Coldplay al Circo Massimo di Roma nel 2016

Dopo i Rolling Stones, il Circo Massimo potrebbe ospitare un'altra grande band: i Coldplay. 
Il Comune di Roma ha annunciato che sono in corso trattative per portare Chris Martin e compagni nella Capitale durante l'estate dell'anno prossimo. 
Quest'anno, invece, sempre nello stesso suggestivo sito archeologico dovrebbe tenersi un evento per appassionati di musica e di cinemai: la proiezione di un film su un maxi schermo, accompagnata dall'esibizione di un'orchestra di 300 elementi, con un biglietto d'ingresso ad un prezzo accessibile a tutti. Non essendo ancora stati diffusi dettagli al riguardo, possiamo lasciarci andare a speculazioni: e se il film in questione fosse Ritorno al Futuro, di cui proprio quest'anno ricorre l'anniversario?  
Qualche mese fa vi avevamo anticipato che l'intera saga sarebbe stata proiettata in diverse città ed in ognuna di esse sarebbe stata suonata dal vivo la colonna sonora di Alan Silvestri candidata all'Oscar, con l'aggiunta di 15 minuti di musica inedita appositamente composta dall'autore per la speciale ricorrenza. 
Incrociamo le dita e speriamo di poter esclamare presto: "Grande Giove!" 
http://www.comingsoon.it/news/?source=music&key=47485

I nuovi volti di Marc Jacobs: tutte le star della nuova campagna

Le nuove foto della campagna Autunno Inverno 2015/2016 con Winona Ryder, Sofia Coppola, Willow Smith, Cher & Co.
Se siete facilmente soggetti ad attacchi nostalgici preparatevi, perché questa serie di foto potrebbe toccare le vostre corde più sensibili targate anni '90. Dopo aver seguito il trend delle icone agée con Cher, aver puntato sulle nuove leve con Willow Smith e il trio di top del momento Julia Nobis + Molly Bair + Cierra Skye, come anticipato qui post dopo post via Instagram Marc Jacobs sta continuando ad allargare il suo dream team. Oggi è la volta della modella Emily Ratajkowski, che segue gli assi nella manica alias Winona Ryder e Sofia Coppola in veste di nuovi voltidella sua nuova campagna Autunno Inverno 2015/2016 scattata daDavid Sims e con lo styling di Katie Grand.
«La campagna di questa stagione ha come protagonisti degli amici, ognuno dei quali intriga, ispira e porta a considerare davvero l'importanza dell'individualità - ha dichiarato Marc in uno dei suoi post. Guardate qui sotto: non ci sono dubbi, per ora questa è già la crew più cool del prossimo inverno.
IL RITORNO DI FIAMMA
Marc + Winona Ryder.
«Io e Winona siamo amici da 15 anni. È apparsa per la prima volta nella mia campagna del 2003. In questo scatto di David Sims è bella e unica come non mai. Amo la sua verve, la sua energia oltre al suo eccezionale talento. Infatti è una mia grande amica!»











http://www.marieclaire.it/Moda/news-appuntamenti/marc-jacobs-foto-pubblicita-inverno-2015

Björk arriva in Italia per un imperdibile concerto, il 29 luglio a Roma

Björk arriva in Italia per un imperdibile concerto, il 29 luglio a Roma, all’Auditorium Parco della Musica. I fan sono già in fermento. L’artista è in tour per presentare live il suo ultimo album.
Vulnicura, questo è l’ultimo album della cantante islandese Björk.
L’interprete di Joga pubblicato le tracce che compongono il disco a gennaio con alcuni problemi: i suoi brani sono stati diffusi illegalmente.
Un episodio che per quanto sia spiacevole, dimostra l’attenzione del pubblico nei suoi confronti.
Di Björk è stato detto di tutto. Folletto, principessa dei ghiacci, elfo, cartone animato, quasi a voler mostrare la sua abilità di essere eclettica in ogni sua esibizione.
Ma c’è dell’altro?  Le parole di una sua intervista potrebbero tornare utili.
«Per me, cantare è sempre stato qualcosa di puro ‒ ha raccontato Björk ‒ il mio modo di dialogare con le cose. Mi è sempre piaciuto cantare nel vento, sotto la pioggia, in una tormenta di neve, su un torrente di lava…Io contro gli elementi».
Forse un modo originale di approcciarsi alla musica, ma indispensabile per la sua carriera.
D’altronde è uno stile molto evidente anche nei video che la ritraggono in modi diversi e sempre originali.
Un esempio? Guardate l’ultimo diffuso sul suo canale YouTube: Stonemilker. Perché è così importante? Per la sua originalità. Infatti, la cantante ci stupisce ancora proponendo una realtà virtuale a 360 gradi, dove è possibile esplorare il paesaggio.
È un video innovativo.
Mentre lei sta guardando la cinepresa è possibile cliccare sullo schermo cambiando la visuale come accade per Google Maps. In questo diciamo che Björk è sempre stata al passo con i tempi. Anzi, spesso li ha anticipati con il suo stile musicale eclettico; combinando l’alternative rock con l’elettronica, il jazz, la musica classica e la musica sperimentale. Un mix esplosivo che le ha permesso di vendere 40 milioni di dischi in tutto il mondo, come ha dichiarato la sua etichetta discografica One Little Indian Records.
Che cosa dire, ora, di Vulnicura? È il suo nono disco solista. Doveva essere messo in commercio a marzo, in concomitanza con la mostra in onore della sua carriera organizzata al MoMa di New York. Ma le cose sono andate diversamente.
Il 14 gennaio la cantante aveva annunciato sulla sua pagina di Facebook l’uscita del nuovo lavoro descrivendolo come «Un album più tradizionale rispetto a Biophilia per quanto riguarda la scrittura. Parla di ciò che potrebbe accadere a una persona alla fine di una relazione. Si parla dei dialoghi che possiamo avere nelle nostre teste e nei nostri cuori, e dei processi di guarigione».
Da qui il titolo: amalgamando le parole latine “vulnus” (ferita) e “cura”, significa “guarigione delle ferite”.
Un lavoro nel quale ha partecipato il produttore Arca – aka Alejandro Ghersi ‒ assistente della maggior parte dei pezzi, e Bobby “Haxan Cloak” Krlick all’ingegneristica.
Le prime tre canzoni –Stonemilker, Lionsong e History of Touches– raccontano lo stato d’animo di Björk prima della rottura con l’artista Matthew Barney. Le tre seguenti –Black Lake, Family e Notget– rappresentano i momenti vissuti dopo questa separazione. Mentre le ultime tre –Atom Dance, Mouth Mantra e Quicksand– propongono gli stessi temi, ma più in generale.
Si è accennato allo stile eclettico di Björk, che sa unire l’alternative rock alla musica elettronica, ma in Vulnicura c’è una prevalenza di archi, che lei stessa ha arrangiato, e la parte elettronica è piuttosto debole rispetto agli altri lavori.
È lontana da Sacrifice, canzone inserita nell’album Biophilia, che si distingue per i suoi riff elettronici che la contaminano. Oppure da Thunderbolt, Mutual Core e Hollow, sempre contenuti nel disco del 2011.
Björk, comunque, aveva annunciato che avrebbe creato qualcosa di differente da Biophilia: i suoi fan perciò erano stati avvisati.
Ma quanto c’è di diverso nel suo stile? È questo l’inghippo. Non molto, se si considera che le tracce inserite in Vulnicura ricordano per certi versi i suoi lavori precedenti. Un esempio? Presto detto: Homogenic del 1997. Un ritorno alle origini, dunque?
È probabile che la scelta sia anche emotiva, la cantante ricorda i tempi sereni prima della rottura con il suo compagno.
«Ho sofferto, perché non sapevo accettare che quello che accadeva fosse finzione; per me era tutto vero. La musica è gioia, il film era dolore», ha detto l’artista a proposito della sua presenza come attrice nel film diretto da Lars Von Trier Dancer in the Dark del 2000.
Un lavoro che ha permesso al regista di vincere la Palma d’oro come miglior film al 53° Festival di Cannes. Sì, ma perché si sta parlando del film, quando in realtà il tema è un altro? La risposta arriva subito. Lei ha sempre dimostrato la sua passione per l’arte in tutte le sue forme, tanto da esserne emotivamente coinvolta.
Il risultato è questo: Björk ha dalla sua l’esperienza, perciò sa come trascinare il pubblico nelle proprie melodie, malinconiche e surreali, confermandosi sempre creativa e originale. Anche questa volta l’obiettivo è stato raggiunto.
http://www.artslife.com/2015/06/30/bjork-arriva-in-italia-per-un-imperdibile-concerto/

