10 anni di Fight Club

Fight Club compie 10 anni ma non li dimostra davvero visto che, in un firmamento cinematografico che decreta il pensionamento di pellicole anche pregevoli dopo appena una stagione di gloria, è ancora oggi un cult capace di appassionare le nuove generazioni dicinefili. Ma non è sempre stato così. Il film di David Fincher, infatti, una lucida, intelligentissima e acuta satira della violenza, dell'essere e dell'apparire, ha avuto una gestazione macchinosa e un esordio tutt'altro che indimenticabile. Ne volete sapere di più?Seguite con noi, allora, la storia di come tutto è iniziato e di come il mito ha avuto il sopravvento su stereotipi e ragioni del marketing!
E' stato Chuck Palahniuk a scrivere il racconto Fight Club dopo una rissa cui si trovò coinvolto a metà degli anni '90. Una volta tornato al lavoro, con gli occhi pesti come quelli di un panda, si rese conto che nessuno voleva sapere la verità sull'accaduto e da lì ebbel'idea che tutti conosciamo. Ma non finisce qui. Mentre scriveva la storia, infatti, accadde che la vita imitasse l'arte e che lui riuscisse a trovare se stesso gettandosi in combattimenti clandestini a mani nude come uno dei suoi personaggi deviati e allucinanti. Gli capitò di sentirsi così esausto e stanco, dopo gli scontri, da dormire tutta la notte come un bambino perciò decise che il mondo intero dovesse essere partecipe dellasua strana ma efficace terapia della serenità.
Nel 1997 uno scout di copioni mandò alla 20th Century Fox il racconto ancora ineditoma la risposta dello studio fu negativa: il quadro di fatiscenti club underground in cui veniva praticata violenza catartica non sembrava essere materia per un nuovo successo allaTitanic. Fu solo dopo una serie di no, che i produttori Josh Donen e Ross Grayson Bellrischiarono il tutto per tutto e riuscirono a far girare una versione audio del racconto. La stessa versione che, finita nelle mani di Laura Ziskin, presidente di Fox 2000, fu opzionata per farne un film.
All'inizio la Ziskin aveva pensato di far adattare il libro dallo scrittore Buck Henry che, però, passò il testimone all'esordiente Jim Uhl. E per fortuna, visto che lui fu irremovibile nel mantenere la voce narrante che fa da filo conduttore nell'originale letterario e che si è rivelato un importantissimo escamotage illusionistico anche nel film.
Il primo regista ad essere scelto per dirigere il progetto fu Peter Jackson ma il suo impegno con Sospesi nel tempo non gli consentì di accettare. Anche Danny Boyle preferì girare The Beach e persino Bryan Singer fu passato al setaccio della Fox ma senza risultato. Fu David Fincher, appassionato del libro che aveva tentato di comprare i diritti cinematografici anni addietro, ad ottenere il lavoro nonostante la sua reticenza a lavorare per lo Studio dopo il flop di Alien 3. Era il 1997 e, finalmente, il cast tecnico era al completo.
A questo punto occorreva individuare l'attore giusto per interpretare Taylor Durden.Russell Crowe, reduce dal successo personale di LA Confidential era la scelta del produttore Bell ma, poi, gli fu preferito Brad Pitt che aveva già lavorato con Fincher in Seven. Edward Norton, invece, ottenne il ruolo del narratore su suggerimento di Matt Damon e Sean Penn mentre la parte di Marla Singer fu assegnata ad Helena Bonham Carter, preferita a Courtney Love e a Winona Ryder.
Il film fu girato a Los Angeles con l'impiego di 200 locations per 300 scene (nessuno stupore, dunque, se per Panic Room Fincher di locations ne ha usate solo 3!). Il budget, inizialmente fissato in 50 milioni di dollari, lievitò presto a 67, cosa che preoccupò non poco gli investitori che, comunque, furono convinti dal regista a finanziare l'intero progetto.Fincher, poi, voleva una locandina che mostrasse solo un'iconica saponetta ma lo studio prese il controllo del lancio del film con una campagna più tradizionale. Del resto, anche la release fu spostata da luglio ad agosto a settembre per mettere più tempo possibile tra una pellicola così dark e il massacro avvenuto nella scuola di Columbine.
Alla fine, il film esordì al Festival di Venezia nel 1999 e fu accolto da critiche assolutamente divise in due schieramenti opposti: chi gridava alla pellicola puerile, ultra-violenta e fascista e chi elogiava la vena satirica di un film evidentemente estremo per dissacrare violenza e fascismo. Nessuna via di mezzo. Anche gli esiti al botteghino non furono entusiasmanti: 37 milioni di dollari rastrellati negli USA e 100 milioni di dollari di incasso worldwide. E' stato solo il mercato degli home video a riscoprire Fight Club come cult e sono ormai 10 anni che la pellicola, fra le più amate e citate, viene regolarmente inserita in tutte le classifiche dei film più interessanti ed originali mai girati.