MADONNA... MIA SORELLA. Riflessione sul libro scritto da Christopher Ciccone

Vivere di dipendenza. Christopher Ciccone racconta in un libro le sue vicissitudini da assistente di camerino della diva. Il fallimento di un rapporto familiare trasformato in un affare di famiglia.
di Chiara Gamberale
Viviamo tutti, chi più chi meno, alle dipendenze di qualcuno.Dipendiamo dai consigli che può darci una certa persona, dall'amore che proviamo per quell'altra, dal bisogno di sentirci importanti che ci stimola un'altra ancora: e ognuna di loro dipende per qualche motivo da noi.Non c'è niente di male. Se non fosse che, a un certo punto, può capitare di pensare che invece sì: c'è di male. Che gli altri dipendano pure da noi: ma noi no. D'ora in poi non dipenderemo da nessuno. Soprattutto dalla persona da cui più al momento dipendiamo. E allora all'improvviso alziamo la testa: o almeno così pare a noi. Ma il più delle volte stiamo solo per prendere una solenne craniata: perché tutti gli atti di ribellione mossi contro qualcuno anziché a favore di qualcosa, sono destinati a fallire.Prendete il libro "Madonna, mia sorella", scritto da Christopher Ciccone, che, va da sé, di Madonna è il fratello.È un documento davvero interessante.Prima di tutto perché è difficile imbattersi in un io narrante più fastidioso, vittimisista e in cattiva fede: e già questa è un'esperienza.Poi perché, nelle accuse di Christopher a Madonna, vengono alla luce perfettamente le eterne dinamiche di un legame impostato proprio su una mal vissuta dipendenza reciproca.In ultimo perché ci fa capire, implicitamente, come mai oggi la devozione vada così poco di moda.Il rapporto fra i due è presto spiegato: Madonna, lo sappiamo tutti, è Madonna. Arrivata dal Michigan a New York (anche se, ci svela il caro Christopher, non è vero che sua sorella, come ama raccontare nelle interviste, trascorre le prime notti alla Grand Central Station: bensì a casa di amici), in pochi anni passa dall'esibirsi in locali di periferia al suo primo Disco di Platino.Suo fratello la raggiunge. Anche lui ha aspirazioni artistiche: gli piace ballare, dipingere, cantare. Peccato non sappia fare niente davvero bene.È omosessuale, e deve la scoperta della sua identità proprio alla sorella, che una sera lo porta in un locale gay.Fra i due comincia un sodalizio umano che va al di là dei vincoli familiari prestabiliti, e diventa anche professionale.Madonna fa Madonna e Christopher fa l'assistente di camerino, il segretario, l'arredatore e naturalmente il fratello di Madonna.Ma all'improvviso, tutto questo non gli basta. Certo, ogni volta che la sorella chiama, si precipita, «perché sono l'unico su cui fa affidamento», sente sempre il bisogno di puntualizzare («perché adoro il mondo favoloso in cui mi ha fatto entrare» confessa in un'occasione).Madonna rappresenta così nello stesso tempo il suo limite («se dovessi mettere un mestiere sul mio passaporto sceglierei artista e certamente non assistente di camerino») e la sua possibilità (nel profondo di sé sa che senza di lei sarebbe sempre rimasto nel Michigan a cogliere patate).L'errore di Madonna è non riuscire a immaginare che suo fratello possa desiderare qualcosa di più che rassicurarla ogni volta che gli domanda: «Sono grassa?», licenziare per lei i collaboratori e, in generale, tenerla al riparo dai tentacoli del desiderio maschile e delle invidie femminili.Si limita a fidarsi della loro complicità: al punto che Christopher continua ad abitare con lei anche quando entra in scena Sean Penn.Ma non succederà lo stesso con Guy Ritchie: nel frattempo infatti la situazione degenera.Christopher si droga, e ci va giù pesante, anche se è bravissimo a sorvolare sul problema, laddove invece Madonna, in ripetute mail, non parla d'altro, offrendo di farsi carico della riabilitazione.Lei non lo coinvolge più nei suoi spettacoli, e quando ci riprova lui la delude: entrano in un circolo vizioso.In cui Christopher (arrivando a nauseabondi tentativi di fomentare contro Madonna l'intera comunità gay, per esempio facendo notare che nell'ultimo tour tutti i ballerini erano etero) accusa la sorella fondamentalmente di portare una persona alle stelle per poi rigettarla nel "gelido mondo".E Madonna, implicitamente, lo accusa di non aver tenuto fede al loro tacito accordo: io ti facevo fare mio fratello perché tu eri disposto a esserlo. Se non ne hai più voglia, benissimo: ma va da sé che allora io non sovvenziono più il tuo desiderio di far parte attraverso me di un certo ambiente.I patti sono patti. Anche fra fratelli, anche fra amici, in amore: sempre.Chiediamo e offriamo qualcosa a qualcuno che nello stesso tempo chiede e offre qualcosa a noi. È un equilibrio fragile, inizialmente forse spontaneo, che però si mantiene solo calibrando di volta in volta offerte e richieste, osservando, per dirla con romanticismo, di cosa ha bisogno l'altro nel corso del tempo, di cosa hai bisogno tu.Ci sono persone come Madonna, poco inclini al cambiamento, dato il temperamento forte, nel bene e nel male, che le caratterizza.Altre che in un primo momento si fanno gregarie per paura, fragilità, forse per un briciolo di interesse: ma siccome, appunto, non è più l'epoca della devozione, (perché, ci insegna Christopher, la cultura di massa rende illusoriamente il talento accessibile a tutti come un bancomat) poi pretendono di più.Peccato solo che nella maggior parte dei casi lo pretendano dagli altri anziché da loro stessi.E così c'è Cesare e c'è Bruto. C'è Otello e c'è Jago. C'è il fratello premuroso e c'è un'accentratrice insicura. Che però, nel caso specifico, si chiama Madonna. Un suo singolo, per fortuna, venderà sempre almeno un milione di volte più di un libro scritto contro di lei.
IlRiformista