Il manifesto degli attori anonimi di James Franco

Se il bisogno di recitare diventa una dipendenza, ci si può affidare a un gruppo di sostegno sul modello del sistema in 12 passi degli Alcolisti Anonimi. James Franco ne “Il manifesto degli attori anonimi” (Bompiani) fa il supporter, quello che ci è passato prima e che sa esattamente come ci si sente ad affrontare le montagne russe emotive della società dello spettacolo
Hollywood da sempre ha solleticato la fantasia degli scrittori, sarà per quella natura duale che ne fa sia una Babilonia che la mecca del Cinema, in una dicotomia sempre attuale. La Città degli Angeli e il sogno americano del tutti-possono-diventare-qualcuno si concretizzano nelle stelle collocate sulla Walk of Fame, ma per ognuna di esse a migliaia sono caduti nella polvere.  Meno del 10% degli attori iscritti al sindacato vivono soltanto con la recitazione e solo il 2% raggiunge la fama. Molti gli autori che hanno cercato di svelare quanto fosse spietato il meccanismo su cui si regge il sistema hollywoodiano.
Un sistema fondato sull’autocelebrazione, sul divismo, sul culto di un mondo irreale dove la triade denaro, potere e sesso è molto concreta. Già in un film del 1932 di George Cukor dall’eloquente titolo di A che prezzo Hollywood? ma anche in Viale del tramonto si vede il ghigno cinico della “fabbrica dei sogni”, che fagocita i sogni di gloria dei tanti che si riversano in questa città dove “non c’è posto per gli sfortunati“, come scrisse Oriana Fallaci.
Libri cult come Perchè corre Sammy? di Budd Schulberg e Il giorno della locusta di Nathanael West hanno evidenziato il volto spietato e da matrigna di una città che stritola quelli che non riesco a farcela, dove è vietato invecchiare ed essere meno che cool.
Nel solco di questa tradizione critica verso l’industria cinematografica americana s’inserisce Il Manifesto degli attori anonimi di James Franco, il quale dispensa consigli a chi vuole fare l’attore e in questa operazione esprime giudizi e regala aneddoti sui suoi colleghi e sulla sua vita privata e allo stesso tempo racconta storie di aspiranti attori, ex attori, bambini prodigio, giovani star, tutto un campionario di figure che rimandano un’immagine poco idilliaca del sogno all’ombra degli Studios.
Per avere le coordinate del libro: “L.A. è un posto di merda. Ci sono 5 milioni di persone lì che cercano di diventare attori, e solo una manciata di loro ci riesce, e quelli che non ci riescono rimangono lì e non fanno altro che marcire… Lì è pieno di vampiri”, dice un’amica di James al suo omologo nel libro.
James Franco dà le tessere del mosaico e lascia al lettore il gusto di rimettere tutto in ordine, o di provarci. L’opera risale a quando studiava scrittura alla Columbia University ed è un insieme destrutturato di aneddoti, riflessioni, consigli, diari, trascrizioni di sms e un insieme di materiali e note apocrife scritte da un non identificato Attore.
“Il mio lavoro è la mia vita e la vita è il mio lavoro. E cose come questo libro sono totalmente libere dalle pressioni dell’essere popolare, perché non mi mantengo scrivendo, mi mantengo recitando“: questa è la premessa che fa l’autore, cioè di parlare liberamente attraverso le pagine dell’opera. James Franco è famoso per essere un artista poliedrico, è attore, regista, scrittore, sceneggiatore, testimonial, dottorando a Yale e superstar di Instagram.
Lungo le pagine scopriamo che James Franco è nato a Shark Height vicino Cleveland, come Paul Newman, se questo elemento di comunanza con un grande divo del passato può voler dire qualcosa. Franco riversa sulla pagina i ricordi dei tentativi fatti per vivere a Los Angeles, di trovare una scuola di recitazione che non fosse fuffa e racconta diverse esperienze personali, una molto disturbante, ma come egli ribadisce in tutte le interviste, ci sono degli elementi autobiografici nel libro, ma non tutto è autobiografico, insomma affibbiategli gli aneddoti che volete.
Il senso del libro non è sapere come James è stato respinto da Bree, l’amica di corso alla scuola di recitazione “seria” su Lankershim Boulevard, ma capire come spesso i rapporti umani in quella città sono filtrati dall’essere attore, e infatti Bree sembra più interessata alla sua bravura e alle sue potenzialità recitative, infatti gli organizza un incontro con la sua agente, che al fatto di essersi baciati.
Sorprendentemente scopriamo che a ventisette anni James Franco ha dovuto imparare ad aprirsi con la gente e a socializzare anche se poi con la fama sono arrivati amici e amori in abbondanza, non c’è nulla di più socialmente entusiasmante che vivere un senso di prossimità con una celebrità, sembra dirci Franco. Fama come l’afrodisiaco più potente.
Dalle storie di vita di altri personaggi, che in un gioco degli specchi potrebbero essere in parte anche frammenti dello stesso James, scopriamo la storia di Corey, bambino prodigio che diventa l’emblema di tutti quei genitori affamati di fama, perchè ha una madre che lo porta tutti i giorni allo Chateau Marmont per farlo provare con l’attore pederasta, cioè lo fa prostituire pur di avere la parte in un film.
Apprendiamo che l’osmosi tra attore e personaggio esiste a vari gradi, John Wayne ad esempio era un tipo di Glendale (uno dei sobborghi più importanti di L.A.) che è diventato un cowboy perchè ne aveva interpretati tanti sul grande schermo. La finzione che plasma la realtà, “fake it till you make it“.
A queste riflessioni si alternano consigli più pratici, sul mestiere di attore: “Manda giù tutto. Non preoccuparti dei rifiuti che incassi. Continua a provare“, ma anche sulla vita: “La gente che si mette in un angolino e aspetta ‘la persona giusta’ di solito una volta che la trova è così ossessionata che mette talmente tanta pressione alla relazione da ucciderla“.
Nel libro trova spazio una carrellata di registi e attori e scopriamo che il suo regista del cuore è Frank Bidart autore della poesia Consiglio agli attori che parla del bisogno umano di creare. Mentre l’attore-mito-musa è River Phoenix, morto al Viper Room sotto gli occhi delle telecamere ad appena ventitrè anni.
Come scopre James a undici anni, sulla sua pelle, durante lo spettacolo al campo estivo, “fintanto che faceva parte della performance, il pubblico avrebbe accettato tutto, di fatto erano loro a volere che andassi al di là dei limiti imposti dalla civiltà” è l’idea dell’attore in pasto alla società della quale incarna ed esplora i luoghi più oscuri dell’anima e dalla quale è spesso sacrificato sull’altare della fama pur di brillare per sempre: “fama, orgoglio, vanità, tutti gli attori vogliono continuare a vivere per l’eternità“, qualsiasi sia il prezzo da pagare.
http://www.ghigliottina.it/2015/06/30/il-manifesto-degli-attori-anonimi-di-james-franco/

