A 67 anni Cher torna in tour, Il botox aiuta, ma anche il dna...

All'anagrafe ha quasi settant'anni, cinquanta dei quali passati su palchi e set. Ma essere ancora un sex symbol non la sconvolge affatto. Femminista, ha una figlia trans (Chastity, ora Chaz)  e ha sposato la causa gay:"Loro non mi hanno mai abbandonata. Quanto agli uomini etero, lasciamo stare..."
MILANO -  Davanti a lei l'ultima cosa che viene in mente è l'età. Cher parla di leggins e tacchi a spillo, perizomi e calze a rete mentre mette a punto i dettagli del suo tour Dressed to Kill che ha debuttato ieri sera a Phoenix, in Arizona, e la terrà impegnata fino a giugno. Poi riflette: "Oddio, ce la farò? Il 20 maggio compio sessantotto anni e le ossa cominciano a scricchiolare. A questa età ogni cosa arriva inaspettata, come un dono. Ormai non pianifico più la mia carriera. Un disco dopo dodici anni (Closer to the Truth) era l'ultima cosa che avevo programmato. Continuo ancora a credere che si tratti di un caso fortuito. 
A sessant'anni tenni la mia prima tournée d'addio, mi sembrava un'età onorevole per sparire dalle scene. Invece eccomi qua, pronta a rompermi di nuovo la schiena, con la trepidazione di un'adolescente. Cantare per me è qualcosa di incontrollabile a livello mentale. Recitare, al contrario, richiede un'attenzione e una concentrazione pazzesche", racconta l'artista premio Oscar per Stregata dalla luna (1987). "La musica ti offre più libertà, devi memorizzare un testo, ma ti muovi liberamente, improvvisi, te la godi. Recitare è tutt'altro che divertente, il bello di un film arriva quando hai finito di girarlo e lo vedi montato. Dicono che il palcoscenico sia una droga, in tal caso è l'unica che io abbia mai preso". 
Magrissima, tonica, parrucca mogano che le incornicia un viso meno spigoloso di quando si chiamava ancora Cherilyn Sarkisian (sangue armeno e indiano cherokee nelle vene) e a diciassette anni si mise in mente di fare la cantante, o l'attrice, o qualsiasi altra cosa la vicina Hollywood avesse da offrire a un'adolescente di El Centro, California. "Volevo far parte di questo mondo. Non era una tentazione ma un'opportunità; già alle elementari ero molto motivata. Poi grazie a Dio incontrai Sonny Bono, uno che conosceva i trucchi del mestiere; non sarei riuscita a mettere a fuoco le mie potenzialità senza di lui. Ho avuto anche la fortuna di avere una madre e una nonna che erano mie fan ancor prima dei trionfi di Sonny & Cher". 
Cinquant'anni di palcoscenico e ancora è un sex symbol. Dei ritocchi a colpi di bisturi e di botox non ha mai fatto mistero, ma a mantenerla così in forma non sarebbero bastati neanche gli interventi del Dr. Frankenstein. "C'è qualcosa di buono nel dna di famiglia. Mia nonna è morta a 96 anni ed è andata in palestra fino alla settimana prima. Mia madre ha 87 anni ed è una bellissima donna, indossiamo jeans della stessa taglia. Al resto hanno pensato buonumore e successo. Mi fanno ridere le pop star che dicono: la fama non mi ha mai viziata. Impossibile. Prenda il mio caso, famosa per mezzo secolo, talmente abituata a essere una privilegiata da averci fatto il callo. Una volta sono andata al supermercato e totalmente noncurante della fila sono andata dritta alla cassa, come fosse la cosa più naturale del mondo. Vero è che non ho mai avuto abitudini pericolose, droghe, alcol, sigarette. In questo non assomiglio a Judy Garland". 
"Molti cantanti e attori non riescono a reggere il passo - specie mezzo secolo fa quando gli artisti lavoravano decisamente più di oggi. Quando ho cominciato a cantare si registrava su un quattro piste, non c'erano tutte le diavolerie che abbiamo oggi. Ti mettevi davanti al microfono e cantavi; se non andava bene ripetevi l'intera canzone anche cento volte. Il clima fra gli artisti era meno competitivo, non c'erano in ballo tutti questi milioni. Quello della musica era un piccolo business, le star non lanciavano profumi o linee di moda, si investiva tutto nel mestiere, per avere musicisti migliori, coreografi all'altezza, abiti di scena più elaborati. Ricordo perfettamente quando Sonny e io incidemmo il primo album, era il 1965. La domanda che ci facevamo più spesso era: ne faremo mai un altro? Forse per questo non ho mai pensato di smettere". 
