Finalmente nei cinema “Chiamami Salomè”, classico attualizzato

“Esistono idee senza tempo. Esistono personaggi, situazioni ed emozioni che per quanto riproposti, per quanto trasformati in canoni, non solo non perdono di intensità, ma anzi si rafforzano ogni volta nell’immaginario collettivo”, scrive nelle note di regia Claudio Sestieri su “Chiamami Salomè”, il film che muove dall’atto unico scritto da Oscar Wilde nel 1893 e che si inserisce nella corrente dell’attualizzazione dei classici. “Basti pensare non solo alle versioni shakespeariane di Kenneth Branagh, ma anche al ‘Romeo + Giulietta’, di Baz Luhrmann con Leonardo Di Caprio, o al recente ‘Hamlet 2000’ ambientato a New York tra video, telecamere e computer”, come osserva il regista. Il film, finito di girare più di due anni fa, arriva solo ora nelle sale, perché è stato colpito come molti altri film dal taglio al Fondo unico per lo spettacolo alla fine del 2005, subendo il ridimensionamento del budget per la distribuzione. Al momento la pellicola uscirà il 9 maggio, distribuito da Mediaplex, su solo quattro piazze: Roma, Milano, Latina e Napoli. Prodotto da Pietro Innocenti per Star Plex srl, la pellicola ha rappresentato il cinema italiano al 30esimo Festival del Cairo nel dicembre 2006. Nel cast tanti bravi attori. Elio Germano veste i panni di Giovanni Battista, Carolina Felline è Salomè, Ernesto Mahieux è Erode, Caterina Vertova è Erodiade, Genti Kame è Sirio. La scenografia è di Antonello Geleng e Mario Fontana, i costumi sono di Lia Morandini e Stefania Svizzeretto. Con la premessa di Sestrieri che “solo i classici hanno la capacità intrinseca di essere rivissuti in qualunque epoca”, l’azione si svolge ai giorni nostri in una fabbrica abbandonata dove è in corso la festa del boss della criminalità organizzata Erode. La scenografia ricalca un “peplum” anni Sessanta, così da rendere più immediato il collegamento con il testo classico oltre che il cattivo gusto della malavita. Giovanni è il figlio di un industriale che è stato rapito ormai da un anno ed è in preda ad un vero e proprio delirio religioso. Salomè incarna Lolita o, meglio, Angela di “American beauty”. Gli ospiti romani inviati da Cesare sono gli uomini di una gang americana. I soldati del Tetrarca sono i guardaspalle del boss. In questa trasposizione, la tragedia si compie proprio come scrive Wilde, con una Salomè, figlia di Erodiade e figliastra di Erode, seducente e capace di infrangere non solo le leggi morali, ma anche e soprattutto quelle del potere. In questo clima a far rumore è il silenzio della presenza divina. Nel film, l’inviato dell’Americano, il boss della banda-madre, ironizza: “Solo gli artisti ormai vedono Dio..., ecco perché poi si suicidano”.
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