Le menzogne della chiesa (e accoliti) sull'inesistente ideologia gender

La parola Gender (genere sessuale, uomo o donna) è stata usata per la prima volta in riferimento e contrapposizione al concetto di sesso biologico dalla antropologa femminista Gayle Rubin.
Rubin voleva distinguere alcune differenze attribuite agli uomini e alle donne, erroenamente ritenute derivanti dal sesso biologico.
Sicuramente il corpo maschile e il corpo femminile presentano delle differenze fisiche e biologiche2.
Ma da queste differenze biologiche non derivano necessariamente tutta una serie di differenze di carattere, temperamento, capacità fisiche e cognitive che di solito vengono attribuite alle persone in base della loro appartenenza a uno dei due sessi.
Ecco allora che può essere utile distinguere tra sesso biologico (le differenze morfologiche e biologiche degli esseri umani in maschile e femminile) e genere (gender) cioè le aspettative che a partire dal sesso biologico una determinata società ha su quella persona.
Quante volte ci siamo sentite dire che non dobbiamo comportarci in un determinato modo perchè quel comportamento non è adeguato al nostro sesso?
Da quando nasciamo siamo segregate nei ruoli di genere attribuiti al nostro sesso e veniamo educate a seguire quei ruoli di genere e non altri. 
Lo facciamo già quando siamo ancora nella culla, rigorosamente rosa per le bambine e celeste per i bambini. 
Lo facciamo all'asilo quando le bambine sono vestite con colori tenui così da costringerle a non fare giochi in cui ci si sporca mentre ai bambini è consentito sporcarsi, lo facciamo quando ci vengono dati giocattoli nei quali sono già iscritti i ruoli maschio e femmina. 
Ma se io "sono femmina" e mi comporto da maschio non è più probabile che sia in errore chi ritiene che quel comportamento che io ho non sia in linea col mio essere femmina?
Se io sono femmina tutto quello che faccio non è forse da femmina? 
Se i comportamenti sono iscritti cioè nel mio corpo biologicamente determinato com'è possibile che un comportamento che io ho non sia derivante dalla mio essere femmina?
Se mi correggono un comportamento che io ho spontaneo non vuol forse dire che il criterio di ammissibilità non deriva dal mio sesso biologico ma dalle aspettative che a partire da quel sesso la società ha su di me?
Ecco cos'è la tanto odiata dalla chiesa ideologia (sic!) del gender.
Le differenze nel comportamento, nel carattere, nel temperamento, nelle capacità intellettive non sono iscritte nel corpo ma dipendono dalla singola individualità di ognuna e ognuno di noi.
Così anche se sono donna posso seguire una professione ritenuta maschile (o viceversa) senza snaturare il mio sesso ma, casomai, modificando l'idea (ruolo) di genere che pretendiamo sia determinata biologicamente come le differenze morofologico biologiche dei nostri corpi.
Così quando gli studi di genere indicano come certe sperequazioni tra i sessi derivino dall'idea di genere che costruiamo a partire dai sessi e che queste differenze tra i generi non hanno ragione di essere, la chiesa, artatamente, confonde genere con sesso e pretende di accusare l'ideologia del gender (sic!) di affermare che non esistono differenze biologiche tra i sessi.
Così la pensa il diacono Girolamo Furio quando afferma che 
La teoria del gender è una idea che sostiene la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori scritti nel corpo, ma che gli uomini e le donne sono uguali da ogni punto di vista; c'è quella differenza morfologica, ma non conta niente. Invece la differenza maschile/ femminile è una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne.
Se non ci fossero queste costruzioni culturali non ci sarebbero differenze tra donne e uomini e il genere umano sarebbe fatto di persone uguali. In tal modo la sessualità viene dissociata dalla personalità, non viene naturalmente connessa con la costruzione di una persona.
Se osserviamo la realtà vicina a noi, in effetti oggi i ragazzi e le ragazze tendenzialmente sono educati nello stesso identico modo e i genitori si vergognano un po' se dicono alla figlia cose diverse che al figlio, anche se in realtà i ragazzi e le ragazze hanno esigenze diverse, problemi diversi, incontrano ostacoli diversi. Si è imposta la tendenza a negare le differenze.Ed ecco lo slittamento semantico, peggio, l'ostinazone a insistere su quanto la scienza ha dimostrato non essere vero3: le differenze di carrattere sono iscritte nel corpo biologicamente determinato.
La differenza morfologica conta di per sé le persone omosessuali lo sanno bene visto che scardinano l'eterosessismo e determinano il diritto ad amare persone dello stesso sesso. 
Dello stesso sesso cioè femmine come me o maschi come me.
Com'è possibile dunque che si pretenda che le differenze morfologiche non contano ?
Insomma il corpo sessuato rimane con tutto il suo portato di differenze morfologiche la cui importanza è fondamentale ma non è da quello che derivano le presunte differenze innate nel carattere dei maschi e delle femmine.
La chiesa discrimina le persone in base al sesso a cominciare dal fatto che solo i maschi posso dire messa o diventare papa e le femmine no.
La chiesa pretende che queste differenze tra uomini e donne siano scritte nel corpo come quelle sessuate.
Allora chi è che fa ideologia?

