Il tema mitico di Ganimede è costituito dalla sua bellezza, di cui si invaghirono forse Minosse, Tantalo o Eos, oppure Zeus, come si racconta in una versione posteriore della leggenda. Nell'Iliade di Omero, Diomede racconta che Zeus, affascinato dalla bellezza del ragazzo, lo rapì, offrendo in cambio al padre una coppia di cavalli divini e un tralcio di vite d'oro. Zeus per sottrarre Ganimede alla vita terrena si sarebbe camuffato da aquila; sotto tale aspetto si avventò sul giovanetto mentre questi stava pascolando un gregge sul monte Ida, lo portò sull'Olimpo, dove ne fece il suo amante. Per questo motivo nelle opere d'arte antiche Ganimede è spesso raffigurato accanto a un'aquila, abbracciato ad essa, o in volo su di essa.Nell'Olimpo Ganimede divenne il coppiere degli dei, sostituendo Ebe, e in varie opere d'arte è quindi raffigurato con la coppa in mano.
La leggenda di Ganimede fu menzionata per la prima volta da Teognide, poeta del VI secolo a.C., anche se la tradizione potrebbe essere più antica.
Sopra,"Il ratto di Ganimede" di Edi Brancolini
wikipedia