La leggenda della star che è sempre riuscita a succedere a se stessa

Tra un mese Madonna compie 50 anni e nel farlo pone un interrogativo a chiunque si trovi nei pressi di quel fatale appuntamento con l’anagrafe: abbiamo fatto tutto ciò che è nelle nostre possibilità per “reinventarci”, dal momento che la donna di maggior successo del XX secolo ci ha spiegato che solo così si può trasformare la nostra banale vita in un’opera d’arte? Quante Madonne abbiamo visto in azione nei 30 anni di carriera che ci dividono da quelle foto in bianco e nero da soppesare su un misero libretto Taschen intitolato “Madonna Nudes 1979” che immortala la 21enne di Detroit nuda, bruna, riccioluta, col corpo pieno e sodo e una faccia rotonda come la luna (della quale non c’è traccia nella ossuta versione del presente), ripresa dal fotografo-pivello Martin Schreiber, che la ricambia della prestazione con la bella cifretta di 30 dollari. Da quelle foto, scattate allorché Madonna è sbarcata a NY da un paio d’anni, prova a diventare una ballerina professionista, e con l’aiuto del fidanzato Stephen Bray incide i primi demo musicali, si arguiscono una serie di cose destinate a restare immutabili: Madonna posa nuda con la disciplinata freddezza e la concentrata qualità di un’artista esigente prima di tutto con se stessa. Da come si espone all’obbiettivo si capisce che è consapevole di salire uno dei mille gradini da scalare per arrivare sulla vetta, che è esattamente dove punta. S’intuisce che darà tutto e che lungo il cammino saprà aggiungerci ciò che imparerà o riuscirà a trafugare nei suoi incontri. In queste foto, come in tutte le foto della sua carriera, a meno che non voglia esprimere un’inquietante lascivia, Madonna non sorride. E’ seria, esplosiva, compunta, del tutto autoreferenziale, bellissima e tetra. Resterà così per sempre, conquistando il mondo. Il mistero del divorzio e il nuovo tour. Resterà così dentro, perché sulla superficie levigata del suo personaggio, invece, comincerà periodicamente a reinventarsi, vagamente strisciando su modelli preesistenti, Marylin, Zelda, Mata Hari, Evita, Frida (oggi forse quella Marlene per la quale non ha mai nascosto ammirazione – come lei ossessiva nel perfezionismo e condannata alla solitudine finale). Madonna cambia, Madonna c’è sempre, Madonna ignora il ribaltarsi delle mode, fa corsa a parte, Madonna si sdoppia, si moltiplica, cantante, produttrice, business woman, madre, moglie, corpo, visione, sempre icona della possibile ascesi da una carnalità discotecara alla sensualità suprema. Ora una questione: le altre prima della classe – cantanti come Aretha o Billie, o attrici come Greta o Grace – mica si sono mai preoccupate di reinventarsi, anzi, in linea di massima sono rimaste sempre uguali a loro stesse. Madonna no: mantenuta, voguer, virago, androgina cabalista, romantica donna inglese, regina delle sporche notti di Manhattan, lei è sempre succeduta a se stessa. Non a caso Aretha, Billie e socie hanno vissuto in forma di parabola, e quando hanno imboccato il viale del tramonto (le fortunate che ci sono arrivate) sono state promosse al ruolo di “classico”, una categoria che aveva a che fare con la “storia”, con lo “stile”, ma anche col passato. Se ci badate, Madonna non è mai diventata un classico, eterna puledra ancora pronta a litigare per il primo posto nelle classifiche pop, e del resto non è mai neppure stata confinata nel passato. Lei c’è sempre, è immanente, condannata, da se stessa e dall’incantesimo delle sue interminabili reincarnazioni, alla contemporaneità. Adesso ne fa 50, i veterani tra i fans la osservano con soggezione, solo a vedere quanto appare artisticamente spietata e misteriosamente cabalista. E' perseguitata da malinconici infortuni muscolari, ma non dà loro peso, e a costo di quattro ore di palestra al giorno, a settembre parte per un tour mondiale, col quale certamente riscriverà lo stato dell’arte della materia.
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