Natasha Richardson, quarantacinquenne attrice inglese, è morta in seguito a una caduta sulle piste da sci in Canada.
Alla madre, l’attrice premio Oscar Vanessa Redgrave, è spettata la dura decisione di staccare la spina, dopo che i medici avevano accertato lo stato di morte cerebrale della donna. “Sconvolti e devastati” si dichiarano il marito, l’attore irlandese Liam Neeson, indimenticabile protagonista di “Schindler’s List”, e i suoi due figli.
Nata in una famiglia di eminenti esponenti del teatro e del cinema britannico (il padre Tony è stato regista nel 1963 del rivoluzionario “Tom Jones”), la Richardson ha, sin da piccola, calcato i piú importanti palcoscenici del Regno Unito, arrivando, a soli quattro anni, a debuttare, persino, sul grande schermo ne “I seicento di Balaklava” (1968) diretta dal genitore. Nel 1973 lavora in Italia nel poliziottesco “La polizia incrimina: la legge assolve” di Enzo G. Castellari al fianco di Franco Nero, compagno ai tempi di Vanessa Redgrave. Dotata di un fascino antico, nobile e, al contempo, intrigante, viene scelta nel 1986 da Ken Russell nell’horror d’autore “Gothic” e l’anno successivo da Pat O’Connor nel raffinato “Un mese in campagna”. Le migliori performance fornite, nelle oltre venti pellicole girate, sono, senza dubbio, quelle della controversa ereditiera americana Patty Hearst nel biografico “Patty-La vera storia di Patty Hearst” di Paul Schrader (1988), di una contessa russa, diventata prostituta a Shangai, nel film in costume “La contessa bianca” di James Ivory (2005), e di una donna innamorata al limite dell’autodistruzione nel dramma psicologico “Follia” di David Mackenzie (2005). Ruoli complessi che le hanno permesso di mettere in luce doti interpretative non comuni e apprezzabile modernità nell’immedesimarsi in figure femminili fragili ed estreme.
Enorme successo al botteghino lo ha, invece, ottenuto grazie al lungometraggio Disney “Genitori in trappola” (1998) nella parte della madre di una giovanissima Lindsay Lohan. Preziosa è stata, anche, la sua carriera teatrale, che le ha regalato la soddisfazione di conquistare un Tony Award nel 1998 per il musical “Cabaret”, trasposizione per il palcoscenico dell'omonimo film interpretato nel 1972 da Liza Minnelli.
