di Roberto Croci a.k.a. La Bestia
Dopo sette anni, l'oscura vicenda di Donnie Darko torna sullo schermo il 21 agosto con un'altra massiccia dose di mistero. XL ha chiesto spiegazioni al regista Chris Fisher. E ha scoperto che...«Tutto quello che succede lì è spiegato nel libro 'The Philosophy Of Time Travel'»
Nel gennaio del 2001 Richard Kelly, giovane regista esordiente, presenta al Sundance Festival Donnie Darko, un film tra thriller, sci-fi e commedia che ritrae la vita assurda di un adolescente con poteri da supereroe in un tipico sobborgo americano. Quel film non solo lancerà la carriera della star hollywoodiana Jake Gyllenhaal, ma formerà un vero gruppo di adepti e trasformerà Donnie Darko in un cult movie, proprio grazie all’esplorazione del lato oscuro della normalità, alla David Lynch. Nel nuovo film, S. Darko, la storia prosegue sette anni dopo, con la sorella minore di Donnie, Samantha (Daveigh Chase, l’unica del cast originale), che oltre a essere ancora affranta dalla morte del fratello, si ritrova ad avere a che fare con un incidente causato dall’impatto di un meteorite. Il film, diretto da Chris Fisher (regista tv) e la cui fotografia è curata da Marvin V. Rush è girato in altissima tecnologia, con tanto di colpi di scena e visioni agghiaccianti.
È il regista stesso che ci spiega la trama: «In entrambi i film l’azione comincia dalla formazione di un universo parallelo che si crea quando si rompe qualcosa nell’universo primario, quello dei protagonisti. Il primo segno della formazione di un universo tangente è l’arrivo dell’“artifatto”, un oggetto di metallo che passa dall’universo primario in quello tangente». Aggiunge l’attore Jackson Rathbone (Twilight): «Se questo oggetto non venisse rimesso al proprio posto, riportato in quel lasso di tempo che ha causato la nascita dell’universo tangente, ogni forma di vita verrebbe annientata. E questo lo può fare solo il vivente ricevente, che ha la responsabilità di riportare l’artifatto nell’universo primario». Nel primo film è Donnie il vivente ricevente che, grazie a Frank il coniglio (creatura morta nell’universo tangente e chiamato «morto manipolato») riesce a riportare, attraverso un buco temporale, l’oggetto metallico al proprio posto, prevenendo così la formazione dell’universo tangente. Vi siete incasinati? «Abbiamo studiato attentamente The Philosophy Of Time Travel», precisa il regista, «il libro scritto dal personaggio fittizio Roberta Sparrow, creato appositamente da Richard Kelly per spiegare i fenomeni che accadono nel film e il film stesso. Tutto quello che succede sullo schermo si spiega attraverso queste due sole fonti di informazioni. Io stesso sono un fan del primo film: ecco perché mi sono subito interessato allo script e ho cominciato a elaborarlo». Siete ancora confusi? In S. Darko è Samantha il «morto manipolato», perché il dolore della morte del fratello ha creato in lei una specie di spirito che le permette di far succedere quello che deve succedere. Il resto è in mano agli effetti speciali e alla bellissima musica del londinese Ed Harcourt...