Reggio Emilia, 7 agosto 2008. Ma un Grammy ti cambia la vita? «Beh, sì, senza dubbio, e soprattutto negli Stati Uniti: se prima ci facevo quattro tour all’anno, adesso devo farne cinque… E molte nostre produzioni, che prima erano vincolate a un mondo di club, ora hanno raggiunto anche un altro pubblico». Un giorno a Mosca all’Amnesia night, due giorni dopo a Clermont Ferrand, e qualche giorno più tardi un salto oltre l’oceano, a Salt Lake City, a Seattle, e poi all’Electric Daisy Carnaval, a Los Angeles «dove c’erano 70mila persone, e sono salito sul palco prima di Moby»: globetrotter della consolle, perennemente in viaggio con una valigia di suoni, Benny Benassi, disc jockey reggiano di fama internazionale, è inarrestabile. In Italia (nonostante il prestigioso Grammy conquistato per il miglior remix) ancora è conosciuto soprattutto fra gli appassionati di club culture, mentre all’estero fanno pazzie per lui: al punto che anche Madonna gli ha fatto un’avance e lo ha invitato ad aprire il concerto del prossimo 6 settembre allo stadio Olimpico di Roma. «In ogni paese del suo tour Madonna sceglie un dj a cui affida il compito di precedere il suo show. In Francia c’è Bob Sinclar, in Italia tocca a me. E non nascondo di essere incuriosito e anche un po’ emozionato», confessa Benny Benassi dal suo studio di Reggio, dove assieme al cugino Alle Benassi («Il musicista e il produttore è lui, io sono il dj, da sempre lavoro con lui») studia nuove atmosfere elettroniche.
Benny, avrà di fronte 60mila persone da far ballare… Le capita spesso?
«All’estero esistono vari festival, a cui partecipano anche trenta dj su varie piste, per 12 o 15 ore di musica. Per l’Italia, certo, è piuttosto insolito».
Lady Madonna le ha indicato una scaletta?
«No, ma qualche giorno fa a Mykonos alcuni colleghi americani mi hanno riferito che lei si interessa sempre della playlist dei dj che la introducono. Io metterò sicuramente qualche nostra produzione, alternandola con proposte techno dell’ultimo periodo. Mi piace poi includere nella playlist qualche chicca, come un bootleg di brani dei Coldplay e dei Red Hot Chili Pepper».
E un successo di Madonna?
«Non so se me lo permetterà. Ma vorrei tanto inserire Vogue… Credo però che la farà lei stessa nel suo show».
Il suo ultimo album è Rock’n’rave: echi rock e suono ‘elettrico’. E la prossima novità?
«Con Alle stiamo lavorando al remix di un vecchio brano di David Bowie, intitolato proprio DJ. E’ un brano fortissimo, e sono felice che Bowie stesso ci abbia concesso i diritti. Questa canzone mi piace perché parla anche del mio mestiere. Nacque in un periodo in cui i dj erano visti come concorrenti dei gruppi musicali: ma Bowie dice nel testo ‘I am a dj, I am what I play’, ‘Sono un dj, sono la musica che suono’…»
Perché oggi si sentono tanti remix?
«Sono utili spesso per lanciare un artista o un brano nuovo. Le case discografiche abbinano alla ‘classica’ versione radiofonica l’edizione remix, affidata di solito a un dj di grido».
I suoi set sono in tutto il mondo. E in Italia?
«Prima dell’Olimpico, c’è una data sola, il 12 agosto all’Altro Mondo studios di Miramare di Rimini. Mi sentirò quasi a casa…».
A chi avete dedicato il Grammy?
«A una persona speciale, nostra nonna, che ha compiuto cento anni».
STEFANO MARCHETTI