Un film sull'affascinante mistero di Jeff Buckley

Nessun 'altro ha avuto il suo impatto sulla scena musicale degli ultimi dieci anni. Uno stile di canto unico, un'intensità emotiva e artistica come non se ne vedevano da tempo. Jeff Buckley è stato una luminosissima cometa il cui passaggio continua a lasciare segni fertili a undici anni dalla sua morte prematura. Tantissimi gli artisti influenzati dall'immenso talento di questo musicista, dai nostri Elisa e Negramaro fino a grandi nomi come Radiohead e John Legend. Più volte si è parlato dell'idea di girare un film sulla vita e la parabola artistica di Buckley, la pellicola è ora ufficialmente in pre-produzione. La madre alla produzione - E' l'onnipresente Mary Guibert, madre di Jeff, a produrre il film che dovrebbe intitolarsi Mystery White Boy, come l'album antologico live uscito nel 2000. A sceneggiarlo e dirigerlo sarà Brian Jun, partendo dal libro Dream Brother - Life And Music Of Jeff Buckley, scritto dal critico David Browne. Ancora nulla si sa del cast, è fortissima la curiosità su chi interpreterà una figura così fragile e complessa. Nel 2006, quando il progetto era ancora in embrione, Brad Pitt si offrì di impersonare il musicista sul grande schermo, ma la sua candidatura fu bocciata. Tre anni per conquistare il mondo - Nato nel 1966 come Jefftrey Scott Moorhead, Jeff Buckley era figlio di Tim Buckley, cantautore "cult" degli anni '70, morto per overdose di eroina. Abbandonato da Tim in tenerissima età e "adottato" da Ron Moorhead, nuovo marito della madre Mary Guibert, Jeff volle riappropriarsi del cognome del suo padre naturale, per poi trasferirsi a Los Angeles per studiare la chitarra. Notato dal produttore Hal Willner che nel 1990 lo volle tra i protagonisti di un concerto in memoria del padre Tim e fu colpito dal talento del ragazzo, qui Jeff conobbe anche il chitarrista Gary Lucas, che con lui cominciò a scrivere brani musicali originali. Nel 1993 ecco il debutto di Buckley con il disco Live-At-Sin, seguito un anno dopo da Grace, album che rivelò ovunque le qualità artistiche del giovane musicista. Alla pubblicazione di quell'album seguì un lungo tour che portò Buckley per tre volte ad esibirsi in concerto anche in Italia. Il mistero della morte - Jeff ammise di soffrire di disturbo bipolare mentre lavorava al suo secondo, attesissimo album in studio che si sarebbe dovuto intitolare My Sweetheart The Drunk. Personalità tormentata e poetica, Buckley si trasferì a Memphis per poter affrontare con la giusta concentrazione il lavoro compositivo. La sera del 29 maggio 1997, in attesa di ritrovare la sua band, il musicista passò del tempo a suonare e cantare insieme ad un amico sulla riva del Wolf River, affluente del Mississippi. In seguito decise di tuffarsi nelle acque del fiume, vestito e con gli stivali. Non tornò mai più, il fiume restituì il corpo giorni dopo. Nessuno è mai riuscito a stabilire se la morte di Jeff Buckley sia stata frutto di una disgrazia (un malore, o l'onda di un battello che procedeva in direzione inversa rispetto a Jeff impegnato a nuotare) o un suicidio premeditato. Come spesso accade, la sua precoce scomparsa lo ha consegnato al mito, mentre negli anni la discografia ha continuato a pubblicare dischi postumi, soprattutto estratti dalle sue emozionanti esibizioni live.
Cristiano Sanna