La Cina oscura Youtube per la seconda volta in due settimane

Da alcune ore il portale di condivisione video YouTube è irraggiungibile dalla Cina. È lecito pensare si tratti dell’ennesimo blocco da parte del governo di Pechino, che continua sfacciatamente a sostenere che Internet non sia considerato un pericolo e che gli internauti cinesi siano liberiYouTube è da qualche ora inaccessibile dalla Cina. Il portale di condivisione video YouTube è l’ultima vittima della scure censoria di Pechino, che di quando in quando blocca l’accesso alle informazioni più scomode presenti sul Web. L’ultimo episodio di censura di Internet da parte della Cina risale allo scorso mese gi agosto, in concomitanza con le Olimpiadi di Pechino. In quell’occasione era stato inibito l’accesso dal Paese comunista ai siti considerati più scomodi, tra cui Amnesty International, Reporters Sans Frontières, la Tv tedesca Deutche Welle, la Bbc in cinese, l’Apple Daily di Hong Kong e la versione cinese di Voice of America. Dopo una lunga serie di pressioni da parte della stampa internazionale vennero successivamente rimossi i filtri.Sempre nel mese di agosto 2008 fu iTunes vittima dei filtri di Pechino: il sito Apple venne oscurato per evitare la distribuzione del disco “Songs for Tibet”, con musica di Sting, Alanis Morissette, Garbage e altri, oltre a un discorso di 15 minuti del Dalai Lama.L’inaccessibilità delle scorse ore di YouTube potrebbe essere riconducibile, stando a quanto sostenuto dalla BBC, alla pubblicazione di un video nel quale figurano soldati cinesi che, dopo l’irruzione in un monastero tibetano, picchiano duramente i monaci. Per Pechino un video del genera rappresenta un motivo più che valido per oscurare l’intero portale. Va ricordato che un filtro tuttora presente sul Web cinese è relativo all’accesso al sito del movimento spirituale Falun Gong, considerato fuorilegge. Il Ministro degli Esteri cinese Qin Gan si ostina a sostenere che il governo non teme Internet. “È una falsa impressione, è l’esatto opposto”, sostengono. Intanto per YouTube si tratta della seconda censura in due settimane.In Cina gli utenti del Web sono oltre 300 milioni: tutti liberi, secondo il governo di Pechino, che a conferma della tesi cita la presenza su Internet di oltre 100 milioni di blog cinesi, a loro avviso un inequivocabile indicatore di democrazia e libertà. Per Pechino comunque è necessaria una “regolamentazione della Rete” al fine di evitare la diffusione di informazioni che mettano in pericolo la sicurezza nazionale. In merito al blocco di YouTube il Ministero degli Esteri ha detto di non saperne nulla. Ogni commento è a dir poco superfluo.