Cenerentola, Branagh tradisce Disney e le dà i superpoteri

In 600 copie il film che il regista irlandese ha girato partendo dall'immaginario costruito 65 anni fa. Nella versione in carne e ossa grande fedeltà all'iconografia che nasconde un tradimento: Cinderella ora è Ella e sceglie il suo destino
La Cenerentola di Walt Disney era sì bella e molto buona, ma diciamo la verità era frutto di una visione maschile e tradizionalista della donna dove il massimo a cui una fanciulla poteva aspirare era proprio incontrare un principe e sposarlo. In linea con le varie eroine d'animazione Disney (Rapunzel, la principessa del ranocchio, Elsa e Anna) oggi Cenerentola cambia, diventa una giovane donna determinata e sicura di sé, pronta a tutto pur di rimanere fedele a se stessa e ai suoi valori. 65 anni dopo l'azzardo di Walt Disney che trasformò la scommessa da 3 milioni di dollari (un'enormità per l'epoca) in un successo da 34 milioni, il regista irlandese Kenneth Branagh riprende la favola e la rielabora in un racconto moderno in cui i valori diventano una forza da supereroe. "Riuscire ad apportare qualcosa di nuovo in qualità di regista - dice Branagh - rendendo al contempo giustizia ai momenti più iconici della fiaba, è stata per me una sfida meravigliosa". E così il regista di Molto rumore per nulla e Thor è riuscito in un mix di fedeltà e tradimento che rispettando l'iconografia tradizionale ha compiuto il salto rendendola, nonostante gli abiti d'epoca, un'eroina contemporanea, ma andiamo a vedere punto per punto in cosa la Cenerentola di Branagh è diversa dallo storico cartoon.
1) Abiti da favola e scarpette di cristallo. Sotto la guida da Oscar di Sandy Powell (tre statuette all'attivo) sono stati realizzati costumi straordinari che contribuiscono, insieme alla scenografia di Dante Ferretti, alla grandiosità del film. La scenografa inglese ha scelto uno stile a metà tra l'Ottocento e gli anni Quaranta puntando sui colori vivaci come se il film fosse un libro per bambini. La Powell ha rivisto il film d'animazione prima di iniziare il suo lavoro ma solo per curiosità poi però ha capito di esserne stata influenzata: "Le immagini del cartoon sono talmente iconiche da essere stampate nella nostra memoria". E così per gli abiti del ballo la Powell è stata piuttosto fedele al film del 1950: rosa e semplice quello che Cenerentola ha adattato da un vestito della madre e che finirà stracciato dalla matrigna, azzurro e vaporoso quello creato dalla fata madrina la cui gonna è stata realizzata con oltre 240 metri di tessuto, 10.000 cristalli Swaroski e quattro chilometri di cuciture. Se per la matrigna la Powell e l'attrice Cate Blanchett (che aveva già vestito in The Aviator) hanno scelto di rifarsi agli abiti di dive come Marlene Dietrich e Joan Crawford, per l'indimenticabile scarpetta di Cenerentola la costumista si è tenuta fedele all'originale ispirandosi ad una vera scarpa del 1890 trovato al museo di Northhampton minuscola e con un tacco di 12 centimetri interamente di cristallo. Dopo mesi e mesi di test e prove la Swaroski è riuscita nell'impresa consegnando alla costumista un gioiello però impossibile da indossare, utilizzato come oggetto di scena in tutte quelle sequenze dove la scarpetta era nelle mani delle fanciulle del regno.
2) Palazzi reali e carrozze gioiello. Condividevano lo stesso studio durante la preproduzione per potersi scambiare idee e suggestioni, così l'immagine del film, al di là dei costumi di Sandy Powell, si costruisce grazie alle scenografie del nostro premio Oscar Dante Ferretti che insieme al regista ha lottato perché il palazzo reale e in particolare il salone da ballo fosse un luogo reale costruito nei Pinewood Studios e non realizzato in computer grafica, una sala sontuosa di 45 metri per 32 di larghezza. "Il palazzo doveva essere magico - dice Ferretti - dunque ho studiato molta architettura francese, come il Louvre, il Palais Opera e l'hotel de Soubise, tutti luoghi provvisti di grandi scalinate". Per la famosissima zucca trasformata in cocchio dorato Ferretti ha scelto di ispirarsi ad un gioiello piuttosto che ad un frutto o ad un vegetale e di incorporare nella carrozza degli elementi della serra in cui si svolge la trasformazione. "In un certo senso mi sono trasformato in una fata o in un mago - dice lo scenografo - e ho lasciato che la mia immaginazione tramutasse una zucca nella carrozza dopo aver studiato gioielli e portagioie e realizzato moltissimi bozzetti".
