Il significato di Viva la vida dei Coldplay.

Viva la vida è la mia canzone preferita. Ad oggi su iTunes l’ho ascoltata oltre 260 volte che equivalgono a circa 18 ore di bombardamento. Valori impressionanti per una canzone, eppure fin da quando l’ho conosciuta, non ho mai apprezzato fino in fondo il suo significato. Mi piacciono le voci, il ritmo, gli archi: è così allegra, euforica e felice che il suo testo è passato in secondo piano. Solitamente succede sempre il contrario… Tra le particolarità di “Viva la vida”, la prima che salta all’occhio quando si inizia ad analizzare il testo è che proprio “viva la vida” non appare mai durante l’intero brano rimanendo a far da titolo ad un pezzo così particolare che nel tempo ha collezionato varie teorie sul suo significato. Esistono varie interpretazioni perché la storia descritta è quella di un uomo, possibilmente un re, che prima possedeva ricchezza, fama, gloria e potere e il giorno dopo si è ritrovato solo, povero, costretto a vivere “nascosto” dal resto del mondo, consapevole dello sfarzo e degli errori fatti in precedenza ma capace di capire che “morto un re se ne fa un altro” e che la vita, in ogni caso, continua ad andare avanti. Per questo motivo il popolo di fan dei Coldplay si è scatenato alla ricerca della soluzione e sembra che il gruppo stesso non abbia voglia di smontare questo alone di mistero. Di Violet Hill, Chris Martin (il leader del gruppo) ha dichiarato ad esempio che è possibile leggerne vari significati. Analizzando meglio il testo però, si intravedono delle parole chiave che potrebbero aiutare nell’identificazione di questo particolare personaggio. Concentriamoci innanzitutto sul titolo. “Viva la vida” fa da titolo sia alla canzone che all’album e, secondo quanto dichiarato da Chris, la scelta di questa frase è dovuta ad un quadro realizzato dalla pittrice messicana Frida Kahlo otto giorni prima di morire. Come sappiamo lei è passata attraverso tanta di quella merda (era affetta da poliomelite e spina bifida, soffriva di dolori cronici e in seguito ad un incidente dovette sottoporsi a 32 interventi) eppure dopo tutto ciò ha voluto realizzare un grande quadro in cui si leggeva, appunto, Viva la vida. Ho amato il coraggio di questo gesto. So che a molti verrà in mente la canzone di Ricky Martin, che rispetto come artista, ma vi assicuro che non c’entra nulla. Nell’ispirazione della canzone, c’è dunque, un chiaro riferimento ad un cambiamento reale di una persona realmente esistita oltre alla capacità di sorridere nonostante le difficoltà. Tutto potrebbe semplicemente fermarsi qui… ma non sembra abbastanza. Chris Martin ha dichiarato d’aver letto molte novelle di Charles Dickens durante la stesura dell’album e, come sappiamo, la storia di questo scrittore inglese del 1800 non è delle più felici. A dieci anni infatti, nonostante vivesse in una agiata famiglia londinese, il padre fu arrestato per debiti e così, il piccolo Charles a 12 anni si ritrovò a lavorare per dieci ore al giorno in una fabbrica che realizzava lucido per scarpe e per guadagnare qualche soldo extra iniziò anche a spacciare oppio. “Chi è quel re?!” è la domanda che ci poniamo un po’ tutti e di cui Chris avrà una valida risposta avendo ricevuto un riconoscimento nella British undergraduate degree classification in Ancient World Studies (studi sul mondo antico) durante i suoi studi presso l’University College di Londra (UCL). Un ulteriore indizio potrebbe arrivare dalla copertina del brano ed anche dal video della canzone che ritrae il gruppo imprigionato all’interno del dipinto di Eugène Delacroix “La Libertà che guida il popolo”. L’opera è espressione di quel desiderio di uguaglianza tra le diverse classi sociali che imperversava in quel periodo storico. Volendo approfondire, arrivano subito davanti agli occhi due grandi personaggi della storia francese di quel periodo: Carlo X (cui è direttamente ispirato il quadro) e Napoleone Bonaparte. Entrambi videro il loro impero cadere