Triangolo amoroso dark tra ossessioni e stalking

VENEZIA - Lui è Romain Duris, bello e tenebroso del nuovo cinema francese. Lei è Charlotte Gainsbourg, che dalla madre Jane Birkin ha ereditato il fascino e l'inquietudine. L'altro è il veterano Jean Hughes Anglade. Sono loro - in "Persecution" di Patrice Chereau, in concorso oggi alla Mostra - i protagonisti di un triangolo amoroso anomalo. In cui l'altro, nel ruolo dello stalker, ossessiona, pedina, si intrufola nella vita di lui. Il quale, a sua volta, insegue, bracca, tartassa con la sua mancanza di fiducia lei, che pure è la sua amante. La pellicola - accolta con perplessità e qualche grido di disapprovazione alla proiezione stampa di questa mattina - si inserisce perfettamente nel filone noir di tipo psicologico, esistenziale, che piace a molti registi d'oltralpe. E, nel caso specifico, ci troviamo di fronte a una sorta di campionario delle nevrosi, delle psicosi, delle solitudini e dell'incapacità di comunicare che affliggono i nostri tempi. Perché ciascuno dei tre personaggi principali, i partecipanti a questa sorta di valzer della sofferenza, appare più ferito, vulnerabile e incompreso che mai. A partire da Daniel, interpretato da Romain Duris (che abbiamo visto, tra l'altro, nell'"Appartamento spagnolo" e in "Tutti i battiti del mio cuore"). Di bell'aspetto e tormentato, barba sfatta e cappello di lana sempre calcato sulla fronte, si barcamena in lavori precari nei cantieri di ristrutturazione degli appartamenti. E sembra farsi un vanto della propria antipatia e insensibilità. A un certo punto, però, nella sua vita irrompe l'imprevisto, nei panni - stropicciati, e folli - di uno sconosciuto (Jean Hughes Anglade). Che, dopo averlo incontrato casualmente, si innamora all'istante, e perdutamente, di lui. Senza nemmeno conoscerlo. Forza la porta della casa, si fa trovare nel suo letto nudo e sbronzo, si piazza nel palazzo di fronte per poterlo spiare sempre. E coglie ogni occasione per dichiarare al suo amato - totalmente indifferente, anzi arrabbiatissimo per le sue invasioni - eterna passione. Ma anche l'oggetto di tanta dedizione non sta messo molto meglio. Da tre anni, infatti, Daniel frequenta Sonia (Charlotte Gainsbourg), dipendente d'azienda in carriera. Lui è innamorato di lei, lei gli si concede ma a lui non basta, non è appagato, vuole di più. Insomma anche lui, il perseguitato, è un persecutore: malato di ossessione, di gelosia; autore di pedinamenti, di interrogatori per stabilire se e quanto la donna risponda ai suoi sentimenti... Il tutto in un film a cui Chereau - già autore, tra gli altri, della "Regina Margot" e "Nell'intimità" - sembra tenere particolarmente. Almeno è questa l'impressione che si ricava qui al Lido, dove il regista sbarca "orfano" della star Charlotte Gainsbourg (che però saluta i giornalisti in conferenza stampa, grazie a un collegamento telefonico). Mentre, dal vivo, Chereau spiega come il vero motore della storia che ha portato sullo schermo sia la pazzia non del vero stalker, ma del personaggio di Romain Duris: "Narcisista e infelice, geloso e infedele. Questo tipo d'uomo io l'ho visto, lo conosco, mi preoccupa: vorrei che smettesse di soffrire e di far soffrire". Un dolore, il suo, provocato "dal funesto sentimento della possessione, la passione come egoismo. Per questo 'Persecution' parla in realtà della decisione di essere infelice". E davvero, in questo contesto di amore malato, perfino il personaggio del pazzo sembra più sano e più "normale" di lui...