Dalla rubrica "Italians" di Beppe Severgnini del corriere.it

Buona nuova vita anche a te, Michael
Caro Beppe,non me lo spiego, ma la sparizione di Michael Jackson mi rattrista più del "dovuto". Come sostiene una persona a me cara - purista e grande appassionato di musica (e un po' meno di amore...) - il grande artista lo avevamo già perso da tempo. Ma quello che sento è dispiacere per lui, la persona: Michael. Può essere che sia stata particolarmente colpita dalla dichiarazione di Cher. Credo abbia ragione. O meglio, la condivido: un bambino ingenuo che ha lottato tutta la vita per farsi accettare e farsi amare. Il suo modo estroso di presentarsi al pubblico e ai suoi fan era in netto contrasto con la sua postura, il suo modo di porsi: timoroso, composto e riservato. Ma lui, nel suo intimo lottava con sé e con il resto del mondo: era nero, era nato nero. Credo che lui si sentisse ancora troppo nero, nonostante la sua carriera gli abbia dimostrato tutto il dimostrabile. Noi, bianchi di pelle, non potremo mai capirne il senso reale. Avevo - e ho ancora nel cuore - un'amica (morta troppo giovane) nata a Londra, ma nigeriana di origine. Ebbene, nonostante fosse estremamente europea e con il tempo anche molto italiana, quando era costretta ad aspettare l'autobus, si sentiva solo nera, solo nigeriana: diffidente e impaurita. Non me lo ha mai detto, ma io ne ho sempre avuto la percezione. Buona nuova vita anche a te, Michael. Lui ti aspetta. Ne sono certa.
Emanuela Pappini