e furono costretti ad abdicare. Io dominavo il mondo. Le maree si alzavano quando lo ordinavo.Adesso al mattino spazzo da solo, spazzo le strade che una volta possedevo.Io tiravo i dadi, vedevo la paura negli occhi dei miei nemici… L’incipit della canzone potrebbe aver trovato dunque il suo padrone. Purtroppo per noi… la ricerca della chiave di volta non termina qui. Continuando a leggere il testo, infatti, si legge: [...] sento le campane di Gerusalemme suonare i cori della cavalleria romana. Napoleone o Carlo X hanno ben poco a che fare con Gerusalemme. Entrambi infatti si preoccuparono di espandere il loro dominio all’interno dell’Europa, arrivando fino in Prussia (che Napoleone sconfisse il 14 Ottobre 1806 durante la battaglia di Jena). A questo punto c’è da cercare un nuovo Re (è proprio vero che “morto un re se ne fa un altro”… ) e ovviamente bisogna iniziare a risalire al tempo dell’impero romano. Andando avanti col testo si legge: [...] Per alcune ragioni che non posso spiegare, io so che San Pietro non pronuncerà il mio nome… Che c’entra San Pietro? Chi è questo Re che può riferirsi a San Pietro, che lo conosce, che lo reputa motivo di disperazione e che sa in anticipo come si comporterà? Si potrebbe pensare a qualche imperatore romano non ben definito ma un paio di dichiarazioni di Chris Martin potrebbero dare una una nuova chiave di volta all’intera canzone. In una intervista al Rolling Stone magazine, Martin, parlando della sua visione della religione ha detto: “Credo in Dio. Come puoi guardare qualsiasi cosa e non essere sopraffatto dal meraviglioso miracolo che porta con se?” e in una intervista fatta dal magazine NME ha dichiarato “Sto sempre cercando di trovare cosa “Lui” o “Lei” sia”. Potrebbe esser dunque Cristo il Re di cui parla la canzone? In effetti, rileggendo il testo in chiave cattolica, tante frasi riescono ad avere un senso. Innanzitutto Gerusalemme torna ad avere un significato storico valido, inoltre “il vecchio re è morto, lunga vita al re” e il senso di cambiamento e novità possono significare tutto ciò che la venuta di Cristo comportò nella storia dell’uomo. Siate il mio specchio, la mia spada e scudo,i miei missionari in un territorio straniero,per alcune ragioni che non so spiegare.Una volta lo sai che non c’era mai una parola onesta, mai,ma quello era quando dominavo il mondo.(ohh) In questo pezzo si rivede il mandato che Cristo diede ai suoi discepoli: “Andate e predicate il vangelo” e la frase successiva può esser letta, invece, come la differenza che la sua venuta comportò: “Io sono la via, la verità e la vita” e dunque tutto ciò che esisteva prima era falsità e disonestà. L’ultima frase invece può esser segno della fine che fece. Cristo morì infatti in croce, trattato come il peggiore dei ladri. E San Pietro? Beh… “Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte”. Ecco dunque perché San Pietro non pronuncerà il suo nome. Cristo, insomma, potrebbe essere il Re di cui Viva la vida parla e ciò che portò dopo il suo declino nella vita terrena, dopo che ciò che aveva predicato e costruito fu distrutto, è il regno che tutti noi conosciamo e che si sposa benissimo con la frase: [...] People couldn’t believe what I’d became… “Le gente non credeva a ciò che ero diventato”. Chi se non Lui può pronunciare una frase simile? Insomma, tra tutte le congetture lette tra forum, blog e giornali, questa cattolica sembra essere quella che alla fine regge meglio. In realtà anche questa rimane pur sempre una supposizione (molto diffusa nei forum americani in cui si parla di Viva la vida) ma, alla fine, nessuno sa trovare la vera soluzione. Probabilmente ai Coldplay sta bene così… anche se sarebbe bello conoscere la fonte di ispirazione reale di questo capolavoro. Se nel 2008 “Viva la vida or death and all his friends” è stato l’album più venduto al mondo e “Viva la vida” è stata eletta come “miglior singolo” ai Grammy 2009, una bella storia dietro dovrà pur esserci. :-)
EMANUELE