo Instagram della cantante, che lei stessa ha definito in una recente intervista “an art gallery for my thoughts” (“Una galleria d’arte per i miei pensieri”).
ICONIC – Portraits & Artwork inspired by “The Queen of Pop” proporrà anche un’installazione site-specific creata appositamente per l’evento, grazie alla collaborazione di L’Oréal Professionnel e frutto del talento dell’hair stylist Franco Curletto, anche lui fan di Madonna, che ripercorrerà in chiave pop le acconciature più iconiche dell’artista nel corso dei suoi trent’anni di carriera.
“La mostra offre ampia visibilità alle opere dei fan-artisti – commenta Gabriele Ferrarotti, curatore della mostra in collaborazione con Ettore Ventura – grazie a un attento lavoro di allestimento che saprà interagire al meglio con gli ambienti dello spazio espositivo di Palazzo Saluzzo Paesana, così da realizzare un iconico tributo visivo della ‘Regina del Pop’ proprio in occasione della sua presenza a Torino. Lo stile barocco del Palazzo è per certi versi affine al personale gusto estetico della cantante, che ha più volte dichiarato la sua passione per l’Italia e in particolare per l’epoca settecentesca, la stessa del Palazzo, e consente di creare, grazie all’estrema contemporaneità delle opere che verranno esposte, un effetto di contrasto che da trent’anni caratterizza molta della produzione artistica della cantante“.

Per maggiori informazioni:
Gabriele Ferrarotti- curatore – mail: gabriele.ferrarotti@palazzosaluzzopaesana.it – mobile: +39 349 5458021
Giulia Gaiato – ufficio stampa – mail: gaiatogiulia@gmail.com – mobile: +39 346 5606493
http://www.palazzosaluzzopaesana.it/iconic/

Il Torino Film Festival apre con Suffragette di Sarah Gavron con la partecipazione speciale di Meryl Streep

Conto alla rovescia per la 33^ edizione del Torino Film Festival in scena dal 20 al 28 novembre. Ancora per oggi e domani i Clienti Vodafone che si recheranno negli store torinesi avranno la possibilità di acquistare i biglietti in anticipo e di usufruire di uno sconto. Da oggi e fino al 19 novembre c’è la possibilità di vincere un ingresso al giorno per due persone alla serata di gala del 20 (qui tutte le esclusive previste dall’iniziativa “il 4G Vodafone ti porta in prima fila”).
Intanto è stato annunciato il titolo del film che aprirà il #TFF33 (qui il programma completo). Si tratta di Suffragette (UK, 2015) di Sarah Gavron, con la partecipazione speciale di Meryl Streep che interpreta Emmeline Pankhurst, l’attivista britannica che nel 1903 fondò l’Unione sociale e politica delle donne (Women’s Social and Political Union) dando così una spinta fondamentale al diritto delle donne al voto politico, il “suffragio”, concesso fino ad allora solo agli uomini.
Il film è ambientato nel 1912 e scritto da Abi Morgan (l’autrice di The Iron Lady, Shame e Brick Lane, il primo film, anche questo al femminile, diretto dalla Gavron). Vengono descrive le condizioni di vita e di lavoro delle donne londinesi agli inizi del Novecento: le loro lotte e le persecuzioni di cui furono vittime. Tra le figure principali la lavandaia Maud (interpretata da Carey Mulligan), la farmacista Edith (Helena Bonham Carter) e la proletaria Violet (Anne-Marie Duff).
Il diritto di voto nel Regno Unito fu concesso alle capofamiglia nel 1918 e dieci anno dopo esteso a tutte le donne.
Vodafone Italia è main sponsor della kermesse e ha ideato e realizzato l’app gratuita del “Torino Film Festival” disponibile per device con sistema operativo Android e iOS.
http://news.vodafone.it/2015/11/11/il-torino-film-festival-apre-con-suffragette-di-sarah-gavron-con-la-partecipazione-speciale-di-meryl-streep/

Gli Asian Dub Foundation sonorizzano live il film “L’Odio” Leggi tutto su:

La leggendaria band inglese Asian Dub Foundation, dopo la pubblicazione del lungamente atteso nuovo album “More Signal More Noise”, torna in tour in Italia con uno dei suoi progetti live più riusciti ed interessanti: la sonorizzazione dal vivo del cult movie LA HAINE (L’Odio) di Mathieu Kassovitz. 

