Eastern Promises a Dicembre...

Dopo il ridondante successo del precedente lavoro, "History of violence", si torna a una storia di violenza, sceneggiata da Steve Knight che ancora una volta si concentra sui bassifondi della capitale inglese, come è stato in "Piccoli affari sporchi". Protagonisti d’eccellenza sono la bella e affascinante Naomi Watts e il tenebroso Viggo Mortensen, rispettivamente nei ruoli di Anna e Nikolai. Anna è un’infermiera di origine russa che vuole scoprire la verità sulla morte di una povera prostituta ucraina, Tatiana, che muore dando alla luce la sua bambina. Sullo sfondo di una Londra fredda, cupa e perversa, dove agisce la mafia russa, Anna, volendo combattere l’indifferenza incontrastata, durante le sue ricerche, finisce per imbattersi in vie molto pericolose, districandosi in un pericoloso giro di prostituzione. Viggo Mortensen sarà Nikolai, infiltrato della polizia, nelle vesti nascoste dell’autista personale di Kril, erede di un potente boss, interpretato da Vincent Cassel. Il titolo del film fa riferimento alla situazione che si è venuta a creare dopo la caduta del regime socialista, che ha avuto come conseguenza immediata, l’emigrazione dai paesi dell’Europa orientale, a quelli più promettenti dell’Europa occidentale. Però, nella maggioranza dei casi, le promesse vengono deluse e ogni aspettativa si trasforma in sfruttamento e in prostituzione, come nel caso di Tatiana, la ragazza che nel film muore. Cronenberg, con perizia e attenzione, grazie a una salda sceneggiatura e al direttore della fotografia Peter Suschitzsky, delinea un quadro chiaro della desolante e triste situazione in cui si trovano a vivere gli immigrati russi, a Londra. Viggo Mortensen, per calarsi perfettamente nel suo ruolo, si è anche recato a Mosca, per imparare il linguaggio e i modi di fare della gente e sembra che i risultati raggiunti in tal senso, siano stati davvero soddisfacenti, sul set. "Eastern Promises", che uscirà in Italia a dicembre, ha già ricevuto un importante riconoscimento, il people choice award, al festival di Toronto.
Valentina Grassi