2) Ricordo in nota, per brevità, il fatto che anche le differenze morfologiche tra i sessi benché derivanti dalla biologia del corpo sono co-determinate dalla società: l'idea del corpo maschile tonico e muscloso e di quello femminile muliebre e generoso non derivano dalla biologia ma dalla costruzione sociale del corpo sessuato. 
3) rimando su questo punto ad almeno due libri
Pubblicato da Alessandro Paesano
http://elementidicriticaomosessuale.blogspot.it/2015/06/di-cosa-parliamo-quando-parliamo-di.html?spref=fb

Glastonbury, al festival anche il Dalai Lama

Arriva sotto la pioggia e per ripararsi mette sul capo una maglietta del festival. Tra gli ospiti del Glastonbury c'è il Dalai Lama che movimenta il grande appuntamento musicale inglese proprio come una rockstar. Sul palco ha festeggiato con Patti Smith in "anticipo" il suo compleanno. Una torta alla frutta per gli 80 anni che compirà il 6 luglio mentre la folla ha intonato "Happy Birthday to you"






http://www.repubblica.it/spettacoli/people/2015/06/28/foto/glanstonbury_al_festival_anche_il_dalai_lama-117872332/1/#19

Winona Ryder conquista il piccolo schermo

Winona Ryder conquista il mondo della televisione: sarà protagonista di una nuova serie firmata HBO
Winona Ryder, icona della generazione X ormai 40enne, dopo l'ultima pellicola Experimenter, è pronta a conquistare il piccolo schermo con la serie Show Me a Hero, di Paul Haggis (sceneggiatore di Million Dollar Baby del 2004, Flags of Our Fathers nel 2006, Third Person nel 2013 e vincitore nel 2006 di due Oscar, al miglior film e alla migliore sceneggiatura originale, per il film Crash) dal 16 agosto negli Stati Uniti su HBO.
Tratta dall’omonimo libro di Lisa Belkin, la miniserie di sei puntate ruoterà intorno alla figura di Nicholas Wasicsko, il sindaco più giovane della città di Yonkers, interpretato da Oscar Isaac, che si ritroverà al centro di spinose dinamiche cittadine. Nel cast la Ryder interpreta Vinni Restiano, consigliera della città di Yonkers e confidente di Wasicsko. 

Dopo esserci innamorati di Lydia, goth teen di Beetlejuice (rumors la confermerebbero nel cast di Beetlejuice 2 diretto sempre da Burton), della bellezza aristocratica di May ne L’età dell’innocenza, e di quella grunge di Lelaina in Giovani, carini e disoccupati non abbiamo dubbi che Wynona ci conquisterà anche nei panni di Vinni, ruolo televisivo più impegnativo dopo la partecipazione in I Simpsons (1994) e Friends (2001).
Ma non è tutto. Nel 2016 inaugurerà anche Montauk, la nuova serie soprannaturale di Netflix, dal titolo ancora non confermato, scritta e diretta dai fratelli Matt e Ross Duffer. Otto episodi, ambientati negli eighties, in cui la Ryder vestirà i panni di Joyce, la madre di un bambino scomparso nel nulla. Esperimenti governativi, avvenimenti inquietanti in una serie tv che vuole essere un tributo ai classici degli anni Ottanta.
http://www.vogue.it/people-are-talking-about/star-news/2015/06/winona-ryder-serie-tv

Vincent Cassel: "Questa società è neopuritana"

L'attore, reduce da Cannes con Garrone e Maïwenn, è ora protagonista di un film scabroso in cui è un adulto che s'innamora della figlia adolescente dell'amico
PARIGI. «Noi padri moderni dobbiamo interpretare tanti ruoli, non ci sono più schemi e distanze di un tempo. Con le mie figlie ho sviluppato una grande complicità». Vincent Cassel mostra il suo lato più dolce e intimo, quello di papà. Nella commedia Un moment d'égarement , appena uscita in Francia e che arriverà da noi dopo l'estate, Cassel è un padre confuso, sedotto dalla figlia adolescente del suo migliore amico, interpretato da François Cluzet. È il remake del film di Claude Berri del 1977 che all'epoca provocò scandalo. «Oggi la storia non è socialmente più accettabile, anzi» osserva l'attore.
Cassel vive un momento professionale molto intenso. Era a Cannes con Il racconto dei racconti e Mon roi (di Maïwenn), è stato chiamato nel nuovo film di Xavier Dolan e ha molti progetti in Brasile, dove si è trasferito continuando però a fare la spola con Parigi per occuparsi di Deva e Léonie, le figlie di 11 e 5 anni avute con Monica Bellucci. La coppia, separata dopo diciotto anni di vita comune, potrebbe ricomporsi sul set. «Con Monica abbiamo lavorato tanto insieme. Sogno di fare un altro film con lei» dice Cassel in un italiano perfetto.
S'immagina avere una sbandata per una ragazzina come Laurent nel film?
«Capisco una debolezza. Ma non avrei voluto recitare un finale in cui dico al mio amico: "Mi dispiace, amo tua figlia, vado a vivere con lei". Non ci credo. Lo trovo ridicolo, è un modo di mentire a se stessi».
Era più facile parlare di una storia del genere negli anni 70?
«Allora c'era appena stata la liberazione sessuale, si discuteva del caso Polanski. Alcuni eccessi erano in qualche modo tollerati. Oggi la società non accetta che un uomo di 50 anni abbia una relazione con una ragazzina di 15. Nel nostro film gli anni di lei sono diventati 17, c'è solo una scena di sesso e Laurent ha subito coscienza dell'errore».
Avete censurato il copione originale?
«Non volevamo fare una commedia solo maschile, e per questo abbiamo preso una scenegg iatrice , Lisa Azuelos. Ma ci accusano ugualmente di sessismo. Viviamo in un'epoca di neopuritanesimo».
Se si trovasse nella parte di Cluzet, il padre della figlia sedotta?
«Prenderei a pugni il mio amico: non concepisco che un maschio della mia età possa proiettarsi nel futuro con un'adolescente. Per fortuna Deva e Léonie sono ancora piccole. Anche se le bambine maturano presto. Hanno già l'istinto materno, una gravità sul senso della vita che i loro coetanei non hanno».
Che tipo di genitore è?
«Vorrei che le mie figlie imparassero a conoscermi meglio di quanto io abbia potuto fare con mio padre (l'attore Jean-Pierre Cassel, ndr ). La mia generazione non ha mai giocato con i propri genitori. C'erano autorità e distanza. Io sono amico delle mie bambine. E attraverso il rimescolamento di generi, quando Monica non c'è, sono un po' mamma, un po' papà».
Com'è stato girare con Garrone?
«È charmant . Ho ammirato la sua voglia di lanciarsi in un'avventura così matta, qualcosa che non esiste nell'attuale cinematografia. Il film, per la sua dimensione artigianale, mi fa pensare a Mario Bava, Dario Argento».
Delusi da Cannes?
«Spesso i premi sono scelte politiche o di opportunità. Forse la giuria ha considerato che Garrone aveva già avuto altri premi in passato».
Ha visto il film di Sorrentino?
«Non ancora, ma lo farò perché mi piace molto. Vedo che talvolta è attaccato dai giornalisti italiani per i suoi continui riferimenti a Fellini. A me paiono bellissime citazioni. E trovo comunque ambiziosa la sua voglia di fare film diversi, su temi non della sua generazione».
Segue il cinema italiano?
«Mi sono formato attraverso i vostri film, quelli tra gli anni 40 e i 70, e i grandi registi italo-americani. Sono impregnato d'Italia. Mi dispiace vedere lo stato in cui è ridotto oggi il vostro cinema, so delle difficoltà. Mi tengo informato: le mie figlie sono italiane...».
Vent'anni fa girava "L'Odio" con Mathieu Kassovitz. Cosa resta di quel film?
«È ancora attuale nel raccontare una parte della gioventù che si sente ai margini. In Francia e non solo. Il film era in qualche modo un'utopia: c'erano un ebreo, un musulmano e un cattolico. So che Mathieu pensa a L'Odio 2 . Per un eventuale sequel dovremmo tenere conto di Internet e social, ma soprattuto di come la religione sia entrata nel tessuto sociale delle banlieue».
Il premier Manuel Valls ha parlato di "apartheid" nelle periferie. È d'accordo?
«È come parlare di Hitler a sproposito. Non mi piace usare nomi gravi solo per rafforzare un concetto: così si diluisce il senso di parole che dovrebbero essere usate con parsimonia».
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/06/26/news/cassel-117713297/

