Il nascondiglio (2007)

TITOLO ORIGINALE Il nascondiglio TITOLO INTERNAZIONALE The Hideout NAZIONE USA / Italia GENERE Horror, Thriller DURATA 100 min. (colore) DATA DI USCITA 16 Novembre 2007 REGIAPupi Avati SCENEGGIATURA Pupi Avati, ... PROTAGONISTI Laura MoranteRita TushinghamBurt YoungTreat Williams Peter Soderberg.
Dopo un lungo ricovero in clinica psichiatrica, una donna decide di rifarsi una vita aprendo un ristorante italiano a Davenport, Iowa, dove già sua zia ne aveva avuto uno. Sceglie un grande edificio isolato in cima ad un colle, disseminato ovunque di rettili decorativi: la Snakes Hall, un antico pensionato per anziane gestito da suore. Una volta stabilitasi all’interno di questa insolita dimora, incomincia ad avvertire, durante la notte, delle presenze, a sentire voci, rumori, passi scorrere lungo il perimetro delle pareti, e si convince di essere di nuovo vittima della sua malattia mentale. Ma proprio questi rumori notturni quasi costanti e quasi reali, la spingono a interessarsi alla storia della casa, fino a scoprire qualcosa di tremendo accaduto in una notte di bufera prima di Natale, nel 1952...
Un Pupi Avati come non si vedeva da un po'. Il nascondiglio, nei cinema dal 16 novembre, segna il suo ritorno all'horror. Sono trascorsi trent'anni dal film cult La casa dalle finestre che ridono, ed è sempre una casa a catturare la sua attenzione, questa volta dislocata a Davenport, nello Iowa. Ad imbattersi è Egle (Laura Morante), una donna di origini italiane che, dopo la perdita del marito per suicidio e un periodo di quindici anni trascorso in un ospedale psichiatrico, decide di aprire un ristorante. La scelta della sede cade sull'inquietante Snakes Hall, dimora poco raccomandabile solo dalla facciata, ad adornarla serpenti marmorei. Ma ancor più terrificante è la storia che avvolge il suo passato: cinquant'anni prima erano state trucidate tre monache e nessuno aveva trovato i corpi dei presunti assassini. La Snakes Hall conserva un segreto mai svelato. Perché ritornare sui passi di questo genere?"Dopo film autoreferenziali e quasi autobiografici desideravo ritornare al racconto in terza persona cercando di stabilire un rapporto diretto con il pubblico. E' stato una sorta di rinnovo della patente, ogni tanto bisogna rimettersi in discussione. Il cinema di genere spesso viene snobbato da noi italiani, io invece volevo resettarmi e cominciare a lavorare ancora una volta sugli stilemi del thriller e dell'horror, riprendere dimestichezza con la macchina da presa con un prodotto che non realizzavo da diversi anni. E' stata una scommessa". Le piace provare e suscitare l'ebbrezza della paura?"Sono un curioso di prim'ordine, qualsiasi cosa che concerne il lato oscuro mi affascina. Osservare un bosco di notte mi attrae, ma nello stesso tempo mi terrorizza. Ne Il nascondiglio abbiamo a che fare con una persona psicologicamente in difficoltà, quei cunicoli che scopre all'interno della casa rappresentano un po' il reticolo dei suoi percorsi mentali. Il cercare di scoprire cosa cela quella dimora è un po' come trovare il riscatto dopo il suicidio del marito". Come giudica l'assalto dell'horror asiatico e la nostra poca propensione al genere?"Escludiamo me, prima di tutto (ride). Poi, devo essere sincero? Sono ignorante riguardo la cinematografia altrui, in senso lato. Faccio troppo cinema per andare al cinema. L'altro giorno parlando con mia moglie pensavo a come inquadrarla, meglio da destra o da sinistra? Il cinema è entrato prepotentemente nella mia vita. Forse questa ignoranza mi ha permesso in qualche modo di essere un po' alternativo, forse la forza di dirigere una troupe deriva proprio da questa inconsapevolezza" Ha scelto un cast internazionale per il suo film, come ha proceduto?"Siamo tornati a lavorare in USA, è stata la nostra quarta esperienza. Dovevamo dare l'idea di essere in una cittadina dello Iowa, non servivano solo le automobili e gli edifici, ma dei volti veri e propri. Così oltre Laura, verso la quale non avevamo dubbi, abbiamo scelto Treat Williams, per il ruolo del sacerdote, il grande Burt Young (Rocky ndr), in quello di un agente immobiliare un po' estroverso e farabutto. Era perfetto. E poi la grandiosa Rita Tushingham, nei panni di una studiosa delle vicende accadute nella casa. L'ho scelta per andare con lei a cena e parlare della sua esperienza all'interno del cinema arrabbiato inglese (sorride). Più della nouvelle vague francese, che non l'ho mai saputa apprezzare fino in fondo, il cinema inglese, realizzato da registi come Tony Richardson e Richard Lester, ha contribuito al mio percorso professionale". Una cittadina americana apparentemente tranquilla, Davenport, in cui accadono fatti sconvolgenti. E' un po' il ritratto della realtà attuale"Sì, e non occorre andare così lontano, basta aprire i giornali e leggere dei delitti di Perugia, Galasco, Erba, ecc. Vicende tragiche che non accadono solo nella case imbiancate d'America" Ad accompagnare il film anche un romanzo (edito da Mondatori). Non è la prima volta"Adoro scrivere, è la mia piccola ambizione. Di solito consegno agli attori la sceneggiatura sotto forma di romanzo, con tutti i dettagli possibili così sul set non si possono creare discussioni sulle caratteristiche dei personaggi. Raccontare una vicenda in modo generoso produce degli effetti benefici. Rivelo un segreto, il libro non è altro che la trasposizione del film, ma leggete la postfazione ci sarà una bella sorpresa e suggerirà un modo nuovo con cui guardare Il nascondiglio".
Emanuele Bigi