CINEMA: ELIO GERMANO A GIFFONI, SOGNO UN FILM SUL G8 DI GENOVA

Giffoni Valle Piana (Salerno), 22 lug. (Adnkronos) - ''E' un momento di stanca cinematografica, un po' triste''. Elio Germano, ospite al Giffoni Film Festival, accusa il cinema italiano di scarso coraggio. ''Mi sono stancato di prendermela con chi ci governa e chi ci produce -spiega- Me la prendo con chi abbassa la testa e fa poco per cambiare le cose. E' colpa nostra, sono persone che abbiamo scelto noi o comunque scegliamo di non mandare via. E' una malattia che riguarda tutti noi, la responsabilita' e' nostra, anche dei produttori che non hanno coraggio di puntare su sceneggiature fastidiose. Gia' quindici o dieci anni fa era meglio, si facevano film come Il portaborse o Muro di gomma. Con Il Divo e Gomorra si e' rotto un po' un silenzio ma sono casi isolati. Io, per esempio, aspetto da una vita un film sui fatti del G8 di Genova e penso che ci siano forti difficolta' a produrlo. Si privilegia l'incasso alla qualita' e qualsiasi lavoratore e' costretto ad attaccarsi alle certezze di continuare a lavorare. Se uno sceneggiatore sa che facendo una commedia andra' sul sicuro con i produttori preferira' continuare a lavorare e scrivera' quel tipo di film. Io sogno di continuare a fare quello che mi piace ma ho paura che sia sempre piu' difficile''. Intanto pero' ha due film molto importanti che ha finito di girare: il primo e' Nine, il musical di Rob Marshall, omaggio a Otto e mezzo di Federico Fellini. ''Faccio la parte di uno degli aiutanti del regista della troupe televisiva che e' interpretato da Daniel Day Lewis. E' un ruolo piccolo -spiega Germano- E' un film che ha un grande impatto spettacolare, e' un musical, un omaggio a Otto e mezzo. Nel lavoro gli americani fanno un po' paura, c'e' un elenco di troupe che e' almeno 15 volte superiore a quello che c'e' per i nostri film, lavorano per piu' ore e mettono nel lavoro un'abnegazione totale. In Italia e' tutto piu' umano ma ti rendi anche conto perche' hanno tanta qualita'. Con Marshall non ho mai parlato, la voce del regista la senti solo diffusa dalle casse. Da noi i set, rispetto a quelli americani, sembrano dei campi rom''.