Monica Bellucci, cinquant'anni e non sentirli

L'attrice al giro di boa, sul set di due film. "Sono viva, in salute, ho due figlie che adoro... Cosa volere di più?". Una carriera cominciata nella moda, consacrata dal cinema, e quel ruolo di icona di bellezza che non è mai riuscita a scrollarsi di dosso
PER commentare il traguardo del mezzo secolo sceglie il basso profilo, "sono viva, in salute, ho due figlie che adoro... direi che è un bilancio più che positivo". Come una ragazza qualunque, che bada alle cose concrete e sembra che stia per concludere "...e adesso vi lascio, devo preparare il ragù". Poi uno però se la immagina che quelle cose le dice con quella voce sussurrata, gli occhi che ogni tanto guardano verso l'alto per rincorrere il pensiero, la mano che scosta dal collo una ciocca di quei capelli lunghi neri brillanti e si ricorda che a compiere cinquant'anni non è proprio una come tante. Monica Bellucci soffia su cinquanta candeline e "non sono spaventata", dice, e perché mai dovrebbe. Bellissima sempre, continua a essere considerata una delle donne più desiderate del mondo. Anche dai registi, ora nella sua vita professionale ci sono Emir Kusturica, che l'ha portata con sé fra le rocce sperdute della Serbia ("un luogo magico - dice lei - non c'è neanche il wi-fi") per La via lattea, e Guy Edon che invece l'ha chiamata in Canada sul set di Ville-Marie.
"La prossima intervista sugli anni la farò quando ne sto per compiere 100", ironizza, perché da mesi tutti la cercano e tutti la vogliono per farle dire qualcosa sul giro di boa, magari contarle le rughe, parlare del matrimonio finito con Vincent Cassel, o tornare un po' indietro nel tempo e nei luoghi, a Città di Castello in Umbria, dov'è nata e da dove è partita come modella per poi sedurre gli stilisti più importanti che hanno voluto la sua immagine per rappresentare sensualità, femminilità, mediterraneità. Poi il passaggio in tv (Vita coi figli di Dino Risi) e l'approdo al cinema, La riffa di Francesco Laudadio e I mitici di Carlo Vanzina e la popolarità con Malèna di Giuseppe Tornatore, lì è il sogno erotico di un paesino siciliano che attraverso il grande schermo diventa oggetto nazionale del desiderio. Anche internazionale: nel 1996 gira L'appartamento, di Gilles Mimouni, con Vincent Cassel: è colpo di fulmine che diventa amore vero e matrimonio e diventa anche due figlie, Deva e Leonie. Quattordici anni insieme, la separazione ad agosto dell'anno scorso.
Hai voglia a crescere professionalmente, la sua bellezza è sempre stata più prepotente della bravura, "all'inizio serviva a proteggermi - racconta - è un talento naturale che, come l'intelligenza, ci è stato dato per metterci alla prova. E uno strumento del mio lavoro, ovviamente. Ma se è fine a se stessa può diventare un handicap. L'aspetto seducente rischia di trasformarsi in una maschera che impedisce agli altri di cogliere la tua anima. Non va bene come donna, tantomeno per una donna attrice". Ma negli anni, poi, qualcosa è cambiato da quel sentirsi "solo" icona di bellezza, "ora non ho più paura, mi sento serena. Ho imparato a confrontarmi con gli altri. Sono molto più contenta oggi che quando avevo trent'anni. E poi ho tanta energia , ho voglia di sperimentare, migliorarmi. Continuo dopo quasi venticinque anni ad amare questo mestiere che mi spinge alla ricerca personale". 
Ma nel giorno del compleanno, non mettetevi a cercare profili Facebook o Twitter su cui scatenare la vostra voglia di postare auguri e pupazzetti. "Non sono sui social network, i profili che portano il mio nome sono tutti falsi. Internet è un mondo a parte in cui si vivisezionano le persone. Mi ricorda il parrucchiere di Città di Castello, dove si spettegolava su tutto e su tutti. Mai sopportato, figuriamoci oggi". 
Si mette in gioco, come abbiamo visto di recente, al Festival di Cannes, in Le meraviglie, acclamato e premiato film di Alice Rohrwacher in cui interpreta una fata televisiva, incantatrice di ragazzine di provincia col sogno della celebrità. "Mi è piaciuto dare fiducia ad Alice e sono stata ripagata, quando l'Italia mi chiama per progetti belli così, ci sono sempre. E poi quel film mi smuoveva un po' dentro, sono cresciuta in provincia, molto protetta ma non vedevo l'ora di andare via. È arrivato in un momento particolare della mia vita, mi stavo separando non è stato solo lavoro, ma una bella esperienza umana". Bella anche lei nel film (e fuori), poi va' a sapere, ritocchi o non ritocchi, e un po' chissenefrega. Lei, da cinquant'anni, usa la ricetta di famiglia: "Ricordo sempre quello che mi diceva mia nonna, per essere bella fuori, devi essere bella dentro". E le nonne, si sa, hanno sempre ragione.
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