Presentato a Toronto "Public Enemy Number One" di Jean-François Richet

TORONTO - Gli ultimi giorni di mercato del Festival sono stati contrassegnati da un gran fermento, l’ultimo Pupi Avati, Il papà di Giovanna è stato venduto in ben sei paesi, tra cui Francia, Svizzera e Australia. Tra le anteprime proposte dalla sezione Gala, segnaliamo la prima parte di Public Enemy Number One di Jean-François Richet, ispirato all’autobiografia di Jacques Mesrine, L’instict de mort, con Vincent Cassel, Cécile de France e Gérard Depardieu. Dall’esperienza traumatizzante nell’esercito francese intento a reprimere, fallendo, la lotta per l’indipendenza degli algerini, al ritorno in patria, dove velocemente diventa uno dei gangster più temuti, cercati, ma anche mitizzati della mala parigina. Prima associandosi con il vecchio compagno di scorribande, al padrino Guido, un Depardieu dalla mole sempre più incombente, per rapinare banche e vecchi compagni traditori del nazionalismo gallico. Mesi furibondi, in cui Mesrine perde qualsiasi contatto con la propria famiglia piccolo-borghese e anche con i tre figli, da cui è costretto a separarsi per sfuggire all’bracconaggio della polizia. La svolta mitopoietica del film avviene però quando Mesrine conosce Jeanne, donna dal fascino irresistibile, con cui fugge via, in Canada, verso un altro futuro.
Ma dal crimine, è una vecchia quanto spietata legge, non si fugge. Dopo iniziali tentativi di accasarsi soli e innamorati, i due liberano la propria indole verso gli spazi immensi da depredare e conquistare. Ma la fama rapidamente li raggiungerà ovunque si avventurino, i morti non si contano, da semplici rapinatori i due diventano efferati esecutori, due veri e propri Bonnie e Clyde. Separati da uno spettacolare concentramento di forze su una desolata highway degli Stati Uniti e rimpatriati in Canada, vengono separati definitivamente. Costruito sulla contaminazione tra i vecchi noir malavitosi transalpini e i gangster-movie più vicini di Scorsese, soprattutto per quanto concerne la frenesia ritmica, il film di Richet è soprattutto un coro d’attori, assai a proprio agio con i personaggi che interpretano, soprattutto i due protagonisti, Cassel e la de France. E’ un debutto, da tenere d’occhio, quello di Matt Aselton con Gigantic, una commedia caratterizzata da quel singolare impasto di tenerezza, grottesco e malinconia che ha fatto la fortuna di Wes Anderson, con Paul Dano (Little Miss Sunshine) a interpretare Brian Weatersby, venditore di materassi su misura, terzo ed ultimo di una singolarissima famiglia, single dallo sguardo spesso triste, con il desiderio segreto di adottare un bambino cinese, forse per avere lui una famiglia forse per generosità. Ma la figlia assai attraente, Zooey Deschanel, di uno strabordante riccastro con problemi alla schiena, Al Lolly (un divertente John Goodman), con la sua ricerca d’amore, di attenzione, di passione, complicheranno il meticoloso piano di vita sviluppato, evidentemente troppo presto, dal ragazzo.
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