3) Topini, oche e lucertole. Cenerentola è in tutte e due le versioni del film una grande amante degli animali e se nel cartoon i topolini parlano, gli uccellini cantano e il cane di casa Tobia avrà un ruolo fondamentale per la risoluzione dei suoi guai in questa di Kenneth Branagh gli animali sono ugualmente protagonisti. Sebbene non sentiamo le loro voci gli animali sono gli unici amici di Ella, vero nome di Cenerentola, e sarà anche grazie a loro che la fanciulla riuscirà a calzare la famosa scarpetta di cristallo. Sul fronte invece degli animali trasformati dalla fata madrina non ci sono molte differenze: i topolini diventano magicamente cavalli bianchi, le lucertole valletti a cassetta mentre a guidare il cocchio non c'è il cane Tobia, ma un'oca.
4) Da un musical ad una ninna nanna. Il cartoon originale era, come da tradizione disneyana, un musical. Indimenticabili brani come "I sogni son desideri", "Bibbidi-Bobbidi-Bu" e la divertente "Canta usignolo", maltrattata dalle stonate sorellastre, sono elementi fondamentali del film del 1950. Per la versione di Branagh la musica, anche se meno protagonista, è ugualmente importante ed è firmata dal compositore scozzese Patrick Doyle, che ha realizzato anche la colonna sonora del cartoon Disney Ribelle e quella di Thor. Oltre ai brani scritti appositamente per il film fanno parte della musica una ninna nanna classica "Lavender Blue" che la mamma di Cenerentola canta alla sua bambina, un brano che appartiene alla tradizione folk e che Branagh ha scelto per il suo elemento sognante. "Le ninna nanne, come le favole, hanno questa qualità che trae in inganno - dice il regista - sembrano semplici e buttate là e invece sono molto efficaci e sono fonte di ispirazione e conforto".
5) Helena Bonham Carter, una madrina da accendere. Per il ruolo della fata madrina è stata scelta Helena Bonham Carter resa celebre in ruoli piuttosto dark dall'ex compagno Tim Burton (la regina capocciona di Alice o il primate del Pianeta delle scimmie), qui invece l'attrice impegnata in un'unica sequenza memorabile si trasforma da mendicante bisognosa di aiuto in una fata scintillante, abito d'avorio e boccoli dorati pronta con la sua bacchetta magica a rendere la serata di Cenerentola la più straordinaria della sua vita. Così la fata Smemorina diventa una fata madrina "ugualmente smemorata... ha migliaia di anni, improvvisa - spiega Bonham Carter - Magari il trucco della carrozza non prevedeva una zucca, ma un cocomero e la scelta delle scarpe di cristallo è priva di logica. Ma io credo che se mentre balli ti inciampi devi trasformare l’inciampo in una parte del ballo". 
6) Cate Blanchett, una matrigna glaciale. "Nessuno è semplicemente cattivo... tutti hanno una motivazione". Con questo semplice ma fondamentale concetto il due volte premio Oscar Cate Blanchett si è avvicinato alla terribile matrigna offrendone una versione più complessa e più profonda rispetto a quella monodimensionale del cartoon. "Attraverso piccole vignette sparse nel film capiamo di trovarci di fronte a una donna che ha provato a iniziare una nuova vita molto gelosa dell'affetto che il suo nuovo marito nutre per la figlia. - dice la Blanchett - Non è bella, gentile o buona come lei. E quando il padre di Ella muore, le difficoltà economiche, il panico e la gelosia crescono... rendendola cattiva". Alle due sorellastre, pacchiane, goffe e maldestre, è affidata parte della comicità del film. Le interpretano Holliday Granger e Sophie McShera.