Asian Dub Foundation – L’Odio live 
Mercoledì 2 Dicembre @ Hiroshima Mon Amour, Torino 
Giovedì 3 Dicembre @ Gazebo Tv show Raitre 
Venerdì 4 Dicembre @ Laboratorio Crash, Bologna 
Sabato 5 Dicembre @ Casa delle Arti, Conversano (BA) 
Domenica 6 Dicembre @ MONK CLUB, Roma 
Lunedì 7 Dicembre @ The Cage Theatre, Livorno 

Nato nel 2001 e presentato con successo in varie location nel mondo, questo show arriva per la prima volta in Italia in occasione del ventennale del film. Lo spettacolo prevede la proiezione integrale del film su grande schermo, in lingua originale con sottotitoli italiani, mentre la parte musicale viene eseguita live dalla band sul palco. Il risultato unisce la forza del film all’immediatezza della musica dal vivo, grazie ai tre straordinari musicisti coinvolti: i fondatori Steve Chandra e Dr Das affiancati da Brian Fairbairn, ovvero chitarra e sezione ritmica degli Asian Dub Foundation, sono sempre stati politicamente e socialmente coinvolti dalle tematiche e dal linguaggio di questo classico cinematografico. Nel loro album di maggior successo, “Enemy of the Enemy” del 2003, gli ADF hanno inciso un brano intitolato “La Haine” ispirato dallo stesso film. La storia e tutto l’immaginario della band londinese, coincidono con le tematiche di fondo del film francese: la condizione delle minoranze etniche e culturali nelle strade della grandi metropoli europee. 
Interpretato da Vincent Cassel, il film descrive le tensioni vissute nelle banlieu di Parigi dopo l’uccisione di un ragazzo da parte della polizia francese, attraverso la giornata di tre giovani amici di diversa radice etnica, ma accomunati dal quartiere in cui vivono. L’intensa crudezza del film, evidenziata fra humour e dramma con una bellissima fotografia bianco-nero ad alto contrasto, lo ha reso un autentico cult. La rivista Empire ha elencato LA HAINE al 32simo posto fra i “Migliori 100 film nella storia del Cinema”. Risulta evidente la grande attualità di questo spettacolo, in un momento storico in cui i temi e le situazioni espressi nel film “L’Odio” attraversano le strade delle grandi città europee in maniera sempre più complessa e violenta. Lo sguardo disincantato e realista di La Haine, e la musica meticcia degli autori di brani come “Fortress Europe”, continuano senz’altro ad esprimere lo spirito dei tempi.
http://www.rockon.it/concerti/gli-asian-dub-foundation-sonorizzano-live-il-film-lodio/

TORINO. TFF: ANTEPRIMA ‘SEXXX’ DI FERRARIO, MADONNA VUOLE VEDERLO

C’è anche Madonna tra i cinefili che in questi giorni si stanno interessando al Torino Film Festival. Il simpatico retroscena è stato spiegato oggi, alla presentazione della kermesse, dalla direttrice artistica Emanuela Martini. “Nel periodo del festival Madonna farà tre concerti a Torino e ha chiesto a Davide Ferrario di vedere ‘Sexxx’, che presentiamo al Tff – spiega -. Non credo però che Madonna verrà al cinema Massimo a vederlo”.
‘Sexxx’, che viene presentato in anteprima al festival, è uno degli ultimi lavori del regista Davide Ferrari. E’ dedicata all’omonima coreografia di Matteo Levaggi che si ispira al libro di Madonna ‘Sex’. “L’entourage di Madonna, venuto a sapere del film – spiega Ferrario – ha chiesto un dvd da dare alla cantante e mi ha invitato alla prima torinese del suo tour”, che approda a Torino per le sue uniche tre date italiane, proprio in contemporanea con il Torino Film Festival.
http://12alle12.it/torino-tff-anteprima-sexxx-di-ferrario-madonna-vuole-vederlo-178016

Madonna in Tour, sbanca il botteghino!

Il nuovo tour mondiale di Madonna "Rebel Heart" continua a riscuotere un grande successo, tanto che le vendite al botteghino hanno ormai raggiunto i 46 milioni di dollari, da quando e' partito lo scorso 9 Settembre a Montreal. 
L'artista si e' esibita negli USA in 24 shows, di fronte a oltre 300 mila fan, il colpo grosso, fin'ora, e' stato al Madison Square Garden di New York, dove, in due sere ha incassato 5.2 milioni di dollari, per 28.371 biglietti venduti. Mentre, l'unica performance al MGM Grand Garden di Las Vegas, lo scorso 24 Ottobre, ha fruttato 3.5 milioni di dollari  Cifre da record.
Cifre che, fanno di Madonna l'artista piu' seguita e osannata nei tour. Parola della classifica settimanale di Billboard's Hot Tours, che tiene conto dei guadagni delle band e degli artisti che si esibiscono dal vivo in un determinato lasso di tempo, Madonna è al primo posto. 
Sold out anche i biglietti dei tre concerti che Madonna terra' in Italia a Novembre, al Pala Alpitour di Torino, il 19, 21 e 22.
http://www.billboard.com/biz/articles/news/touring/6753106/madonnas-rebel-heart-tour-46-million-grossed-so-far