Philip Selway: i Radiohead entreranno in studio per registrare il nuovo disco dal prossimo settembre

«Stiamo procedendo per prove e tentativi perché ogni volta che proviamo una soluzione che abbiamo già adottato […] non sembra mai funzionare di nuovo»: questo aveva dichiarato a fine 2014 Jonny Greenwood a proposito del lavoro in studio con i Radiohead, impegnati allora a definire la direzione da dare al nuovo album.
Arrivano ora nuove esternazioni, questa volta del batterista della formazione Philip Selway, che in un podcast con Ghostpoet registrato per The Talkhouse ha sottolineato che i Radiohead entreranno in studio con una certa «programmazione» e regolarità dal prossimo settembre. «Cerchiamo di cambiare approccio ad ogni disco», ha aggiunto il musicista.
Sempre a fine 2014 vi avevamo fatto vedere qualche immagine della band al lavoro sul nuovo album.
http://sentireascoltare.com/news/philip-selway-radiohead-studio-registrare-nuovo-disco-prossimo-settembre/

Meryl Streep scrive al Congresso Usa per la parità dei diritti delle donne

La battaglia di Meryl Streep per la parità dei diritti delle donne.
L’attrice Meryl Streep ha deciso di intraprendere una battaglia affinché alle donne sia assicurata una vera e piena parità di diritti negli Stati Uniti. 
Vi “scrivo per chiedervi di combattere per l’uguaglianza, per vostra madre, vostra figlia, vostra sorella, vostra moglie o voi stessi, sostenendo attivamente l’emendamento sulla parità di diritti“, così si legge in una accorata lettera che Meryl Streep ha inviato a ciascun membro del Congresso degli Stati Uniti e i cui stralci sono stati riportati dall’agenzia Adnkronos.
L’attrice ha scritto ai parlamentari americani per riproporre un’iniziativa già avviata decenni fa negli Stati Uniti, ma che non si è mai concretizzata: quella di introdurre nella Costituzione Usa un emendamento sulla parità dei diritti (Equal Rights Amendment) tra uomini e donne. In modo che la parità dei diritti per le donne sia sancita esplicitamente dalla Costituzione.
La proposta di questo emendamento risale addirittura al 1920, quando negli Usa fu riconosciuto alle donne il diritto di voto. Il testo è stato presentato al Congresso per l’approvazione a partire dal 1923, ma di rinvio in rinvio è stato approvato solo nel 1972. Quindi è stato inviato a ciascuno dei 50 Stati che compongono la Repubblica federale, per essere ratificato, ma negli Anni ’80 non aveva ancora raggiunto il quorum della ratifica di 38 Stati per poter essere inserito in Costituzione. Il procedimento si è così arenato e non se n’è fatto più nulla.
Nel testo dell’emendamento si legge: “La parità di diritti in base alla legge non deve essere negata o limitata dagli Stati Uniti o da qualsiasi Stato a causa del sesso”.
Meryl Streep ha sollecitato i membri del Congresso con queste parole: “Un’intera nuova generazione di donne e ragazze sta parlando di uguaglianza, parità di retribuzione, una eguale tutela dalla violenza sessuale, parità di diritti”. Insieme alla lettera, l’attrice ha inviato ai parlamentari americani anche il libro ‘Equal Means Equal’ di Jessica Neuwirth, presidente dell’associazione Era Coalition, che si batte per aggiornare la Costituzione Usa.
Nel Paese più all’avanguardia del mondo non è sancita in modo esplicito in Costituzione la parità dei diritti tra uomini e donne. In Italia sì, che poi sia applicata anche nella pratica è un’altra storia.

http://www.chedonna.it/2015/06/25/meryl-streep-scrive-al-congresso-usa-per-la-parita-dei-diritti-delle-donne/

Vincent Cassel brilla in Un moment d'égarement

Dopo la sua performance a Cannes in Mon roi, l'attore mostra la sua versatilità nel film di Jean-François Richet
A pochi giorni dalla Festa del Cinema, al via da domenica con biglietti scontati a 4 euro in tutti i cinema francesi per quattro giorni, 14 novità sbarcano oggi nelle sale. Tra queste spicca l’apprezzatissimo Inquieto [+], primo volume del trittico Le mille e una notte del portoghese Miguel Gomes (leggi il Focus), presentato alla Quinzaine des réalisateurs cannense e distribuito in 55 copie da Shellac (leggi l'intervista a Thomas Ordonneau).
Ma l’uscita più massiccia del giorno va messa in conto a Mars Distribution che lancia in 430 copie Un moment d'égarement [+] di Jean-François Richet (articolo), remake del film omonimo diretto nel 1977 da Claude Berri. In questo lungometraggio che flirta con la commedia incentrato su un quarantenne impelagatosi in una situazione molto imbarazzante dopo un "momento di follia" con la figlia adolescente del suo miglior amico,Vincent Cassel mostra ancora una volta il suo immenso talento d’interprete, a poche settimane da un’altra grande performance in concorso a Cannes con Mon roi [+]. E’ atteso quindi con molta curiosità Juste la fin du monde di Xavier Dolan, che l’attore sta girando (news), con la speranza che la produzione francese gli offra presto qualche altro bel ruolo.
Escono oggi anche Une mère [+] di Christine Carrière (articolo - con Mathilde Seigner, Kacey Mottet-Klein e Pierfrancesco Favino - Les Films du Losange in 102 copie), la commedia A Love You [+] di Paul Lefèvre (EuropaCorp in 91 sale) e la coproduzione franco-russo-ucraina Stand di Jonathan Taïeb, film impegnato contro l’omofobia in Russia, sostenuto da Amnesty International (Grizouilles Films in 11 sale).
Arrivano inoltre al cinema L'année prochaine [+] della belga Vania Leturcq (leggi larecensione - Chrysalis Films in 22 copie), Più buio di mezzanotte [+] dell’italianoSebastiano Riso (scoperto alla Semaine de la Critique cannense 2014 - recensione -Outplay in 10 sale), Masaan [+] dell’indiano Neeraj Ghaywan (coproduzione francese vincitrice a Cannes del premio dell'Avvenire del Certain Regard - articolo - Pathé Distribution in 37 sale) e la coproduzione americano-franco-spagnola Gunman [+] diPierre Morel (StudioCanal in 369 sale), adattamento del romanzo poliziesco "Posizione di tiro" di Jean-Patrick Manchette interpretato da Sean Penn, Jasmine Trinca, Javier Bardem e Idris Elba.
http://www.cineuropa.org/nw.aspx?t=newsdetail&l=it&did=294511

MADONNA RITORNERÀ IN AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA

La regina del Pop ha deciso di tornare in Oceania dopo un'assenza durata 23 anni
Madonna ritornerà in Australia e Nuova Zelanda. Madonna ha deciso di mettere fine all'attesa dei fan del "Down Under" che potranno finalmente tornare ad ammirarla dal vivo. La Regina del Pop ha infatti annunciato che tornerà a suonare in Oceania nel prossimo mese di marzo mettendo fine ad un'assenza che dura da 23 anni. Bisognerà aspettare ancora nove mesi per vederla su un palco ma dopo oltre due decenni dall'ultimo spettacolo, quello per il Girlie Show del 1993, l'attesa sembra poca cosa. Ora bisognerà vedere se i fan hanno perdonato all'autrice di "Bitch i'm Madonna", un'assenza così duratura. Arhur Fogel, presidente della Live Nation e produttore del tour, ha rivelato a Billboard che l'idea del tour in Australia era nei programmi da tempo. "E' abbastanza strano quando pensi a questa cosa, che una superstar del suo calibro manchi da una zona del mondo così ricettiva nei confronti degli artisti per un periodo di quasi 25 anni".
http://www.105.net/news/music-biz/182365/Madonna-ritornera-in-Australia-e-Nuova.html

AGEISMO? BITCH I’M MADONNA!