7) Il re e il granduca. Molto diversi dai personaggi animati sono il re e il granduca. Il sovrano, interpretato dall'attore e regista inglese Derek Jacobi che fu di Branagh mentore e regista del suo Amleto di esordio, è un re tradizionalista convinto che "per poter governare un regno stabile e sicuro suo figlio debba accettare un matrimonio di convenienza - spiega Jacobi - ma poi mosso dall'enorme affetto che nutre per suo figlio gli dirà "Va bene, stavolta mi fido di te". Un rapporto decisamente più complesso rispetto a quello raccontato nel film del '50 dove il re era un vecchietto bonaccione con l'unico desiderio di vedere dei marmocchi saltare sulle sue ginocchie. Anche il granduca, che nel film di Branagh ha il volto di Stellan Skarsgard, ha un ruolo più importante e una personalità più complessa. "Muove le fila del regno ed è convinto di salvaguardare il benessere della nazione e farà di tutto per proteggere i suoi ideali" spiega Skarsgard. Arrivando persino a stringere un diabolico patto con la matrigna.
8) Il principe dal Trono di Spade. Ma è con la figura del principe che il film comincia veramente a cambiare e a farsi un racconto moderno. Lo interpreta Richard Madden, reso celebre nel ruolo di Robb Star ne Il trono di spade, se il principe cartoon era un bellimbusto di poche parole nella versione di Branagh è un giovane uomo brillante e riflessivo, capace di presentarsi in incognito ad una bella fanciulla per non approfittare del suo ruolo regale. Inoltre ha le sue idee sulla politica: "Io e Kenneth abbiamo avuto numerose discussioni sul rapporto dei sovrani più giovani con le idee tradizionaliste dei loro predecessori - dice Madden - Il principe vuole fare ciò che è più giusto per il Regno, ma allo stesso tempo ha una sua visione delle cose". E poi è nel rapporto con Ella, nel loro incontro nel bosco, nella loro conversazione a cavallo e nella loro serata speciale nel giardino segreto del castello che Kit, nome comune del principe, dimostra la sua modernità. Dice ancora Madden: "Nonostante si tratti di un film in costume, c'è molto umorismo nella loro relazione. Il modo in cui legano ha un sapore molto moderno".
9) Ella, finalmente Cenerentola ha un nome. La vera rivoluzione, necessaria ma non scontata quando hai a che fare con un monumento cinematografico come questo, è stata quella sul personaggio della giovane protagonista. Finalmente ha un nome: Ella e una vita (con la madre e il padre nella sua bella casa di campagna) prima di diventare la ragazza della cenere. Mantiene la bontà e il buonumore del personaggio animato ma fa un salto in più. "Volevo rendere Ella più realistica che mai - dice Lily James che la interpreta - ma non volevo che apparisse senza difetti perché temevo che gli spettatori non si sarebbero immedesimati in un personaggio troppo perfetto". Per incarnarla è stata scelta un'altra giovane star del piccolo schermo, la venticinquenne attrice inglese conosciuta al pubblico per il suo ruolo di scapestrata Lady Rose in Downton Abbey. Per entrare nel ruolo la James ha praticato yoga, preso lezione di equitazione e letto molto sui leader pacifisti alla Gandhi. 
10) Gentilezza e coraggio come superpoteri. Il grande messaggio del film, che comunque non va dimenticato è un prodotto per famiglie indirizzato in particolar modo alle giovanissime spettatrici, risiede nei valori di Ella, quelli che le sono stati raccomandati dalla mamma prima di morire: avere coraggio ed essere gentile. "Cenerentola possiede un forte senso dell'umorismo ed è molto matura - spiega Branagh - E' convinta che le persone non vogliano realmente essere crudeli o malvagie. Non è una vittima inerme che si autocommisera. Trova divertenti molte cose. Queste caratteristiche non sono debolezze, rappresentano la sua forza". E così Branagh dopo aver fatto la conoscenza con i supereroi Marvel trasforma Cenerentola in una supereroina, dove i poteri risiedono nella sua forza di volontà, una forza di volontà che anche di fronte ad una proposta d'accordo della matrigna non le farà piegare la schiena.
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