VERONA. DALLA SAPIENZA LO SPETTACOLO «VERONA CAPUT FASCI»

VERONA — La prima nazionale è stata lo scorso 19 giugno, all'Università romana della Sapienza. Ma verrà inscenato anche a Verona, venerdì 26 settembre, in un luogo ancora da stabilire, lo spettacolo teatrale «Verona Caput Fasci». Lo hanno messo insieme Elena Vanni e Elio Germano, attingendo esclusivamente ai verbali della seduta del consiglio comunale di Verona del 14 luglio 1995. Non certo una scelta casuale: in quella data, il parlamentino veronese approvò una ormai famigerata mozione omofoba che rigettava una risoluzione del Parlamento europeo di Strasburgo per i diritti degli omosessuali. Una mozione che, nonostante qualche volonteroso (benché maldestro) tentativo, nemmeno la scorsa amministrazione di centrosinistra guidata da Paolo Zanotto è riuscita a cancellare. Oltre alla mozione in sé, che dichiarava l'omosessualità «contro natura», sono rimasti negli annali gli interventi di alcuni consiglieri, che ora, a distanza di 13 anni, diventano materia teatrale. Le parole più tristemente celebri di quella giornata furono pronunciate dal consigliere leghista Bertozzo: «I gay se vogliono dei diritti devono cedere i loro attributi alla chirurgia per la tranquillità di tutti… bisogna farli capponi… ». Nello spettacolo, saranno «protagonisti » anche gli interventi di due consiglieri di Alleanza Nazionale, Vittorio Bottoli (oggi difensore civico regionale) e Massimo Galli Righi (oggi presidente del consiglio comunale di Forza Italia, anche se oggi «sospeso» per la sua adesione al movimento pro-life di Giuliano Ferrara). «… L'aborto come metodo anticoncezionale… perché tu hai aperto le gambe e non ci hai pensato in quel momento in cui lo fai… hai fatto quella scelta volutamente… », disse il primo. «I diritti delle persone omosessuali non hanno cittadinanza in una società civile», sentenziò il secondo. Lo spettacolo sarà a Verona per iniziativa di «Facciamo Breccia», del comitato «Alziamo la Testa» e del Circolo Pink di Verona.
A.C.