Quando è apparsa su iTunes come parte del primo teaser da Rebel Heart, pubblicato d’emergenza a Dicembre scorso per ovviare al danno provocato dal leakage di diverse demo registrate per il nuovo progetto, Bitch I’m Madonna ha diviso lo zoccolo duro dei fan tra chi ha apprezzato la sua eccentricità urban al primo ascolto e chi l’ha detestata tout court, plausibilmente perché il giorno in cui la regina del Pop ha reso noto, con tanto di prova fotografica su Instagram, che anche Thomas Wesley Pentz (in arte Diplo) stava collaborando al disco, molti sentivano che la miscela si sarebbe rivelata esplosiva, ma pochi sospettavano che avrebbe polverizzato il flebile limite che divide genio e pazzia.
Bitch I’m Madonna non è la più opinabile delle autocelebrazioni tradotte in musica dalla superstar italoamericana (come il titolo potrebbe spingere a credere); è voglia di scompaginare schemi e formule tipiche del mainstream e del radio friendly distorcendo e strapazzando suoni commerciali nel nome dell’anticonvenzionale e della Next level shit.
D’altronde, basta ascoltare il brano per cogliere all’istante quel palese mix di bislaccherìa e conclamata demenzialità che lo distingue dal resto dell’album.
Ecco quello che accade in poco più di 3 minuti: le prime note della traccia, scandite dagli accordi inceppati di una chitarra acustica, lasciano subito spazio a un concitato groviglio di sintetizzatori che tallonano il cantato durante le strofe, riproducendo le sonorità trancey di fine anni ’90 tanto apprezzate da Sophie, un misterioso DJ indie che usa come alias un nome da donna e ha contribuito alla creazione del pezzo, in qualità di produttore aggiuntivo, mediante alterazioni vocali e tecniche innovative a cui accenneremo più avanti.
Provocazioni verbali, gridate a squarciagola con un tono degno della più acuta nevrosi da caffeinomania (Blow up this shit tonight! / Who do you think you are?), portano la base a sfociare più volte in un martellante interludio trap, dove a primeggiare è una strana sequenza synth (una via di mezzo tra oche starnazzanti all’unisono e motoseghe), accompagnata da quella che costituisce la colonna portante del testo: una contagiosa filastrocca, dal motivo stupido e puerile, in cui la Ciccone esalta spensieratezza, libero divertimento e impenitenza, appellandosi all’universalità dell’ironico motto Bitch I’m Madonna per motivare le proprie biricchinate politically incorrect.
Un’ancora più vorticosa tempesta di bassi (agitata da suoni rave discontinui e battiti di mano campionati che si accavallano e si accoppiano selvaggiamente) introduce il featuring di Nicki Minaj, che cavalca il beat con un breve flow di rime sprezzanti, adeguate all’impudenza della canzone, fino a quando il ritmo non si placa e cede posto alle carezzevoli melodie di una ninna nanna elettronica, bruscamente interrotta da un ultimo breakdown in cui gli aggressivi latrati di quello che sembra un cane meccanico vengono usati come outro.
Pur dividendosi tra amore e odio, Bitch I’m Madonna segna in ogni caso una svolta, forse inaugura anche una tendenza: è il primo brano di un’artista di fama mondiale ad avvalersi della strumentazione sui generis supportata dalla PC Music (compagnia indipendente, stazionata a Londra, di cui Sophie è parte), per cui il suono è da concepire come qualcosa di frenetico e malleabile e, tramite appositi programmi digitali, può diventare plastico, liquido e onomatopeico a seconda dell’occasione (Hey QT e Lemonade costituiscono due dei prodotti più rappresentativi di questa direzione musicale).
In linea con il messaggio che il singolo lancia, il video realizzato per Bitch I’m Madonna, diretto dallo svedese Jonas Akerlund (già regista di Ray Of Light, Music e American Life), ne interpreta il contenuto in modo didascalico, ospitando apparizioni da parte di una cospicua schiera di personaggi famosi (Beyoncé, Diplo, Katy Perry, Kanye West, Rita Ora, Miley Cyrus, Jeremy Scott e, naturalmente, Nicki Minaj) e immortalando Madonna e i suoi ballerini nel pieno di un gremito party notturno organizzato presso il lussuoso hotel Andre Balazs Standard High Line nella Grande Mela.
Questo nuovo clip, impreziosito dalla policromia dei suoi fotogrammi e dalla fluorescenza dei suoi protagonisti, è anche portavoce di un bisogno più sovversivo del semplice divertimento a tinte kitsch: è una risposta esplicita ai detrattori, un dito medio alzato in pompa magna contro il nuovo nemico di Madonna, quel fenomeno sociomediatico noto come ageismo che discrimina e penalizza artisti non più ventenni esiliando le loro canzoni dalle playlist delle radio più influenti e procurando cattiva pubblicità.
Disponibile per l’acquisto sotto forma di Remix EP, via Universal/Interscope Records (e già nella top 30 della Dance/Club Chart di Billboard per il maggiore numero di spin ricevuti nelle discoteche americane), Bitch I’m Madonna è il terzo estratto da Rebel Heart, nonché il primo singolo a rispecchiare il lato impavido e spregiudicato del disco, opposto a quello romantico e sentimentale dei precedenti Living For Love e Ghosttown.
http://popsoap.it/ageismo-bitch-im-madonna/

Beverly Hills 90210: arriva il film

Dopo venticinque anni, l'emittente televisiva Lifetime decide di riportare in vita Beverly Hills 90210. O, meglio, il dietro le quinte della serie, raccontando gli aneddoti intorno ai suoi protagonisti, come gli incredibili capricci di Shannen Doherty alias Brenda
Venticinque anni fa Dylan, Donna e gli altri i ragazzi del Peach Pit ci facevano sognare coi loro amori, con le decappottabili all'ultimo grido e i party più esclusivi di Beverly Hills. Oggi, quella magia sta per tornare e svelarci qualcosa in più su una delle serie più amate del secolo scorso: Beverly Hills 90210.
L'emittente televisiva Lifetime, infatti, ha annunciato la realizzazione di The Unauthorized Beverly Hills 90210 Story, una pellicola non autorizzata che intende raccontare il dietro le quinte dei personaggi che abbiamo imparato ad amare. O, per meglio dire, degli attori che ne hanno prestato il volto.
Il lungometraggio svelerà i segreti del set, gli alti e bassi negli ascolti e i reali rapporti fra i membri del cast, a cominciare dalla storica rivalità fra Jennie Garth e Shannen Doherty, rispettivamente Kelly e Brenda nella serie.
E se gli inossidabili fan non vedono l'ora di rivedere i propri beniamini in azione, Variety precisa che le vicende narrate vedranno nuovi protagonisti davanti alla telecamera, pur restando fedeli agli aneddoti che sono sempre circolati sul loro conto. Come i capricci della Doherty che, una volta, si lamentò con un addetto stampa pretendendo una limousine perchè non poteva viaggiare su macchine utilitarie. Ne vedremo delle belle.
http://www.vanityfair.it/show/tv/15/06/18/beverly-hills-90210-arriva-il-film-non-autorizzato?utm_source=vanity&utm_medium=NL&utm_campaign=confidential

