Fenomeno Sia Furler «Pop con rabbia per sfidare il dolore»

ROMA — La principessa del pop Christina Aguilera ha comprato i biglietti per un suo concerto e poi le ha chiesto di lavorare al suo nuovo album («"Voglio entrare nel tuo mondo", mi ha detto»). Prince e Kanye West l'hanno eletta la loro cantante preferita. Nemmeno il sexy fenomeno Katy Perry ha saputo resistere al fascino di Sia Furler. «Sono fortunata, ogni volta che un superfamoso parla di me vendo migliaia di album», commenta ridendo la bionda australiana che è andata in Inghilterra nel 2001 per una vacanza e non è più tornata. Sia è una ragazza divertente e ironica, ma la sua musica nasce dal dolore: «Otto anni fa volevo attraversare l'Europa con il mio fidanzato. Che è morto il giorno del suo compleanno a Londra, investito da un taxi, mentre io mi trovavo in Thailandia. In Inghilterra sono andata lo stesso, ma ho passato i primi tre mesi come se fossi in un'altra dimensione. Bevevo... Poi un mio amico mi ha chiesto di unirmi a una band». All'inizio era solo la voce dei sogni elettronici degli Zero 7 («Guadagnavo bene ma ero un'impiegata»). Poi i primi album da solista, autobiografici: «Mi sono serviti per lenire il dolore». Con il nuovo «Some People Have Real Problems » ha colpito il bersaglio. E prova a sfondare in Europa, Italia compresa. Nel frattempo ha già conquistato America e Gran Bretagna con il suo pop surreale fatto di struggenti ballate e accompagnato da testi sulla perdita dell'amore. Con qualche divagazione, come la vecchia canzone dedicata al suo analista («Mi piacerebbe invadere i sogni di uno psicoterapeuta... »). Sul palco indossa cappelli e costumi bizzarri. E nei suoi video non mette freni alla fantasia, anche a costo di imbruttirsi, come in «Buttons » — fra i più cliccati su YouTube — in cui deforma il suo viso con calze trasparenti e sacchetti di plastica. «Non mi interessano le pose sexy, non sono una bambolona che rigurgita i progetti degli uomini grassi chiusi negli studi di registrazione. E poi — aggiunge con un'altra risata — non ho il physique du rôle ». Adesso Sia si muove instancabile fra radio e studi televisivi. «Mi sento male quando parlo di me — ironizza —. È vero, sono ovunque e sembra che sia la donna del momento ma, tristemente, tutto questo non ha niente a che fare con l'energia dell'universo. Si chiama marketing. È capitato pure Lily Allen, Kate Nash, Amy Winehouse». Il titolo dell'album, dice, le è venuto in mente in sala di registrazione a Los Angeles: «I nostri problemi erano il traffico e il cibo. Però c'è gente che ha difficoltà molto più serie: muore di fame o sta aspettando un trapianto di cuore. Il titolo mi aiuta a ricordare che quando sarò ricca e famosa non dovrò trasformarmi in un'idiota». Ai rischi del successo ha dedicato una canzone, «The Girl You Lost To Cocaine»: «Non è una storia autobiografica, ma ho visto tante celebrità affogare nella droga e perdere tutto quello che avevano. Anche di questo parleranno anche le canzoni del mio nuovo cd». La notorietà non le fa paura: «Per me è una sensazione vaga che crolla quando, a 34 anni, mi ritrovo senza i soldi per comprare le scatolette per i miei cani. Ho capito che stavo andando forte quando David Letterman mi ha invitata al suo show. Da piccola lo guardavo sempre prima di andare a dormire. Immaginavo di essere intervistata da lui. La realtà è stata diversa dai miei sogni: ha stretto la mia mano e mi ha abbracciato. Fine. Però quel breve incontro è riuscito a soddisfare il mio ego e il mio desiderio infantile».