Vince la Palma d'Oro Il Nastro Bianco di Michael Haneke

Trionfa al Festival di Cannes, rispettando tutte le previsioni, Il nastro bianco di Michael Haneke, il regista che già in passato aveva ricevuto applausi per il controverso Funny Games e vinto la Palma d'Oro nel 2001 per La pianista. Il regista austriaco era tornato con questo feroce racconto diretto in bianco e nero e ambientato in un paesino rurale, nel quale strani eventi riveleranno l'ottusità e la violenza del mondo adulto, con inevitabili ripercussioni su quello dei bambini, figli apparteneti alla generazione che poi aderì al nazismo. Applausi e standing ovation e bis meritato per questo grande regista. Rimangono esclusi da tutti gli altri premi gli applauditissim film di Ken Loach e Jane Campion e anche l'unico italiano in gara, Marco Bellocchio con Vincere. Insieme alla Palma d'Oro, in una edizione che ha visto applauditi molti film, ma secondo almeno la critica, nessun vero capolavoro, si sprecano i premi della giuria, tra speciali, eccezionali, ex-aequo e chi più ne ha più ne metta. Il Gran Prix è andato all'unico film su cui forse qualcuno si è espresso in termini di capolavoro, ed è il gangster movie francese Un prophète, diretto e scritto da Jacques Audiard (sceneggiatore dell'apprezzato Nemico pubblico n.1, con Vincent Cassel). Premio Eccezionale della Giuria va invece ad Alain Resnais (cui un premio, possiamo dirlo, verrebbe a questo punto da dire che non si nega mai), che vince con Les Herbes Folles, storia curiosa di alcuni personaggi che ruotano attorno al misterioso contenuto di una borsetta rubata. Il Premio della Giuria è andato ex-aequo all'inglese Fish Tank di Andrea Arnold e al sud-coreano Thirst di Par Chan-Wook. Il primo era dato tra i favori per la Palma d'Oro grazie agli applausi riscossi per la delicata storia di questa quindicenne sbandata che si vede sconvolgere la vita dal nuovo fidanzato della madre, un uomo che entra nelle loro vite affermando che tutto dal quel momento sarebbe stato diverso. Il secondo segna il ritorno del regista Par Chan-Wook a Cannes dopo il successo di Old Boy. Il film non aveva pienamente convinto la critica, ma a quanto pare la giuria sì. Sorpresa nei premi per gli attori. A vincere il premio come Migliore Attrice è infatti Charlotte Gainsbourg per il fischiatissimo Antichrist di Lars Von Trier. C'erano speranze per la nostra Giovanna Mezzogiorno, ma si vociferava già dalla mattinata un premio per la difficile prova dell'attrice nel film horror a sfondo sessuale del regista di Dogville. Per il premio come miglior attore sono state al contrario confermate le voci che volevano trionfatore Christoph Waltz per Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. La Palma d'Argento per la miglior regia finisce quest'anno in mano all'orientale Brillante Mendoza per Kinatay, storia di mafia ambientata nelle Filippine, dove uno studente di criminologia è mandato a riscuotere il pizzo imposto a delle attività commerciali per conto della malavita. Utilizzerà quei soldi per la propria fidanzata, chiedendole persino di sposarlo. La miglior sceneggiatura ha invece visto trionfare il controverso, e in realtà non molto apprezzato, Spring Fever di Ye Lou, storia di un triangolo a sfondo sessuale in cui i tre protagonisti rimangono vittime di una malattia dei sensi che fuorvia il loro cuore. Vincitore della Camera d'Or come miglior opera prima è l'israeliano Ajami, un racconto corale di persone che vivono a Jaffa, una città che è incrocio di cultura ebraica, musulmana e cristiana. Di personaggio in personaggio, si analizza la vita quotidiana in questo luogo in cui l'odio e la violenza sono i principali valori. Dopo l'applauditissimo Valzer con Bashir dell'anno scorso, un altro successo per il cinema israeliano. Il premio della Settimana della Critica è andato invece a Goodbye Gary Cooper del francese Nassim Amaouche, storia di un gruppo di persone che si ostina a vivere in un paesino ormai abbandonato, perfetto come scenario per un western contemporaneo. Tra gli abitanti c'è anche José, convinto di essere il figlio di Gary Cooper e che trascorre le sue giornate ad aspettare di vederlo tornare tra le strade di quella città fantasma. Vince infine nella sezione Un Certain Regard il greco Dogtooth di Yorgos Lanthimos, storia di tre figli cresciuti tra le alte mura di casa, senza influenza del mondo esterno. Unico contatto è con una vigilante che viene per esaudire i bisogni sessuali del figlio maschio. Un giorno però, la donna offre un giocattolo a sua sorella, e in cambio le chiederà qualcosa di inaspettato.