Coldplay - Adventure Of A Lifetime (Official audio)

Coldplay, il nuovo album: "Siamo tornati a sognare la musica in technicolor"

Si chiama "A head full of dreams" ed esce il 4 dicembre. Un album ricco di ritmo e colori per la band di Chris Martin. Siamo stati a Londra, nel loro studio di registrazione
LONDRA - Nella zona Nord di Londra, passata Primrose Hill (la collina dalla quale si vede tutta la città e nella quale è ambientata The fool on the hill di Paul McCartney), il traffico e il rumore diminuiscono, la città prende una dimensione umana. In una di queste strade, tra un agenzia immobiliare e un bistrò, c'è un vicoletto il fondo al quale c'è la porta di "The Bakery", il forno. Non si cucinano dolci o pane nelle sue stanze, ma i profumi che si respirano non sono meno inebrianti. Alle pareti cartelli con scritte a mano che richiamano i testi di alcune canzoni, poster di concerti, dischi d'oro e di platino, ma senza enfasi. Anzi, l'aria è familiare e "dimessa", come si addice alla band che ha fatto della Bakery il centro delle proprie operazioni dalla metà degli anni Duemila. 
La Bakery è lo studio dei Coldplay. Al primo piano c'è la sala prove, con strumenti, tappeti e candele, fogli di carta da musica gettati qui e là, appunti scritti a mano, disegni di quello che, forse, sarà il set del prossimo palcoscenico della band. E un divano, sul quale sono seduti Chris Martin e Johnny Buckland, pronti a chiacchierare della loro musica e del loro futuro.  C'è stato il tempo dell'avventura, poi quello della scoperta. Poi quello dell'immaginazione e del sogno, quindi quello del dolore. Oggi Chris Martin è entrato con i Coldplay nell'era della gioia. E questa gioia ha i colori e i suoni di A head full of dreams, il nuovo album della band inglese, che arriverà nei negozi il 4 dicembre, anticipato dal primo singolo, Adventure of a lifetime. Un album carico di energia, ritmo, colori, arricchito dalle collaborazioni di Noel Gallagher, Beyoncé, della cantautrice svedese Tove Lo e della leggendaria voce soul di Merry Clayton, prodotto dagli Stargate e da Rik Simpson.
Solo un anno di distanza dall'album precedente, Ghost Stories, disco controverso e particolare, che portava chiari i segni delle ferite nel cuore di Martin, legate alla separazione dalla moglie Gwyneth Paltrow e spingeva la band verso un'elettronica eterea e interiore. Solo un anno per cambiare prospettiva, uscire dall'oscurità e guardare al mondo e alla vita con occhi nuovi, carichi di speranza, di colore, di quei "sogni" di cui parla non solo il titolo dell'album ma buona parte delle canzoni: "L'album dello scorso anno era molto scuro, malinconico, parlava di come aprirsi agli altri per scoprire in realtà quello che c'è dentro di noi...", dice Chris Martin, "Un disco sull'amore, su come per amare davvero c'è bisogno di passare attraverso esperienze che possono essere assai dolorose. Certo, canzoni per molti versi personale e intime, ma che la band ha fatto diventare belle e importanti. È stato un album molto diverso dagli altri, qualcuno l'ha apprezzato, qualcuno no, ma noi sentivamo che era una tappa della nostra evoluzione come band". 
Cos'è accaduto dopo?
"Abbiamo scelto di tornare subito in studio, non volevamo perdere il feeling: Ghost stories non era un disco gioioso, mentre invece in studio lo eravamo tutti, questa volta volevamo fare un album colorato, avevamo tanta voglia di fare quello che amiamo di più, mettendo insieme tutti gli aspetti della nostra musica. E credo che questo sia avvenuto davvero". 
Il ritorno alla vostra musica in technicolor...
"Sì, credo che sia una buona definizione per la nostra musica. E soprattutto per questo album. Il senso delle canzoni è che la vita va presa per il verso giusto, cercando di trovare il buono in tutto. Lo so, può suonare molto hippy ma le persone felici pensano in questo modo e il disco cerca di mettere gioia in ogni cosa". 
