Michel Gondry nasce a Versailles, in Francia, l’8 maggio del 1963. Cresce con la sua famiglia, all’interno di un ambiente dedito alla musica pop che gli permette di sviluppare da subito le sue doti artistiche: il nonno, Constant Martin, ha inventato uno dei primi sintetizzatori, il Claviolino, e il padre vende chitarre elettriche. Da bambino vuole fare il pittore o l’inventore e per questo negli anni ’80, al termine dell’adolescenza, s’iscrive all’accademia d’arte di Parigi, nella quale ha modo di sviluppare le proprie doti grafiche e di incontrare un gruppo di amici saldi, con cui formare la band pop-rock degli Ouì-Ouì. I ragazzi riescono a pubblicare ben due album, “Chacun tout le monde” e “Formidable”, oltre ad alcuni singoli che ottengono un discreto successo locale, ma la band arriva in ogni modo a sciogliersi nel 1992. In questi dodici anni, comunque, Gondry oltre a suonare la batteria dirige anche tutti i video del gruppo ed inizia ad evolvere lo strano modo di vedere il mondo che poi si riverserà nei lavori successivi, insieme alle influenze degli anni ’60 e della sua infanzia. Uno dei video degli Ouì-Ouì viene visto per caso durante uno show televisivo dalla cantante Bjork, che lo ingaggia immediatamente per dirigere il video di “Human Behaviour”: è il primo, idilliaco passo di un sodalizio artistico che darà vita ad altri cinque fortunatissimi video di Bjork, tra i quali il noto “Isobel”, tutti ad alto budget.
La voce si sparge tra gli artisti musicali e Michel Gondry è sempre più richiesto, non solo da band note come i Massive Attack, ma anche da molti marchi famosi che vogliono affidare alla sua regia gli spot migliori, come Gap, Smirnoff, Air France, Coca Cola, Adidas, Polaroid e Levi’s. Per quest’ultimo, in particolare, Gondry riceve il premio come miglior regia di spot commerciale, nel 2004. Durante le riprese si rivela un vero pioniere: il video di “Je danse le Mia” (IAM) è il primo ad usare le tecniche di morphing, per esempio, mentre in “Army of me”, sperimenta l’uso di più telecamere che inquadrano lo stesso soggetto da numerosissime angolazioni allo stesso tempo. Nel frattempo, anche Hollywood inizia ad interessarsi al giovane talento, che nel 2000 può finalmente dirigere il primo film, “Human Nature”, adattamento di una sceneggiatura di Charlie Kaufman, in mostra al Festival di Cannes dell’anno successivo. Nonostante lo scarso successo di botteghino, la notorietà di “Human Nature” permette a Gondry di cimentarsi in una nuova opera, “Eternal sunshine of the Spotless Mind” (2004), il cui titolo è stato impietosamente tradotto in Italia con “Se mi lasci ti cancello”: continua la collaborazione con Charlie Kaufmann ed il film, complesso ma allo stesso tempo leggero, diviene in brevissimo un punto di riferimento per la cinematografia indipendente, tanto da assicurare l’Oscar a Kaufmann per la miglior sceneggiatura.
Segue la via dell’onirico nel successivo “L’arte del sogno” (2006) con Gael Garcìa Bernal e Charlotte Gainsbourg. Nel 2006, durante una pausa dal lavoro, spopola su YouTube con un video in cui risolve il rompicapo del cubo di Rubik con le sole dita dei piedi. L’ultimo lavoro di Michel Gondry è “Be Kind Rewind”, una commedia brillante che fa riflettere sulla storia e sulla commercializzazione del cinema, e che affianca a momenti leggeri altri di profonda meditazione sul sociale e sul senso della vita.


Claudia Resta