Polemiche in casa Siae

In casa Siae, i panni sporchi si lavano in pubblico: ha fatto scalpore un lungo "avviso a pagamento" in forma di lettera sull'edizione domenicale del "Corriere della Sera". Firmatari, 130 autori e una trentina di editori, tra quelli che "contribuiscono maggiormente alla determinazione delle poste attive del bilancio Siae": oltre alle major, spiccano le presenze di case storiche come Curci, Sonzogno, Carisch e Sugar. Tra gli autori Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Gino Paoli, Antonello Venditti, Carmen Consoli, Tiziano Ferro, Mogol, Ligabue, Dori Ghezzi, Paolo Conte e altri ancora: di fatto, il gotha della musica italiana.
I firmatari contestano polemicamente (sin dal titolo: "La Siae è commissariata?") la massiccia ingerenza da parte dello Stato nella gestione della Società, al punto che il vertice "è costituito al 50% da membri che non appartengono alla Base Associativa". Si fa notare come la Siae non sia un "Ente pubblico che gestisce fondi pubblici", ma un "Ente Pubblico Economico che gestisce fondi privati generati dalla creatività dei suoi Associati": dal momento che i risultati economici degli ultimi anni sono "estremamente preoccupanti", i firmatari temono che i diritti non ancora distribuiti possano essere utilizzati per coprire le perdite. Per questo motivo, rivendicano per la Siae un'efficienza che pare ormai perduta, che la riporti alle sue motivazioni fondative.