SHANGHAI - La cantante islandese Bjork rischia di essere bandita dalla Cina a tempo indefinito dopo la sua performance di domenica allo Shanghai International Gymnastics Centre, quando, al termine del concerto, ha inneggiato al Tibet. Sui blog cinesi è subito scattata la polemica. Silenzio invece sui media ufficiali.
«RAISE YOUR FLAG» - Le ultime parole del concerto dell'eccentrica cantante islandese nella sua unica data cinese sono state infatti «Tibet, Tibet, raise your flag» (Tibet alza la tua bandiera), prima di lasciare il palco e salutare i suoi fan. Precise parole. Secondo quanto testimoniato dalla Deutsche Presse Agentur e da varie testimonianze sui blog e forum cinesi di persone che hanno assistito all'evento, sulle note finali della canzone Declare Indipendence - testo scritto per l'indipendenza delle Isole Far Oer e inserito all'ultimo momento nella scaletta del concerto - tutti avrebbero udito le sue parole. Tra i tremila spettatori immediate sono scattate le reazioni, mentre nessuno tra i giornalisti cinesi accreditati ha riportato la notizia. Bjiork era giunta a Shanghai per una vera e propria toccata e fuga: niente incontri con i giornalisti, nessuna intervista. I media cinesi avevano sottolineato, non senza una punta di polemica, la mancata concessione della cantante a taccuini e fans (a differenza di quanto probabilmente sarà il comportamento di un'altra star attesa in Cina ad aprile, Celine Dion).
LA MINACCIA - Bjork aveva minacciato: «se sarò assalita all'aeroporto, torno indietro, subito». I fan hanno resistito. Da queste parti è stata per lungo tempo celebre e amata, tanto che una famosa pop star cinese, Faye Wong, deve il suo successo proprio per lo stile così simile alla quarantatreenne islandese. Ora qualcosa è cambiato. Per Bjork la causa del Tibet non costituisce una novità: aveva già partecipato, nel 1996 e nel 1997 a San Francisco, a concerti per l'indipendenza della regione. Non solo: nelle scorse settimane la cantante, a Tokyo, aveva dedicato la sua ultima canzone alla fresca indipendenza del Kosovo, creando non pochi grattacapi all'organizzazione del suo futuro concerto in Serbia, il prossimo luglio. Dagli organizzatori del concerto a Shanghai invece, nessun commento. «Non abbiamo sentito», si sono limitati a dire. La questione del Tibet, con le Olimpiadi alle porte e l'inizio dell'Undicesima Sessione dell'Assemblea Politica Consultiva del Popolo Cinese (Cppcc), è un tema troppo caldo per la Cina: le informazioni al riguardo sono ancora più controllate e censurate. Tra i fan cinesi di Bjork, invece, impazza la discussione nella maglie della Rete. Commenti negativi, che stigmatizzano l'ingerenza occidentale in affari cinesi: «il Tibet è o non è un nostro territorio? Perché gli occidentali sono così interessati alla sua indipendenza? Evidentemente il Dalai Lama ha un ottimo ufficio stampa».
APPLAUSI - Qualcuno riporta la propria percezione, da spettatore: Bjork avrebbe annunciato che, anziché terminare con Encore, avrebbe cantato Declare Indipendence. Il pubblico ha applaudito. Alla fine l'amara sorpresa: «molti non hanno capito, perché non sanno l'inglese e non hanno percepito l'aggiunta delle parole Tibet, Tibet. Forse per questo motivo non è stata chiamata la polizia. Se tutti avessero capito, non ci sarebbero stati applausi alla fine. Per un po' Bjork, è meglio non si faccia vedere in Cina».



Luca Levratto