Meryl Streep "Cucinare è amare"

Nel nuovo film la star è Julia Child, la diva tivù che insegnò alle americane a far da mangiare
Di LORENZO SORIA
LOS ANGELES Fin da quando, nel lontano 1982, recitò la parte di una sopravvissuta polacca dei campi di concentramento in La scelta di Sophie, il film che le diede il suo primo Oscar e il titolo di miglior attrice americana contemporanea, Meryl Streep è famosa per la sua capacità di recitare i personaggi più disparati. Adesso, anche una donna alta un metro e 87. Era pensando all’altezza di Julia Child, la prima donna americana ammessa alla scuola del Cordon Bleu di Parigi che con i suoi libri e poi con i suoi programmi tivù di cucina è diventata celebre che, quando Nora Ephron decise di dedicarle un film, non pensava proprio alla sua amica Meryl. Ma un giorno le due si incontrano a New York, Ephron racconta all’amica cosa sta scrivendo e Streep, imitando alla perfezione l’inconfondibile voce un po’ nasale della Child, risponde: «Bon appétit!». Pochi giorni dopo si sentono al telefono. Ephron chiede: «Che fai?». E Streep: «Sto provando a diventare un metro e 87». Così, in Julie and Julia, Streep recita la parte di una donna che ha cambiato l’America, portando una generazione cresciuta a surgelati e cibo in scatola ad apprezzare la buona tavola.Signora Streep, come ha fatto ad apparire alta come una cestista?«Non mi faccia svelare l’illusione del cinema. Ai tempi della Child, gli Anni Quaranta, quell’altezza era insolita, quasi un handicap e fu decisiva per formare la sua personalità. Posso solo dire che non si è usato il computer».Cosa l’ha attratta nella Child?«Più di tutto la sua capacità di essere se stessa: in quegli anni non c’erano molte donne così indipendenti. E poi la sua irresistibile curiosità e la sua contagiosa “joie de vivre". Faceva quello che amava. Per un attore la somiglianza fisica non conta, conta capire il tuo personaggio».Ma lei che rapporto ha con il cibo?«Per mia mamma, un pasto che richiedeva più di 20 minuti di preparazione non era un pasto. Le parole d’ordine erano convenienza e velocità. Ricordo ancora una volta a casa di un’amica, avrò avuto dieci anni, quando tirarono fuori le patate per fare un puré. Ma come, dissi io, il puré viene da una scatola!».E Meryl Streep invece in cucina com’è?«Cucinare è un atto d’amore. Mi piace se mio marito apprezza anche quando le cose non mi vengono troppo bene. Il film mi ha aiutato, per 30 anni ho cucinato male il pollo arrosto, ma ho letto la ricetta della Child e ora non è niente male».Gran parte delle sue colleghe dice che, passati i 40 anni, Hollywood le ignora. Lei, a 60, non smette più di lavorare.«Ho fatto sei film in 18 mesi, non mi era mai successo. Ma per qualche ragione mi sono arrivati uno dopo l’altro dei grandi ruoli. Non ho saputo dire di no».Ha ancora dei sogni? «Da bambina volevo sposare il principe Carlo, non fare l’attrice. Invece è andata così e non mi lamento proprio. Però vorrei avere più tempo per le persone che amo».Ultima domanda: il segreto della sua bellezza?«Questa domanda a me? Mi viene da ridere. Posso solo suggerire di dormire otto ore per notte. Non ci riesco quasi mai, ma quando mi succede sono molto meglio».