TAORMINAFILMFEST 2015 – SUSAN SARANDON: “MI PIACEREBBE FARE UN FILM CON LA STREEP”

L'attrice ha incontrato il pubblico del Festival di Taormina
Uno dei nomi piu’ attesi al Festival di Taormina era quello di Susan Sarandon.
L’attrice è arrivata in Sicilia nella giornata di venerdì e ha incontrato la stampa e i ragazzi del Campus al Palacongressi a cui ha parlato della sua carriera: “Non mi sento un modello da seguire, ho semplicemente scelto con cura i miei ruoli per poter dare una giusta direzione alla mia carriera. Sicuramente c’è una grande pressione su tutti noi e ci vuole coraggio per mostrare ciò che siamo veramente: la battaglia contro le pressioni della società riguarda tutti, uomini e donne”.
Ma come sceglie un ruolo? Ce lo spiega la stessa Sarandon: “Cerco sempre di interpretare un ruolo che non ho mai fatto e che mi possa piacere. Quando i miei figli erano piu’ piccoli poi cercavo di conciliare gli impegni con la famiglia, poi man mano che sono cresciuti ho avuto piu’ libertà anche da un punto di vista professionale e ho scelto sempre ruoli che potessero rappresentare una sfida. Quale ruolo mi piacerebbe interpretare? Sto leggendo delle storie ma per ora non c’è nulla di concreto. Rimpianti? Non ne ho. Ci sono dei film che ho rifiutato appunto per dare piu’ tempo alla mia famiglia., forse però speravo che qualcun’altra attrice dicesse di no per dei ruoli che avrei voluto fare! Le parti da cattiva? Diciamoci la verità: è piu’ divertente recitare la parte del cattivo e per me divertirmi è fondamentale quando faccio il mio lavoro”.
L’attrice ha poi parlato del suo rapporto con l’Italia spiegando: “La famiglia di mia madre era siciliana e anche io per certi versi sento un forte legame con il vostro paese perché ero proprio in Italia a girare un film mentre riflettevo sul mio futuro e meditavo di abbandonare le scene. Passai una splendida estate però nel vostro paese e restai pure incinta, quindi l’Italia mi ha ridato la felicità“.
Battuta finale su un’altra grandissima attrice del panorama internazionale, Meryl Streep: “Un film con Meryl? Mi piacerebbe ma purtroppo è difficile perché di solito c’è solo un ruolo importante per una donna. Quando ce ne sono due, in genere, l’altra è piu’ giovane di te e tu interpreti la madre e possibilmente vi odiate pure! Scherzi a parte, ne abbiamo parlato anche con lei piu’ volte e sarebbe fantastico ma è complicato…”
http://www.myreviews.it/115425_taorminafilmfest-2015-susan-sarandon-mi-piacerebbe-un-film-la-streep/

Ecco l'ultimo Robin Williams

Ha calamitato l'attenzione del web, che ha risposto con centinaia di messaggi sui social in omaggio all'attore, l'uscita del trailer dell'ultimo film interpretato da Robin Williams, il dramma indie "Boulevard" di Dito Montiel, con Kathy Baker e Roberto Aguire, nella sale Usa dal 10 luglio e in Italia potrebbe passare alla Mostra del cinema di Venezia

Madonna rock: suona i Led Zeppelin su Instagram

''Channelling Led Zeppelin'. E' il commento al video postato dalla popstar mentre azzarda il riff di 'Whole Lotta Love', con l'hashtag #rebelheart

MADONNA: KANYE WEST, BEYONCÉ, MILEY CYRUS, NICKI MINAJ, DIPLO, KATY PERRY E ALTRI NEL VIDEO DI 'BITCH I’M MADONNA'

Si è scomodata la più classica parata di star per la nuova clip della signora del pop: sul set del video di "Bitch I’m Madonna" si sono infatti presentati - per un cameo - illustri colleghi della signora Ciccone come Kanye West, Beyoncé, Miley Cyrus, Nicki Minaj (anche coinvolta della registrazione di un paio di versi del brano), Diplo, Katy Perry, Rita Ora e anche la star di Hollywood Chris Rock. Il lavoro è disponibile su TIDAL (solo per gli iscritti al servizio di streaming ideato da Jay-Z) a questo indirizzo, insieme a un dietro le quinte della lavorazione della clip.
La cantante lo scorso 21 maggio ha deciso diposticipare le prime cinque date del tour in supporto al suo ultimo album, "Rebel heart", per perfezionare lo spettacolo che farà tappa anche in Italia i prossimi 19, 21 e 22 novembre a Torino:
"Come i miei fan già sanno, lo spettacolo deve essere perfetto. Mettere insieme tutti gli elementi ci richiederà più tempo rispetto a quanto immaginavamo. Mi scuso per tutte le inconvenienze che questa scelta potrà comportare ai miei fan. Da parte mia, posso promettervi che questo spettacolo soddisferà le aspettative. Non vedo l'ora di condividerlo con i miei 'Cuori ribelli' fuori da qui"
http://www.rockol.it/news-644751/madonna-video-bitch-im-madonna-con-west-cyrus-minaj-diplo-perry

LANA DEL REY CONDIVIDE UN FRAMMENTO DI 'HONEYMOON' - ASCOLTA

Come noto, Lana del Rey è al lavoro per completare il suo terzo album in studio, che si chiamerà "Honeymoon". Buona parte del lavoro è stata fatta, ma al momento non è ancora stata rivelata nessuna data di uscita (si parla di settembre, ma ufficiosamente). La regina del sadcore, però, ha condiviso online uno "snippet" - ossia un frammento - della title track, tramite post su Instagram.
Oltre allo spezzone audio, Lana ha postato - sempre sulla stessa piattaforma social - il testo del brano, che è la fotografia di una storia d'amore con un ragazzaccio turbolento, che è pericoloso, ma irresistibile.
Dopo avere lavorato con Dan Auerbach  dei Black Keys in veste di produttore per il suo secondo disco, Lana ha affidato la produzione di "Honeymoon" a un altro, anche se è ancora un mistero di chi si tratti. si è parlato di Mark Ronson, poi di Rick Nowels (già collaboratore di - tra gli altri - Madonna, Laura Pausini e Santana) e - infine - addirittura di un ritorno a collaborare con Emile Haynie - che già si occupò del debutto "Born to die", del 2012.
http://www.rockol.it/news-644738/lana-del-rey-honeymoon---online-un-frammento-della-title-track