Non è facile trovare il buono attorno a noi di questi tempi.
"È molto facile deprimersi nel mondo di oggi, ma non puoi smettere di sperare. Credo sia giusto parlare di speranze e gioia quando tutto è brutto attorno a noi. Il messaggio è simile a quello dei grandi guru: cerca di essere presente a te stesso, di accettare la vita come un dono, ogni cosa lo è, e cerca di essere grato per tutto quello che hai, per poco che sia. Ci sono miliardi di persone in questo pianeta che pensano che si possa e si debba vivere così".
Avete l'ambizione di cambiare il mondo?
"Cambiarlo? Non arriviamo a tanto. Ma l'arte serve a porre domande sulla vita e sul mondo. E soprattutto spinge la gente a cambiare. Come si fa a non vedere che Imagine di John Lennon ha, lentamente ma inesorabilmente, cambiato la coscienza di più generazioni. E puoi dire lo stesso di quadri, libri, poesie. Gran parte dei testi di questo disco sono nati sotto l'influenza della poesia di Rumi, e di The conference of the birds di Attar of Nishapur, letture che di certo hanno cambiato la mia vita". 
Il sentimento del disco è hippy, ma la musica è invece perfettamente immersa nella realtà di oggi. Anzi, è forse l'album più "ritmico" che abbiate mai realizzato.
"Abbiamo costantemente accesso a Internet, possiamo andare ovunque musicalmente in soli dieci secondi. Basta essere culturalmente aperti, curiosi, ascoltare tanti generi e suoni: classico, pop, jazz, africano. E poi abbiamo tutti figli abbastanza piccoli, sentiamo sempre cose nuove. Ecco, credo che riuscire a essere nel mezzo di questi suoni sia la cosa più bella. Non avrebbe alcun senso per noi oggi suonare come suonavamo ai tempi di Clocks, o rifare Parachutes: avevamo un'altra età, pensavamo cose diverse". 
Come funziona questo studio, come lavorate alle canzoni?
"Spesso io arrivo con un titolo e una parte di canzone, una melodia, qualche strofa, la suono ai ragazzi e se a loro piace ci lavoriamo su, diventa il pezzo di una band non di un cantautore. E se vado con una grande canzone in studio, gli altri sono in grado di farla diventare più grande. Siamo tutti coinvolti nella scrittura, alle volte i brani li propongono loro e io resto periferico. È così che deve funzionare una band". 
Com'è stato lavorare senza Brian Eno dopo tanti anni?
"Brian ci ha insegnato tantissimo, ha cambiato il nostro modo di pensare la musica, ci ha spinto verso la sperimentazione. E ci ha impartito i suoi dieci comandamenti, che seguiamo tutt'ora. Il più interessante è "cucina come un italiano, usa solo ingredienti freschi"".
Quindi siete pronti per suonare in Italia...
"Ne stiamo parlando, ancora non c'è un piano completo per il tour, ma vogliamo assolutamente venire. L'Italia è assolutamente emozionante". 
C'è chi pensa che questo possa essere il vostro ultimo album...
"Ogni album è l'ultimo, non c'è nulla di nuovo. Il futuro? Concerti in tutto il mondo, essere bravi artisti e entertainer, creare musica che faccia stare bene la gente. È il massimo che si possa sperare. Successo e soldi non sono niente, lo so, può sembrare retorico detto da noi, ma è davvero così: suoniamo perché amiamo suonare. Se abbiamo successo o meno cosa importa? Abbiamo fatto quello che desideravamo, e tanto basta".
Come si fa a vivere da rockstar senza perdere la testa?
"Poche settimane fa eravamo a New York sul palco del Global Citizen Festival al Central Park, con Bono, Beyoncè, i Pearl Jam, Ed Sheeran, ma anche Michelle Obama, Bill Gates, Richard Branson e tantissimi altri. Quando sono sceso dal palco i miei due figli mi hanno detto, "Beh, hai finito? Andiamo a mangiare una pizza?". Questo ti fa tenere i piedi a terra". 
Quanto conta la sua famiglia in quello che fa?
"Tutto. Le mie scelte tengono sempre conto di loro. E nelle canzoni che scrivo ci sono io, ovviamente. Pregi e difetti, emozioni, gioie, tristezze, esagerazioni, sogni. E ci sono loro".
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