È in primo piano sui siti web di molta stampa estera il caso portato alla ribalta dal New York Times, secondo il quale i vertici del Vaticano, compreso il futuro papa Ratzinger, hanno protetto un prete pedofilo del Wisconsin. Padre Lawrence Murphy, accusato di avere molestato almeno 200 bambini sordi, è rimasto prete fino alla sua morte, nonostante le lettere di avvertimento mandate a Roma da vari vescovi americani.
"Il Papa ha omesso di agire sulle denunce di abusi sessuali negli Usa" titola sulla homepage il Times Online, sottolineando che lo scandalo si avvicina sempre più a Benedetto XVI. Il processo ecclesiastico – scrive il Times di Londra - "si fermò dopo che l'imputato supplicò il cardinale Ratzinger di clemenza". I documenti di Milwaukee, ottenuti dal New York Times, "emergono mentre papa Benedetto affronta altre accuse", puntualizza il Times: Ratzinger, come responsabile del Vaticano e come arcivescovo in Germania, "non ha punito preti accusati di abusi sessuali, né avvertito le autorità civili competenti".
Il Papa ha però accettato ieri le dimissioni del vescovo irlandese John Magee, sotto tiro per come ha gestito le accuse di abusi sessuali nella sua diocesi. Alle dimissioni di Magee il Times dedica un ampio servizio. Ora che il Papa ha accettato le dimissioni, "sale la pressione perché si dimetta il Cardinale Sean Brady, primate di Irlanda". Il sito propone un approfondimento sui "segreti della Chiesa cattolica irlandese".
"Pedofilia, Benedetto XVI di nuovo accusato", è il titolo, a grandi caratteri, che compare sulla prima pagine del sito del Nouvel Observateur. "L'attuale papa e altri responsabili del Vaticano avrebbero coperto gli abusi sessuali di un prete americano che avrebbe violentato circa 200 membri di una scuola per bambini sordi". Gli scandali si moltiplicano, osserva il Nouvel Obs. Le rivelazioni arrivano mentre vari scandali su abusi di minori da parte di religiosi cattolici scuotono l'Irlanda e altri paesi, tra cui l'Olanda, la Svizzera, La Spagna, l'Austria e la Germania.
Grosso richiamo anche sul sito di Le Figaro, che pubblica un'Afp col titolo: "Il Vaticano accusato di avere coperto gli abusi sessuali di un prete americano". Stesso lancio su Libération, con il neretto "Affare tragico per il Vaticano". "Di fronte all'ondata di scandali sessuali, Benedetto XVI naviga tra smentite e volontà di trasparenza", ha scritto di recente Eric Jozsef in un articolo riproposto sul sito.
Centinaia di commenti dei lettori inondano il sito di El Pais, che apre la homepage con questo caso. "Il Vaticano non castigò il prete accusato negli Stati Uniti perché era malato" è il titolo aggiornato nelle ultime ore.
Nel testo della risposta inviata al New York Times da Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana – scrive Miguel Mora - il Vaticano spiega che Murphy non fu punito perché "molto malato". Il sacerdote non fu espulso "perché il diritto canonico non prevede castighi automatici". In realtà, puntualizza il cronista, per alcuni reati è sì prevista la scomunica automatica. La corrispondenza dà notizia delle manifestazioni di protesta davanti al Vaticano e cita Roberto Mirabile, presidente dell'associazione italiana vittime della pederastia Caramelo Bueno: né i vescovi, né le curie, né i tribunali ecclesiastici hanno mai mandato in carcere un prete per un reato di pedofilia. La vicenda ha grande rilievo anche su El Mundo e altri siti spagnoli come Abc.
Tra i siti Usa, il Chicago Tribune e il Los Angeles Times pubblicano un'intervista dall'Irlanda a Sinead O'Connor, la cantante irlandese che fece scalpore anni fa quando alla tv americana strappò una foto di papa Giovanni Paolo II chiamandolo "il nemico" e esortò il pubblico a lottare contro gli abusi sessuali. "Dovrebbe esserci un'inchiesta penale sul papa", afferma la cantante, sempre ai ferri corti con la Chiesa cattolica. Il papa, secondo O' Connor, dovrebbe dimettersi per "non avere agito in modo cristiano per proteggere i bambini".