Sarà che quando salti corpo a corpo con centinaia di persone a ritmo di musica non ci stai con la testa. Sarà che se sopra c’è la luna e sotto una carnaio di ragazzi che per qualche ora sono felici e vorrebbero essere loro stessi strumenti musicali pensi che chi è l’artefice di tutto ciò sia un essere meraviglioso.
Sarà per tutte queste cose insieme o solo perchè lui è davvero una specie di animale selvaggio che non si può non amare, ma oggi dedico un’ode a Eugene Hutz (e ai suoi Gogol Bordello!!). Se distacchi il cervello dal corpo e ragioni solo col primo, Eugene è un iper-rozzo, con baffi insostenibili, catena d’oro, cannottiera slabbrata e occhio allampanato. Se rimetti il cervello nel corpo diventa una specie di principe zingaro, che imbraccia la sua chitarra e ti sveste di ogni coscienza di te con lo sguardo blu intenso.
E poi, nonostante a lui piaccia di più fare il cantante gipsy punk, nessuno si scorderà di lui che veste i panni di Alex nel capolavoro di Liev Schrieber “Ogni cosa è illuminata”. Di zingaro, è zingaro davvero: come leggerete, i primi anni della sua vita li ha passati, lasciata l’Ucraina, ad attraversare l’Europa un paese alla volta per raggiungere l’America.
Ed è anche pazzo da legare, un incantatore di folle e un intrattenitore da paura. Citando il suo personaggio in “Ogni cosa è illuminata”: “molte femmine vogliono essere carnali con me, perchè sono un ballerino molto superiore”.
E ci scommetto, molte femmine, dopo un concerto dei Gogol Bordello, il pensierino di mollare tutto e diventare una giramondo, imparare a suonare una qualsiasi percussione e vestire assurde bandane pur di viaggiare con lui, lo fanno eccome. Io l’ho fatto. Io parto stanotte con Eugene da Milano.