È italiano il film scandalo Ambra, madrina criticata

È già polemica sulla 64esima Mostra del Cinema di Venezia e stavolta i fucili sono puntati sul ruolo di madrina, affidato alla sempre più filiforme Ambra. E mentre 40 riflettori d’epoca illumineranno la spiaggia del Lido per il gran gala dell’Excelsior, il sipario si alzerà stasera sul primo film in concorso, "Atonement - Espiazione" di Joe Wright, tratto dal romanzo di Ian McEwan. Protagonista Keira Knightley, che sfilerà sul red carpet sotto la gigantesca sfera di felliniana memoria, con l’intramontabile Vanessa Redgrave, James McAvoy, Romola Garai e Saoirse Ronan. Ma prima si vedrà la versione restaurata di "Per un pugno di dollari» di Sergio Leone e il filmato sulla storia del festival, "Venezia 75" di Antonello Sarno. Joe Wright ha ambientato il suo ultimo film nell’Inghilterra del 1935: la giovane scrittrice Briony (Ronan) e la sua famiglia vivono tensioni, sentimenti ed emozioni represse. La fervida fantasia di Briony genererà un’accusa che sacrificherà l’amore di sua sorella Cecilia (Knightley) con il figlio della governante, Robbie (McAvoy). Ma lo scandalo al Lido lo porterà un film italiano (che passerà venerdì): "Nessuna qualità agli eroi" di Paolo Franchi, il quale ha diretto una scena clou con protagonista l’attore Elio Germano, nei panni di Luca, figlio di uno strozzino, che appare nudo, di profilo e visibilmente eccitato, quasi fosse un provetto Rocco Siffredi. Se la scena del film che corre a Venezia ’64 per il Leone d’Oro, non sarà tagliata dalla produzione, potrebbero rimontare al Lido le stesse polemiche suscitate dalle nudità di Stefano Accorsi in "Ovunque sei" di Placido nel 2004. Un altro scandaloso nudo maschile sarà quello di Brad Pitt, che farà il bagno nella tinozza nei panni del bandito Jessie James nel film in concorso "The Assassination of Jessie James by The Coward Robert Ford" di Andrew Dominik ( 2 settembre). In "Lust Caution", domani in concorso, film Usa firmato dal maestro taiwanese Ang Lee, già trionfatore a Venezia con "Brokeback Mountain", lo scandalo riguarda invece la giovane agente (Tang Wei)) che lavora per il governo cinese con la missione di sedurre con tutti i mezzi un alto funzionario (Tony Leung), attraverso scene esplicite. Nella sezione Orizzonti passerà, infine, "L’Histoire de Richard O." di Damien Odoul, incontro notturno tra Richard O. (Mathieu Amalric) e una giovane donna la cui fantasia è quella di essere violentata. La speranza della vittoria tricolore sarà in mano a tre giovani registi a caccia del Leone d’Oro. Con l’opera di Paolo Franchi, corrono quelle di Andrea Porporati, "Il Dolce e l’Amaro" e "L’Ora di punta" del giovanissimo Vincenzo Marra con Fanny Ardant che, dopo la sua gaffe sul fascino del brigatismo rosso, ancora non si sa se verrà sul Lido. I tre registi italiani dovranno in ogni caso vedersela con maestri come De Palma, Greenaway, Lee, Ken Loach e Eric Rohmer, che porterà a Venezia "Gli amori di Astrea e Celadon". Ci sarà poi "Sleuth", remake firmato da Kenneth Branagh dell’omonimo thriller psicologico diretto da Mankiewicz ("Gli insospettabili", 1972). Brian De Palma con "Redacted" racconta invece lo stupro di una quattordicenne da parte dei soldati americani durante la guerra irachena. Piomberà poi a Venezia "Michael Clayton" di Tony Gilroy, con il divo George Clooney protagonista nei panni di un avvocato di successo. Intanto, alla vigilia dell’inaugurazione il direttore Marco Müller (il cui mandato di 4 anni scadrà a dicembre) amleticamente glissa sulle possibili variabili del suo futuro professionale. Ipotizzando persino di tornare a fare il produttore. Ma «non si può negare - ha detto - che è sempre più difficile sostenere i film veneziani, quando ci sono a seguire manifestazioni come la Festa di Roma e il festival di Torino: manifestazioni principe nell’arco di due mesi sono davvero troppe per un autunno sovrabbondante». Soddisfatto Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa «per la presenza di Medusa alla Mostra del Cinema di Venezia con due film in concorso, uno alla Settimana della Critica e due documentari. Motivo di soddisfazione è anche il tipo di film che presenteremo, testimoni della vivacità di un cinema italiano troppo spesso dato in fin di vita da cassandre frettolose». Infine Ambra Angiolini, madrina d’apertura del festival, mentre la chiusura per i 75 anni della Mostra sarà affidata a Stefania Sandrelli, ha risposto alle critiche di Kezich, che ha parlato di lei come del «nulla col vento in poppa, ma le auguro una carriera lunga come quella della Loren»; e alle dichiarazioni di Boncompagni, per il quale «ai tempi di "Non è la Rai" non c’era niente di meglio, ma fosse per me, la farei Papa». «Vuol dire che avrò una carriera di 40 anni come la Loren e poi diventerò Papa, ma non cado nelle polemiche», ha replicato Ambra, dall’aspetto sempre più magro.