WINONA RYDER PROTAGONISTA DI UNA NUOVA SERIE DI NETFLIX

L'attrice farà parte del cast del progetto, temporaneamente intitolato Montauk, a tinte sovrannaturali.
L'attrice Winona Ryder sarà tra i protagonisti di una nuova serie di Netflix a tinte sovrannaturali.
Gli otto episodi che compongono la prima stagione del progetto, inizialmente intitolato Montauk, saranno ambientati negli anni Ottanta, nella famosa località di mare di Long Island.
Al centro della trama c'è un bambino di due anni che scompare misteriosamente nel nulla. La famiglia, gli amici e i poliziotti cercano di scoprire la verità sulla sua sparizione, che finisce per coinvolgere degli esperimenti del governo top-secret, forze sovrannaturali e una bambina molto strana. Wynona avrà il ruolo della madre del bambino scomparso, mentre David Harbour sarà il capo della polizia locale.
Il serial debutterà nel 2016 e sarà scritto e diretto da Matt Duffer e Ross Duffer.
http://movieplayer.it/news/winona-ryder-protagonista-di-una-nuova-serie-di-netflix_36423/#

L’anteprima di Bitch, I’m Madonna!

La popstar inganna l'attesa in vista del rilascio del video con un'anteprima di Bitch, I'm Madonna, nuovo singolo da Rebel Heart
La regina del pop sta per tornare con un nuovo video per l’estate: Madonna ha rilasciato un’anteprima della clip che accompagnerà il nuovo singolo Bitch, I’m Madonna.
Il teaser è apparso su Instagram venerdì 12 giugno, in un post con cui Madonna ha confermato anche la data ufficiale della première del video: Bitch, I’m Madonna sarà disponibile online da martedì prossimo, 16 giugno. Si tratta del terzo singolo estratto dal controverso album Rebel Heart, uno dei più attesi del 2015. La cantante ha annunciato che ci saranno molti ospiti speciali nella clip. Anche se manca una comunicazione ufficiale in merito al cast, le citazioni di Madonna nei suoi post su Instagram lasciano pensare che potrebbero apparire nel video, tra le altre, star del calibro di Katy Kerry, Diplo, Rita Ora, Beyoncé, Nicki Minaj, Rihanna, Miley Cyrus e Jeremy Scott.
Madonna sta continuando ad alimentare i rumors sul video con questa anteprima, in attesa del rilascio ufficiale di martedì prossimo.
Un video pubblicato da Madonna (@madonna) in data:
 http://www.optimaitalia.com/blog/2015/06/13/madonna-ufficializza-la-premiere-del-nuovo-video-guarda-lanteprima-di-bitch-im-madonna/208094

Batman Arkham Knight: i Muse protagonisti dello spot TV

Warner Bros. Interactive Entertainment e DC Entertainment hanno svelato oggi il TV spot di Batman: Arkham Knight. Il video mostra alcune delle caratteristiche salienti del gioco sulle note di “Mercy” canzone tratta dal settimo album dei Muse, Drones. 
Secondo Matt Bellamy, il disco “esplora i viaggio di un essere umano: dall'abbandono e dalla perdita di speranza, all'indottrinamento del sistema per diventare un drone umano, fino alla defezione dai propri oppressori." Reminescenza del viaggio del Cavaliere Oscuro, ispirerà i fans affinché diventino la vendetta, la notte, Batman...
http://www.spaziogames.it/notizie_videogiochi/console_multi_piattaforma/217878/batman-arkham-knight-i-muse-protagonisti-dello-spot-tv.aspx

“Bitch I’m Madonna”: Tutte le principesse del pop!

È giunto il momento di essere aggiornati su quello che stà combinando Madonna. Prima di tutto, pare che sia stata pubblicata la copertina ufficiale del nuovo singolo. Inoltre, la cantante di "Living for Love"  ha annunciato su Twitter che il video di "Bitch I'm Madonna" sarà ricco di ospiti a sorpresa.
Evidentemente Taylor Swift ha fatto scuola con il video di "Bad Blood",  un vero concentrato di superstar amiche della star. Peccato che, a differenza di Taylor Swift, Madonna non abbia ancora lasciato nessun indizio sui social su chi prenderà parte al suo nuovo video! Chi saranno i misteriosi super ospiti della clip di Lady Ciccone? 
Se dobbiamo attendere ancora un pochino per ammirare l'ultimo video di Madonna, che uscirà il 15 giugno, l'attesa per la cover del nuovo singolo (che uscirà anche remixato con Nicki Minaj ) è terminata! Pare proprio che sia stata pubblicata la copertina ufficiale:
Ma questa foto di Madonna l'avevamo già vista... non è altro che una foto scattata con un iPhone e postata su Instagram qualche tempo fa con l'hashtag #bitchimmadonna aveva già fatto capire di avere delle belle sorprese in serbo! Non vediamo l'ora di scoprirne di più.
http://news.mtv.it/musica/madonna-annuncia-ospiti-sorpresa-nel-video-bitch-im-madonna-copertina-singolo/

Björk: "Black Lake" il video commissionato dal MoMA

"Black Lake" è un video commissionato dal MoMA di New York e diretto da Andrew Thomas Huang. Immergetevi nei paesaggi mozzafiato islandesi
La realizzazione del video di Black Lake è stata commissionata nientemeno che dal Museum of Modern Art di New York, dove fino a qualche tempo fa era in mostra una retrospettiva sulla carriera di Björk.
Paesaggi vulcanici, caverne laviche e distese di muschio sono la cornice suggestiva di questa clip dell’artista islandese, uscita a distanza di pochi giorni da quella si Stonemilker. Ecco quindi Black Lake, diretto da Andrew Thomas Huang, in streaming qui sotto.
http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/bjork-black-lake-video/2015-06-10/

Muse: la recensione di "Drones"

Il convincente ritorno della band di Matthew Bellamy con un disco che parla del rapporto malato tra uomo e tecnologia
Sono molte le ragioni del successo dei Muse. Tra le tante ce n'è una indiscutibile: i Muse sono una delle rare rock band di questo tempo con un progetto sonoro, visivo e concettuale. Dietro il tema di ogni disco e di ogni show c'è un pensiero forte, un'idea precisa di suono, testi corenti e forza narrativa.
Drones è una fotografia nitida del rapporto tra uomo e tecnologia, quella sofisticata dei droni, macchine quasi perfette che colpiscono e uccidono a distanza guidate da un semplice telecomando. Non è esattamente un concept album, ma le canzoni sono legate da un filo rosso che le tiene insieme. Un viaggio dalla disperazione alla salvezza. 
A livello di songwriting l'album viaggia su livelli alti: dall'intrigante funk rock di Dead Inside a alla delicatezza di Aftermath, intensa ballad dalle reminiscenze prog rock. Non mancano, come sempre, le incursioni nel campo dell'heavy rock che guarda verso i Queen (vedi Psycho e Defector).
I Muse non si sono reinventati, ma ancora una volta sono stati abilissimi nel rimescolare gli ingredienti della loro formula vincente. Il risultato finale è una rarità in quest'era di musica liquida: Drones si può ascoltare con soddisfazione dall'inizio alla fine. Senza premere mai "skip"... Non è poco.
http://www.panorama.it/musica/muse-la-recensione-di-drones/#gallery-0=slide-2