L'unica cosa che mi ha fatto desiderare di mandare tutto all'aria è stata la totale mancanza di privacy, una limitazione enorme alla libertà di cui ho bisogno come l'aria. Che vuol dire andare al cinema, in motocicletta, al centro commerciale senza essere importunata. E i telefonini... una maledizione. Oggi chiunque s'improvvisa paparazzo! L'altro giorno mentre ero in strada un uomo mi è venuto incontro a una velocità pazzesca, quando è arrivato a un centimetro da me ha azionato la fotocamera. Pensavo avesse un'arma. C'è un solo posto ormai dove posso vivere tranquillamente: nella mia casa di Malibu. A patto che non ci sia un uomo che bussi alla porta". 
Gli uomini, un argomento sensibile. "Io parlo di tutto, non ho segreti, ma gli amori lasciamoli da parte. Anche il più sensibile dei giornalisti ha sempre frainteso tutto. Le dico solo che avrei voluto essere un'artista più indipendente, invece anche alla mia veneranda età sono costretta a dipendere dagli uomini. Non sono una compositrice, ho bisogno di autori, arrangiatori, produttori; e sono quasi sempre uomini. Sono una donna fortunata, perché in quello che faccio è l'arte che garantisce la libertà e un'eguaglianza che diversamente sono difficili da conquistare. Nel nostro mondo non cambia nulla se sei uomo o donna, bianco o nero, vali solo per quello che fai.  Sono le canzoni a far la differenza".
Il femminismo, un argomento sensibilissimo. "Credo che la condizione della donna sia peggiore di com'è sempre stata. Avevamo fatto tanti progressi negli anni Sessanta di cui abbiamo goduto i benefici per almeno due decenni successivi. Poi all'improvviso tutto è crollato. Negli Stati Uniti la società è diventata assai più conservatrice e moralista. C'è più arroganza e una minore disponibilità ad ascoltare il punto di vista degli altri. Negli anni Sessanta, Sonny mi diceva sempre: puoi anche litigare con qualcuno di giorno e la sera giocarci a poker. Adesso la gente si odia, i punti di vista - soprattutto in politica - sono sempre diametralmente opposti, inconciliabili". Rifiuta l'idea che sexy faccia rima con oca, che la bellezza sia di ostacolo all'intelligenza, che la vanità sia il vizio delle miss e non delle scienziate. 
Cher è più donna che mai, più femminista di prima. "Appartengo a una generazione che dava voce alle proteste, che rivendicava i propri diritti. Oggi siamo lenti, la rabbia è repressa. Gli Usa hanno sonnecchiato anche di fronte alla guerra in Iraq sostenuta da giustificazioni false e assurde. Molti degli ideali per i quali abbiamo combattuto negli anni Sessanta sono stati calpestati. E a farne le spese sono soprattutto le donne, ancora ostaggio di fidanzati e mariti - è dimostrato che la maggior parte dei femminicidi vengono perpetrati da persone molto vicine alle vittime. Gli uomini sono più liberi, non hanno il diritto di dirci cosa dobbiamo fare del nostro corpo. Neanche i papaveri di Washington che parlano senza cognizione di causa di aborto, contraccezione e matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ho rifiutato di cantare alle Olimpiadi invernali di Sochi a causa delle infami leggi antigay che sono state promulgate in Russia. 
Sarebbe stato un insulto per i miei fan, per tutti i gay che mi hanno sostenuta nel periodo più buio della mia carriera, quando c'erano solo loro ad applaudirmi nei teatri. E anche per mia figlia, che ha cambiato sesso - e Dio sa quanto mi ci è voluto per capire e accettare il fatto che Chastity fosse diventata Chaz! Per questo sostengo che ci sia bisogno di un presidente donna e ho fatto campagna per Hillary Clinton, una persona intelligente con un marito intelligente, una che conosce il Palazzo e avrebbe fatto cose egregie per il Paese. Certo, poi ho riconosciuto che l'elezione di Obama era un fatto anche più rivoluzionario. Devo dire che avevo completamente sottovalutato i pregiudizi razziali dei repubblicani. Cercano di distruggerlo, lo ridicolizzano in ogni modo. Ho memoria di undici presidenti e mai sono stata testimone di un ostruzionismo come quello che stanno facendo a Obama mettendolo ripetutamente in condizioni di non agire. Terribile". Placa la sua foga. Ma è solo per un attimo: "E però mi piacerebbe così tanto poter vedere un presidente donna...".
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